Chiesa di San Giuseppe al Lagaccio

chiesa a Genova

La chiesa di San Giuseppe al Lagaccio è un luogo di culto cattolico Italiano, situato nel comune di Genova, presso il quartiere del Lagaccio.

Chiesa di San Giuseppe al Lagaccio
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLiguria
LocalitàGenova
Coordinate44°25′16.36″N 8°55′05.83″E / 44.42121°N 8.918285°E44.42121; 8.918285
Religionecattolica
DiocesiGenova
ArchitettoLorenzo Basso
Stile architettoniconeoromanticismo
Inizio costruzione1913
Completamento1920
Sito webwww.parrocchialagaccio.it

L'edificio è fra quelli sottoposto a vincolo dalla soprintendenza di Genova per la rilevanza storica e culturale.[1][2][3] La chiesa parrocchiale di San Giuseppe al Lagaccio fa parte del vicariato di san Teodoro dell'arcidiocesi di Genova.

Storia modifica

 
La chiesa in occasione della posa della prima pietra nel 1913 (da La Domenica del Corriere)
 
Il progetto architettonico dell'ingegnere Lorenzo Basso
 
La navata centrale della chiesa coi colonnati laterali
 
L'altare maggiore con decorazioni floreali

Sino alla prima metà dell'Ottocento, la valle del rio San Tomaso (poi Lagaccio) era prevalentemente incontaminata, con poche case concentrate nella parte inferiore. Nella parte a monte vi era un lago (creato nel 1539 sbarrando il rio), mentre nella parte più bassa un antico polverificio - a servizio del sottostante Palazzo del Principe - edificato dalla Repubblica di Genova alla metà del XVII secolo, e poi convertito nel XIX secolo nella Caserma Gavoglio e nel 2022 in parco pubblico.[4][3][1] L’area più a valle, già nel XIX secolo aveva iniziato l'urbanizzazione, in particolare con un compatto nucleo di edifici risalenti alla seconda metà del XIX secolo, fra i quali, nel 1875, la grande casa operaia voluta dal duca Raffaele De Ferrari, all'incrocio delle successive via Adamo Centurione e via del Lagaccio.

A cavallo fra l'Ottocento e il Novecento, l'aumentata popolazione locale manifestò la necessità dell'edificazione di un luogo di culto nel quartiere.[5] Promotore del progetto fu l'arcivescovo Edoardo Pulciano, che il primo maggio del 1903 consacrò una cappella più antica già presente in loco.[6][7] Poco dopo, la marchesa Giulia Cattaneo della Volta, vedova di Gaetano Cambiaso, donò uno dei terreni fra i suoi possedimenti; i lavori per la costruzione della nuova chiesa poterono quindi iniziare, con la posa della prima pietra il 19 marzo 1913, insieme alla quale furono posate una medaglia raffigurante il Papa, una moneta raffigurante Vittorio Emanuele III e una tavoletta con una iscrizione in latino del liturgista Mario Righetti.[6][7]

Il progetto fu affidato all'architetto ingegnere Lorenzo Basso,[8] già progettista in vari edifici sacri in Italia (fra i quali il Sacro Cuore di Ancona, San Pancrazio di Piacenza, San Giovanni Battista della Spezia,[9] Sant'Ambrogio di Bargagli, Madonna di Guadalupe, San Rocco di Vernazza)[10][11] che, con uno spazio iniziale di 600mq, concepì un edificio che la stampa dell'epoca definì un «tempio di austero e bellissimo stile».[5]

Papa Benedetto XV finanziò con 50.000 lire la costruzione della cripta.[6][7] Per l'aumentata popolazione, presto si resero necessari lavori di ampliamento, sospesi temporantemante durante la prima guerra mondiale, ripresi nel 1919 e terminati nel 1920 alla presenza del vescovo Giacomo Maria De Amicis.[7][6]

Fra il 1924 e il 1925 la chiesa fu ulteriormente ampliata e divenne vicaria autonoma,[6] mentre il 12 gennaio 1926 con Regio decreto la chiesa fu eretta a parrocchia autonoma con il titolo di prevostura, su ordinazione dell'arcivescovo Carlo Dalmazio Minoretti.[7][12] Nel 1935 fu aggiunto il nuovo altare maggiore in marmo policromo.[6][7] Presso la chiesa, negli anni '30 del Novecento, studiò Vito Elio Petrucci, e qui partecipò anche all'Azione Cattolica.[13]

Durante la seconda guerra mondiale la chiesa fu gravemente danneggiata in seguito al bombardamento dell'8 agosto 1943,[6][7] e successivamente restaurata.

