Trecchina
Trècchina ([ˈtrekkina]), è un comune italiano di 2 149 abitanti della provincia di Potenza in Basilicata.
Trecchina comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Fabio Marcante (lista civica Insieme possiamo) dal 4-10-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 40°02′N 15°46′E / 40.033333°N 15.766667°E |
Altitudine | 500 m s.l.m. |
Superficie | 38,19 km² |
Abitanti | 2 149[2] (31-12-2021) |
Densità | 56,27 ab./km² |
Frazioni | Bolago, Camporotondo, Colla, Foresta, Maurino, Parrùtta, Piano dei Peri, Pietra, Pietramorta, Ronzino, Santiquaranta, Scaloni, Starsia.[1] |
Comuni confinanti | Maratea, Lauria, Rivello, Nemoli, Tortora (CS) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 85049 |
Prefisso | 0973 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 076092 |
Cod. catastale | L357 |
Targa | PZ |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[3] |
Cl. climatica | zona D, 1 818 GG[4] |
Nome abitanti | trecchinesi |
Patrono | San Michele Arcangelo |
Giorno festivo | 29 settembre |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Geografia fisicaModifica
Sita nell'entroterra della costa tirrenica lucana, nel mezzo dell'appennino lucano, il clima di Trècchina è proverbialmente alpestre, con inverni rigidi ed estati fresche.
Il paese si trova su un altopiano incastonato tra montagne ricoperte di boschi cedui all'altezza di 500 metri sul mare, tra cui dominano le cosiddette tre chine.
Il territorio trecchinese è attraversato lungo i suoi confini coi comuni di Rivello, Nemoli, Lauria, Maratea e Tortora dal fiume Noce.
Nel territorio di Trecchina sono presenti cime montuose di media altezza: il monte Coccovello (1.505 m) che è anche la vetta più alta del versante tirrenico dell'Appennino lucano, il monte Crivo (1.265 m), il monte Serra Pollino o Santa Maria (1099 m) ed il monte Messina (oltre 1000 m). Dalla cima del Monte Santa Maria ove è situato il santuario della Madonna del Soccorso nelle giornate limpide e prive di foschia è possibile ammirare il comprensorio delle Isole Eolie oltre che le maggiori cime montuose lucane e buona parte del litorale dell'alto Tirreno cosentino.
Origini del nomeModifica
Numerose sono le interpretazioni date circa l'origine e il significato del toponimo. Lo storico Giacomo Racioppi vuole che derivi dal latino e significhi «luogo di sterpi e burroni», mentre l'abate Pacichelli sostiene che sia una corruzione del nome Terenziana. Una fantasiosa credenza popolare ritiene invece che il nome sia semplicemente il composto di tre chine, cioè le tre vette che sovrastano l'altopiano dove sorge il paese. A guardar bene le vette sono quattro: Maiorino, Serra Pollino bipartita in cima, e Crivo
StoriaModifica
Poche e frammentarie sono le testimonianze archeologiche nel territorio di Trecchina. Gli storici che si sono soffermati sulla sua origine hanno presentato teorie discordanti:
- Giovan Battista Pacichelli[5] sosteneva che Trecchina sorse nel 317 a.C. da uno stanziamento romano chiamato Terenziana, nome che poi si sarebbe corrotto in quello attuale;
- Giuseppe Antonini[6] la vuole fondata dai Greci che abitavano presso le Termopili, dette anche Trakinie, che in seguito alle guerre del Peloponneso vollero abitare terre che assomigliassero a quelle native, e chiamarono il luogo Trecchina.
