Utente:AnnaFarinazzo/Sandbox

Pontemanco
frazione
Pontemanco – Veduta
Pontemanco – Veduta
Veduta del borgo di Pontemanco
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Padova
Comune Due Carrare
Territorio
Altre informazioni
Cod. postale35020
Fuso orarioUTC+1
PatronoSant'Antonio
Giorno festivo13 giugno


Pontemanco è una località del comune di Due Carrare, un piccolo borgo storico. Situato a a Est dal centro del paese. La prima testimonianza della vita nel borgo viene dato dal testamento di Marsilio da Carrara nel 1338, con su scritto riferimento ai Mulini di Pontemanco. Esso nel corso dei Secoli crebbe sempre più fino agli anni '50 del Novecento, dove si ricorda l'esistenza di varie botteghe artigiane. Quindi il borgo venne considerato come centrale per la vita dell'intero paese.


Due Carrare:il territorio dei Carraresi modifica

 

Alle pendici dei Colli Euganei , all’incirca 15 km di distanza da Padova, si incontra una campagna fertile, che custodisce un’articolata rete di canali e navigli. Qui, a poca distanza l’uno dall’altra, s’innalza  un palazzo signorile  e una chiesa, ultima testimonianza di un monastero benedettino. Attorno a questi due siti si sviluppa Due Carrare ,un giovane comune nato nel vicino 1994 dall’unificazione fra Carrara San Giorgio e Carrara Santo Stefano, tuttavia questi paesi si legano alle vicende della nobile famiglia dei Carraresi , che ci riconducono alla scena politica e culturale del XIV secolo. I Carraresi , grazie alla assegnazione imperiale, mantennero estesi latifondi ingrandendo i centri abitati ed i corsi d’acqua diventarono sicure vie di commercio tra Padova, i Colli Euganei e la laguna ( con l’avvento della Serenissima Repubblica di Venezia, nei quattro secoli successivi ,si ebbe l’aumento dei commerci fluviali e del potenziamento dei mulini sul canale del Biancolino). Le numerose località che creano il Comune di Due Carrare sono il frutto di prolungati processi di radicamento dell’uomo nell’ambiente naturale e nella cultura locale trasmessa di generazione in generazione. Carrara San Giorgio si sviluppa nei pressi dell’estremo prolungamento orientale dei Colli Euganei, un luogo ideale per costruire un presidio militare, mentre Carrara Santo Stefano è stata vincolata dalla vantaggiosa presenza dei monaci benedettini. Questi due comuni condividono secoli di storia, nello specifico: entrambi erano situati nel territorio dei Da Carrara, i quali avevano fatto costruire un castello a Carrara San Giorgio e un’Abbazia a Carrara Santo Stefano. Il primo comune rappresentava il centro politico del territorio, mentre il secondo, il centro religioso. Entrambe le comunità erano povere ed erano costrette ad affrontare le medesime difficoltà. Carrara San Giorgio viene ricordato in origine per la sua vivacità economico-sociale dando vita alla Società di Mutuo Soccorso, estesa anche a Carrara Santo Stefano e alle località di Terradura e Cornegliana, e diffondendo nel territorio la rivista “L’Agricoltore veneto”, contribuendo a dare risposte concrete ed aggiornate sullo sviluppo agricolo.

