Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia

Voce principale: Riforma liturgica.

Il Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia (in italiano: Consiglio per l'attuazione della Costituzione sulla Sacra Liturgia) fu un organismo della Chiesa cattolica attivo tra la fine del 1963 e il 1969, quando confluì nella neonata Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti. Scopo del Consiglio era di dare applicazione alla costituzione Sacrosanctum Concilium, approvata dal Concilio Vaticano II. Il Consilium è stato un organismo dallo status giuridico incerto, posto alle dipendenze dirette del Papa e incaricato di elaborare dei nuovi testi liturgici, per progettare e attuare una riforma dei riti e della liturgia, di cui durante il Concilio Vaticano II erano stati indicati solo pochi princìpi generali[1].

Storia modifica

Con il motu proprio Sacram liturgiam[2] del 25 gennaio 1964 (reso pubblico il 29 febbraio 1964), papa Paolo VI, fra le altre cose, istituì il "Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia", incaricandolo di «attuare nel modo migliore le prescrizioni della stessa Costituzione sulla Sacra Liturgia» del Concilio Vaticano II, ovvero Sacrosanctum Concilium.

Ne erano membri «una cinquantina tra cardinali e vescovi», assistiti da «più di duecento periti» provenienti da diverse nazioni[3]. Il primo presidente fu il cardinale Giacomo Lercaro, cui succedette il cardinale Benno Walter Gut. A questo porporato benedettino faceva capo il Consilium al momento di mettere in atto le decisioni sulla riforma della liturgia, in particolare quella della revisione del Messale Romano nel 1969. Allora era vicepresidente il cardinale Carlo Confalonieri e membri i cardinali Giacomo Lercaro, Gregorio Pietro Agagianian, Valerian Gracias, Paolo Giobbe, Laurean Rugambwa, Raúl Silva Henríquez, William John Conway, John Patrick Cody, Michele Pellegrino e Pericle Felici. Ne era segretario padre Annibale Bugnini[4].

I membri con diritto di voto nominati all'inizio dei lavori erano 42:[5]

I lavori del Consilium erano animati da vicino in ogni momento da papa Paolo VI[6].

Pubblicazioni del Consilium modifica

  1. Prima Istruzione per la retta applicazione della Costituzione sulla Sacra Liturgia, Inter Oecumenici
  2. De oratione communi seu fidelium (1965)
  3. Bollettino mensile "Notitiae"

Note modifica

  1. ^ Le principali indicazioni furono: la semplificazione dei riti (togliere le duplicazioni); l'introduzione un numero maggiore di brani scritturali; l'introduzione di una qualche forma di preghiera dei fedeli; la concessione di un maggior spazio alla lingua nazionale nella liturgia, in particolare nelle letture; la prescrizione di conservare il latino nei riti latini. Dal testo della Sacrosanctum Concilium: [1]
  2. ^ Motu proprio Sacram liturgiam
  3. ^ Aimé Georges Martimort (a cura di), La Chiesa in preghiera. Introduzione alla Liturgia, I: Principi della Liturgia, Brescia, Queriniana, 1987, 20094, p. 99; cfr. anche (ES) Xavier Basurko, Historia de la liturgia, Barcelona, Centre de Pastoral Litúrgica, 2006, p. 565.
  4. ^ Annuario Pontificio 1969, pp. 1047-1048
  5. ^ Annibale Bugnini, Reform of the Roman Liturgy, 52, pp. 943-944 cit. da (EN) Christiaan Kappes, The Normative Mass of 1967: Its History and Principles as Applied to the Liturgy of the Mass, 2012, p. 74 nota 179
  6. ^ (ES) José Aldazábal Larrañaga, Vocabulario básico de liturgia, Barcelona, Centre de Pastoral Litúrgica, 2002, p. 337]; cfr. Discorso di Paolo VI ai partecipanti alla VII sessione plenaria del «Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia»

Bibliografia modifica

  Portale Cattolicesimo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cattolicesimo