Trecchina appare in un documento del 1079 col nome di Triclina. Il paese fu successivamente prima roccaforte gotica, poi longobarda. Dopo essere stata distrutta dai Saraceni, fu riedificata dai Longobardi di Salerno. Tra il XI e il XII secolo fu interessata da correnti migratorie di gruppi eretici provenienti dal Piemonte, in particolare dal Monferrato, che hanno lasciato una indelebile traccia nel dialetto locale[7]. Nell'epoca dei regimi feudali appartenne alla contea di Lauria, sotto la famiglia Sanseverino, e a quella di Tortora, sotto la famiglia Vitale. Tra i numerosi passaggi di proprietà del borgo, segnaliamo che nell'anno 1500 circa il feudatario Roberto Sanseverino, principe di Salerno, donò il castello di Trecchina (“la terra di Trecchiena”) al conte Michele Rizzo de Ricci di Castellammare di Stabia[8][9], ma questa famiglia detenne il feudo per poco tempo, avendo sostenuto l'entrata dei francesi in Napoli. Il castello, i cui ruderi sovrastano ancora oggi la parte antica dell'abitato, fu costruito nel 1530 dai baroni Palmieri di Latronico. Nel 1799 anche Trecchina si costituì municipalità repubblicana durante l'esperienza della Repubblica Partenopea, esperienza in cui emerse il patriota Gaetano Marotta. Per pochi anni, dal 1811 al 1816, durante il governo francese di Gioacchino Murat del Regno di Napoli, Trecchina fu capoluogo di circondario[10] nell'ambito del distretto di Lagonegro; dopodiché, alla restaurazione borbonica, fu abolito, ripristinato il circondario di Maratea e introdotto quello di Lauria.
SimboliModifica
Lo stemma del Comune di Trecchina è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 28 luglio 2005.[11]
«Troncato: il primo di azzurro, alla cortina di muro d'argento, murata di nero, merlata alla guelfa di nove, uscente dai fianchi e fondata sulla linea di partizione, essa cortina sostenente tre torri d'argento, murate e finestrate di nero, merlate alla guelfa di tre; il secondo di azzurro, al serpente di verde, linguato e allumato di nero, ondeggiante in palo, con la testa rivolta, posto a destra, ed al gallo ardito, policromo al naturale, crestato e bargigliato di rosso, imbeccato e armato d'oro, posto a sinistra. Ornamenti esteriori da Comune.» |
(D.P.R. 28.07.2005) |
Il gonfalone è un drappo di bianco con la bordatura di azzurro.
Monumenti e luoghi d'interesseModifica
Architetture religioseModifica
- Chiesa di San Michele Arcangelo: costruita nel 1857, è la chiesa parrocchiale di Trecchina ed è una delle chiese più grandi della Basilicata. Si trova nel mezzo di piazza del Popolo.
- Santuario della Madonna del Soccorso: piccola chiesetta sita sulla cima del monte Santa Maria (altitudine 1089 m s.l.m.).
- Chiesa di San Giovanni.
- Chiesa di Sant'Antonio.
Aree naturaliModifica
GrotteModifica
Numerose cavità naturali sono state inserite nell'elenco catastale delle Grotte della Basilicata. La Grotta Sant'Angelo con i suoi 580 metri è la cavità più estesa di Trecchina, mentre la Festola Grande con 136 metri di verticale è la più profonda.
SocietàModifica
Evoluzione demograficaModifica
Abitanti censiti[12]

Lingue e dialettiModifica
Trecchina è uno dei centri lucani dove si parla il gallo-italico.
Istituzioni, enti e associazioniModifica
SpeleologiaModifica
A Trecchina, dal 1987, è presente la sede regionale del Catasto delle Grotte e delle Aree Carsiche della Basilicata (sede regionale del Catasto Grotte Naturali d'Italia). L'attuale curatore è Carmine Marotta.
A Trecchina è operativo dal 1974 il Gruppo Geo-Speleo "Valle del Noce" i cui affiliati hanno scritto le pagine più belle della storia della speleologia lucana.
A Trecchina è operativo dal 1992 il Centro Europeo di Speleologia Marina.
CulturaModifica
CucinaModifica
Trecchina è famosa anche per un prodotto di panificio, comunemente chiamato "pane di Trecchina", riconosciuto come prodotto agroalimentare tradizionale della regione Basilicata.[13]
Altri prodotti tipici sono i dolci di pasta di noci (nocetti) e i gelati alla castagna.
