Antonio Di Napoli (Roma, 1913Qifarishtes, 17 novembre 1940) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Antonio Di Napoli
NascitaRoma, 1913
MorteQifarishtes, 17 novembre 1940
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto84º Reggimento fanteria "Venezia"
Anni di servizio1938-1940
GradoSottotenente di complemento
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Biografia modifica

Nacque a Roma nel 1913, figlio di Giuseppe e Emma Del Giudice.[2] Iscritto alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Roma, abbandonò gli studi per arruolarsi volontario nel Regio Esercito in qualità di allievo ufficiale di complemento presso il 31º Reggimento fanteria "Siena" conseguendo la nomina ad aspirante nel luglio 1938.[2] Destinato al battaglione lanciafiamme del Reggimento chimico a Civitavecchia, venne promosso sottotenente il 10 ottobre e trattenuto in servizio a domanda, nel 1939 fu trasferito al 92º Reggimento fanteria "Basilicata" dove assumeva la carica di aiutante maggiore del III Battaglione dopo avere comandato interinalmente una compagnia.[2] All'inizio del 1940 chiese, ed ottenne, di essere inviato in Albania, assegnato alla base militare di Durazzo, ma il 28 ottobre, all'inizio delle ostilità contro la Grecia, otteneva il trasferimento all'84º Reggimento fanteria "Venezia" dove assumeva il comando di un plotone fucilieri della 1ª Compagnia del I Battaglione.[2] Cadde in combattimento a Qifarishtes il 17 novembre 1940, e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Il 20 luglio 1943 l'Università di Roma gli conferì alla memoria la laurea ad honorem in giurisprudenza.[2]

Onorificenze modifica

«Volontario di guerra, veniva a sua domanda, assegnato a reparti operanti. Intrepido comandante di plotone, in una serie di accaniti cruenti combattimenti durati più giorni e risoltisi sempre favorevolmente, dopo strenua lotta corpo a corpo, riusciva a consolidarsi in caposaldo benché soggetto a reiterati violenti attacchi che rintuzzava infliggendo severe perdite. Ridotto il suo plotone ad un pugno di superstiti, non desisteva dall’impari lotta, rimanendo sulle posizioni imperterrito ed aggressivo, sebbene ferito gravemente. Giunti rinforzi all’esiguo presidio, in un supremo slancio di sublime eroismo, trovava ancora la forza di condurli all’assalto incoraggiando tutti con ardenti parole di patriottismo, finché cadeva colpito mortalmente. Qifarishtes (Fronte greco), 14 - 17 novembre 1940 .[3]»
— Decreto del Presidente della Repubblica 15 febbraio 1949.[4]

Note modifica

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.458.
  2. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  3. ^ Quirinale - scheda - visto 3 marzo 2016
  4. ^ Registrato alla Corte dei Conti il 4 marzo 1949, Esercito registro 7, foglio 9.

Bibliografia modifica

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 458.

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