Utente:Scipione3/Antonio Olivi

Antonio Olivi (Treviso, ... – Mestre, 27 ottobre 1848) è stato un patriota e tenente italiano tenente nell'esercito della Repubblica di San Marco, guidò la Sortita di Mestre (del 27 ottobre 1848). Sposato con Giulia --- e padre di tre figli, assieme ai fratelli Ferrante e Giulio combatte moltissime battaglie per l' Italia, per un' Italia unita e libera.

Biografia modifica

Giovane figlio del ricco e nobile (che diverrà Podestà nel 1847-52) Giuseppe Antonio Olivi,

Il Podestà Giuseppe Antonio Olivi, fu anche famoso per aver dovuto annunciare ai suoi concittadini, la presa della città da parte degli austriaci, dopo l'indipendenza (nella Repubblica di San Marco), nel 1848.

L'allora podestà, nel 1846 aveva fatto erigere (per voto ricevuto), la chiesetta della Madonna delle Grazie a Breda di Piave dove era situata anche una delle ville per la residenza della famiglia.

Antonio Olivi, giovane italiano, partecipa con fervore ai moti risorgimentali del 1848 e quando Treviso viene conquistata dagli austriaci, seguito dalla moglie Giulia (con il più piccolo dei 3 figli) e dai fratelli (anch'essi combattenti) Ferrante e Giulio, partecipa poi ai combattimenti praticamente "in tutta Italia".

Si ritrova infine a Mestre, col grado di tenente, nella difesa della Repubblica di Venezia, dove gli verrà affidato il comando per l'operazione "della Sortita" dal Forte Marghera per riconquistare la città di Mestre, conquistata il precedente 18 giugno dagli austriaci (e mercenari croati).

La Sortita di Mestre modifica

 
Sortita di Mestre, via delle Muneghe (poi via Alessandro Poerio). Particolare combattimenti sulla via e sul Ponte della Campana del 27 ottobre 1848.

Antonio, giovane ufficiale tra i tanti figli del Podestà di Treviso Giuseppe Olivi (podestà 1847-52), nel 1848 accorse a Mestre a difesa della Repubblica di San Marco.

Il tenente Antonio Olivi comandò il corpo di 2000 uomini che all'alba del 27 ottobre 1848 diede inizio alla famosa "Sortita di Mestre" contro gli austriaci, attaccandoli dapprima a San Giuliano (e ricacciandoli verso Treviso) e poi, raggiunti gli atri patrioti mestrini in Piazza Barche, i combattenti si diressero verso il Ponte della Campana (di fronte alla Piazza Maggiore).

Al Ponte della Campana, l'unico accesso alla Piazza Maggiore ed alla città storica, erano di guardia quattro cannoni austriaci aiutati da una buona posizione difensiva dalle case vicine (nonchè dal campanile), oltrechè una (tremenda) mitragliatrice (che poi costò la vita anche al nostro nobile Olivi).

Ben 3 assalti patriotici furono respinti, al quarto gli italiani si avvalsero della presa delle finestre delle case sulla via delle Muneghe (che divverrà appunto poi via Poerio nel 1898) onde contrastare i fuochi dalle finestre "nemiche" (le case mestrine requisite dagli austriaci), e quindi i soldati croati furono sopraffatti e messi alla fuga, e si assestarono quindi in posizione di ripiego sul secondo ponte cittadino, il Ponte delle Erbe, onde permettere al comando austriaco di lasciare la Torre Civica, sul tetto della quale seguiva le operazioni militari, e successivamente ritirarsi anch'essi.

I cannoni austriaci presi dagli italiani, furono girati e portati dalla piazza e dalla Calle del Sale e via Pescheria Vecchia (dirimpetto e di sbiego al Ponte delle Erbe), e da lì partì il colpo italiano la cui palla si conficcò nel muro della casa all'angolo col ponte e la (attuale) via Daniele Manin, (palla tutt'oggi ancora visibile affacciandosi dal Ponte delle Erbe, anche se non adeguatamente evidenziata - come invece meriterebbe).