 
Stemma delle Due Carrare

E’ anche attraverso i simboli e gli stemmi che si lascia traccia del percorso intrapreso e con la fusione dei due comuni Due Carrare ebbe un proprio stemma e un nuovo gonfalone a rappresentanza dell’intera popolazione. Lo stemma di Due Carrare è il risultato dell’unione degli elementi più caratterizzanti degli stemmi dei comuni di Carrara Santo Stefano e Carrara San Giorgio e questo apporta maggiore valore storico allo stemma stesso. Il carro rosso su sfondo argento rimanda allo stemma dei Carraresi, la corona antica d’oro con le punte (caratteristica dello stemma di Carrara Santo Stefano) simboleggia il nome “Stefano”, che nella lingua greca significa “corona”. Il gonfalone, importante simbolo comunale è formato attualmente da un drappo bianco con la bordatura rossa e ornato di ricami argento. In origine, quello di Carrara San Giorgio era solo bianco e quello di Carrara Santo Stefano era per metà bianco e metà rosso. Stemma e gonfalone di Due Carrare furono adottati ufficialmente a partire dal 3 Febbraio 1998 con Decreto del Presidente della Repubblica. Anche Terradura e Cornegliana ricordano la fertilità dei campi come elemento basilare: nel primo caso si fa riferimento ad un terreno asciutto e dissodato, caratteristiche ricercate in una condizione dove erano diffuse paludi improduttive e acquitrini malsani e nel secondo caso, si richiama un’estesa centuriazione romana. Il piccolo borgo di Pontemanco ,appartenente al territorio di Due Carrare, crea uno spettacolo particolare. Sviluppatosi già nel XIII secolo lungo le sponde del canale Biancolino e cresciuto attorno al suo mulino costituisce un colorito luogo dove il tempo sembra essersi fermato e la natura offre angoli incantevoli dove svolgere diverse attività ricreative.

Due Carrare e le sue frazioni modifica

Due Carrare comprende quindi piu'frazioni:

Le manifestazioni importanti del territorio modifica

  • 3 Febbraio: Cornegliana, Festa di San Biagio
  • Fine Luglio-primi di Agosto: Sagra Santo Stefano
  • 23-25 Aprile: Sagra di San Giorgio e San Marco
  • Ultima domenica di Maggio: Remada a seconda
  • 25 Agosto: Terradura, Sagra della Madonna del Rosario
  • 13 Giugno: Sagra di Pontemanco con processione di Sant'Antonio



Origine del nome e storia di Pontemanco modifica

 
Mappa del XIV Secolo di Pontemanco

Pontemanco ( in origine Ponte Manco , plausibilmente perché fino all’ inizio del XVI secolo non era ancora stato costruito il ponte ) è  una località  di Due Carrare che lega la sua storia alla presenza di mulini costruito per sfruttare le acque del Biancolino, canale fatto derivare dal canale Battaglia che va ad immettersi nel canale di Cagnola . Prima della realizzazione del canale Battaglia (1201) nel letto dell’ attuale Biancolino scorreva il Rialto che raccoglieva le acque orientali dei Colli Euganei. Bisogna inoltre menzionare che il territorio carrarese è  stato il luogo di origine della potente signoria dei Da Carrara. A Pontemanco i Carraresi avevano creato due postazioni di mulini che tritavano granaglie.  Se ne ha la certezza già dal 1338 , quando vengono citati nel testamento di Marsilio da Carrara . Le granaglie macinate,  poi, venivano trasportate per via fluviale essendo la località di Pontemanco un posto determinante nel sistema di navigazione interno lungo la direttrice Venezia-Chioggia-Padova.In questa località la presenza del "salto", di un dislivello, lungo il corso dell'acqua fece in modo che nacque una fiorente attività di macinazione su pietra, che crebbe e si consolidò nel corso dei quasi quattro secoli successivi. Le granaglie lavorate qui venivano trasportate per via fluviale, per mezzo di imbarcazioni a traino, i "burchi", che poi nel canale di Battaglia prendevano la via verso Venezia insieme alla trachite scavata e raccolta sui Colli Euganei. I mulini di Pontemanco, in particolare , furono messi all’ asta  ed comperati l’ anno successivo dai Miei sono e Corner. Da qui i mulini svilupparono la loro influenza ed il loro numero di ruote , fino ad arrivare a 12 nel 1539 . Il fiume è il personaggio principale ed  effettivo della storia urbanistica, economica e sociale: era il vero generatore di ricchezza .Oggi Pontemanco non ha più quell’importanza commerciale avuta a partire dal XV secolo, ma si forma come un borgo in fase di riconsiderazione grazie all’importanza paesaggistica (il canale Biancolino in primis) e alle varie operazioni fatte e in fase di effettuazione ,come il restauro del manto stradale e del mulino.


Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Villa Grimani già Ca' Pasqualigo modifica

 
Visuale frontale di Villa Grimani già Ca' Pasqualigo

Nel borgo proprio di fronte al ponte che attraversa il Biancolino ,spicca Cà Pasqualigo (Grimani) eretta dall’omonima famiglia già prima del 1642 nelle forme classiche della casa padronale veneta: su due piani a schema planimetrico tripartito con salone passante e quattro stanze ai lati; ha camini in pietra e marmo e decorazioni ad affresco. In origine il complesso architettonico era tutt’uno con le case a schiera poste a nord del Biancolino( come si evige da una mappa del XVIII secolo), che rappresentavano probabilmente l’alloggio dei contadini che lavoravano nei fondi della famiglia godente. Nella facciata spicca la trifora balconata al secondo piano. Alle attinenze della villa era anche l’Oratorio della Beata Vergine Maria Annunciata, della cui presenza abbiamo prova già nel 1595. Viene citato infatti nella visita vescovile di quell’anno, come “Oratorium Annunciatae de villa Pontis Manci de Pasqualighi”.Apparteneva pertanto alla famiglia dei nobili di Pontemanco che risiedevano nell’attigua villa. Pur essendo proprietà dei nobili, e quindi affidato alle loro cure, l’oratorio era pubblico , e cioè accessibile a tutti (dalla strada) nonchè provvisto di titolo, altare fisso , reliquie e campane. L’oratorio divenne molto rilevante nel borgo anche grazie alla mancanza di una chiesa parrocchiale. dal 1781 la proprietà passa alla famiglia Grimani. L’edificio ha pianta rettangolare ,facciata a capanna di tipo classico con paraste tuscaniche e timpano triangolare, tetto a tre spioventi. L’interno si presenta con il suo ricco apparato barocco costituito da affreschi alle pareti, soffitto ligneo dipinto, stalli lungo tutto il perimetro interno, via crucis, altare marmoreo classicheggiante con pala e due busti marmorei (Madonna e Cristo). Verso la fine del XVII secolo la famiglia Grimani, patrizia veneziana, diede vigore all'attività di macinazione potenziandone i mulini e regolamentando le vie idrauliche del Canale. Questo fece sì che crebbe anche la possibilità di ampliare la rete commerciale del borgo. Infatti, tuttora, esistono le case che sorsero in prossimità del canale lungo tutta borgata, "le calle del borgo", che poterono ospitare quindi le varie attività commerciali che sorgevano, come le case degli operai, dei maniscalchi, dei cavallanti, dei barcaioli. I Grimani ampliarono l'attuale Villa e l'adiacente Oratorio, già Ca' Pasqualigo.


L'Oratorio dell'Annunciata modifica

 
Visuale frontale dell'Oratorio dell'Annunciata
 
Particolare dell'altare dell'Oratorio
 
Particolare del soffitto dell'Oratorio

Singolare è la struttura simmetrica dei due nuclei che si sono sviluppati quindi lungo le due rive del Biancolino: uno intorno alla Villa Sperandio e uno intorno alla villa Pasqualigo-Grimani- Fortini che presenta ancora il piccolo oratorio, non più privato, Oratorio della Santissima Annunciata. All'interno si possono apprezzare, tra le molte opere, affreschi del 1500 di un anonimo pittore quadraturista e due mezzi busti Madonna e Cristo probabilmente della scuola di Juste Le Court. In data non precisata l'oratorio venne ceduto alla famiglia Pasqualigo, alla quale è attribuita la costruzione dell'Oratorio. Esso venne dedicato alla Beata Vergine Annunciata. L'ultimo discendente della famiglia Pasqualigo diede tutto in mano ad una nobile famiglia veneziana i Grimani di S. Polo di Venezia. Attualmente l'Oratorio è proprietà della Curia. In base ad apposite ricerche svolte si può affermare che l'Oratorio della Beata Vergine Maria Annunciata di Pontemanco già esisteva nel 1595. L'edificio infatti è citato nella visita vescovile di quell'anno (Archivio Curia Vescovile di Padova, Visitationes, XIV).In quella circostanza la piccola chiesa, definita "Oratorium Annunciatae de villa Pontis Manci de Pasqualighi", risulta dotata di un unico altare, una croce, suppellettili e reliquie. Come attesta la relazione vescovile, il sacello apparteneva allora ai nobili veneti Pasqualigo, che risiedevano nella vicina villa.Una sommaria documentazione grafica dell'Oratorio dell'Annunciata è offerta dalla preziosa mappa del 1642 riproducente il borgo di Pontemanco (Archivio di Stato di Venezia), nella quale, accanto alla villa dei Pasqualigo, appare anche il piccolo edificio sacro.Nella visita vescovile del 1668 si parla di un "oratorium publicum de jure n. h. virorum de Pasqualigo patriciorum venetianorum sub ecclesia Sancti Georgi villae Carrariae". L'Oratorio dunque, pur essendo proprietà dei Pasqualigo e affidato alle loro cure, era pubblico, e perciò a tutti accessibile dalla strada, nonché provvisto di titolo, altare fisso, reliquie, campana, al pari, per restare in zona, degli oratori dei Bon nella stessa Pontemanco, dei Dolfin alla Mincana, dei Bragadin a Carrara Santo Stefano, degli Urban a Mezzavia. L'importanza dell'Oratorio era accresciuta anche dalla mancanza a Pontemanco di una chiesa parrocchiale, della quale l'Oratorio dei Pasqualigo, dipendente dalla chiesa di San Giorgio di Carrara, faceva in qualche modo le veci.Durante la visita vescovile del 1668 si ordina di sistemare e ornare l'altare dell'Oratorio secondo le disposizioni sinodali (quelle di Gregorio Barbarigo del 1667).Durante la visita vescovi le del 1699 l'Oratorio, che è sempre dei Pasqualigo, appare "in ordine", si prescrivono un nuovo messale e una pianeta. Nel 1734 viene fatta erigere alla sommità della chiesetta una croce, e nella visita vescovile del 1747 si rileva che la sacrestia è splendidamente provvista dalla munificenza dei Pasqualigo e che nell'Oratorio si celebra messa ogni giorno. Nella visita del 1781 infine l'Oratorio risulta essere passato in proprietà dei Grimani.L'edificio, molto semplice, è a pianta rettangolare. L'interno si presenta a tutt'oggi con il suo ricco apparato decorativo barocco, eccezionalmente integro, costituito da affreschi alle pareti, soffitto ligneo dipinto, stalli lungo tutto il perimetro interno, Via Crucis, altare marmoreo con pala e due bellissimi busti marmorei.Le pareti sono percorse da una fascia dipinta con motivi di finta architettura, a trompe l'oeil: in particolare, una serie di modiglioni intervallati da paraste di marmo rosso e da festoni vegetali sospesi a protomi leonine, fanno vista di sorreggere la cornice dentellata del soffitto ligneo.Dietro brevi balaustre si notano due finestre: una chiusa, l'altra appena aperta. Da una terza finestrella, protetta da una grata di legno, un personaggio si affaccia con in mano una corona del rosario. Gli affreschi sono eseguiti mediante l'uso reiterato del cartone come testimoniano i profili fortemente incisi delle membrature architettoniche.L'anonimo quadraturista, che mostra qualche ingenuità, si era probabilmente formato in uno dei tanti cantieri impegnati fin dal Cinquecento nella decorazione di ville e palazzi dell'entroterra veneto. Probabilmente non era un maestro, ma un aiuto, abituato a lavorare in équipe. Qui a Pontemanco, tuttavia, date le dimensioni modeste dell'edificio, egli dovette assumere il lavoro in prima persona e compierlo da solo in poco tempo.Semplice e raffinato è l'altare marmoreo classicheggiante, con paraste corinzie e paliotto intarsiati con marmi policromi. I pezzi di qualità più alta sono senz'altro i due busti marmorei della Madonna e di Cristo posti a fianco dell'altare. Le opere mostrano caratteri pienamente barocchi, e in particolare rimandano all'ambito di Giusto Le Court. L'ottima fattura fa anzi pensare a un diretto intervento del maestro, che, attivo in importanti cantieri veneziani, potrebbe essere stato richiesto dei due busti da qualcuno dei nobili Pasqualigo. Concorrono all'unità dell'ambiente anche gli eleganti stalli lignei classicheggianti (scanditi da paraste composite che percorrono tutta la parte bassa delle pareti) e le fantasiose decorazioni di legno dipinto che incorniciano porte e finestre.


I Mulini modifica

 
Visuale laterale del Mulino

La località di Pontemanco, di implemento medievale , lega la sua storia alla presenza dei due mulini che hanno finito di funzionare solo nel secondo dopoguerra. I due opifici, posti uno di fronte all’altro nei pressi del canale Biancolino, arrivarono ad avere ben 12 ruote. Due importanti documenti originali inerenti il territorio di Pontemanco sono sopravvissuti alle vicissitudini di quasi sei secoli di storia ed oggi sono conservati e tutelati presso l’Archivio di Stato di Padova. Essi costituiscono una preziosa ed insostituibile fonte storica e descrittiva del borgo di Pontemanco, nel decennio tra il 1466 ed il 1477. Si tratta di due mappe del XV, rispettivamente datate 1466 e 1477, disegnate su preziosa carta pergamena con inchiostro bruno e brillanti colori ad acquerello. il territorio di Pontemanco è rappresentato nelle sue strutture morfologiche ed urbanistiche . Queste due importanti testimonianze documentarie furono originate dalla necessità di certificare la divisione tra gli eredi della proprietà Morosini, in particolare quelle ereditate da Marco Morosini. La loro realizzazione fu opera di un perito agrimensore che consegnò a Marco Morosini i due disegni tecnici unitamente alla perizia che non ci è pervenuta. Il territorio in precedenza era appartenuto ai signori Da Carrara ,famiglia dominante della città e del padovano. Fu requisito dalla Serenissima Repubblica di Venezia successivamente alla dedizione di Padova ,avvenuta nel 1405. La famiglia Morosini si aggiudicò la proprietà del suddetto con asta pubblica. l’importanza di queste due peculiari testimonianze membranacee è insita soprattutto nel loro valore di prova per la trasformazione urbanistica del territorio e per la descrizione del borgo di Pontemanco. La località di Pontemanco si struttura come significativo  agglomerato di case, ovvero come borgo, a seguito della bonifica e dell’industrializzazione del sito conseguente alla costruzione dei mulini. Il fiume,nei disegni, domina e fa da protagonista , ed è rappresentato nel tratto dal dislivello di quota del Biancolino. I mulini erano quindi fluviali e funzionavano tramite ruote azionate dalla forza idraulica sviluppatesi dalla velocità della caduta dell’acqua del dislivello di quota del Biancolino. Il flusso dell’acqua veniva regolato artificialmente  tramite l’importante chiusa realizzata mediante un sistema di paratie o saracinesche lignee che furono adeguate alle accresciute necessità dell’industria molitoria, come testimoniato nella mappa del 1477.Gli unici veri antagonisti dei mulini di Pontemanco furono i mulini di Mezzavia, posti a “monte” dello stesso canale, cosicchè potevano controllare il flusso d’acqua a proprio interesse . Grandi furono le battaglie per il diritto d’acqua tra i due mulini, sulle quali sul finire del XIX secolo ebbe a sentenziare il Re. Ma a nulla valsero queste lotte per la sopravvivenza dell’uno o dell’altro mulino. tra il 1950 e il 1970 entrambi chiusero l’attività perchè l’attività industriale ormai era cambiata. Oggi è rimasta solo la ruota e il mulino di destra. Oggi il Mulino di destra dopo un restauro, da un paio d'anni, viene adibito a Museo e ospita un'ativita' enogastronomica.


Villa Sperandio modifica

 
Visuale frontale della Villa Sperandio

Nella parte sud di Pontemanco, sulla riva del canale Biancolino, si trova Villa Sperandio, circondata da una cinta muraria, architettonicamente semplice, e costituita da due piani e soffitta . La Villa ,aperta ai quattro punti cardinali preceduta a nord da una piazzetta-cortile. La prima testimonianza della sua esistenza la troviamo già all’inizio del ‘700. “Anche in questo caso la villa ha storia molto antica, apparendo in una perticazione settecentesca della villa e dei molini di ca’ Pasqualigo, conosciuta come villa Grimani. Le adiacenze sono state costruite successivamente al corpo abitativo, un volume cubico seicentesco su due piani e soffitte, un primo corpo poggiato allo spigolo anteriore aperto con ampia arcata a pieno sesto, definisce il cortile antistante la villa, l’altro è addossato al fianco, stravolgendo la leggibilità della forometria e modificando l’impatto con l’edificio originario. Come per la villa Grimani anche questa doveva elevarsi sola, aperta ai quattro cardinali, coronata dalla medesima cornice a dentelli da cui si staccano le quattro falde della copertura a piramide. Qui la forometria in facciata non ha elaborata sontuosità ma la semplice scansione a cinque assi, ripetuta simmetricamente nel fronte aperto verso il brolo e la campagna, con finestre rettangolari nelle stanze laterali e forature archivoltate nei due saloni passanti a piano terra ed al primo, affacciato questo su balconcino, contornata quella da conci rustici in corrispondenza di piedritti e ghiere d’arco.” questo paragrafo è tratto dal libro di Nicoletta Zucchello, Ville venete: la Provincia di Padova, Marsilio Editori, Venezia, 2001.



Note modifica

  • Nella piccola piazza adiacente alla Villa Grimani e l'oratorio dell'Annunciata si trova una colonna votiva sostenente una statua di S. Antonio da Padova.
  • Parte del testo sull'Oratorio di Pontemanco è stato tratto dal libro di C. Grandis.



Bibliografia modifica

  • Roberto Cicciliato, Storia dell'architettura del Veneto, Electra, 2019.
  • M.L. Panajotti, G.Vivianetti ,Pontemanco, storia di un territorio
  • Turismo Padova Terme Euganee ,Due Carrare. Terra madre dei Carraresi
  • Rivista, Due Carrare, il nostro paese
  • Pier Giovanni Zanetti e Claudio Grandis, La Riviera Euganea acque e territorio del canale Biancolino, Editoriale Programma, limena Padova, 1989
  • Claudio Grandis, I mulini ad acqua dei Colli Euganei, Il Prato, Padova, 2001
  • Aldo Simonato, I Ventun anni di Don Gaetano Torresin a Carrara S. Giorgio, Masera' di Padova, 1988
  • Maria Chiara Fabian e Alberta Bezzan, ...Siamo qui solo di pasaggio la persecuzione antiebraica nel polesine 1941-1945, Panozzo Editore, Rimini, 2015
  • Nicoletta Zucchello, Ville venete: la Provincia di Padova, Marsilio Editori, Venezia, 2001



Link utili modifica



Approfondimenti modifica

  • Per approfondimenti tecnici in merito ai Mulini e' consigliabile consultare i libri: "I muini ad acqua dei Coli Euganei" di Claudio Grandis e "La riviera euganea, acque e territorio del canale Biancolino" di Pier Giovanni Zanetti e Claudio Grandis.
  • Durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, anche a Due Carrare si fece sentire la presenza dell'esercito tedesco. Tanto che anche nel borgo di Pontemanco, piu' precisamente all'interno di Villa Grimani, si insediarono delle truppe tedesche. La storia racconta che il prete di Carrara S. Giorgio Don Gaetano Torresin, il 27 aprile 1945 riusci' a salvare circa una sessantina di uomini dall'imminente procedura d'esecuzione di uccisione grazie alla sua perseveranza e spirito di sacrificio messo in atto per salvare questi uomini.
  • Due famiglie ebree furono tenute nascoste dalle famiglie di Pontemanco. Questo durante la seconda Guerra Mondiale. Esse arrivarono da Costa di Rovigo, grazie poi all'aiuto di Partigiani vennero nascosti in un carro e nella notte furono trasportati e nascosti a Pontemanco. Tutti conoscevano la situazione, compreso il prete Don Gaetano Torresin. Tutti aiutarono queste famiglie, come ognuno poteva. Alla fine della Grande Guerra, essi infatti riuscirono a salvarsi e tornarono ad essere liberi.