L'abbigliamento del quindicesimo secolo in un dettaglio del Très Riches Heures du Duc de Berry.

L'abbigliamento del quindicesimo secolo in Europa si caratterizza rispetto ai secoli precedenti per il gusto alla stravaganza ed agli estremismi, ben rappresentati dai cappelli sempre più complessi e vistosi e dalle maniche dell'houppelande che giungevano sino al suolo. La prosperità economica permise alla popolazione di indossare abiti più raffinati ed elaborati, che seguivano la moda lanciata dalle classi elitarie, mentre nel corso del secolo si accentuarono le differenze di abbigliamento fra i popoli di zone geografiche diverse.[1]

Tendenze generali e materiali modifica

Con l'Inghilterra e la Francia impantanate nella guerra dei cent'anni, e la seconda in seguito anche nella guerra delle due rose, la moda europea d'oltralpe fu dominata dalla scintillante corte del ducato di Borgogna, soprattutto nel periodo di Filippo "il buono" (che regnò dal 1419 al 1469), cosciente della propria influenza anche nel campo della moda. Avendo espanso il proprio dominio sull'Olanda e sulle Fiandre, il ducato di Borgogna poteva permettersi grazie ai grandi centri di scambio rappresentate da Bruges ed Anversa di mettere mano sia agli ultimi ritrovati tessili italiani sia alle lane di importazione inglesi.[2]

Proprio la lana era il materiale più sfruttato da tutte le classi sociali, seguita dal lino e dalla canapa.[3] La lana permetteva di essere lavorata in molteplici qualità: si potevano infatti realizzare capi d'abbigliamento in lana grezza, o in raffinata lana pettinata, che l'Inghilterra esportava in tutta Europa.[4] La seta, già conosciuta nel secolo precedente nel Mediterraneo, iniziò ad essere utilizzata in tutta Europa, anche grazie alla specializzazione dei tessitori di Firenze, Genova, Venezia, Valencia e Siviglia.[3][5]

Le pellicce di animali continuavano ad essere utilizzate come protezione dal freddo, da coloro che potevano permettersele. Tuttavia i colori bianchi e grigi. tipici degli scoiattoli passarono di moda, per lasciare il posto a pellicce di colori scuri provenienti da martore e zbellini. Verso la fine del secolo divennero popolari anche le pellicce di animali selvatici come la lince.[6] L'ermellino rimase invece prerogativa e simbolo dei reali.

Abbigliamento maschile modifica

 
Moda maschile del 1470, tratta da un dettaglio de L'adorazione dei Magi di Sandro Botticelli.

L'abbigliamento tipico degli uomini europei di quel periodo consisteva nel doublet, maglia, calze e un qualche tipo di soprabito, spesso una tunica indossata al di sopra dell'abbigliamento. Lo strato di abbigliamento a contatto diretto con la pelle consisteva in una camicia in lino, le cui maniche fuoriuscivano dal doublet creando degli sbuffi, soprattutto all'altezza dei gomiti e nella parte posteriore del braccio. Le camice degli uomini più ricche erano spesso decorate con ricami o con applicazioni.

Da circa metà secolo, soprattutto fra gli uomini più giovani si diffuse la moda di indossare doublet sagomati o particolarmente aderenti, che scendevano al di sotto della vita creano l'effetto di una gonna corta al di sotto della cintura. Sulle gambe erano indossate calze, insieme a scarpe a punta o stivali alti sino alle cosce. I doublet erano spesso elaborati e pieghettati in vario modo, specie sulla schiena. In Italia sia la camicia che il doublet erano spesso alti, stretti e privi di collo nella parte anteriore, e spesso più lunghi sul davanti.

Uomini di tuttle le classi sociali indossavano pantaloni alla zuava, un indumento piuttosto largo e realizzato in lino, tenuto su da una cintura. In alternativa, calze in lana, strette, aderenti e di colori sgargianti coprivano le gambe. Alcuni modelli erano forniti di suole in cuoio per poter essere indossati senza scarpe o stivali. Generalmente le calze erano agganciate alla cintura, ai pantaloni o allo stesso doublet. Col tempo, quando i doublet divennero più corti, le calze divennero un indumento unico, simile ad una moderna calzamaglia, con una tasca o un "rinforzo" sulla parte anteriore. In Italia, soprattutto verso la fine del secolo, furono realizzate calze di colori sgargianti, con elaborate fantasie o addirittura con gambe di colori differenti.[7]

