Schiavitù moderna in Africa

schiavitù
Voce principale: Schiavismo in Africa.

La schiavitù in Africa. Centinaia di migliaia di africani continuano ad essere tenuti in situazioni di schiavitù o di lavoro forzato, da cui non possono sfuggire. I moderni sfruttatori di schiavi trovano buoni agganci locali, sfruttano le debolezze politiche e legali dei paesi interessati, per procurarsi persone da soggiogare al lavoro forzato o per vendere i loro servizi a cartelli internazionali, come accade per la tratta di ragazze da avviare alla prostituzione in Africa o altrove.

Schiavitù per nazione modifica

Benin modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Tratta degli esseri umani in Benin.

In Benin è diffusa la pratica del Vidomegon: a causa del progressivo impoverimento delle famiglie alcune bambine vengono vendute per pochi franchi a una famiglia affidataria, per la quale si trasformano in manodopera gratuita fino al raggiungimento dell'adolescenza, quando sono abbandonate a loro stesse.

Ciad modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Tratta degli esseri umani in Ciad.

Varie fonti, ma soprattutto l'ufficio informazione dell'OCHA (l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari), sostengono che i membri dei clan arabizzati che vivono nel nord e est del Ciad acquistano bambini da famiglie impoverite. Questi vengono poi obbligati a convertirsi all'islam, cambiando il nome, e vengono o tenuti in stato di schiavitù dal clan o venduti in Sudan ad altri clan arabizzati.[1]

Mali modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Schiavitù in Mali.

Sebbene il governo maliano abbia a più riprese negato l'esistenza della schiavitù, è noto che molte persone di etnia bella sono tenute in stato di schiavitù da parte di gruppi tuareg.[2]

Mauritania modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Schiavitù in Mauritania.

La stratificazione sociale in Mauritania vede i bidanes (letteralmente "i bianchi") nel più alto ceto, mentre gli harratin sono al fondo della piramide sociale. I bidanes sono i discendenti di clan berberi (i sanhaja) e arabi (i beni hassan) che hanno occupato il nord della Mauritania già dopo il X secolo. Gli harratin sono i discendenti di gruppi sudanici e bantu che vivevano lungo il fiume Senegal, al sud del paese. Da sempre, gli harratin sono considerati schiavi dei bidanes, e sono parte dell'eredità che passa da una generazione all'altra. A tutt'oggi, almeno 90,000 harratin vivono in una situazione di totale asservimento, mentre tutti gli altri harratin (600.000, il 20% della popolazione) vivono in una situazione di asservimento parziale.[3][4]

La schiavitù in Mauritania è stata abolita almeno tre volte nel secolo scorso (l'ultima volta nel 1981). Nell'agosto del 2007, il nuovo governo ha ancora una volta dichiarato la schiavitù illegale e criminalizzato il possesso di schiavi.[5] La leadership politica però non ha mai agevolato l'azione dei gruppi internazionali che hanno cercato di portare alla luce questa pratica.[6]

Niger modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Schiavitù in Niger.

In Niger la schiavitù è stata dichiarata illegale nel 2003. Ciononostante, circa l'8% della popolazione vive tuttora in condizioni di schiavitù.[7][8]

Lo schiavismo è diffuso tra i tuareg, i fulani e i toubou. Questi sono gruppi etnici nomadi o seminomadi che hanno praticato lo schiavismo per secoli. Nel 1904-1905, gli schiavi rappresentavano i tre quarti della popolazione nigerina.[9]

Sudan modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Schiavitù in Sudan.

La schiavitù è sempre stata una delle piaghe del Sudan. Dopo l'imposizione della shari'a da parte del governo di Omar Beshir, presidente del Sudan, i casi di schiavitù sono saliti notevolmente. Vari gruppi e personalità europei, tra cui la Anti-Slavery Society, Amnesty International, padre Renato Kizito Sesana e l'arcivescovo cattolico di Khartoum (cardinale Gabriel Zubeir Wako), hanno presentato documentazione e testimonianze personali in questo senso. [10][11][12][13]

La tratta di bambini modifica

In Nigeria e Benin, organizzazioni umanitarie hanno denunciato la tratta di bambini. I bambini vengono rapiti o acquistati con prezzi che vanno da 20 a 70 USD, in paesi quali il Togo e il Benin.[14] I bambini vengono poi utilizzati a scopi sessuali (vedi sfruttamento sessuale minorile), come tuttofare domestici, o operai in miniere e piantagioni. Il loro prezzo di vendita può raggiungere i 3.500 USD.[15][16]

Simili situazioni si trovano in Sierra Leone e Ghana. Quasi tutti i bambini utilizzati nelle miniere di diamanti illegali in Sierra Leone sono stati rapiti dai paesi vicini, complice anche la situazione di insicurezza che ha caratterizzato la regione fino a poco tempo fa. Molte delle prostitute africane – in prevalenza nigeriane - che lavorano sulle strade europee sono state vendute dai familiari o dai capi locali a gruppi di spacciatori, che poi le rivendono alle mafie locali che controllano la prostituzione in Europa.

Aya modifica

In quasi tutti i paesi africani a sud del Sahara esiste il sistema che i swahili chiamano aya. Si tratta di bambine o giovani donne provenienti dalle campagne e che vengono assunte da famiglie di città, dove devono lavorare senza orario o altri diritti per una paga minima (in Kenya questa può essere inferiore ai venti euro mensili), cibo e alloggio. Queste persone devono spesso subire abusi sessuali e fisici e non hanno diritto di protestare.

Note modifica

  1. ^ IRIN Africa: CHAD: Children sold into slavery for the price of a calf.
  2. ^ Kayaking to Timbuktu, Writer Sees Slave Trade, slavery is a very important matter that should not be found amusing): More.
  3. ^ Islam and Slavery (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2007).
  4. ^ The Abolition season on BBC World Service.
  5. ^ Mauritanian MPs pass slavery law.
  6. ^ Slavery: Mauritania's best kept secret.
  7. ^ Born to be a slave in Niger. By Hilary Andersson, BBC Africa Correspondent, Niger
  8. ^ On the way to freedom, Niger's slaves stuck in limbo.
  9. ^ Slavery in Niger (PDF) (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2009).
  10. ^ Islam and Slavery (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2007).
  11. ^ CNN.com - Danforth to be named U.S. envoy to Sudan - September 4, 2001, su archives.cnn.com. URL consultato il maggio 6, 2008 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2008).
  12. ^ War and Genocide in Sudan (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2008).
  13. ^ The Lost Children of Sudan (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2010).
  14. ^ West Africa's child slave trade.
  15. ^ West is master of slave trade guilt, su theaustralian.news.com.au. URL consultato il 6 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2007).
  16. ^ Human Trafficking & Modern-day Slavery - Nigeria.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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