Mestre il 27 ottobre 1848 fu quindi riconquistata dagli eroi patrioti italiani e mestrini (in 1500 i mestrini che raggiunsero gli insorti capitanati da Olivi, in Piazza Barche, che era praticamente l'intera popolazione maschile "valida" della città)

Antonio, comandante in capo, fu tra i valorosi (assieme ad Alessandro Poerio e molti altri) che furono feriti e persero la vita proprio in tale luogo o a seguito di tale battaglia.


Mestre ricorda i suoi eroi nella toponomastica cittadina modifica

La città di Mestre, in onore e ricordo di tali gesta particolarmente sentite, ha rinominato i luoghi del proprio centro storico (e non) agli eroi di quei giorni del Risorgimento.


File:Mestre - Via Antonio Olivi - fine ottocento.jpg
Mestre via Olivi, fine ottocento. In fondo, la (vecchia) chiesa dei cappuccini.

La Piazza Barche è stata rinominata Piazza XXVII ottobre, ivi vicina la

Piazzetta XXII marzo da cui si snodano le adiacenti vie

Alessandro Poerio (già via delle Muneghe, col Ponte della Campana) ed appunto

via Antonio Olivi, dove nella casa d'angolo in prossimità della chiesa dei frati cappuccini vi è anche una lapide a ricordo dei sergenti polacchi Costantino Miskiewicz e Isidoro Dembowski anch'essi deceduti in tali battaglie.

 
Mestre: slargo - piazzetta "ai cappuccini", foto verso via Antonio Olivi (sulla dx): sull'edificio (poi anche adibito a casino, fino agli anni '50 del 900) c'è la lapide a ricordo dei sergenti polacchi Costantino Miskiewicz e Isidoro Dembowski, "ivi deceduti" nella Sortita di Mestre del 27 ottobre 1848.

A Guglielmo Pepe fu dedicata l'omonima via dalla Piazza XXVII Ottobre sul Canal Salso, dirimpetto la via (Forte) Marghera,

a Girolamo Ulloa dedicata una via a Marghera, all'imbocco del sottopasso ferroviario principale di Mestre,

Anche a Daniele Manin è dedicata la storica via (dalla Chiesa della Salute alla Piazzetta e Ponte delle Erbe) dove nella casa d'angolo (vicino la chiesa) nel 1831 questi soggiornò e svolse la propria attività di avvocato, in Mestre. Una lapide commemorativa sulla casa di residenza, ricorda le gesta di Daniele ed il forzoso esilio a cui fu costretto poi, dagli austriaci.

Ad Enrico Cosenz (che nel 1849 era in piedi e combattente nonostante la febbre malarica e le molte ferite di varia entità, solo una palla di cannone da 24 che gli forò la schiena e ruppe 4 costole sbalzandolo a 20 passi di distanza, gli fu fatale ...) è stata dedicata una strada a Marghera, oltrechè poi un forte, ai primi '900.

Anche a Cesare Rossarol, oltre che il Forte Rossarol a Tessera_(Venezia) (1907) del Campo Trincerato di Mestre, (uno dei più importanti e significativi assieme a quello di Roma e a quello di Piacenza), a Marghera è dedicata la strada principale dell'abitato in direzione est-ovest (con tanto di piazzetta, dalla quale si diparte la via Cosenz).

La via Cesare Rossarol a sua volta si diparte dalla strada principale (industriale e di snodo-collegamento al Cavalcavia ed a Mestre), dedicata ai Fratelli Bandiera (i fratelli veneziani autori della sfortunata e tragica spedizione Calabrese del giugno 1844), strada dalla quale si diparte anche la via (e anche piazzetta) Carlo Mezzacapo [2], sempre nel centro della Marghera "Città Giardino", così come pure la via Giuseppe Sirtori, ed in tutta la zona le strade hanno il nome di quegli eroi (Antonio Paolucci, Giovanni Durando, Ugo Bassi [3], Livio Zambeccari, ecc. ecc.).

