Phitosia crocifolia

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Phitosia crocifolia (Boiss. & Heldr.) Kamari & Greuter, 2000 è una pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae. Phitosia crocifolia è anche l'unica specie del genere Phitosia Kamari & Greuter, 2000.[1][2][3]

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Phitosia crocifolia
Immagine di Phitosia crocifolia mancante
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCichorioideae
TribùCichorieae
SottotribùChondrillinae
GenerePhitosia
Kamari & Greuter, 2000
SpecieP. crocifolia
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCichorioideae
TribùCichorieae
SottotribùChondrillinae
GenerePhitosia
SpecieP. crocifolia
Nomenclatura binomiale
Phitosia crocifolia
(Boiss. & Heldr.) Kamari & Greuter, 2000

Etimologia

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Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Pierre Edmond Boissier (1810-1885), Theodor Heinrich Hermann von Heldreich (1822-1902), Georgia Kamari (1943-) e Werner Rodolfo Greuter (1938-) nella pubblicazione " Botanika Chronika. Patras" ( Bot. Chron. (Patras) 13: 14) del 2000.[4] Il nome scientifico del genere è stato definito dai botanici Georgia Kamari (1943-) e Werner Rodolfo Greuter (1938-) nella stessa pubblicazione.[5]

Descrizione

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Habitus. La forma biologica è emicriptofita cespitosa (H caesp), sono piante erbacee, bienni o perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e presentano ciuffi fitti di foglie che si dipartono dal suolo. Queste piante formano ampi cespi o dense stuoie da cui emergono gli steli fioriti.[6][7][8][9][10][11]

Radici. Le radici sono dei fittoni verticali molto slanciati; possono essere legnose alla base e ramificate all'apice. Larghezza della radice: 0,5 – 3 mm.

Fusto. Il fusto alla base è largo 0,3 – 2 cm e si trova avvolto nelle vecchie foglie del ciclo biologico precedente. La parte aerea del fusto è rigidamente eretta, slanciata, glabra, affusolata e striata. Una pianta può avere fino a 4 gambi. Queste piante possono arrivare fino a 40 cm di altezza.

Foglie. Le foglie si dividono in basali e cauline e lungo il caule sono disposte in modo alterno. Quelle basali sono disposte in rosette con lamina indivisa (con forme lineari o lineari-lanceolate) e picciolo alato. Le foglie cauline hanno una forma lineare (quelle più basse sono strettamente oblanceolate acute) e sono progressivamente più ridotte. Le foglie sono violacea o grigiastro-glauche. Dimensione delle foglie: larghezza 2 – 5 mm; lunghezza 7 – 15 cm.

Infiorescenza. Le infiorescenze sono composte da 1 - 2 capolini peduncolati all'ascella delle foglie superiori. I capolini sono formati da un involucro a forma da obconica-campanulata a strettamente campanulata composto da brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. Le brattee divise in due serie si distinguono in superiori e inferiori: quelle inferiori esterne (fino a 10) hanno una forma lanceolata acuta e sono lunghe 1/2 di quelle più interne; quelle superiori (8 - 10) sono più interne; la superficie può essere glabra con carena centrale. Il ricettacolo, non areolato, è privo di pagliette a protezione della base dei fiori. Lunghezza del peduncolo: 3 – 15 cm. Dimensione dell'involucro: larghezza 6 – 8 mm; lunghezza 8 – 11 mm.

Fiori. I fiori (da 9 a 15 per capolino) sono tutti del tipo ligulato[12] (il tipo tubuloso, i fiori del disco, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono ermafroditi e zigomorfi.

*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[13]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: le corolle sono formate da un tubo e quindi da una ligula terminante con 5 denti; il colore è giallo; lunghezza della ligula: 15 mm; larghezza 2,5 mm; lunghezza dei denti 0,6 mm; lunghezza del tubo 4 mm.
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[14] Le antere sono gialle e con appendici lanceolate. Il polline è tricolporato.[15] Dimensione delle antere: 1,7 x 5 mm; appendici lunghe 0,6 mm.
  • Gineceo: lo stilo è filiforme con peli sul lato inferiore degli stigmi; gli stigmi dello stilo sono due divergenti e colorati di giallo. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.
  • Antesi: da luglio ad agosto.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. L'achenio, colorato di bruno-giallastro, ha una forma incurvata attenuata verso l'alto in un becco. La superficie è striata (circa 20 nervature). Il pappo, giallastro, è formato da diverse setole disposte su due serie. Dimensione degli acheni: larghezza 0,6 - 0,7 mm; lunghezza 5 – 7 mm. Lunghezza del pappo: 5 mm.

Biologia

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  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione

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La distribuzione di questa specie è relativa alla sola Grecia (è un endemismo).[2]

Tassonomia

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La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[16], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[17] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[18]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][9][10]

Filogenesi

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Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Chondrillinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Chondrillinae fa parte del "quarto" clade della tribù; in questo clade è in posizione "centrale" vicina alle sottotribù Crepidinae (insieme formano un "gruppo fratello").[10]

La sottotribù è formata da tre generi: Chondrilla, Willemetia e Phitosia dalle cui analisi molecolari risulta essere un clade ben supportato. All'interno della sottotribù il genere Chondrilla con il genere Willemetia formano un "gruppo fratello", mentre il genere Phitosia è in una posizione più "basale".[10][11][19] In precedenti studi i tre generi inclusi sono stati generalmente trattati come membri della sottotribù Crepidinae.[9] In particolare questa specie era descritta come Crepis crocifolia.[11] Le analisi filogenetiche-molecolari hanno confermato ampiamente l'inclusione di questa specie nella sottotribù Chondrillinae.[19]

I caratteri distintivi per la specie di questa voce sono:[9][11]

  • la forma di crescita come arbusto a rosetta-cuscino;
  • il numero cromosomico 2n = 18;
  • la particolare morfologia dell'achenio;
  • la micromorfologia del pappo.

Il numero cromosomico della specie di questa voce è 2n = 18 (specie diploide).[11]

Sinonimi

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Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Crepis crocifolia Boiss. & Heldr.
  • Soyeria crocifolia Sch.Bip.
  1. ^ a b c (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 14 marzo 2022.
  3. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 14 marzo 2022.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 15 marzo 2022.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 15 marzo 2022.
  6. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  7. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  8. ^ Judd 2007, pag.517.
  9. ^ a b c d Kadereit & Jeffrey 2007, pag.186.
  10. ^ a b c d Funk & Susanna 2009, pag. 351.
  11. ^ a b c d e Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  12. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 12.
  13. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  14. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  15. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  16. ^ Judd 2007, pag. 520.
  17. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  18. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  19. ^ a b Wang et al. 2020.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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