Blitz
Blitz (prestito linguistico della lingua tedesca) o colpo di mano è generalmente in ambito militare, un'azione rapida e improvvisa volta ad ottenere un risultato favorevole o colpire un obiettivo, mediante l'impiego limitato di uomini e mezzi e sfruttando il fattore sorpresa. A differenza del raid un blitz prevede l'occupazione del terreno dove si è svolta l'azione.
DescrizioneModifica
Derivato dalla parola tedesca Blitzkrieg (guerra lampo), l'uso del lessema blitz iniziò a diffondersi in Italia per essere continuamente riportato nell'entusiastica campagna stampa in sostegno al piano di operazioni aeree sul territorio inglese, denominato in codice "Blitz" dal comando tedesco ed attuato dal 7 settembre 1940 al 10 maggio 1941, nel corso della seconda guerra mondiale.
Il germanismo blitz forse per brevità, ha in parte sostituito l'uso dell'espressione italiana "colpo di mano", di significato corrispondente.
I blitz delle forze dell'ordineModifica
Nell'uso moderno, il termine blitz viene spesso associato a particolari operazioni di polizia e, per estensione, anche utilizzato in ambito politico o economico-finanziario, per definire un'azione repentina ed inattesa che causa un subitaneo mutare della situazione pregressa.
Questi sono i grandi blitz che sono stati effettuati in Italia dalle forze dell'ordine:
- 17 giugno 1983 - Maxi blitz contro la Nuova Camorra Organizzata (o NCO) di Raffaele Cutolo (definito dalla stampa "il venerdì nero della camorra"): più di 856 mandati di cattura contro i cutoliani, eseguiti in tutta Italia; fra gli altri destinatari più o meno noti degli ordini di cattura, dal presidente dell'Avellino calcio Antonio Sibilia, ai terroristi di opposte fazioni Pierluigi Concutelli e Sante Notarnicola, dal bandito settentrionale Renato Vallanzasca a politici meridionali come Giuseppe D'Antuono e Salvatore La Marca, sino al cantante Franco Califano e al conduttore televisivo Enzo Tortora, tutti accusati di essere affiliati o fiancheggiatori della NCO di Cutolo.[1]
- 29 settembre 1984 - Maxi blitz contro Cosa nostra ("blitz di San Michele"), eseguiti dai giudici istruttori Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sulla base delle dichiarazione di Tommaso Buscetta e altri pentiti: gli arrestati saranno 475 e si svolgerà l'imponente maxiprocesso di Palermo nel 1986-1987.
- 22 giugno 1985 - Maxi blitz nel messinese contro cosche mafiose legate in parte a Cosa nostra ("blitz di San Luigi"): 290 ordini di cattura (106 eseguiti per l'occasione), a cui seguirà il Maxiprocesso di Messina, dagli esiti meno fortunati rispetto al coevo maxiprocesso di Palermo.[2]
- 7 dicembre 2011 - Blitz contro il Clan dei Casalesi, che permise di catturare direttamente il suo capo, Michele Zagaria.[3]
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NoteModifica
- ^ EVADONO I TRE PENTITI CHE HANNO PERMESSO I BLITZ ANTICAMORRA - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 21 marzo 2023.
- ^ SUBITO IL PROCESSO AI 283 BOSS DELLA NUOVA 'CAMORRA PELORITANA' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 21 marzo 2023.
- ^ Catturato Zagaria, capo dei Casalesile prime parole del boss: "Ha vinto lo Stato", su la Repubblica, 7 dicembre 2011. URL consultato il 21 marzo 2023.