Sonia Gandhi

politica indiana
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Sonia Maino, coniugata Gandhi (in hindī सोनिया गांधी, Soniyā Gāṃdhī; Lusiana, 9 dicembre 1946), è una politica indiana di origini italiane, presidente del Partito del Congresso Indiano; vedova di Rajiv Gandhi, nipote di Jawaharlal Nehru e già primo ministro.

Sonia Gandhi

Presidente del Congresso Nazionale Indiano
Durata mandato10 agosto 2019 –
26 ottobre 2022
PredecessoreRahul Gandhi
SuccessoreMallikarjun Kharge

Durata mandato14 marzo 1998 –
16 dicembre 2017
PredecessoreSitaram Kesri
SuccessoreRahul Gandhi

Presidente del Lok Sabha
Durata mandato1999 –
2004

Dati generali
Partito politicoCongresso Nazionale Indiano

Il suo nome è stato fatto per una possibile candidatura alla carica di primo ministro, dopo la vittoria a sorpresa del suo partito nelle elezioni del 13 maggio 2004 per il rinnovo della Lok Sabha, quando è stata votata all'unanimità per condurre un governo di coalizione composto da diciannove partiti (il cosiddetto Ennecaideca Partito). Pochi giorni dopo l'esito elettorale, Gandhi ha rinunciato all'incarico in considerazione dell'ostracismo mostrato verso di lei da gran parte della classe politica indiana, specie dall'opposizione, in quanto non nativa dell'India.

Al suo posto, la stessa Gandhi ha proposto Manmohan Singh, ex ministro del governo di Narasimha Rao, che è stato accettato dalla sua coalizione, divenendo il nuovo primo ministro il 19 maggio 2004. A novembre 2010 la rivista statunitense Forbes ha posizionato Sonia Gandhi al nono posto nella classifica delle personalità più potenti del pianeta. Secondo Forbes, nel 2013, era la terza donna più potente del mondo dopo Angela Merkel e Dilma Rousseff[1].

Biografia modifica

Sonia Maino è nata da Stefano Maino e Paola Predebon[2] a Lusiana nella contrada Màini[3][4], sull'Altopiano dei sette comuni, in provincia di Vicenza[5][6]. Il padre, vicino al fascismo, volontario e poi prigioniero nella campagna di Russia, voleva chiamarla Sonia, in ricordo di una donna che lo aveva salvato accogliendolo nella sua fattoria, tuttavia il parroco si rifiutò perché al nome non corrispondeva nessun santo e venne battezzata come Antonia Edvige. Ma all'anagrafe venne registrata come Sonia, nonostante le rimostranze del parroco[7][8].

Il padre Stefano Maino (detto Eugenio) fino ad allora di fede fascista, ebbe un ruolo determinante nel sequestro del 30 agosto 1944, da parte dei partigiani, di Luigi Ronzani, Commissario Prefettizio di Lusiana[9]. Il sequestro si concluse con l'infoibamento del Ronzani alla speluga di Lovarezze. Nell'immediato dopoguerra il Maino passò da muratore a capo di un'impresa edile con sede ad Orbassano (paese alla periferia di Torino)[10][11].

Dopo avere terminato le elementari in una scuola femminile privata a Sangano, Sonia Maino frequentò il collegio delle suore di Maria Ausiliatrice a Giaveno[12]. Conobbe Rajiv Gandhi (figlio di Indira Gandhi, nipote di Jawaharlal Nehru e in seguito primo ministro dell'India) quando questi era studente all'Università di Cambridge e lei studiava inglese presso la Lennox Cook School, scuola di lingue per stranieri.

I due si sposarono il 26 febbraio 1968: lei aveva 21 anni, invece lui 23 anni e mezzo, dopodiché Sonia Gandhi stabilì la sua residenza in India. Sonia Gandhi ha abbandonato la cittadinanza italiana e ottenuto la cittadinanza indiana per naturalizzazione nel 1983, quindici anni dopo la sua unione con Rajiv, quando si rese conto che la carriera politica del marito poteva essere in qualche modo intralciata dalla sua cittadinanza italiana. Ha avuto un figlio, Rahul, e una figlia, Priyanka Vadra[13]. Sonia Gandhi non è entrata in politica fino a dopo l'assassinio del marito, avvenuto il 21 maggio 1991[14] A seguito della morte di Rajiv, il partito caldeggiò il suo ingresso in politica per continuare la tradizione "dinastica" del Partito del Congresso che ha sempre visto alla sua guida un membro della famiglia Nehru-Gandhi, ma lei rifiutò ogni incarico, ritirandosi a vita privata.

