Aragonite

minerale

L'aragonite è un minerale costituito da carbonato di calcio neutro (CaCO3) e appartiene al gruppo dell'aragonite.

Aragonite
Classificazione Strunz5.AB.05
Formula chimicaCaCO3
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinotrimetrico
Sistema cristallinorombico[1][2]
Classe di simmetriaOrtorombica, dipiramidale[3]
Gruppo puntuale2/m 2/m 2/m
Gruppo spazialePmcn
Proprietà fisiche
Densità2,93[3]2,94[1], 2,947[4], 2,9[2]. 2.95 g/cm³
Durezza (Mohs)3,5[2], 4[1], >3,5-4[4]
SfaldaturaBuona, distinta[4], su {010} distinta[4][3], su {110} e su {011} indistinta[4], prismatica poco distinta[2] pinacoidale
Fratturasubconcoide[4][3], fragile[4], prismatica distinta[1]
Coloreincolore o bianca[4][3], grigia[4][3], bianco-giallastra[3], Bianco-rossastra[3], gialla, rosa, viola, grigia, blu, bruna, bruna-rossastra o verde
Lucentezzavitrea[1][4][3][2] o madreperlacea
OpacitàTrasparente, traslucida[4][3]
Strisciobianco[4]
DiffusioneRaro[1] Molina de Aragón (Spagna), Ba-stennes e Grotta di Clamouse (Francia), Horschenz e Podrecany (Boemia), Agrigento (Sicilia), val Malenco, Cogne, monte Ramazzo, monte Somma (Napoli), Etna, Stati Uniti, Messico, Marocco, Namibia, Inghilterra, Scozia, Austria, Germania
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Etimologia modifica

Il nome deriva dal comune spagnolo Molina de Aragón, dai cui giacimenti provenivano i primi esemplari classificati.

Abito cristallino modifica

 
Cristalli di aragonite nella Grotta di Clamouse

L'aragonite, carbonato di calcio, cristallizza nella classe rombica bipiramidale, ha formula CaCO3. È un polimorfo della calcite a maggiore densità, dovuta alla maggiore coordinazione del calcio, ha il suo campo di stabilità a pressione più alta e a temperatura più bassa. L'habitus dei cristalli è generalmente prismatico: frequenti i geminati pseudoesagonali di tre individui.

I cristalli sono generalmente prismatici, spesso geminati secondo il prisma verticale {110}. Spesso i cristalli sono raggruppati in gruppi di tre o più individui con una pseudo-simmetria esagonale. Tuttavia si trovano anche i cristalli sottilissimi aciculari, fascicolati o raggiati. Si trovano anche i cristalli fibrosi, fibroso-raggiati, stalattitici, pisolitici.[2]

Si trovano anche in cristalli prismatici oppure in aggregati lamellari, colonnari, coralloide o terrose.[1]

Forma in cui si presenta in natura modifica

L'aragonite di origine inorganica generalmente si presenta in cristalli sottili e allungati, riuniti in ciuffi soprattutto all'interno di fratture, microfratture, porosità, diaclasi e cavità di rocce gessose (gesso, CaSO4+2H2O) o calcaree. L'aragonite può essere incolore o bianca, gialla, rosa, viola, grigia, blu, bruna, bruna-rossastra o verde e varia dal trasparente al translucida con lucentezza che cambia da vitrea a resinosa. L'aragonite si trova in ambiente sedimentario, è minerale costituente principale, o in combinazione con altri, delle parti dure di moltissimi organismi marini come, per esempio conchiglie di molluschi e loro perle, scheletro di cnidari come le madrepore e altri ancora. Si possono formare anche in depositi fumarolici e in cavità vulcaniche.

Giacimenti minerari nel mondo modifica

Famosi sono i geminati tripli pseudoesagonali, di colore grigio o rossastro, trovati a Molina de Aragón (Spagna). Bei cristalli provengono da Bastennes e dalla Grotta di Clamouse (Francia), da Horschenz e Podrecany (Boemia) e dalla Sicilia (Agrigento). L'aragonite è, inoltre, segnalata nelle litoclasi alpine di numerose località italiane (val Malenco, Cogne, monte Ramazzo) e nelle lave del monte Somma (Napoli) e dell'Etna. Si trovano anche giacimenti negli Stati Uniti, in Messico, nel Marocco (da quest'ultimo ultimamente se ne esportano massicce quantità), nella Namibia, in Inghilterra, Scozia, Austria, Germania.

Storia modifica

 
Ritratto di Werner

Scoperto dal mineralogista e padre della geologia storica Abraham Gottlob Werner nel 1797, questo minerale deve il nome alla regione spagnola dell'Aragona. In realtà il primo campione classificato proveniva precisamente da Molina de Aragón, nell'attuale Provincia di Guadalajara. Nel 1971 venne scritto un articolo riassuntivo su American Mineralogist, (volume 056, pp. 758) relativo a questo minerale.

Altre caratteristiche e utilizzi modifica

Polimorfo di calcite (trigonale) (stessa composizione chimica ma differente struttura) e vaterite (esagonale), viene detta nicholsonite[5] o, in inglese, "zincian aragonite"[6](quando contiene Zn: (Ca,Zn)CO3) e tarnowitzite (quando contiene Pb); reagisce facilmente all'attacco con acidi, è fortemente birifrangente, è fluorescente e fosforescente. Molto impiegato nell'industria edilizia per la produzione di cementi, è oggi utilizzato anche per la produzione di oggetti ornamentali; i campioni esteticamente più belli sono molto richiesti dai collezionisti. Minuscoli cristalli di aragonite sono contenuti nel corpo umano nell'orecchio interno (otoliti del sistema vestibolare).

L'aragonite è coinvolta anche nel processo di dolomitizzazione. Infatti la precipitazione di questo minerale favorisce la rimozione di ioni calcio e, di conseguenza, il cambiamento del rapporto Mg/Ca in soluzione nell'acqua marina. Questo rapporto generalmente si attesta intorno ai valori 5:1 ma in questi casi può arrivare anche a 10:1 e si formano così dolomie piuttosto che calcari, spesso con sostituzione strutturale degli ioni Ca con ioni Mg. Questo modello, denominato "modello di reflux" è stato proposto da Adams e Rhodes nel 1960, ed è prettamente riferito ad ambienti ipersalini, come bacini chiusi o lagune.

Caratteristiche chimico-fisiche modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j k Autori vari, "Come collezionare i minerali dalla A alla Z, Vol 2, da pag 452 a pag 454, Peruzzo, Milano. 1988
  2. ^ a b c d e f g h E.Artini, "I minerali", sesta edizione riveduta e aggiornata, da pag 407 a pag 409, Hoepli, Milano, ISBN 88-203-1266-2
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o Aragonite su webmineral
  4. ^ a b c d e f g h i j k l Aragonite su mindat
  5. ^ Nicholsonite, su mindat.org. URL consultato il 15 novembre 2020.
  6. ^ nicholsonite - The Mineral and Gemstone Kingdom, su minerals.net. URL consultato il 15 novembre 2020.

Voci correlate modifica

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