Cesare Moncada

principe di Paternò, militare e politico italiano

Cesare Moncada Pignatelli, principe di Paternò (1541 circa – Paternò, 30 luglio 1571), è stato un nobile e politico italiano del XVI secolo.

Cesare Moncada Pignatelli
II Principe di Paternò
IX Conte di Adernò, XII Conte di Caltanissetta, Conte di Sclafani
Stemma
Stemma
In carica1568 –
1571
Investitura29 marzo 1568
PredecessoreFrancesco I Moncada
SuccessoreFrancesco II Moncada
TrattamentoDon
Altri titoliBarone di Melilli, di Motta Sant'Anastasia, delle 164 onze annuali sopra i caricatori del Regno e del Grano Uno sopra le salme, Signore di Biancavilla e di Centorbi.
Nascita1541 circa
MortePaternò, 30 luglio 1571
SepolturaCollegio dei Gesuiti
Luogo di sepolturaCaltanissetta
DinastiaMoncada di Paternò
PadreFrancesco I Moncada
MadreCaterina Pignatelli Colonna
ConsorteAloisia de Luna Vega
FigliIsabella
Francesco
ReligioneCattolicesimo

Biografia modifica

Figlio di Francesco, I principe di Paternò, e di Caterina Pignatelli dei conti di Borrello, succedette al padre, morto nel 1566, nei titoli e nei feudi di famiglia, di cui ricevette investitura il 29 marzo 1568.[1] Francesco, ancora in vita, trattò le nozze del futuro Principe Cesare con la cugina Giovanna de Marinis Moncada, figlia di Pietro Ponzio, barone di Favara, e della sorella Stefania, ma incontrò l'ostacolo del Viceré di Sicilia, Juan de la Cerda, duca di Medinaceli, che la diede in sposa ad un Fernando de Silva, cavaliere spagnolo.[2] L'ingerenza del Duca di Medinaceli, sembrerebbe fu dovuta all'ostilità di questi nei confronti dei Moncada e delle loro politiche matrimoniali volte ad incrementare il loro patrimonio feudale.[3]

Nel 1568, sposò a Caltabellotta la nobildonna Aloisia de Luna Vega, figlia di Pietro, duca di Bivona, da cui ebbe i figli Isabella e Francesco.[4] Il matrimonio durò appena tre anni, poiché il 30 luglio 1571, il Principe Cesare moriva improvvisamente a Paternò a soli trent'anni.[5][6] Alla sua morte, la tutela dei figli - per la quale si era prodigato il fratello Fabrizio - e l'amministrazione degli Stati feudali furono assegnate dalla Regia Gran Corte alla vedova e al Duca di Bivona suo suocero.[7]

Fu capitano d'armi e viceregio vicario a Siracusa e Catania, e capo della Compagnia dei Bianchi di Paternò, da lui stesso fondata. In quest'ultima città, capitale del suo Principato, il Moncada vi aveva fissato dimora e trasferito la propria corte.[7]

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Guglielmo Raimondo Moncada Ventimiglia, conte di Adernò Giovanni Tommaso Moncada Sanseverino, conte di Adernò  
 
Raimondetta Ventimiglia Chiaramonte  
Antonio Moncada, conte di Adernò  
Contissella Moncada Esfar Antonio Moncada d'Aragona, conte di Caltanissetta  
 
Stefania di Esfar  
Francesco Moncada de Luna, principe di Paternò  
Sigismondo de Luna Cardona, conte di Sclafani Antonio de Luna Peralta, conte di Caltabellotta  
 
Beatrice Cardona  
Eleonora Giovanna de Luna Rosso  
Beatrice Rosso Spatafora Antonio Rosso Spatafora, conte di Sclafani  
 
NN Spatafora  
Cesare Moncada Pignatelli, principe di Paternò  
Ettore Pignatelli Alferi, duca di Monteleone Carlo Pignatelli, signore di Monticello  
 
Mariella Alferi  
Camillo Pignatelli Gesualdo, conte di Borrello  
Ippolita Gesualdo di Capua Sansone Gesualdo, conte di Conza  
 
Costanza di Capua  
Caterina Pignatelli Carafa  
Berlingieri Carafa Pignatelli Gurrello Carafa, signore di Veriolo  
 
Lucrezia Pignatelli  
Giulia Carafa Saracena  
Camilla Saracena del Tufo, baronessa di Novi Michele Saraceno  
 
Ramondetta del Tufo Marra  
 

Note modifica

  1. ^ Spreti, p. 640.
  2. ^ Lengueglia, pp. 558-559.
  3. ^ L. Scalisi, L. Foti, Il governo dei Moncada (1567-1672), in La Sicilia dei Moncada: le corti, l'arte e la cultura nei secoli XVI-XVII, Domenico Sanfilippo Editore, 2006, p. 21.
  4. ^ Sofonisba Anguissola e le sue sorelle, Leonardo, 1994, p. 155.
  5. ^ Lengueglia, p. 568.
  6. ^ (ES) Discurso politico sobre las conveniencias que han de resultar al servicio de su Magestad, y bien publico del Reyno de Serdeña, Galletti, 1646, p. 12.
  7. ^ a b Scalisi-Foti, p. 24.

Bibliografia modifica

  • G. A. della Lengueglia, Ritratti della prosapia et heroi Moncadi nella Sicilia, vol. 1, Valenza, Sacco, 1657.
  • F. M. Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, Della Sicilia nobile, vol. 1, Palermo, Stamperia de' Santi Apostoli, 1754.
  • G. Savasta, Memorie storiche della città di Paternò, Catania, Galati, 1905.
  • V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, vol. 5, Bologna, Forni, 1981.
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