Chiesa dei Santi Bernardino e Girolamo

La chiesa dei Santi Bernardino e Girolamo[1] è un edificio religioso dell'XI o XII secolo che si trova in località Orenno, a Bellinzona. La struttura era un'ala di un edificio più grande, che ospitava un convento agostiniano, raso al suolo nel 1952.

Chiesa dei Santi Bernardino e Girolamo
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
CantoneTicino
LocalitàOrenno (Bellinzona)
IndirizzoEl Cunvént 6, 6513 Monte Carasso
Coordinate46°11′13.3″N 8°59′50.09″E / 46.187028°N 8.997246°E46.187028; 8.997246
Religionecattolica
TitolareBernardino da Siena
Diocesi Lugano
Stile architettonicoromanico, tardo gotico, barocco
Inizio costruzioneXI secolo
Completamento1660
Sito webwww.parrocchia-montecarasso.ch

Storia modifica

L'edificio sorse fra l'XI e il XII secolo con aula unica e abside di forma semicircolare. Il convento, invece, fu eretto nel 1450. In quegli anni, stando a un'iscrizione inserita nel XX secolo in facciata, il precedente oratorio di San Girolamo fu dedicato anche a San Bernardino. Già a partire da quel secolo l'edificio subì un primo ampliamento, seguito da ulteriori lavori nel secolo successivo e poi ancora nel Seicento, quando - a cavallo fra il 1658 e il 1660 alla chiesa fu aggiunto il coro. Nel 1516 il comune di Bellinzona concesse benefici economici a una comunità di suore agostiniane di Santa Elisabetta dipendente dalla chiesa di San Biagio a Ravecchia, dando così riscontro ufficiale della presenza delle monache nella zona. Il convento, però, nel 1859 fu soppresso.

La chiesa fu profondamente modificata nel corso del XX e del XXI secolo. Fra il 1905 e il 1906 un primo restauro si concentrò sugli interni, dedicandosi però anche al recupero degli affreschi cinquecenteschi in facciata. A questo intervento seguirono quello curato da Guido Tallone fra il 1968 e il 1971, quello di Luigi Snozzi (1987-1993) e quello di Alberto Julio Fresco, Anita Lara Bulloni Fresco e Andrea Skory (2009-2010).

Fino al 1905, inoltre, la chiesa ospitava un'ancona cinquecentesca in stile svevo con cinque statue (Madonna col Bambino, San Bernardo da Chiaravalle, San Bernardino da Siena, San Nicola di Bari e San Girolamo) e due ante, sulle quali sono scolpite a bassorilievo le figure di Santa Caterina di Alessandria, Sant'Antonio abate, San Benedetto da Norcia e Santa Barbara. L'ancona, sulla quale è presente l'iscrizione «inaurata cum pluribus imaginibus ligneis inaurati, clauditur ianuis eadem arte elaboratis», è oggi conservata al Museo Nazionale Svizzero di Zurigo. La predella dell'ancona, con Cristo tra gli apostoli, era invece rimasta nella chiesa, ma fu successivamente trafugata.

Descrizione modifica

Esterni modifica

La chiesa è dotata di un tetto e di due portici: uno, anteriore, precede la facciata, mentre il secondo, che dà accesso alla cappella iemale, si trova alle spalle del coro. La facciata, al fianco della quale si erge un campanile, è decorata da affreschi cinquecenteschi attribuiti Domenico Pezzi: vi sono raffigurati San Cristoforo, San Pietro e San Bernardino da Siena, Sant'Apollonia e Santa Veronica, l'Annunciazione e Dio padre con due angeli[2].

Interno modifica

L'edificio a navata unica, dotata di volta a botte lunettata, termina con un coro di forma rettangolare. L'ultima campata di quest'ultimo ospita oggi una cappella iemale, ma in precedenza ospitava il coro delle suore. Nell'abside la volta è a botte ribassata.

