Antonio Vukasina

militare italiano

Antonio Vukasina (Zara, 18 maggio 1920Dalmazia, 10 settembre 1942) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Antonio Vukasina
NascitaZara, 18 maggio 1920
MorteWerch Mamon , 11 dicembre 1942
Cause della morteMorto in combattimento
Luogo di sepolturaCimitero di Zara
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoGuardia alla Frontiera
Anni di servizio1941-1942
GradoSottotenente di complemento
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna del Nord Africa
BattaglieAssedio di Tobruch
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959)[1]
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Biografia modifica

Nacque a Zara il 18 maggio 1920, figlio di Simeone e Anna Dopach.[2] Appartenente a una patriottica famiglia, mentre era studente nella facoltà di ingegneria dell'università di Bologna, fu arruolato nel Regio Esercito ed ammesso a frequentare il corso allievi ufficiali presso la Compagnia Volontari Universitari del 3º Reggimento "Granatieri di Sardegna" a Viterbo nel febbraio 1941.[2] Promosso sergente, fu trasferito in servizio al 61º Reggimento fanteria della 102ª Divisione motorizzata "Trento" allora operante in Africa Settentrionale Italiana.[2] Dopo avere preso parte all'assedio della piazzaforte di Tobruch ed al successivo ripiegamento verso Agedabia fu riportato in Italia nel febbraio 1942 per completare il corso allievi ufficiali a Napoli.[2] Nominato sottotenente di complemento ed assegnato al 20º Reggimento fanteria, nel marzo 1943 ottenne di essere trasferito al Comando della 158ª Divisione fanteria con quartier generale a Zara e destinato a reparti speciali che avevano il compito di agire isolatamente nell'entroterra della città.[2] Cadde in combattimento nella zona di Galacesi, insieme al carabiniere Carmine Di Giosia, il 7 giugno 1943, e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze modifica

«Volontario di guerra chiedeva ed otteneva il comando di un reparto di formazione avente funzioni particolarmente ardite e con esso partecipava a rischiose azioni. Avuta notizia che una massiccia formazione si apprestava ad occupare le quote circostanti il suo piccolo presidio per attaccarlo, con pronta decisione affrontava la grande minaccia. Dopo aspro combattimento, rimasto ferito ad entrambe le braccia e pressoché circondato, rifiutava di porsi in salvo attraverso l’unica via rimasta ancor libera e ripiegava combattendo con pochi superstiti. Asserragliatosi in una casa, continuava la cruenta lotta rifiutando sdegnosamente ogni proposta di resa finché, esaurite tutte le munizioni, cadeva sul campo trovando nell’ultimo anelito la forza di gridare la sua inesausta fede di dalmata. Sublime esempio di ogni più alta virtù militare e d’ardente fede italiana. Dalmazia, 7 giugno 1943.[3]»
— Decreto del Presidente della Repubblica 15 febbraio 1949.[4]

Note modifica

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.251.
  2. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  3. ^ Quirinale - scheda - visto 3 marzo 2023
  4. ^ Registrato alla Corte dei Conti il 4 marzo 1949, Esercito registro 7, foglio 9.

Bibliografia modifica

  • A.A.V.V., Istria e Dalmazia un viaggio nella memoria, atti del convegno di studi, Bologna 10 marzo 1995, Bologna, Editrice Lo Scarabeo, 1996.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 251.
  • Oddone Talpo, Dalmazia. Una cronaca per la storia (1943-1944 parte seconda), Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Esercito, 1995.

Voci correlate modifica

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