Polyachyrus Lag., 1811 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Polyachyrus
Polyachyrus fuscus
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Mutisioideae
Tribù Nassauvieae
Genere Polyachyrus
Lag., 1811
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Mutisioideae
Tribù Nassauvieae
Genere Polyachyrus
Specie
(Vedi testo)

Descrizione modifica

 
Il portamento
Polyachyrus poeppigii

Le specie di questo gruppo hanno un habitus perenne, subarbustivo, arbustivo, rampicante, prostrato, decombente o (raramente) erbaceo. Sono prive di lattice.[3][4][5][6][7]

Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alternato. La lamina fogliare è pennato-lobata o pennatosetta, intera o grossolanamente dentata.

Le infiorescenze sono composte da capolini solitari terminali o raccolti in formazioni pseudocorimbose sottesi da una o più brattee. I capolini sono sessili e sono formati da un involucro cocleariforme composto da 5 brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori.

I fiori sono tetraciclici (a cinque verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e in genere pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori, da 2 a 3, sono ermafroditi e fertili.

*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[8]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: le corolle sono bilabiate: il labbro esterno ha tre denti, quello interno due profondi lobi revoluti e attorcigliati. Le corolle sono colorate di bianco e rosa.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami con filamenti liberi e antere saldate in un manicotto circondante lo stilo.[9] Le antere in genere hanno una forma sagittata con appendici apicali acute. Le teche sono calcarate (provviste di speroni) e provviste di code. Il polline normalmente è tricolporato a forma sferica (può essere microechinato).
  • Gineceo: il gineceo ha un ovario uniloculare infero formato da due carpelli.[9] Lo stilo è unico e con due stigmi divergenti. Alla base dello stilo è presente un nettario (e talvolta un nodo). Gli apici degli stigmi sono troncati (o ottusi) e sono ricoperti da piccole papille o in qualche caso da peli penicillati. L'ovulo è unico e anatropo.

I frutti sono degli acheni con pappo. La forma degli acheni è fusiforme o cilindrica (raramente è compressa); le pareti sono ricoperte da coste (raramente sono presenti dei rostri) e sono glabre (o eventualmente setolose). Il carpoforo (o carpopodium) è indistinguibile oppure è assente. Il pappo (raramente è assente) è formato da setole disposte su una serie, sono barbate o piumose del tutto o a volte sono subpiumose solo apicalmente, ed è direttamente inserito nel pericarpo o connato in un anello parenchimatico posto sulla parte apicale dell'achenio.

Biologia modifica

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat modifica

Le specie di questo gruppo sono distribuite nel Cile e nel Perù.[2]

Tassonomia modifica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[10], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[11] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi).[12] La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][3][13]

Filogenesi modifica

La sottofamiglia Mutisioideae, nell'ambito delle Asteraceae occupa una posizione "basale" (si è evoluta precocemente rispetto al resto della famiglia) ed è molto vicina alla sottofamiglia Stifftioideae. La tribù Nassauvieae con la tribù Mutisieae formano due "gruppi fratelli" ed entrambe rappresentano il "core" della sottofamiglia.

Il genere Polyachyrus descritto da questa voce appartiene alla tribù Nassauvieae. In uno studio recente (2018) il genere di questa voce risulta appartenere ad un clade (interno alla tribù) formato dai generi Leucheria, Moscharia, Oxyphyllum e Polyachyrus. Nell'ambito di questo clade Polyachyrus è vicino al genere Moscharia in quanto entrambi condividono le foglie con padiglioni auricolari alla base, e il capolino con involucro monoseriato.[4][14][15]

I caratteri distintivi per le specie di questo genere sono:[4]

  • il portamento è subarbustivo;
  • le foglie basali sono rosulate;
  • il ricettacolo è più o meno provvisto di pagliette;
  • la corolla è bilabiata;
  • i rami dello stilo sono incoronati da papille.

Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 42 e 54.[3][4]

Elenco specie modifica

Questo genere comprende le seguenti 7 specie:[2]

Sinonimi modifica

Sono elencati alcuni sinonimi per questo genere:[2]

  • Bridgesia Hook.
  • Cephaloseris Poepp. ex Rchb.
  • Diaphoranthus Meyen

Note modifica

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c d World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 13 aprile 2021.
  3. ^ a b c Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 102.
  4. ^ a b c d Funk & Susanna 2009, pag. 236.
  5. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  6. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  7. ^ Judd 2007, pag.517.
  8. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  9. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  10. ^ Judd 2007, pag. 520.
  11. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  12. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  13. ^ Funk & Susanna 2009, pag. 229.
  14. ^ Sancho et al. 2018.
  15. ^ Katinas et al. 2000.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàJ9U (ENHE987007563151205171
  Portale Botanica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di botanica