Carmine Mancuso

politico e poliziotto italiano

Carmine Mancuso (Palermo, 14 aprile 1948) è un politico e poliziotto italiano.

Carmine Mancuso

Senatore della Repubblica Italiana
LegislaturaXI, XII
Gruppo
parlamentare
XI Verdi La Rete - XII Verdi La Rete, Forza Italia
CoalizioneXII Progressisti
CircoscrizioneSicilia
CollegioPalermo I
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoLa Rete (1991-1995)
FI (1995-1996)
Città tua (2001)
Titolo di studioDiploma scuola media superiore
ProfessioneIspettore capo Polizia di stato
Carmine Mancuso
NascitaPalermo, 14 aprile 1948
EtniaItaliano
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Polizia di Stato
SpecialitàAnti Mafia
GradoIspettore capo della Polizia di Stato
Altre caricheDeputato all'Assemblea Regionale Siciliana
Senatore della Repubblica Italiana
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Biografia modifica

Il padre, Lenin Mancuso, era un maresciallo della Polizia e venne assassinato dalla mafia nel 1979 insieme al giudice Cesare Terranova, che scortava. Questo episodio portò Carmine a schierarsi veementemente contro la malavita, entrando anche lui in Polizia, dove diviene ispettore capo.

Negli anni '80 è tra i promotori del "Coordinamento antimafia" di Palermo; nel 1991 è fra i fondatori del partito "La Rete" insieme a Leoluca Orlando e Nando dalla Chiesa.

Con la Rete nel 1991 è eletto deputato all'Assemblea Regionale Siciliana[1] e poi nel 1992 diviene senatore della repubblica e vicepresidente del Gruppo Verdi - La Rete.

Nel 1992 in un'intervista all'Espresso denuncia l'esistenza di logge massoniche che sostengono le banche:

«Prenda le grandi banche di Londra, come la Barclays, i Lloyds e la Lazard Freres o Warburg e Co. Ognuna di esse possiede una loggia esclusiva. Vuole qualche esempio? Dietro i Lloyds c’è la loggia Black Horse di Lombard Street 4155. Dietro la Banca d’Inghilterra c’è la loggia n. 263. A Manhattan la situazione è identica perlomeno per quanto concerne le grandi banche come la Chase Manhattan, JPMorgan, Salomon Brothers, Citicorp e Goldman Sachs»

Nel 1994 viene rieletto al Senato per la coalizione dei "Progressisti" in quota "La Rete", ma alla fine del 1995 aderisce a Forza Italia, pur "considerando se stesso ancora un uomo di sinistra".[2] Nel 1996 è pronta la sua candidatura per Forza Italia al Senato, ma vengono smarriti i documenti, e scadono i termini per la presentazione.

Nel 1998 è stato condannato dal Tribunale di Palermo per diffamazione aggravata nei confronti di Bruno Contrada, in relazione a sue dichiarazioni in un programma televisivo del 1993[senza fonte].

Nel 2001 si candida a sindaco di Palermo a capo di una lista civica denominata "Città tua", raccogliendo circa il 2%.[3]

Note modifica

  1. ^ Assemblea Regionale Siciliana - Profilo Deputato Mancuso Carmine.
  2. ^ Carmine Mancuso passa dalla Rete a Forza Italia, in Corriere della Sera, 14 dicembre 1995, p. 4. URL consultato l'8 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2014).
  3. ^ Home Page.

Collegamenti esterni modifica

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