La madre di Sonia Gandhi, la signora Paola Maino, è morta nella sua casa in Italia ad Orbassano sabato 27 agosto 2022, all'età di 98 anni.[15]

Carriera politica modifica

Premiership di Rajiv Gandhi (1984-1990) modifica

 
Ronald Reagan, Sonia Gandhi, la First Lady Nancy Reagan e il Primo Ministro Rajiv Gandhi, durante una cena di stato nel giugno 1985
 
La regina dei Paesi Bassi Beatrice con il principe Claus incontra Rajiv e Sonia Gandhi

Il coinvolgimento di Sonia Gandhi nella vita pubblica indiana è iniziato dopo l'assassinio della suocera e l'elezione del marito a primo ministro. In qualità di moglie del primo ministro, ha agito come sua assistente ufficiale e lo ha anche accompagnato in numerose visite di stato.

Nel 1984, ha attivamente condotto una campagna contro la cognata di suo marito, Maneka Gandhi, che correva contro Rajiv ad Amethi. Alla fine dei cinque anni in carica di Rajiv Gandhi, scoppiò lo scandalo Bofors. Si dice che Ottavio Quattrocchi, un uomo d'affari italiano ritenuto coinvolto, fosse un amico di Sonia Gandhi, avendo accesso alla residenza ufficiale del Primo Ministro. Il BJP ha affermato di essere apparsa nella lista degli elettori a Nuova Delhi prima di ottenere la cittadinanza indiana nell'aprile 1983, in violazione della legge indiana.

L'ex leader del Congresso ed ex presidente dell'India Pranab Mukherjee ha affermato di aver consegnato il suo passaporto italiano all'ambasciata italiana il 27 aprile 1983. La legge sulla nazionalità italiana non ha consentito la doppia nazionalità fino al 1992. Quindi, acquisendo la cittadinanza indiana nel 1983, avrebbe automaticamente perso la cittadinanza italiana.

Presidente del Congresso (1991-1998) modifica

Dopo che Rajiv Gandhi fu assassinato nel 1991 e Sonia Gandhi rifiutò di succedergli come presidente del Congresso e primo ministro, il partito decise di scegliere PV Narasimha Rao, che successivamente divenne primo ministro dopo aver vinto le elezioni quell'anno. Negli anni successivi, tuttavia, le fortune del Congresso continuarono a diminuire e perse le elezioni del 1996. Diversi alti dirigenti come Madhavrao Sindhia, Rajesh Pilot, Narayan Dutt Tiwari, Arjun Singh, Mamata Banerjee, GK Moopanar, P. Chidambaram e Jayanthi Natarajan, erano in aperta rivolta contro il presidente in carica Sitaram Kesri, molti di loro hanno lasciato il partito, dividendo il Congresso in molte fazioni.

Nel tentativo di rilanciare le fortune cadenti del partito, Sonia si è unita al Partito del Congresso come membro principale nella sessione plenaria di Calcutta nel 1997 ed è diventata leader del partito nel 1998.

 
Sonia Gandhi alla Casa Bianca con Bill Clinton

Nel maggio 1999, tre alti dirigenti del partito (Sharad Pawar, PA Sangma e Tariq Anwar) hanno contestato il suo diritto di tentare di diventare Primo Ministro indiano a causa delle sue origini straniere. In risposta, si è offerta di dimettersi da leader del partito, provocando un'ondata di sostegno e l'espulsione dal partito dei tre ribelli che hanno poi formato il Nationalist Congress Party.

Entro 62 giorni dall'adesione come membro principale, le è stato offerto il posto di presidente del partito che ha accettato.

Ha contestato le elezioni di Lok Sabha da Bellary, Karnataka e Amethi, Uttar Pradesh nel 1999. Ha vinto entrambi i seggi ma ha scelto di rappresentare Amethi. A Bellary, aveva sconfitto il leader veterano del BJP, Sushma Swaraj. Nel 1998 entrò formalmente in politica, assumendo la guida dell'Indian National Congress. Appoggiandosi sulla tradizione politica della famiglia Gandhi-Nehru, ha saputo guidare grandi folle, riportando in auge il Partito del Congresso e conquistando la fiducia dei suoi elettori. Tuttavia, Sonia Gandhi è per molti versi una figura in qualche modo enigmatica: i suoi oppositori (principalmente il Bharatiya Janata Party), hanno giocato costantemente sulle sue origini e sul fatto che non parlava in modo fluente l'hindi fino al suo ingresso in politica.

