Armando Di Tullio

aviatore e militare italiano

Armando Di Tullio (Roma, 3 aprile 1913Alessandria d'Egitto, 4 luglio 1940) è stato un aviatore e militare italiano. Maresciallo armiere della specialità bombardamento, partecipò alla Guerra d'Etiopia, alla Guerra di Spagna e alla seconda guerra mondiale. Caduto in combattimento sul cielo di Alessandria d'Egitto per il suo comportamento nell'ultima missione fu decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Armando Di Tullio
NascitaRoma, 3 aprile 1913
MorteAlessandria d'Egitto, 4 luglio 1940
Cause della mortecaduto in combattimento
Luogo di sepolturaCimitero del Verano
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
Aviazione Legionaria
Specialitàbombardamento
Reparto67ª Squadriglia, 34º Gruppo, 11º Stormo Bombardamento Terrestre
GradoMaresciallo
GuerreGuerra d'Etiopia
Guerra civile spagnola
Seconda guerra mondiale
Decorazionivedi qui
dati tratti da Tre destini per un sacrificio[1]
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Biografia modifica

 
Un bombardiere S.79 Sparviero durante un passaggio a bassa quota su un campo d'aviazione dell'Africa settentrionale.

Nacque a Roma[1] il 19 settembre 1906,[2] ed entrò nella Regia Aeronautica come allievo armiere,[1] prestando servizio presso il 1º Stormo Caccia Terrestre[1] di Gorizia tra il 1931 e il 1934. Passò quindi presso il 5º Stormo Assalto, e nel 1935 partì volontario per l'Africa Orientale Italiana come sergente armiere, partecipando alla Guerra d'Etiopia inquadrato nella 116ª Squadriglia dell'Aeroporto di Macallè, passando al termine delle ostilità alla 64ª Squadriglia dell'Addis Abeba dove rimase fino al 1938 quando rientrò in Patria. Promosso sergente maggiore partì per la guerra di Spagna, prestando servizio nell'Aviazione Legionaria, dove per le sue azioni fu decorato con una Medaglia di bronzo al valor militare.[1] Nel 1939, con la fine del conflitto, rientrò in Italia per essere destinato alla 67ª Squadriglia, 34º Gruppo, 11º Stormo Bombardamento Terrestre equipaggiata con i bombardieri Savoia-Marchetti S.79 Sparviero. L'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940,[1] lo vide compiere alcune missioni su Malta, prima del trasferimento sull'aeroporto di Gadurrà a Rodi. L'inizio delle operazioni nel settore dell'Egeo comportò missioni sul Mediterraneo orientale,[1] e il 4 luglio[2] dieci bombardieri Savoia-Marchetti S.79 Sparviero decollarono da Gadurrà per un'incursione su Alessandria d'Egitto.[2] Il suo velivolo, pilotato dal maggiore Vittorio Cannaviello,[1] fu pesantemente colpito dalla reazione dei caccia inglesi.[1] Ferito alle gambe venne sostituito alla mitragliatrice dal capitano Ugo Pozza ed egli, portatosi alla postazione del puntatore, provvide allo sgancio delle bombe. Quando il capitano Pozza cadde mortalmente ferito riprese il suo posto alla mitragliatrice,[1] ma fu a sua volta ucciso da un colpo alla testa sparato dalle armi di due Gloster Gladiator del No. 80 Squadron[3] della Royal Air Force basato ad Amreya (Alessandria d'Egitto).[1] Alla sua memoria[N 1] gli venne concessa dapprima una Medaglia d'argento al valor militare, successivamente convertita in Medaglia d'oro,[2] e la promozione postuma al grado di Maresciallo di terza classe.[2] La sua salma riposa presso il Sacrario dell'Aeronautica Militare presso il cimitero del Verano, Roma.[4]

Dopo la guerra l'Aeronautica Militare gli intitolò la Scuola Addestramento reclute di Macerata.

Onorificenze modifica

«Armiere di un velivolo da bombardamento durante l'attacco ad una base nemica d'oltremare, difendeva strenuamente il suo velivolo contro preponderanti formazioni da caccia. Nonostante ferito agli arti inferiori e con stoica noncuranza del dolore, eseguiva lo sgancio delle bombe colpendo efficacemente l'obiettivo. Portatosi alle mitragliatrici laterali continuava nell'impari lotta finché colpito alla testa decedeva, non senza prima aver visto un nemico da lui colpito precipitare in fiamme. Cielo del Mediterraneo Orientale 11 giugno-4 luglio 1940.»
— [2]
— Regio Decreto 9 agosto 1940-XVIII[5]
«Armiere di un velivolo da bombardamento, durante l'attacco ad una base nemica d'oltremare, difendeva strenuamente il suo velivolo contro preponderanti formazioni da caccia. Ferito agli arti inferiori, e sostituito alla mitragliatrice dall'ufficiale puntatore, presente a se stesso e con stoica noncuranza del dolore, eseguiva lo sgancio delle bombe colpendo efficacemente l'obiettivo. Accortosi che l'ufficiale puntatore si era accasciato perché colpito a morte, benché estenuato dalla grave perdita di sangue si portava ancora alle mitragliatrici laterali e continuava nell'impari lotta finché colpito alla testa decedeva, non senza prima aver visto un nemico da lui colpito, precipitare in fiamme. Cielo del Mediterraneo Orientale, 11 giugno 1940-4 luglio 1940.»

Note modifica

Annotazioni modifica

  1. ^ Anche il capitano Pozza fu decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Fonti modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j k Mattioli 2013, p. 34.
  2. ^ a b c d e f g Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 166.
  3. ^ Håkan Gustavsson, Ludovico Slongo, Desert Prelude, Early Clashes June-November 1940, Stratus s.c. 2010 - ISBN 978-83-894-5052-4.
  4. ^ Il Sacrario dell'Aeronautica Militare, p. 14.
  5. ^ Bollettino Ufficiale 1040, dispensa 32, registrato alla Corte dei Conti, addì 6 maggio 1941, registro n.25 Aeronautica, foglio n.88.

Bibliografia modifica

  • Chris Dunning, Solo coraggio! La storia completa della Regia Aeronautica dal 1940 al 1943, Parma, Delta Editrice, 2000.
  • Håkan Gustavsson, Ludovico Slongo, Desert Prelude, Early Clashes June-November 1940, Stratus s.c. 2010 - ISBN 978-83-894-5052-4
  • Giulio Lazzati, Stormi d'Italia - Storia dell'aviazione militare italiana, Milano, Ugo Mursia Editore, 1975, ISBN 978-88-425-4079-3.
  • Mirko Molteni, L'aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative, Bologna, Odoya, 2012, ISBN 978-88-6288-144-9.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

Periodici modifica

  • Marco Mattioli, Tre destini per un sacrificio, in Aerei nella Storia, n. 93, Parma, West-Ward Edizioni, dicembre-gennaio 2013, pp. 32-36, ISSN 1591-1071.

Collegamenti esterni modifica