Organo della chiesa di San Salvador a Venezia

Con organo della chiesa di San Salvador ci si riferisce a un organo a canne monumentale presente nell'omonima chiesa a Venezia.

L'organo della chiesa di San Salvador a Venezia.
La risurrezione di Gesù Francesco Vecellio
La trasfigurazione Francesco Vecellio

Storia modifica

Le prime notizie circa la presenza di un organo nella chiesa di San Salvador a Venezia risalgono al XV secolo.[1] Nel 1530 - appena conclusa la presente chiesa rinascimentale - fu costruita l'attuale cantoria monumentale in pietra d'Istria, grazie alla munificenza del nobile veneziano Girolamo Priuli: si tratta di una raffinatissima opera, attribuita a Guglielmo de' Grigi, la quale incornicia il portale laterale della chiesa posto sul lato sinistro della navata. Nello stesso periodo fu verosimilmente costruito un maestoso organo, che fu collocato all'interno della cassa con portelle dipinte tuttora esistenti.[2]

Lo strumento rinascimentale venne rimosso presumibilmente nel XVIII secolo e sostituito da un nuovo organo di costruttore anonimo, forse di scuola callidiana. La cassa esistente, per ospitare il nuovo prospetto a cuspide centrale con ali laterali, venne resa a campata unica e furono aggiunte due lesene ai lati e due drappeggi lignei sopra le canne. Il nuovo organo, nel corso dei secoli, subì diverse pesanti modifiche che snaturarono le sue originarie caratteristiche foniche, e, verso la metà del XX secolo, finirono per renderlo muto.[3]

All'inizio del 2004 Jean-Luc Jaquenod, un organista francese appassionato di musica rinascimentale, si mise in contatto con la parrocchia di San Salvador e propose la costruzione, totalmente a sue spese, di un organo in stile rinascimentale, da commissionare all'organaro Jürgen Ahrend e da collocare al posto dello strumento ormai non più funzionante, a patto che la parrocchia lo nominasse organista titolare e gli trovasse un luogo dove risiedere stabilmente e gratuitamente a Venezia.[4]

Valutata la richiesta, considerate le condizioni dell'organo esistente (che non era più funzionante e che si trovava in precarie condizioni di stabilità strutturale) e constatato che non ci sarebbero stati fondi sufficienti per un suo eventuale restauro, la parrocchia accettò la proposta.[5] Il vecchio strumento venne smontato e rimosso a opera dell'organaro Francesco Zanin,[6] e, per Jaquenod, venne trovato alloggio presso un appartamento all'interno della casa canonica.[4]

Il 12 luglio 2005 Jürgen Ahrend, accompagnato da suo figlio Hendrik, da Francesco Zanin e da altri esperti, effettuò un primo sopralluogo sulla cantoria, ormai libera dal materiale fonico del vecchio organo.[7] Il progetto definitivo comprendeva, oltre alla costruzione del nuovo strumento in stile rinascimentale, anche la ricollocazione dell'organo settecentesco in una nuova cassa posizionata su una cantoria in controfacciata.[8]

Del prospetto della cassa si mantenne in loco solo la trabeazione superiore, risalente al XVI secolo; si ricostruirono invece, seppur in forma stilizzata, le cinque campate sottostanti, prendendo come modello le facciate d'organo veneziane del primo Rinascimento, di cui quella dell'organo del duomo di Valvasone è una delle pochissime superstiti.[9] Jürgen ed Hendrik Ahrend terminarono i lavori all'inizio del 2010 e l'organo venne inaugurato con un concerto di Gustav Leonhardt. Si tratta dell'unico strumento con caratteristiche rinascimentali presente a Venezia ed è regolarmente utilizzato per accompagnare le celebrazioni liturgiche, per la registrazione di musiche rinascimentali e per rassegne internazionali di concerti.[10]

Caratteristiche tecniche modifica

L'organo si trova su una cantoria in pietra d'Istria, realizzata intorno al 1530 e attribuita a Guglielmo dei Grigi, addossata alla parete sinistra dell'edificio e posta al di sopra della porta laterale. La cassa lignea, dello stesso periodo, è di autore anonimo e conserva intatta la trabeazione sommitale, con fregio ornato a girali dorati su sfondo azzurro e da una figura a rilievo raffigurante Cristo nelle sembianze del Salvator Mundi.