Inoltre, la realizzazione del "Campo Trincerato di Mestre" fu completata all'inizio del XX secolo con i forti della "seconda generazione": Forte Guglielmo Pepe (1909) a Pagliaga (era la punta avanzata dello schieramento mestrino. Collocato ai margini della Valle Pagliaga, il forte si ergeva su un terreno basso e paludoso, scoperto, racchiuso dall'ansa che il Dese descrive a sud di Altino prima di raggiungere il "canale dell'Usellino"), Forte Mezzacapo (1911) a Marocco, Forte Alessandro Poerio (1910) a Ponte Damo (Collocato in località Ponte Damo, poco a nord di Gambarare e vicino al Naviglio Brenta, è il forte che sostituisce definitivamente l'opera di Malcontenta e chiude il fronte sud del campo trincerato), Forte Giuseppe Sirtori (1911) a Spinea, Forte Enrico Cosenz (1911) a Dese e Forte Cesare Rossarol (1907) a Tessera_(Venezia). I lavori si protrassero per cinque anni ma nel 1913 l'opera era completata.


SULLA SPOGLIA DI ANTONIO OLIVI DI TREVISO, PRIMO TENENTE NEL I.° BATTAGLIONE ITALIA LIBERA, CADUTO NEL GLORIOSO FATTO DI MESTRE IL 27 OTTOBRE 1848. Parole DEL TRIVIGIANO ABATE GIAMBATTISTA RAMBALDI. [1] modifica

(Orazione del 29 ottobre, pubblicata il 31)


Villa Olivi e Chiesetta della Madonna delle Grazie, a Breda di Piave modifica

L'antica ed onorata nobile famiglia Olivi aveva una villa di residenza nel paesello di Breda di Piave sin da prima del '700. Tale villa, che porta ancora il nome della famiglia, fu donata dall'ultima superstite ai primi del '900 ai poveri del comune, la cui "opera caritativa" poi divenne "ECA" e poi assorbita dai Servizi sociali comunali, ed infine dagli anni '90 divenne persino "sede provvisoria" degli uffici comunali. La Villa è attualmente in restauro e sarà poi destinata parte a Biblioteca e parte ad associazioni cittadine, tornando così anche di fatto allo scopo del lascito della sua nobile benefattrice.

Nel 1846 il podestà di Treviso Giuseppe Antonio Olivi, fratello del proprietario della "Villa Olivi", fece edificare la chiesetta della Madonna delle Grazie, nella quale è custodita una statua in cera della stessa Madonna delle Grazie, statua in cera che questi donò nell'anno 1847.

Nell'attuale sito della chiesa, nel 1674 era stato costruito un capitello dedicato a San Floriano.

L'attuale chiesetta della Madonna delle Grazie fu costruita sui ruderi di tale costruzione, per voto, su volontà di Giuseppe Antonio Olivi.

La piazza antistante prende il nome della nobile benefattrice di Breda, ----- Olivi, che donò ai poveri la maggior parte dei suoi averi tra cui la "Villa Olivi" precedentemente citata.

Il voto del Podestà Giuseppe Antonio Olivi avvenne poichè in località "Alle Grazie" di Preganziol, sul Terraglio (la strada napoleonica che porta da Mestre a Treviso), l'Olivi si ritenne miracolato poichè uscì indenne da un grave incidente con il proprio calesse.

A Breda di Piave il rito della festa della Madonna delle Grazie è divenuto una tradizione cittadina, che è particolarmente sentita nei giorni di fine agosto, in occasione della sagra che si tiene in via delle Risorgive.


Note modifica

  1. ^ [Governo provvisorio di Venezia, Raccolta per ordine cronologico di tutti gli atti, decreti, nomine ecc. del governo provvisorio di Venezia, non che Scrritti, avvisi, desiderj, ecc. di Cittadini privati che si riferiscono all'epoca presente. Venezia: Andreola tipografo del governo provvisorio, 1849, Tomo IV, p. 500 [1]

Bibliografia modifica

  • Governo provvisorio di Venezia, Raccolta per ordine cronologico di tutti gli atti, decreti, nomine ecc. del governo provvisorio di Venezia, non che Scrritti, avvisi, desiderj, ecc. di Cittadini privati che si riferiscono all'epoca presente. Venezia: Andreola tipografo del governo provvisorio, 1848, Tomo IV, p. 500 [4]
  • Municipio di Venezia, Per le onoranze ai prodi difensori di Venezia. Venezia: Officine grafiche C. Ferrari, 1911
  • Francesco Carrano, Della difesa di Venezia negli anni 1848-49: narrazione , Genova: Dalla tipografia Moretti, 1850, pp. 62 Mestre, [5]
  • Girolamo Simionato, Breda di Piave, vita e storia di un comune. pp. 141 e 339 e seg., Biblioteca di Breda di Piave, 2002 [6]
  • [7] Le fonti del 1848-'49 a Mestre:

Le vicende del 1848-1849 sono state narrate, prima ancora che da storici di professione, da alcuni testimoni dell'epoca. Il loro differente punto di vista offre un quadro dettagliato degli eventi di quegli anni.

Placido Aldighieri, combattente mestrino di umili origini, scrive un memoriale più cronachistico che storiografico, con uno stile semplice e alcuni errori di grammatica e di ortografia. Aldighieri sopperisce però allo scarso valore letterario dello scritto con l'altissimo valore emotivo di un racconto entusiastico e ricco di tutta la passione giovanile del patriota.

Placido ALDIGHIERI, Memorie di un veterano 1848-'49, edito dall'Associazione Civica per Mestre e la terraferma, Mestre, 1961.

Giovanni Renier, all'epoca parroco di Mestre, passa da un moderato favore nei confronti dell'insurrezione italiana allo sconforto e alla disillusione verso tutte le rivoluzioni, non restando immune da un pizzico di opportunismo "alla Don Abbondio".

Giovanni RENIER, La cronaca di Mestre degli anni 1848-'49, a cura di Luigi Brunello, Centro Studi Storici di Mestre, Mestre, Liberalato, 1982; Antonio NIERO, Aspetti inediti della figura del sacerdote, letterato e patriota G. Renier, in «Quaderno del Centro Studi Storici di Mestre», n. 1 (VS), Le porte di Venezia durante il Risorgimento. Atti del Convegno (1962), p. 21.

Teodoro Ticozzi era un commerciante lecchese che morì a causa di colera verso la fine dell'assedio di Forte Marghera. La sua narrazione è minuziosa ma sintetica e telegrafica, ridimensiona il valore della Sortita e delle operazioni militari e dimostra disinteresse per le vicende che accadono intorno al suo negozio. Il suo tono freddo e distaccato è del tutto opposto alla baldanza giovanile di Aldighieri.

Teodoro TICOZZI, Diario 1848-’49, Centro Studi Storici di Mestre, Mestre, Trevisanstampa, 1968.

Jules Jacques Dumontet, volontario francese, partecipa alla Sortita e, poi, in quanto tenente, è l'ultimo ad abbandonare Forte Marghera. Il suo racconto mira ad enfatizzare le vicende rivoluzionarie ma indulge anche all'autoesaltazione.

Jules Jacques DUMONTET, Un volontario francese alla prima guerra di Indipendenza (1848-1849): il tenente di artiglieria: Jules Jacques Dumontet, Milano, Con i tipi di Brugora, 1953

Francesco Carrano scrive a Napoli a distanza di qualche anno, nel 1966, quando ormai il Veneto è unito all'Italia e quindi può avere un quadro d'insieme del Risorgimento, mentre ricorda le gesta proprie e degli altri volontari napoletani, specie nella Sortita del Cavallino (22 ottobre 1848) e in quella da Forte Marghera (27 ottobre 1848).

Francesco CARRANO, Onore a Venezia: combattimenti di Cavallino e di Mestre, Comune di Venezia, Mestre, Edizioni del Vento, 1995.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

  • [8] Raccolta per ordine cronologico di tutti gli atti: decreti, nomine ... - Pagina 500 "sulle spoglie di Antonio Olivi ..." URL visitato il 9 maggio 2013.
  • [9] I Forti di Mestre - I PERCORSI - Testi tratti dal fascicolo "Il campo Trincerato di Mestre"
  • [10] I forti del Campo Trincerato di Mestre
  • [11] Chiesetta Madonna delle Grazie a Breda di Piave, fatta ereggere da Antonio Olivi nel 1846 URL visitato il 9 maggio 2013.]
[[Categoria:Personalità del Risorgimento|Olivi, Antonio]]