Antonio Ferraro (pittore)

scultore italiano

Antonio Ferraro, detto Imbarracocina (Giuliana, 1523Castelvetrano, 1609), è stato un pittore italiano altrimenti attivo come architetto, scultore, plasticatore e stuccatore del manierismo in Sicilia.

Decorazioni pittoriche e plastiche, chiesa di San Domenico, Castelvetrano.
Monte Tabor e baldacchino, cattedrale del Santissimo Salvatore, Mazara del Vallo.

Biografia modifica

Altrimenti conosciuto come Antonino,[1] capostipite della bottega esperta in architettura ornamentale, pittura, apparati decorativi plastici in stucco,[2] e manufatti in terracotta.

Figlio di Tomaso e padre di Tomaso junior e Orazio Ferraro[3] operativo a Palermo verosimilmente ricalcando le orme del Perugino, di molti altri artisti di passaggio per la capitale o acquisendo tecniche e metodi durante i viaggi lungo la penisola.[3]

Ha ricevuto la sua prima formazione nel laboratorio di Gagini[Quale?]. Secondo Gioacchino di Marzo fu anche allievo del pittore Orazio Alfani, attivo tra il 1539 e il 1544 in Sicilia. Nel 1553 lavorò con Giuseppe Spatafora per la realizzazione della monumentale acquasantiera in marmo della cattedrale di Palermo.

Importante rappresentante degli stucchi manieristi del tardo XVI secolo, nella cui bottega si formerà il principale maestro nel XVII secolo Giacomo Serpotta e l'intera scuola a quest'ultimo ascrivibile.

Solo pochi lavori sono noti insieme ai figli Tommaso e Orazio.

Genealogia modifica

Opere modifica

 
Cappella della Madonna della Catena, basilica cattedrale di Maria Santissima Assunta.
 
Acquasantiera, cattedrale di Palermo.

Agrigento e provincia modifica

Burgio modifica

  • 1596, Madonna dell'Itria, statua, opera custodita nel duomo di Sant'Antonio Abate.

Caltabellotta modifica

Palermo e provincia modifica

Trapani e provincia modifica

Castelvetrano modifica

  • 1574 - 1580, Ciclo, affreschi e apparato decorativo in stucco e terracotta realizzati con la collaborazione dei figli Orazio e Tommaso, opere autografe con l'iscrizione "TANTI OPERIS HVIVS CÆLATOR EGREGIVS ANTONINVS FERRARVS SICANVS AC IVLIANENSIS HIC EST. 1577." presenti nel cappellone, coro e arco trionfale della chiesa di San Domenico.[8][9]

Mazara del Vallo modifica

Note modifica

  1. ^ Gioacchino di Marzo, p. 534.
  2. ^ Gioacchino di Marzo, pp. 703 e 717.
  3. ^ a b c Gioacchino di Marzo, p. 725.
  4. ^ Gioacchino di Marzo, p. 726.
  5. ^ Gioacchino di Marzo, p. 731.
  6. ^ Accursio Castrogiovanni: La Cattadrale di Caltabellotta
  7. ^ Gioacchino di Marzo, pp. 529 e 530, 724.
  8. ^ Gioacchino di Marzo, pp. 724-729.
  9. ^ Castelvetrano: Stucchi nella chiesa di San Domenico, su arte-argomenti.org. URL consultato il 3 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2019).
  10. ^ Gioacchino di Marzo, p. 736.

Bibliografia modifica

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