Candidata premier nelle elezioni generali dell'aprile-maggio 2004, rinunciò alla carica di primo ministro, subito dopo la vittoria della sua coalizione, in favore del compagno di partito e ministro delle finanze uscente, Manmohan Singh. Nella stessa consultazione, venne eletto al parlamento indiano anche il figlio Rahul Gandhi di cui la sorella Priyanka aveva curato la campagna elettorale. Il 28 maggio 2005 Sonia Gandhi fu eletta presidente del Partito del Congresso Indiano (Indian National Congress), suo partito di elezione e prima forza politica del paese.

Alle elezioni generali dell'aprile-maggio 2009, l'UPA (United Progressive Alliance), la coalizione guidata dal partito di Sonia Gandhi, ottiene una nuova vittoria elettorale e il mandato per formare un nuovo governo sotto la guida del primo ministro uscente e candidato premier alle elezioni, Manmohan Singh. Il 3 settembre 2010 Sonia Gandhi fu rieletta per la quarta volta all'unanimità Presidente dell'Indian National Congress.[16][17][18]

Nel marzo 2013, in seguito agli sviluppi causati dall'arresto di due marò italiani da parte dell'India, rilasciò pesanti dichiarazioni sull'atteggiamento del suo paese d'origine nella vicenda.[19]

