Universal Pictures

casa cinematografica statunitense (1912)
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Universal Pictures (ufficialmente Universal City Studios LLC, spesso nota come Universal Studios o come Universal) è una casa di produzione e distribuzione cinematografica statunitense facente parte di NBCUniversal, a sua volta divisione di Comcast.

Universal Pictures
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Il Gate 2 degli studi Universal a Los Angeles
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Forma societariaFiliale
Fondazione30 aprile 1912
Fondata da
Sede principaleLos Angeles
GruppoNBCUniversal
ControllateAmblin Partners
Working Title Films
Focus Features
Illumination
DreamWorks Animation
Persone chiave
  • Donna Langley (Presidente, Universal Filmed Entertainment Group)
  • Peter Cramer (Presidente)
SettoreIntrattenimento
ProdottiFilm
Sito webuniversalpictures.com/

Fondato nel 1912 da Carl Laemmle, Mark Dintenfass, Charles O. Baumann, Adam Kessel, Pat Powers, William Swanson, David Horsley, Robert H. Cochrane e Jules Brulatour, Universal è il più antico studio cinematografico degli Stati Uniti, ancora in attività, e il quinto al mondo dopo Gaumont, Pathé, Titanus e Nordisk Film.

I suoi studi di produzione si trovano al numero 100 di Universal City Plaza Drive a Universal City, California, un'area non incorporata della Contea di Los Angeles tra Los Angeles e Burbank.

Storia modifica

Nel 1905, Carl Laemmle, un immigrato tedesco che risiede a Oshkosh, nel Wisconsin, dove gestisce un negozio di abbigliamento, durante un viaggio per acquisti a Chicago, viene colpito dalla popolarità dei cinema nickelodeon, teatri a basso prezzo, dove vengono proiettati cortometraggi monopellicola di tema vario a prezzi ridotti e, quindi, accessibili a tutti. Laemmle osserva per ore il box office, contando i clienti e calcolando la rendita giornaliera. In poche settimane dal suo viaggio a Chicago, egli cede i suoi tessuti per acquistare il primo di alcuni teatri[1]. Nel 1909, fonda la Independent Moving Pictures (IMP) che poi confluirà nel 1912 nell'Universal.

L'Universal è considerata la più importante delle Little Three, le tre compagnie (Columbia, Universal e United Artists) che formano il secondo gruppo di case di produzione dopo quello chiamato The Big Five (Paramount, MGM, Warner Bros., RKO e 20th Century Fox). Al contrario delle Big Five, negli anni trenta l'Universal non ha più un circuito di sale e, all'arrivo della Grande Depressione, la compagnia subisce un pesante contraccolpo provocato dalla crisi. Alla fine degli anni trenta le altre case riescono a portare a casa grossi guadagni e l'Universal continua a perdere profitti.

Neanche la guerra risolleva le sue sorti, ma alla fine degli anni cinquanta, quando viene assorbita dalla MCA (Music Corporation of America), inizia ad avere dei buoni risultati sul piano economico[2].

NBCUniversal modifica

Nel 1996 viene acquisita dalla Seagram, nel 1999 assorbita dalla Vivendi, che nel 2004 formerà, con la General Electric, la NBCUniversal (che controlla gli studi).

Nel 2009 Comcast acquisisce il 51% di NBCUniversal, contemporaneamente Vivendi cede il suo 20% a General Electric.[3]

A febbraio del 2013 Comcast acquista il restante 49% di NBCUniversal da General Electric, un affare dal valore di 16,7 miliardi di dollari.[4]

All'inizio di luglio 2013 Universal firma un contratto per cinque anni di co-produzione con la Legendary Pictures a partire dall'inizio 2014.

Il 16 dicembre 2015, Amblin Partners ha annunciato di aver stipulato un accordo di distribuzione quinquennale con Universal Pictures, grazie al quale i film saranno distribuiti e commercializzati da Universal o Focus Features.

Il 28 aprile 2016, la società madre di Universal, NBCUniversal, ha annunciato un accordo da 3,8 miliardi di dollari per acquistare DreamWorks Animation. [5]

Il 22 agosto 2016 l'affare è stato completato. La Universal ha rilevato l'accordo di distribuzione con DreamWorks Animation a partire dal 2019 con l'uscita di Dragon Trainer 2, dopo la conclusione dell'accordo di distribuzione tra DreamWorks Animation e 20th Century Fox.

Il 15 febbraio 2017, Universal ha acquisito una quota di minoranza di Amblin Partners, rafforzando il rapporto tra Universal e Amblin e riunendo una percentuale di minoranza dell'etichetta DreamWorks Pictures con DreamWorks Animation.[6]

Nel 2020, AMC Theatres ha dichiarato che i film di Universal non sarebbero più stati proiettati nei cinema della propria catena di distribuzione, a causa di un comunicato della casa di produzione in cui si annunciava che tutti i film dello studio avrebbero potuto essere distribuiti in streaming contemporaneamente all'uscita nelle sale cinematografiche. A luglio 2020 AMC e Universal trovano un accordo: i film dello studio potranno andare in streaming dopo 17 giorni dall'uscita in sala (laddove il precedente limite era di circa 90 giorni).[7]

Società controllate modifica

Filmografia modifica

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Pur se con diversi interventi di aggiornamento e redesign, fin dal 1912 il logo della Universal è il globo terrestre, in precedenza già adottato dal produttore Carl Laemmle per introdurre le proprie pellicole.

Note modifica

  1. ^ (EN) Carl Laemmle, in Find a Grave.
  2. ^ Douglas Gomery, L'Age d'or des Studios, op. cit., pag. 133
  3. ^ Ge, accordo con Comcast per Nbc Nasce un colosso nella tv via cavo, su ilGiornale.it, 2 dicembre 2009. URL consultato il 25 maggio 2023.
  4. ^ MF Milano Finanza, Comcast acquisirà 49% Nbc Universal da GE per 16,7 miliardi di dollari - MilanoFinanza News, su MF Milano Finanza, 13 febbraio 2013. URL consultato il 25 maggio 2023.
  5. ^ Comcast compra DreamWorks per 3,8 milardi di dollari, su la Repubblica, 28 aprile 2016. URL consultato il 25 maggio 2023.
  6. ^ https://www.facebook.com/eleonora.bigando, Gli Universal Studios comprano una quota di minoranza di Amblin Partners, su Everyeye Cinema, 16 febbraio 2017. URL consultato il 25 maggio 2023.
  7. ^ dday.it, https://www.dday.it/redazione/36390/film-noleggio-uscita-cinema.amp.
  8. ^ (EN) Ben Fritz, Steven Spielberg’s DreamWorks Relaunches as Amblin Partners, in Wall Street Journal, 16 dicembre 2015, ISSN 0099-9660 (WC · ACNP). URL consultato il 4 aprile 2019.

Bibliografia modifica

  • (EN) Clive Hirschhorn, The Universal Story, Londra, Octopus Book Limited, 1983, ISBN 0-7064-1873-5.
  • (FR) Douglas Gomery, L'Age d'or des Studios, Cahiers du Cinéma 1987 (tradotto da Hollywood Studio System BFI/MacMillan 1986) ISBN 2-86642-049-7

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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