Nel 1995 venne installato un nuovo altare maggiore, in posizione rialzata, con una mensa in marmo e una struttura di sostegno in bassorilievo a mosaico dorato dell'Agnello del nuovo testamento.[14]

Gli interni videro un intervento di restauro nel 2006, su progetto di Roberto Rossi, con rifinitura delle pareti e trattamento degli elementi in legno. Fu inoltre ampliata la porta della sacrestia.[14] Nello stesso anno, la parrocchia venne menzionata nel libro Insegnamenti di Benedetto XVI, scritto dal Papa nel 2006.[15]

Nel 2011 vennero sottoposte a restauro le statue di San Giuseppe, della Madonna, di San Francesco da Paola, di sant'Antonio da Padova, e della Madonna di Lourdes;[16][17] l'anno successivo fu installata una rampa per l'accesso disabili.[18]

In occasione del centenario dalla fondazione della chiesa, nel 2013 è stata celebrata la ricorrenza alla presenza del cardinale Angelo Bagnasco.[19]

Descrizione modifica

 
Il complesso architettonico, col campanile sul retro

La struttura è in pietra e laterizio. La pianta è a basilica, con tre navate sostenute da una successione di colonne bicrome a pianta quadrata con capitelli corinzi, legate fra di esse da una serie di archi a sesto acuto. Le navate laterali sono lineari, mentre quella centrale culmina con un abside poligonale in cui è collocato l'altare maggiore.[14] Posteriormente è collocato il campanile, a base quadrata e con cuspide a piramide.

La chiesa presenta una facciata a salienti, ed è edificata in stile neoromanico. Frontalmente sono collocate tre aperture a portale, due laterali minori, una centrale maggiore, tutte con strombatura ad arco acuto. Sopra al portale maggiore, in posizione simmetrica centrale, è presente un oculo circolare con la funzione di illuminazione della navata centrale. Simili finestre circolari sono installate simmetricamente sulle due facciate laterali. La facciata frontale ha una finitura al grezzo, che nel progetto originale, pensato prima delle ristrettezze economiche successive alla guerra, prevedeva l'installazione di un rivestimento a liste o scandole (probabilmente in ardesia, marmo o pietra).[5] Il tetto è a falde inclinate in ardesia e coppi in laterizio. La copertura è a capriate in legno.[14]

Gli interni presentano una pavimentazione con motivi geometrici in marmo policromo alternato, bianco, nero e grigio.[14] Sono inoltre presenti vetrate istoriate. Sul lato destro è presente un organo, le cui imponenti canne sono poste sopra al portale centrale. Accanto all'organo è presente un pulpito marmoreo.

Fra gli oggetti liturgigi della chiesa, due sono segnalati per rilevanza storica nel Catalogo generale dei Beni Culturali del Ministero della Cultura:

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ a b Vincolo Architettonico, su Vincoli Architettonici, Archeologici e Paesaggistici, Regione Liguria.
  2. ^ Elenco beni immobili sottoposti a tutela ai sensi D.lgs. 42/2004 (PDF), su Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia.
  3. ^ a b Elenco beni immobili sottoposti a tutela ai sensi D.Lgs 42/2004 (PDF), su soprintendenza.liguria.beniculturali.it.
  4. ^ Caserma Gavoglio, su Invest in Genova.
  5. ^ a b c Nuove costruzioni. La chiesa di S. Giuseppe al Lagaccio, in La Domenica del Corriere, n. 14, Milano, 6-13 aprile 1913, p. 8.
    «Come cresce la popolazione occorre pensare ai suoi vari bisogni, non eslcusi quelli spirituali [...] Ci furono discorsi, musiche e rinfreschi: ed ora non si attende più che il sorgere delle fondazioni del tempio di austero bellissimo stile.»
  6. ^ a b c d e f g S. Giuseppe al Lagaccio, su Arcidiocesi di Genova (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2011).
  7. ^ a b c d e f g Storia, su Parrocchia Lagaccio, 13 novembre 2008.
  8. ^ Ingegneri, in Annuario genovese guida amministrativa, commerciale, industriale e marittima ecc, 1935, p. 1045.
  9. ^ Chiesa di San Giovanni Battista (PDF), su Beni Culturali.
  10. ^ Luca Orlandi, Lorenzo Basso (1880-1940): architetto e ingegnere genovese, in Quaderni di Storia dell'Architettura, 2002, pp. 41-60.
  11. ^ Lorenzo Basso, su Catalogo generale Beni Culturali.
  12. ^ Regio Derceto del 27 ottobre 1926, Registrato alla Corte dei Conti il 13 novebmre 1926
  13. ^ Vito Elio Petrucci, Laura Galliadi e Lucia Tartaglia, Appunti per la storia del teatro genovese, A Compagna, 2001, p. 55.
  14. ^ a b c d e Chiesa di San Giuseppe al Lagaccio, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 13 maggio 2011.
  15. ^ Insegnamenti di Benedetto XVI, Libreria Editrice Vaticana, 2007, p. 499.
  16. ^ San Giuseppe... ripulito!, su parrocchialagaccio.it, 30 agosto 2011.
  17. ^ Restaurate varie statue, su parrocchialagaccio.it, 27 maggio 2011.
  18. ^ Protocollo 5833 /2012, su Direzione Sviluppo Urbanistico e Grandi Progetti, Comune di Genova.
  19. ^ I cento anni con il cardinale, su parrocchialagaccio.it, 23 marzo 2013.
  20. ^ Madonna Immacolata, su Catalogo generale dei Beni Culturali.
  21. ^ ostensorio - bottega milanese (prima metà sec. XX), su Catalogo generale dei Beni Culturali.

Bibliografia modifica

  • La chiesa di S. Giuseppe al Lagaccio, in L'amico delle Famiglie, 14 settembre 1919, pp. 225–226.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica