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CHIESA SAN PIETRO E PAOLO e CHIESA SAN MARCO a CAMPOSAMPIERO modifica

CHIESA SAN PIETRO E PAOLO modifica

La chiesa appartenente alla diocesi di Treviso, dedicata agli apostoli San Pietro e Paolo, costruita tra il 1930 e 1940 dall’ingegnere Mario Guiotto. Si trova lungo la strada statale del Santo preceduta da un ampio piazzale.[1]

Presenta uno stile classico cinquecentesco, risultato di rinfacciamenti e di ampliamenti di una chiesa medioevale, nella quale si trovano alcuni sepolcri dei “Camposampiero della Cometa”.

La chiesa è ad una sola navata, lunga 55 m, larga 18,50 m per un’altezza di 22 m.

La pianta è di tipo basilicale con cappelle laterali e cappella presbiteriale semicircolare, con abside semicircolare disposta con ingresso principale a ovest ed abside e altare maggiore a est.

FACCIATA modifica

Presenta una facciata neoclassica divisa in due piani: al piano terra un portale archi voltato è affiancato da entrambi i lati da una serie di tre colonne, da un elemento ad arco cieco e da altre due colonne.

Il piano superiore ripete la medesima organizzazione del piano inferiore ma il portale è sostituito da una finestra ad arco. La facciata è conclusa da un timpano sovrastato da un’alta croce, è rivestita da un marmorino dai colori bianco-giallognoli steso a cinque mani che caratterizzano l’aspetto complessivo della chiesa. La facciata è arricchita da due grandi stemmi in pietra. Il primo contiene uno scudo con la croce e una conchiglia sovrastante; il più alto è lo stemma di Papa Pio XI, con le tre palle, l’aquila centrale, le due chiavi, la tiara.

Le fondazioni e le pareti sono state realizzate con la sabbia e la ghiaia del letto del vicino fiume Muson. Le pietre sono state ricavate dalle demolizioni di qualche fabbricato.

La copertura è realizzata mediante una struttura a volta in laterizio con tiranti in ferro e sovrastanti murature. Queste sorreggono l’orditura su cui è posata un tavolato di protezione e il manto di copertura in tegole. Il controsoffitto è sorretto da una struttura a capriate in legno.

INTERNO modifica

L’interno è ad aula unica, presenta opere provenienti dalla chiesa precedenti: il cassone dell’organo, un battistero con coperchio del XVII secolo, un altare in marmo nero, un paliotto in marmo intarsiato, una statua ottocentesca raffigurante la “Madonna con Bambino” collocata su un trono con baldacchino. Sono presenti affreschi absidali di Monzio Compagnoni risalenti agli anni cinquanta.

Si può vedere anche “Via Crucis” in legno, di Colombo Tollardo.?

L’aula presenta un pavimento alla palladiana di marmo in colori bianco e grigio con fasce laterali di color rosso e cerchio mosaicato centrale policromo con stemma pontificio.

Il presbiterio, rialzato di alcuni gradini al livello dell’aula, è rivestito da una pavimentazione in marmi romboidali di colore alternato rosso e bianco.

CONTESTO STORICO modifica

Vari studiosi hanno ipotizzato l'esistenza di un sacello o una cappella dedicata a San Pietro nell’alto Medioevo. Mancano documenti sicuri ma è probabile che intorno al cambio di millennio sia avvenuta la trasformazione del probabile sacello in vera e propria chiesa, cosicché il villaggio più importante insediato lungo il tratto della Via Aurelia, assunse il nome di “Campus Sancti Pietri”.

A Camposampiero sono presenti numerosi segni artistici che permettono di affermare che tra la prima metà del ‘400 e la fine ‘500 registrò un’influenza nell'architettura e nelle arti pittoriche.

Ciò costituiva alla popolazione un modo di esprimere in maniera più elevata la propria fede e religiosità, accanto allo stentare bellezze inusuali nei paesi vicini.

Molto importante è stato lo stimolo dei Frati che induceva a rendere omaggio a Taumaturgo anche con opere d’arte, com’era avvenuto a Padova. I Frati erano capaci di ottenere da personaggi facoltosi aiuti economici per le opere riguardanti le chiese.

Nel 1583 la chiesa compare negli scritti come arcipretale. Il Vescovo le avrà attribuito il titolo non per motivi religiosi ma per il ruolo politico e sociale che il paese svolgeva da secoli nei territori circostanti. Così, veniva pure procurata una soddisfazione al parroco, il quale poteva avere il titolo di arciprete che le distingueva dai parroci vicini.

