Ponte romano di Porto Torres

ponte di Porto Torres

Il ponte romano di Porto Torres è un ponte romano a sette arcate costruito in Età imperiale. Per via del suo eccellente stato di conservazione, è il più importante ponte romano in Sardegna.[1][2]

Ponte romano (Porto Torres)
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàPorto Torres
AttraversaRiu Mannu
Coordinate40°50′10.56″N 8°23′32″E / 40.836267°N 8.392223°E40.836267; 8.392223
Dati tecnici
TipoPonte ad arco
MaterialeTrachite, calcare
Lunghezza135 m
Larghezza8 m
Realizzazione
CostruttoreImpero romano
Mappa di localizzazione
Map

Storia modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Colonia Iulia Turris Libisonis.

Fu costruito in età imperiale per collegare Turris Libisonis con i campi di frumento della Nurra, le miniere dell'Argentiera e Karales, altro maggiore centro urbano a sud dell'isola corrispondente all'odierna Cagliari.[3][4] In ambito toponomastico in passato il ponte romano dava il nome a tutta la vasta area della sponda ovest del Riu Mannu dove agli inizi del XX secolo la Ferromin si stabilì con i suoi impianti[5] e che attualmente proprio per questo ultimo fatto è conosciuta come "area ex-ferromin"[6][7][1]

Nel 1839 il Comune di Sassari[8] affidò l’appalto dei lavori di riparazione da eseguire nel ponte al muratore Olia Proto per la somma di lire sarde 1637, soldi 2 e denari 3. Le riparazioni consistevano in lavori di scagliamento, rabbocatura da farsi con mattoni e preparamento di suolo stradale, e selciamento in ciottoli di mare.[9] L’anno seguente il Consiglio Civico di Sassari vietò il passaggio dei carri per il tempo necessario ai lavori di selciatura, effettuati dal suddetto muratore, lasciando libero il passaggio ai pedoni ed ai cavalli. [10] L’amministrazione comunale sassarese, inoltre, scrisse all’architetto Pau Giuseppe per far eseguire dallo stesso Olia, oltre ai lavori già decisi, anche quelli di riparazione dei parapetti del ponte. [11]

Nel 1842 Porto Torres raggiunse l’autonomia ed indipendenza amministrativa e dovette cercare aiuto dai comuni limitrofi per poter concorrere nelle spese necessarie ai lavori di manutenzione e restauro del ponte. Il Comune di Sassari, a differenza di quello di Alghero, [12] fu da subito disponibile e, nel 1849, [13] decise di inviare il proprio architetto civico per visionare il ponte e redigere “il relativo calcolo e i corrispondenti capitoli d’appalto”, [14] che furono inviati all’Intendente Generale. [15] L'anno successivo, sulla base dei suddetti calcoli, il Consiglio Comunale di Sassari deliberò di concorrere alle riparazioni del ponte della foce di Porto Torresper la somma di tre quinti, rimanendo gli altri due quinti a carico di Porto Torres” e diede mandato al proprio sindaco di trattare con quello turritano per la creazione di un consorzio tra i due comuni. Il Comune di Porto Torres, però, ritenne troppo onerosa la ripartizione delle spese e, di conseguenza, il Consiglio Comunale di Sassari decise di eseguire le progettate riparazioni ma di obbligare il comune turritano, tramite apposito contratto, alla perpetua manutenzione. Queste divergenze vennero superate e, nel 1856, le due amministrazioni comunali si accordarono per concorrere nelle spese occorrenti per i nuovi lavori di restauro e di manutenzione del "Ponte Romano che da il passo alla Nurra", consistenti in un totale di lire 3250, come calcolato nella relazione redatta, nel 1858, dall’architetto civico Francesco Agnesa ed approvata dal consiglio comunale sassarese, ripartite nella misura di tre quinti a carico di Sassari ed i restanti due quinti a spese del comune turritano. [16] Il ponte, infatti, come specificato dall’architetto civico era importante anche per la città sassarese, in quanto era l’unico passaggio sicuro, durante la stagione invernale, per i pastori della Nurra e per i carri che trasportavano le derrate alimentari da quel territorio.

Nel decennio successivo il ponte ebbe bisogno di ulteriori lavori di manutenzione, come testimoniato dalla nota inviata, nel 1877, dal sindaco di Porto Torres al suo omologo sassarese, nella quale gli ricordò di pagare le spese sostenute dal 1867 al 1877, che ammontavano a lire 36 per ogni anno e per le quali i due comuni si erano accordati di concorrere reciprocamente. Sempre in quell’anno l’ingegnere, incaricato dal Comune di Sassari di analizzare i costi dei nuovi lavori di riparazione del ponte calcolati dal Comune di Porto Torres e pari a lire 673,40, sottolineò l’effettiva urgenza dei citati lavori ed, anzi, li reputò insufficienti, in quanto oltre che alla costruzione di un nuovo selciato, al restauro di quello già esistente ed a lavori sulle pareti interne e verso il mare del parapetto, si sarebbero dovuti prevedere anche il restauro del prospetto del ponte verso terra, a causa del degrado delle pietre dei timpani e della corona di alcune arcate, e la ricostruzione dei rostri o taglia acque. Nel 1883, il sindaco turritano segnalò al Comune di Sassari che il Ponte Romano necessitava nuovamente di alcuni lavori di riparazione in vista della stagione invernale. [17]

Negli anni quaranta fu soggetto di uno degli scatti della Sardegna dell'etnologo Max Leopold Wagner.[18]