Le portelle che chiudono la facciata dello strumento sono opera di Francesco Vecellio e raffigurano, nella parte esterna, Sant'Agostino d'Ippona che consegna la regola ai canonici e San Teodoro di Amasea che uccide un drago; nella parte interna, invece, sono presenti la trasfigurazione e la risurrezione di Gesù.[11]

Il prospetto è composto da canne in stagno disposte simmetricamente, all'interno di cinque campi, secondo lo schema 7-13-5-13-7. La metà superiore del secondo e del quarto campo è costituita da organetti morti. La consolle dispone di un manuale dotato di 60 note (Fa−1-Do5), privo di Fa♯−1 e Sol♯−1, con tasti spezzati per le note Sol♯1/La♭1, Re♯2/Mi♭2, Sol♯2/La♭2, Re♯3/Mi♭3, Sol♯3/La♭3 e Re♯4/Mi♭4 e pedaliera a leggio da 20 note (Fa−1-Re2), costantemente unita al manuale. I registri sono azionabili mediante manette a incastro a scorrimento verticale, poste alla destra del manuale.[11]

Il ripieno, come consuetudine negli organi del periodo, è a file separate e il somiere è a vento. L'aria è fornita da due mantici a cuneo, azionabili a mano o elettricamente, e la pressione del vento è di 49 mm in colonna d'acqua. Il temperamento è il mesotonico e il corista del La corrisponde a 493 Hz a 18°. La disposizione fonica è la seguente:[11]

Manuale
Tenori 10'
Ottava
Quintadecima
Decimanona
Vigesimaseconda
Vigesimasesta
Vigesimanona
Flauto in VIII
Pedaliera
Unita al manuale
Accessori
Fiffaro (tremolo nel canale)

Note modifica

  1. ^ Massimo Bisson, Meravigliose macchine di giubilo. L'architettura e l'arte degli organi a Venezia nel Rinascimento, Fondazione Giorgio Cini - Scripta edizioni, Venezia-Verona 2012, pp. 108-111.
  2. ^ Massimo Bisson, Meravigliose macchine di giubilo. L'architettura e l'arte degli organi a Venezia nel Rinascimento, Fondazione Giorgio Cini - Scripta edizioni, Venezia-Verona 2012, pp. 111-117.
  3. ^ Sopralluogo all'antico organo della chiesa di S. Salvador (PDF), su chiesasansalvador.it. URL consultato il 26 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2014).
  4. ^ a b Corrispondenza fra don Natalino Bonazza e il patriarca Angelo Scola (PDF), su chiesasansalvador.it. URL consultato il 26 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2014).
  5. ^ Corrispondenza fra don Natalino Bonazza e la Curia di Venezia (PDF), su chiesasansalvador.it. URL consultato il 26 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2014).
  6. ^ Corrispondenza fra don Natalino Bonazza e la Soprintendenza per i Beni Architettonici (PDF), su chiesasansalvador.it. URL consultato il 26 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2014).
  7. ^ Considerazioni sulla ricostruzione dello strumento rinascimentale in seguito all'analisi della cassa cinquecentesca (PDF), su chiesasansalvador.it. URL consultato il 26 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2014).
  8. ^ Progetto per la nuova cassa d'organo sopra il portale maggiore (PDF), su chiesasansalvador.it. URL consultato il 26 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2014).
  9. ^ Proposta per gli interventi di restauro e di ricostruzione della parte decorativa e strutturale intagliata, policroma e dorata della cassa dell'organo (PDF), su chiesasansalvador.it. URL consultato il 26 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2014).
  10. ^ L'alto valore culturale di un'esperienza unica: l'organo Ahrend di San Salvador (PDF), su mediaddress.it. URL consultato il 26 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2014).
  11. ^ a b c Il complesso storico dell'organo di San Salvador, su chiesasansalvador.it. URL consultato il 26 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2010).