Nel 1741 compare il primo documento che ne attesta l’intitolazione ai SS. Pietro e Paolo in coppia. In precedenza, era la chiesa di San Pietro. L’aggiunta di San Paolo deve essere avvenuta dopo vari secoli dalla costruzione della prima chiesa. I due apostoli saranno venerati pure con due statue apposte sul timpano della facciata nel secolo XIX e con le loro immagini ritratte in tre tele tuttora ben conservate. [2]

CHIESA SAN MARCO modifica

La Chiesa di San Marco Evangelista sorge sulla riva destra del Vandura di fronte alla parrocchia di San Pietro, ed appartiene alla diocesi di Padova.

È uno dei monumenti più antichi e significativi di Camposampiero, conserva pregevoli testimonianze antiche.

Le prime notizie risalgono intorno al XII secolo. Il sacello primitivo fu ricostruito e la chiesa venne consacrata nel 1496.

Di dimensioni molto piccole, aveva soffitto a tavelle, era dotata di tre altari posizionati in maniera diversa rispetto agli attuali, pavimentata e con le pareti riccamente decorate.

Il più importante restauro venne fatto nel 1733, per necessità di contenere i numerosi credenti.

Le due navate laterali vennero ricavate nel 1923. In quell’occasione venne creato anche l’abside semicircolare.

Nel 1956 le navate vennero prolungate di un metro.

Il campanile coincide con il nucleo antico della chiesa. [3]

IL RESTAURO modifica

Le prime fasi del restauro hanno messo in luce gli intonaci realizzati con l'ampliamento della Chiesa del 1923: sono riapparse decorazioni semplici, alcune geometriche sui pilastri, altre floreali sulle pareti.

Il primo strato emerso ha rivelato decorazioni cupe, mentre uno strato sottostante ha messo in luce i decori dell’epoca dell'ampliamento, dalle tonalità più chiare e più calde.

L'operazione di restauro delle pareti interne e dei soffitti, condotta magistralmente da 32 restauratori di provata abilità ed esperienza, è iniziata dapprima con il lavaggio del soffitto. I cornicioni sono stati lavati, stuccati e tinteggiati riprendendo le tinte originali.

La parte di muratura, tra le arcate, è stata raschiata mediante spatola, sverniciata, stuccata, lavata e In seguito è stata stesa una mano di isolante acrilico fissativo con stesura finale di latte di calce al quale sono state mescolate terre naturali. Stesso procedimento è stato utilizzato per le pareti che sono state trattate con grassello di calce additivato con terre naturali e completato con velature finali.

Le decorazioni sono state riprese mediante integrazione e, laddove mancanti, è stato realizzato un apposito calco per la successiva realizzazione. Sono visibili le parti integrate rispetto alle parti originarie, grazie ad un leggero sottotono.

Sotto uno spesso strato di tinteggiatura, sono riemerse le decorazioni realizzate nel 1923, anno di trasformazione della chiesa. È stato fatto un attento lavoro di ripresa e, ove necessario, di integrazione delle originali decorazioni.

Le parti lapidee degli altari erano coperte da uno spesso strato di smalto che è stato pazientemente rimosso riportando in luce lo splendore dei marmi policromi.

INTERNO modifica

Varcato il portale, ci si trova in un raccolto ambiente a tre navate: quella centrale è molto più ampia di quelle laterali e questo lo possiamo notare anche nella pianta che presenta delle rientranze invitando alla preghiera e nello stesso tempo invoglia a scoprirne le opere d’arte. Si possono osservare il settecentesco Crocifisso all’altare maggiore e gli affreschi di inizio Cinquecento emersi ai lati dell’arco che separa l'aula dal presbiterio, la Natività e il Cristo risorto. Il soffitto è piano, non presenta archi. Sono presenti pilastri rettangolari con basamento collegati tra loro da archi a tutto sesto. Sono presenti tre altari: l’altare maggiore è caratterizzato da un soffitto con una volta a crociera, dove sono presenti due vetrate ai lati. Al centro dell’altare sono presenti due angeli i quali sono rivolti verso l’altare eucaristico. Gli altri due altari sono laterali: il primo è l’altare di San Valentino, mentre l’altro è quello della Vergine Maria.

FACCIATA modifica

La facciata è quasi priva di aperture, eccetto le finestre delle navate laterali, ed è decorata da quattro lesene su plinti, conclusa dal timpano circondato da una cornice. [4]

NOTE modifica

  1. ^ Camposampiero (PD) | Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web. URL consultato il 20 giugno 2022.
  2. ^ Dino Scantamburlo, Una chiesa con la sua comunità, Bertato Ars et Religio, 2016.
  3. ^ Città di Camposampiero, su www.comune.camposampiero.pd.it. URL consultato il 20 giugno 2022.
  4. ^ Chiesa di San Marco evangelista - Camposampiero: il restauro 2009.