È stato carrabile fino agli anni ottanta[19] sia per i mezzi leggeri che per i mezzi pesanti che regolarmente vi transitavano per raggiungere il polo petrolchimico della SIR. Dagli inizi del secolo scorso fino al 2020 la sua intera superficie calpestabile era completamente ricoperta di asfalto. Solo dopo una recente opera di restauro è stato riportato alla luce il suo basolato originario consistente in grosse pietre di trachite grezze.[20][21]

Dal 2024 è iniziata la fase finale del lungo processo di restauro iniziato nel 2020 che consiste nel consolidamento strutturale dell'intero ponte, lesionato dal flusso d'acqua del Riu Mannu e dalle piante infestanti.[22][23][24]

Descrizione modifica

È lungo 135 m ed è costruito in pietra calcarea e trachite. Fra le due arcate maggiori sono visibili due nicchie ad oggi vuote ma in principio forse destinate ad accogliere le statue delle divinità fluviali[5]. Posizionato sul blocco di pietra della chiave di volta della prima arcata da ovest sul fronte meridionale é inciso un bassorilievo che rappresenta un cantaro poggiante su una struttura architettonica non ben definita sovrastato da due protomi feline.[2]

Dopo il primo restauro propedeutico del 2020 per tutta la sua lunghezza è installata una passerella sopraelevata in legno per consentire un pratico passaggio ciclopedonale senza usurare il basolato originale di epoca romana.[22][24]

Poco distante è ubicata la Batteria antinave di Ponte romano, che prende il nome proprio da esso.

Note modifica

  1. ^ Touring Club Italiano, Ponte romano, Porto Torres, località, Archeologia, su Touring Club Italiano. URL consultato l'11 ottobre 2020.
  2. ^ a b Turris Libisonis: il Ponte Romano, su antiquariumportotorres.cultura.gov.it. URL consultato il 25 febbraio 2024.
  3. ^ Il ponte romano, su liceo-portotorres.it. URL consultato il 7 aprile 2021.
  4. ^ (EN) Ponte Romano | Cosa vedere | Porto Torres (Italiano), su inyourpocket.com. URL consultato il 7 aprile 2021.
  5. ^ a b Il ponte romano, su www.liceo-portotorres.it. URL consultato il 25 febbraio 2024.
  6. ^ Centralina nell'area ex Ferromin, su La Nuova Sardegna. URL consultato il 25 febbraio 2024.
  7. ^ Si pensi a come il corpo principale della Batteria antinave di Ponte romano edificato nel 1873 (ovvero prima della costruzione del complesso della Ferromin S.A.) deve il suo nome proprio a questo fatto.
  8. ^ All'epoca Porto Torres non era comune indipendente ma una borgata amministrativamente controllata dalla città di Sassari.
  9. ^ ASCOMSS, Archivio Moderno, Contratti, Atti pubblici e privati - Atti legati, Vol. II, cc. 49-51v.
  10. ^ ASCOMSS, Archivio Antico, B.61, f.4, cc. 41v-42.
  11. ^ ASCOMSS, Archivio Antico, B.61, f.4, cc. 48-48v.
  12. ^ L’Intendente Generale comunicò che il Comune di Alghero non voleva concorrere alle spese necessarie per i lavori di riparazione del ponte. ASCOMSS, Archivio Moderno, Carteggio e Atti, S.11, B.1, f.1.
  13. ^ Il Consiglio comunale sassarese scrisse all’Intendente Generale che avrebbe concorso alle spese dei restauri del Ponte Romano "che per la preziosa architettura e per le memorie che risveglia, è opera tale da non lasciarsi perire". ASCOMSS, Archivio Antico, B.83, f.2, c. 71.
  14. ^ ASCOMSS, Archivio Moderno, Serie Organi deliberativi, Sottoserie Congreghe e Deliberazioni del Consiglio Delegato, CD1, c. 25v
  15. ^ ASCOMSS, Archivio Antico, B.83, f.2, cc. 94-94v.
  16. ^ ASCOMSS, Archivio Moderno, Serie Organi deliberativi, Sottoserie Deliberazioni del Consiglio Comunale, C12, cc. 254-255
  17. ^ ASCOMSS, Archivio Moderno, Carteggio e Atti, S.11, B.1, f.1.
  18. ^ Sardegna DigitalLibrary - Immagini - Porto Torres, ponte romano, su sardegnadigitallibrary.it. URL consultato il 7 aprile 2021.
  19. ^ Comune di Porto Torres, Ponte Romano, su Comune di Porto Torres. URL consultato l'11 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2020).
  20. ^ Porto Torres, via ai lavori di restauro al ponte romano sul Rio Mannu, su L'Unione Sarda.it, 17 luglio 2020. URL consultato il 7 aprile 2021.
  21. ^ Ponte romano, a Porto Torres via ai lavori per il restauro, su La Nuova Sardegna, 8 marzo 2019. URL consultato il 7 aprile 2021 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2019).
  22. ^ a b Mariangela Pala, Porto Torres, ritorna il decoro nel Ponte Romano: via al restauro, su L'Unione Sarda.it, 21 febbraio 2024. URL consultato il 22 febbraio 2024.
  23. ^ Portale Trasparenza Ministero della Cultura - PORTO TORRES – PONTE ROMANO: “Consolidamento e restauro” CUP F22C03000020001 – richiesta disponibilità assunzione incarico aggiuntivo progettazione - RTP Tringali, su trasparenza.cultura.gov.it. URL consultato il 25 febbraio 2024.
  24. ^ a b Al via i lavori di restauro del ponte romano a Porto Torres - Notizie - Ansa.it, su Agenzia ANSA, 28 novembre 2023. URL consultato il 25 febbraio 2024.

Voci correlate modifica

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