Note modifica

  1. ^ Sonia Gandhi - In Photos: The World's Nine Most Powerful Women 2013 - Forbes
  2. ^ https://www.india.gov.in/my-government/indian-parliament/sonia-gandhi
  3. ^ Sonia Maino Gandhi e Lusiana in http://digilander.libero.it/lusiana/lusiana.htm. In questo sito è presente un estratto di un articolo del 2004 de Il Giornale di Vicenza, scritto da Egidio Zampese, contenente anche una foto della sua casa natale e due immagini con Rajiv Gandhi. A Lusiana i gruppi familiari Màino hanno dato il nome alla contrada Màini che fino ai primissimi anni dell'Ottocento si chiamava Esèchele, un nome originario dell'alto tedesco antico (http://digilander.libero.it/lusiana/ambiente_e_attivita_umane.htm). "Nell'Archivio Comunale di Lusiana, negli anni 1583, 1607, si trova Maino come cognome; nell'anno 1805 si trova Maini come contrada. Maino è un nome di persona medievale tedesco". (Dionigi Rizzolo, La toponomastica storica dei comuni di Lusiana e Conco, pag. 99, Istituto di cultura cimbra, tipografia Rumor, Vicenza, 1988. Per la contrada Esèchele si veda op.cit. pag. 87. [1]).
  4. ^ "Sonia Gandhi was born Edvige Antonia Albina Maino to Stefano and Paola Maino on December 9, 1946, in Lusiana, a tiny town of fewer than 3000 inhabitants, nestled quietly in the crisp air of the verdant lower Alps of northeast Italy" (Rani Singh, Sonia Gandhi, an Extraordinary Life, an Indian Destiny, foreword by Michael Gorbachev, part I, from Italy to Britain).
  5. ^ Copia archiviata (PDF), su news.comune.lusiana.vi.it. URL consultato il 6 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2012).
  6. ^ Sonia Gandhi, * 1946 | Geneall.net, su geneall.net. URL consultato il 2 marzo 2023.
  7. ^ Sonia la vicentina, l’infanzia senza fasti di una futura Gandhi - Corriere del Veneto, su corrieredelveneto.corriere.it. URL consultato il 2 marzo 2023.
  8. ^ https://scuolaguido.altervista.org/un-altro-lutto-per-sonia-gandhi-e-morta-a-orbassano-la-mamma-paolina/
  9. ^ P. Gios "Controversie sulla resistenza ad Asiago e in altipiano"
  10. ^ Un documentato articolo de Il Giornale di Vicenza del 16 maggio 2004 (pag. 23, autore: Egidio Zampese) rende noti vari dati sulla vita di Sonia Maino: la nascita nella contrada Maini a Lusiana il 9 dicembre 1946 con il nome anagrafico di Antonia Edvige Albina; l'origine del padre Stefano Maino (Lusiana) e della madre Paola Predebon (Gomarolo di Conco, Altopiano dei sette comuni); l'impresa edìle avviata dal padre ad Orbassano; il matrimonio con Rajiv Gandhi il 25 febbraio 1968; la perdita della cittadinanza italiana registrata ad Orbassano il 28 ottobre 1983. Nell'articolo si afferma che "probabilmente, per assonanza, il nome Antonia si è trasformato in Sonia, nome che negli atti ufficiali non risulta mai". Javier Moro nel libro biografico Il sari rosso scrive (Il Saggiatore, superTascabili, p. 42): " Dopo pochi giorni fu battezzata dal parroco di Lusiana con il nome di Antonia Edvige Albina, in onore della nonna materna. Ma Stefano voleva darle un altro nome. Chiamava Anouchka la maggiore, battezzata come Anna, e Antonia la chiamò Sonia". Alla fine della contrada Maini al civico 31 sorge l'antica casa della famiglia Maino sul cui ingresso è posta una piccola targa in inglese: Sonia's birthplace. E Javier Moro così descrive il luogo (op. cit. pag. 43):" [..] una casa di pietra [..] l'ultima della via Maini, la via dove generazioni di suoi parenti, arrivati in origine dalla Germania, avevano a poco a poco costruito le loro abitazioni".
  11. ^ Paola D’Amico, La casa natia di Sonia Gandhi? È a Vicenza, su Corriere della Sera, 26 dicembre 2020. URL consultato il 2 marzo 2023.
  12. ^ Il sari rosso, Javier Moro, Il Saggiatore, superTascabili, Milano, 2009, p. 46. Lo scrittore e giornalista madrileno Javier Moro nel suo documentato libro biografico Il sari rosso fornisce molte informazioni sulla famiglia Maino nonché sull'infanzia e sull'adolescenza di Sonia Maino, dall'altopiano di Asiago, loro terra di origine, al Piemonte. Illustra poi le vicende successive della vita di Sonia Maino da Cambridge all'India. Moro tratta sia del padre Stefano Maino - la cui famiglia da molte generazioni era a Lusiana (p. 43) - sia della madre "Paola Predebon, figlia di un ex carabiniere che gestiva il bar del nonno a Gomarolo di Conco, un paesino in fondo alla valle. Stefano e Paola si sposarono nella graziosa chiesa di Lusiana, dedicata all'apostolo san Giacomo [...]" (p. 41). Sonia Maino ha due sorelle: Anna, la maggiore, chiamata Anouchka, (op. cit., pp. 40, 42) e Nadia, la minore (op. cit., pp. 28, 40, 353). Quanto al padre, muratore a Lusiana, l'autore scrive che "quando arrivò ad Orbassano, Stefano era già ferrato nel mestiere e avviò un'impresa edìle propria" (op. cit., p. 44). Stefano Maino morì ad Orbassano nell'ottobre 1988 (op. cit., p. 429).
  13. ^ Javier Moro, Il sari rosso, superTascabili, foto n. 18. Rahul è nato a Delhi il 19 giugno 1970. Il nome era quello di un figlio di Gautama Buddha ed in sanscrito significa "colui che è capace" (op. cit. pag. 147). Priyanka è nata il 12 gennaio 1972 a Delhi. Il suo nome in sanscrito significa "bella da vedere" (op. cit. pag. 173).
  14. ^ L'assassinio di Rajiv Gandhi, avvenuto in India a Sriperumbudur il 21 maggio 1991, è descritto nel capitolo 40 de Il sari rosso di Javier Moro.
  15. ^ Orbassano, addio all’anima della famiglia Gandhi: ai funerali assente la figlia Sonia per motivi di sicurezza, su La Stampa, 31 agosto 2022. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  16. ^ (EN) Biography, in LssNew. URL consultato l'11 maggio 2011 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2011).
  17. ^ Gandhi, Sonia, in Enciclopedia Treccani. URL consultato il 2 marzo 2023.
  18. ^ (EN) Biography, in Encyclopædia Britannica.
  19. ^ Sonia Gandhi all'Italia: "Tradimento inaccettabile", in Sky Tg24, 19 marzo 2013. URL consultato il 26 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2013).

Bibliografia modifica

  • S. R. ET AL. BAKSHI (1998) Sonia Gandhi, The President of AICC South Asia Books. ISBN 81-7024-988-0
  • Rupa Chaterjee (1999) Sonia Gandhi: The Lady in Shadow Butala. ISBN 81-87277-02-5
  • C. Rupa, Rupa Chaterjee (2000) Sonia Mystique South Asia Books. ISBN 81-85870-24-1
  • Moro, Javier (2009) "Il sari rosso" (Saggiatore, Milano)
  • Rani Singh, an Extraordinary Life, an Indian Destiny, foreword by Mikhail S. Gorbachev, Former President of the Soviet Union. Ed. St Martins Pr, 2011

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