Carlo Pedretti

storico dell'arte italiano (1928-2018)

Carlo Pedretti (Casalecchio di Reno, 6 gennaio 1928Lamporecchio, 5 gennaio 2018) è stato uno storico dell'arte italiano. È considerato uno dei maggiori esperti della vita e delle opere di Leonardo da Vinci.

Biografia

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Carlo Pedretti è stato professore di storia dell’arte italiana e titolare della cattedra di studi vinciani presso l’Università della California a Los Angeles (UCLA), dove ha diretto l’Armand Hammer Center for Leonardo Studies, con sede italiana a Urbino.

Fin da giovanissimo manifestò un forte interesse per Leonardo. Proseguì poi gli studi e le ricerche negli archivi e nelle biblioteche di tutto il mondo. Un primo importante risultato delle sue ricerche fu la scoperta che numerosi disegni di teste di Leonardo conservati nella Royal Library a Windsor erano frammenti ritagliati dalle pagine del Codice Atlantico.

Nel 1959 si trasferì a Los Angeles, dove ha vissuto e lavorato fino al 2013, quando ritornò definitivamente in Italia, stabilendosi nella villa di Castel Vitoni a Lamporecchio, sede della Fondazione Rossana e Carlo Pedretti, che egli stesso ha diretto fino alla morte[1], avvenuta nel 2018, il giorno prima del suo novantesimo compleanno[2].

Carlo Pedretti è stato membro della Commissione ministeriale per l’Edizione Nazionale dei Manoscritti e dei Disegni di Leonardo da Vinci e del Comitato Nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte del genio di Vinci (2019), nonché di prestigiose istituzioni italiane e straniere.

Onorificenze

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Carlo Pedretti ha ricevuto numerose onorificenze, sia in Italia che all’estero, tra le quali la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica Italiana per i “Benemeriti della Cultura” e la “Congressional Citation”, massimo riconoscimento del governo degli Stati Uniti, entrambe nel 1972. Gli è stata concessa la cittadinanza onoraria delle città di Arezzo (2001), Vinci (2008), Firenze e Romorantin (entrambe nel 2010). Gli è stata inoltre conferita la laurea honoris causa delle Università di Ferrara (1991), Urbino (1998), Cattolica di Milano (1999) e di Caen in Francia (2002).

Carlo Pedretti è autore di oltre cinquanta libri e più di cinquecento fra saggi e articoli in varie lingue su molteplici aspetti della vita e dell’opera di Leonardo da Vinci[3][4]. Il suo contributo alla conoscenza dei manoscritti e dei disegni di Leonardo è universalmente ritenuto fondamentale. Nella sua premessa al libro Carlo Pedretti: A Bibliography of His Work on Leonardo da Vinci and the Renaissance (1944-1984), il grande storico dell’arte Kenneth Clark affermò che Pedretti “è indubitabilmente il più grande studioso di Leonardo dei nostri tempi”[5].

Pedretti ha curato l’edizione critica in facsimile di importanti collezioni di disegni di Leonardo e di codici vinciani, a partire dal catalogo dei frammenti dal Codice Atlantico nella collezione reale a Windsor, pubblicato nel 1957 su incarico della regina Elisabetta, cui seguì l’edizione di tutti i disegni di Leonardo conservati nella Royal Library (1982-87). Per l’editore fiorentino Giunti ha curato le edizioni in facsimile del Codice Hammer (oggi Leicester, 1987), del Libro di pittura (1995) e del Codice Arundel (1998). Ha curato inoltre, sempre per Giunti, la pubblicazione in facsimile delle raccolte di disegni di Leonardo e della sua cerchia conservate nel Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (1985), nella Biblioteca Reale di Torino (1990), nelle collezioni americane (1993), nel Gabinetto Disegni e Stampe delle Gallerie dell’Accademia a Venezia (2003).

Ha fondato e diretto “Achademia Leonardi Vinci”, rivista di studi leonardiani dell’Armand Hammer Center (1988-97).

È stato curatore e membro dei comitati scientifici di moltissime esposizioni internazionali e ha preso parte a numerosi convegni.

Ha collaborato regolarmente con quotidiani e riviste, tra cui il Corriere della Sera, L’Osservatore Romano, e con la televisione italiana (in particolare con la rubrica Superquark di Piero Angela).

Pedretti ha inoltre offerto consulenze in diversi casi di dubbia attribuzione di opere a Leonardo, trovandosi al centro di alcune controversie: nel 1985 attribuì a Leonardo il modello in cera di una statuetta equestre, forse un ritratto di Charles d’Amboise; nel 1998 gli attribuì, come studio preparatorio della Battaglia d’Anghiari, un disegno del pittore Riccardo Tommasi Ferroni (1934-2000); in anni più recenti ha invece messo in dubbio la paternità leonardiana del Salvator Mundi, battuto all’asta da Christie’s[6] nel 2017 per 450 milioni di dollari.

  1. ^ Carlo Pedretti: la mia vita con quel genio di Leonardo, intervista di Salvatore Giannella
  2. ^ Morto Carlo Pedretti Una vita per Leonardo Corriere.it
  3. ^ Joyce Pellerano Ludmer, Carlo Pedretti. A Bibliography of his Work on Leonardo da Vinci and the Renaissance (1944-1984), Los Angeles, Regents of the University of California, 1985, ISBN 978-0961755003.
  4. ^ Nathalie Guttmann, Carlo Pedretti’s Publications 1985-1995, with an Aftermath & a Supplement (1946-1998), in Achademia Leonardi Vinci, IX, 1996, pp. 191-205.
  5. ^ "... is unquestionably the greatest Leonardo scholar of our time...". J. Pellerano Ludmer, Carlo Pedretti, cit. nota 3
  6. ^ Salvator Mundi, l’acquirente del quadro di Leonardo è l’erede al trono saudita Mohammed bin Salman, in Corriere della Sera, 7 dicembre 2017.

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