La navata è decorata con le stazioni della Via crucis dipinte su tela e risalenti al XVII e XVIII secolo. Al loro fianco altre quattro tele dello stesso periodo: un'Adorazione dei pastori (1752) che reca la firma di "D. Mantello", una Nascita della Vergine, un quadro che descrive l'Origine del convento e un'Immacolata Concezione. Le ultime due tele furono trasportate qui dalla chiesa della Santissima Trinità, come anche la Santissima Trinità di Giosuè Oggioni conservata nella cappella laterale di destra.

Alle spalle dell'altare maggiore, sul quale si trova un tabernacolo in legno dorato e dipinto, trova un posto un crocifisso secentesco in legno con inserti dorati poggiato su una grata lignea.

La parete di fondo del coro è decorata da un cornicione, mentre quella sinistra ospita tele del Sei-Settecento. Qui si trovava inoltre il gruppo in stucco che raffigura l'Annunciazione (databile intorno al 1650) spostato sull'arco principale dopo il restauro del 2009.

Nel corpo principale della chiesa spicca inoltre, sulla tribuna in legno, un organo realizzato da Giuseppe Reina nel 1746. Di rilievo le decorazioni della parte frontale, recuperate durante il restauro curato da Guido Tallone: vi sono dipinti, su legno e su tela, I Santi Agostino e Monica al cospetto della Madonna della Cintola.

Meritano un cenno, infine, le cappelle. Quella di sinistra ospita due statue, una Madonna del Rosario settecentesca in legno dipinto e un San Bernardino da Siena. Quella di destra, invece, conserva la Santissima Trinità (1784) di Giosuè Oggioni e un paliotto in scagliola realizzato nel 1750 da Giuseppe Maria Pancaldi[3].

Note modifica

  1. ^ Chiesa dei Santi Bernardino e Girolamo - Inventario dei beni culturali (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2013).
  2. ^ Valle Parri, Monte Carasso, 2010, 141-144.
  3. ^ Sikart: Giuseppe Maria Pancaldi.

Bibliografia modifica

  • Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino, traduzione di Eligio Pometta, Bellinzona, Tipo-Litografia di Carlo Salvioni, 1894. p. 215-217.
  • Virgilio Gilardoni, Inventario delle cose d'arte e di antichità, Edizioni dello Stato. Bellinzona 1955, 243-246.
  • Rinaldo Guidotti, Notizie storiche su Monte Carasso, Istituto Editoriale Ticinese, Bellinzona 1965.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 29.
  • Giuseppe Chiesi, Verio Pini, Bellinzona nella storia e nell'arte, Bellinzona 1991.
  • Anastasia Gilardi, Monte Carasso. Notizie, documenti, progetti, Municipio di Monte Carasso, Bellinzona 1993.
  • AA. VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 48, 51, 52, 53, 54.
  • Dione Flühler-Kreis, Peter Wyer, Die Holzskulpturen des Mittelalters. II. Katalog der Sammlung des schweizerischen Landesmuseums Zürich, Zürich 2007, 191-195, nota 224.
  • Anastasia Gilardi, Affreschi medievali della «Crocifissione» in Ticino e la vetrata di Monte Carasso, in Angelo Crivelli (a cura di), «Mysterium Crucis: Antiche sante croci del Canton Ticino», catalogo della mostra di Mendrisio, Lugano 2010, 64-68.
  • Silvia Valle Parri, Monte Carasso. Santi Gerolamo e Bernardino, in Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa, Marco Tanzi (a cura di), «Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino a Bernardino Luini. Itinerari», Officina Libraria, Milano 2010.
  • Silvia Valle Parri, Domenico Pezzi, detto Furgnico. Madonna con il Bambino tra i Santi Biagio e Gerolamo, in Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa, Marco Tanzi (a cura di), «Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino a Bernardino Luini», Officina Libraria, Milano 2010, 186-189.

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