Nella prima metà del secolo venne introdotto, soprattutto negli ambienti più facoltosi, l'houppleande (chiamato in Italia cioppa o pellanda[8])[9], essenzialmente una sopraveste che scendeva fluente dalle spalle, ed era dotato di ampie maniche, che spesso toccavano il suolo, e nei modelli iniziali di collo alto.[10] Poteva essere indossato con la cintura, ma le tendenze di fine secolo lo volevano libero. La lunghezza del capo si andò progressivamente accorciando nel corso del secolo, salendo dalle caviglia sino alle ginocchia, così come si andarono riducendo anche le maniche, che rimasero comunque molto ampie. Molto diffuso era anche il tabarro (conosciuto anche come giornea in Italia e journade in Francia[11])

 
Giovani italiani indossano i tipici cappelli senza orlo, The Betrothal, c. 1470[12]

Mantelli di diversa lunghezza, e generalmente fissati su una spalla, erano comunemente utilizzati in occasioni formali o come protezione dalle condizioni atmosferiche.

Diventò popolare nell'abbigliamento maschile, verso la metà del secolo in Borgogna il vestire di colore nero, secondo una moda apparentemente lanciata dal duca Filippo I.[13] Si tratta della prima apparizione di questa tendenza che ciclicamente riapparirà nello "stile spagnolo" del sedicesimo-diciassettesimo secolo, ed ancora nel diciannovesimo-ventesimo secolo.

Il cappuccio rimase un componente dell'abbigliamento di tutte le classi molto diffuso, anche nella forma del chaperon, benché si iniziassero a diffondere nuovi stili di copricapo, soprattutto in Italia.[9] Spesso si trattava di cappelli molto alti ed a forma conica, con bordi cortissimi o del tutto privi. Nella zona di Firenze in particolare diventò molto popolare fra i giovani un copricapo rosso privo di bordi. A metà del secolo, un taglio di capelli "a scodella" con i capelli rasati sul retro del collo divenne molto diffusa, benché alla fine del secolo tale moda fu sostituita dai capelli portati lunghi sino alle spalle.

Abbigliamento femminile modifica

Note modifica

  1. ^ Boucher, François: 20,000 Years of Fashion, Harry Abrams, 1966.
  2. ^ Parry, History of Costume, p. 199
  3. ^ a b Koslin, Désirée, "Value-Added Stuffs and Shifts in Meaning: An Overview and Case-Study of Medieval Textile Paradigms", in Koslin and Snyder, Encountering Medieval Textiles and Dress, p. 237-240
  4. ^ Crowfoot, Elizabeth, Frances Prichard and Kay Staniland, Textiles and Clothing c. 1150 - c. 1450
  5. ^ Late 15th century Italian (Venice) Velvet at the Metropolitan Museum of Art
  6. ^ Favier, Jean, Gold and Spices: The Rise of Commerce in the Middle Ages, 1998, p. 66
  7. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Kohler
  8. ^ ABBIGLIAMENTO FEMMINILE 1400 CENTRO ITALIA
  9. ^ a b Laver, Concise History of Costume and Fashion
  10. ^ Parry, History of Costume
  11. ^ Boucher, François: 20,000 Years of Fashion, p, 197
  12. ^ Boucher, 20,000 Years of Fashion, p. 214
  13. ^ Anne Hollander, Seeing through Clothes,1978, The Viking Press,ISBN 0380487772

Bibliografia modifica

  • Black, J. Anderson, and Madge Garland: A History of Fashion, 1975, ISBN 0-6880-2893-4
  • Boucher, François: 20,000 Years of Fashion, Harry Abrams, 1966
  • Condra, Jill: The Greenwood Encyclopedia of Clothing Through World History, Greenwood Publishing, 2008, ISBN 0313336644
  • Crowfoot, Elizabeth, Frances Prichard and Kay Staniland, Textiles and Clothing c. 1150 -c. 1450, Museum of London, 1992, ISBN 0-1129-0445-9
  • Favier, Jean, Gold and Spices: The Rise of Commerce in the Middle Ages, London, Holmes and Meier, 1998, ISBN 0841912327
  • Kõhler, Carl: A History of Costume, Dover Publications reprint, 1963, from 1928 Harrap translation from the German, ISBN 0-4862-1030-8
  • Koslin, Désirée and Janet E. Snyder, eds.: Encountering Medieval Textiles and Dress: Objects, texts, and Images, Macmillan, 2002, ISBN 0-3122-9377-1
  • Laver, James: The Concise History of Costume and Fashion, Abrams, 1979
  • Payne, Blanche: History of Costume from the Ancient Egyptians to the Twentieth Century, Harper & Row, 1965. No ISBN for this edition; ASIN B0006BMNFS
  • Tortora, Phyllis e Keith Eubank. Survey of Historic Costume, seconda edizione. Fairchild Publications, 1994. ISBN 1563670038

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