Suffeudo di Lauria

Il suffeudo (o subfeudo) di Lauria è il nome tradizionale di un'antica suddivisione dei possedimenti feudali del casato dei Sanseverino, uno dei più importanti del Regno di Napoli.

Storia modifica

Il suffeudo comprendeva l'area del monte Sirino e i territori di Lauria, Orsomarso, Laino, Castelluccio e Trecchina, tutte zone considerate marginali rispetto agli altri possedimenti dei Sanseverino.

Il suffuedo di Lauria, aveva il rango di contea, titolo normalmente attribuito solo ai feudatari cosiddetti in capite con vincolo diretto al re, mentre secondo il diritto feudale il termine suffeudo indicava il beneficio di valvassori ("vassi vassorum") dipendenti dai Vassalli[1][2][3]. Il conte di Lauria ebbe congiunto anche il titolo di duca di Scalea.

La costituzione del suffeudo di Lauria la si deve a Vinceslao Sanseverino, che era il dodicesimo conte di Lauria. Non aveva discendenza diretta maschile ma, con l'atto di donazione del 12 febbraio 1462 di Laino, concesse il suffeudo come dote a sua figlia Luisa[4] che sposò Barnaba Sanseverino,[5] fratello di Roberto, principe di Salerno.Venceslao poteva come feudatario in capite costituire subfeudi,[6] mentre solo il re poteva concedere la contea al di fuori della discendenza maschile. Con il suffeudo i beni passarono alla discendenza femminile aggirando le norme che ne impedivano la successione nei feudi e portavano alla retrocessione al demanio regio[7] ma con la scelta di uno sposo per la figlia all'interno dello stesso casato continuava la tradizione di famiglia. Barnaba, a sua volta, pur essendo cadetto venne a svolgere un ruolo molto importante nel regno di Napoli e fu uno dei capi della congiura dei baroni.[8][9][10][11]

Rimaneva però un vincolo di dipendenza dal titolare del feudo, mantenuto in capo al ramo principale della stessa casata, che comprendeva un territorio assai vasto a cavallo tra la Basilicata e la Calabria e che aveva alcuni diritti anche sui territori del ramo cadetto. Il più tipico di essi era il laudemio che si faceva valere in occasione di una successione nella titolarità del suffeudo. Il nuovo titolare doveva ottenere l'approvazione (in lingua latina, laudes) che comportava il pagamento di un tributo detto appunto, laudemio e che nel linguaggio corrente venne poi ad indicare il complesso del territorio assegnato al valvassore (vassi vassorum). Questo uso ha lasciato traccia in alcuni toponimi locali come il lago di Laudemio e l'omonima riserva naturale.

Il suffeudo passò poi alla famiglia Exarques che aveva titolo baronale e poi agli Ulloa che avevano titolo ducale, finché si arrivò ai tempi napoleonici, all'abolizione dei titoli feudali.

Note modifica

  1. ^ Enciclopedia Federiciana Treccani
  2. ^ Il gran rifiuto[collegamento interrotto] di Paolo Laurenzano
  3. ^ Dizionario demaniale-amministrativo per lo regno delle due SicilieDizionario demaniale-amministrativo per lo regno delle due Sicilie
  4. ^ Venceslao Sanseverino, Conte di Lauria su Geneall
  5. ^ Barnaba Sanseverino fu poi decapitato per aver partecipato alla congiura dei baroni
  6. ^ Sui rapporti tra feudatario e subfeudatario vedi Spirito delle leggi del Signor di Montesquieu di Charles de Secondat Montesquieu.
  7. ^ Donne storia Archiviato il 1º dicembre 2012 in Internet Archive.,
  8. ^ All'Archivio di Stato di Napoli - è conservato l'atto di donazione, da parte del conte di Lauria Venceslao Sanseverino, a Barnaba Sanseverino, marito della figlia Luigia, della contea e terra di Lauria e delle terre di Ursomarzo, Laino, Castelluccio e Trecchina [1]
  9. ^ La valle del Noce, su valledelnoce.it. URL consultato il 25 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  10. ^ Lagonegro Archiviato il 5 marzo 2016 in Internet Archive.
  11. ^ Basilicata Archiviato il 23 gennaio 2009 in Internet Archive.

Bibliografia modifica

  • Campolongo-Celico I Sanseverino conti di Lauria, signori di Laino e duchi di Scalea, Catanzaro, 2001.