EventiModifica
- Carnevale trecchinese (mese di febbraio)
- Pellegrinaggio della Madonna del Soccorso al Monte S. Maria (mesi di maggio e settembre)
- Festa di S. Antonio (13 giugno)
- Estate trecchinese (mesi di luglio e agosto con manifestazioni principalmente in Piazza del Popolo e nelle varie contrade)
- Festa della Madonna del Soccorso (7 e 8 settembre)
- Festa di San Michele Arcangelo (28 e 29 settembre)
- Sagra della Castagna (mese di ottobre)
Geografia antropicaModifica
L'abitato di Trecchina si divide in un centro-storico medioevale, sorto intorno a un Palazzo Baronale-Castello del XVI secolo, e in una zona residenziale, sorta nel XIX secolo. I primo, chiamato popolarmente Castello, è un tipico esempio di borgo medioevale, sorto intorno a un Palazzo Baronale, con vicoli stretti e caratteristici. Il secondo, detto Piano, si sviluppa intorno Piazza del Popolo (ampia oltre 1800 m²) e presenta un disegno urbanisticamente eccellente, con strade larghe e viabilità funzionale.
FrazioniModifica
Nel territorio comunale di Trecchina sono presenti piccole frazioni. Quelle maggiormente popolate sono Parrutta e Piano dei Peri, che si trovano aggrappate su un declivio sospeso sulla valle del Noce. Le altre maggiori frazioni sono: Maurino, Scaloni, Starsia, Pietra, Pietramorta, Foresta, Ronzino, Camporotondo, Santiquaranta, Ortigliuolo, Bolago, Colla.
Infrastrutture e trasportiModifica
StradeModifica
Il comune di Trecchina è attraversato dalla Strada Statale 585 meglio conosciuta come Fondo Valle del Noce che collega l'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria all'altezza di Lagonegro Nord alla Statale 18 presso Castrocucco di Maratea.
Le strade provinciali che attraversano Trecchina sono la SP3 che la collega a Maratea e Lauria e la SP44 che porta alla frazione di Parrutta e successivamente alla SS585.
AmministrazioneModifica
GemellaggiModifica
- Jequié, dal 1963
NoteModifica
- ^ dati Istat 2001
- ^ Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ G. B. Pacichelli, Il regno di Napoli in Prospettiva, Napoli, 1702.
- ^ G. Antonini, La Lucania. Discorsi di G. Antonini barone di S. Biase, Napoli, 1795.
- ^ G. Rohlfs, Sull'origine del dialetto di Trecchina, in P. Schettini, Trecchina nel presente e nel passato, Alessandria 1947.
- ^ Francesco Alvino, Viaggio da Napoli a Castellammare, Stamperia dell'Iride, Napoli 1845 - pag. 131.
- ^ Castellammare di Stabia (STABIANA). F. Alvino, Viaggio da Napoli a Castellammare
- ^ Decreto per la nuova circoscrizione delle quattordici provincie del regno di Napoli, in Bullettino delle leggi del Regno di Napoli. Anno 1811. Da gennaio a tutto giugno, seconda edizione, Napoli, Stamperia della Segreteria di Stato, 1813, Pagine 231, 232.
- ^ Emblema del Comune di Trecchina (Potenza), su presidenza.governo.it, Governo Italiano, Ufficio Onorificenze e Araldica, 2005. URL consultato il 21 gennaio 2021.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Lista prodotti agroalimentari tradizionali lucani (PDF), su regione.basilicata.it. URL consultato il 18 agosto 2020.
BibliografiaModifica
- C. Marotta, Escursioni sul Coccovello, Il Coscile editore 1995
- C. Marotta, Trecchina Oasi della Basilicata, Il Coscile Editore, 1997.
- C. & C. Marotta, Casa Confiança, Attucci Editrice, 2005
- P. Schettini, Trecchina nel presente e nel passato, Alessandria 1947.
- G. Mensitiere, Cenni sulle origini di Trecchina, in L. Orrico, Il dialetto Trecchinese, Istituto Grafico Editoriale Italiano, 1985.
- Biagio Cozzi,Gente paese Trecchina,2004
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Trecchina
Collegamenti esterniModifica
- Sito ufficiale, su comune.trecchina.pz.it.
- Trècchina, su sapere.it, De Agostini.
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