Eduardo de Martino
Eduardo Federico de Martino, talora indicato anche come Edoardo (Meta, 29 marzo 1838 – Londra, 21 maggio 1912), fu un pittore italiano la cui produzione artistica riguardò in larga parte la rappresentazione di navi e battaglie di diverse Marine militari del mondo. Anteriormente al conseguimento della fama artistica fu militare della Marina borbonica e, dopo il 1861, di quella italiana, nella quale giunse fino al grado di sottotenente di vascello.
Per i suoi meriti artistici fu insignito dell’Ordine vittoriano del Regno Unito, di quello della Rosa brasiliano e di quello della Corona d'Italia, oltre a essere stato l’unico ad avere goduto del titolo di «Pittore di Marina di sua Maestà» conferitogli dalla regina Vittoria e confermato dai suoi successori Edoardo VII e Giorgio V.
Nonostante residente all’estero per più di metà della sua vita, rimase sempre cittadino italiano[1].
Biografia
modificaCarriera militare
modificaNato nel 1838 a Meta (comune del Napoletano adiacente a Sorrento), ottavo figlio di un pilota della Marina borbonica che morì quando aveva pochi mesi di età, fu arruolato a 11 anni nel 1849 nella Real accademia di Napoli affinché intraprendesse la carriera da ufficiale dell’armata di mare delle Due Sicilie[1] e sopperisse parzialmente alle difficoltà finanziarie affrontate dopo la morte del capofamiglia.
Nella capitale del regno Eduardo de Martino trovò il modo di conciliare gli studi e la disciplina militare con la frequenza serale all’Accademia di belle arti, nonché la pratica presso gli studi di due pittori locali[1].
A 16 anni conseguì la licenza di pilota di 2ª classe e un anno più tardi quello di 1ª classe[1].
Con l’Unità d’Italia del 1861 passò alla Regia Marina e nel 1863 divenne ufficiale con il grado di guardiamarina; l’anno successivo fu promosso sottotenente di vascello e divenne ufficiale di rotta. Nel 1866, durante una missione in Atlantico meridionale, la corvetta Ercole sulla quale era imbarcato ebbe un incidente nello stretto di Magellano; dato il suo incarico a bordo ne fu ritenuto responsabile (altre fonti suggeriscono altresì l’ipotesi che egli conoscesse il responsabile dell’incidente e decise di non testimoniare sull’accaduto[2]) e quindi, dopo poco meno di due anni e altri imbarchi nel Mar Baltico, si congedò dalla Marina[1] per stabilirsi a Montevideo, in Uruguay, forte dei legami di amicizia che aveva intrecciato con alcuni ufficiali di varie Marine del Sudamerica[1].
Carriera artistica
modificaPoco dopo l’arrivo in Uruguay si trasferì a Porto Alegre in Brasile, dove nel 1869 espose i suoi primi quadri[3]; già introdotto fin dal 1867 da alcuni ufficiali di quel Paese alla corte dell’imperatore Pietro II, ricevette da questi l’incarico di documentare pittoricamente l’andamento della guerra della triplice alleanza (il conflitto condotto per questioni territoriali tra il Paraguay e le forze armate di Argentina, Brasile e Uruguay tra il 1864 e il 1870).
Numerose sono le opere che il pittore produsse in quel lasso di tempo, anche se la notorietà e la consacrazione giunsero a conflitto cessato e a celebrazioni della vittoria in corso[2]: fu infatti invitato a presentare due sue opere all’esposizione generale delle Belle Arti del 1870, quando all’epoca era già membro dell’Accademia imperiale[2]. Il successo di Eduardo de Martino come pittore ufficiale della marina brasiliana fu tale che nel 1871 Pietro II gli conferì l’onorificenza di cavaliere dell’Ordine della Rosa[4].
A Rio de Janeiro conobbe e sposò la diciottenne Isabella Coelho Gomes, insieme alla quale lasciò nel 1876 il Brasile con una lettera imperiale di raccomandazione a Francisco de Carvalho Moreira, ambasciatore a Londra presso il governo britannico[3]. Secondo un'indagine di Salvador de Mendonça, citata dallo storico e giornalista Laudelino Freire, Eduardo de Martino era accreditato, al 1916, di 343 dipinti prodotti nel periodo brasiliano tra il 1867 e il 1875[3]; fu ipotizzato che la decisione di lasciare il Paese fosse maturata a seguito della saturazione del mercato delle sue opere e il calo del loro valore commerciale[3].
La prima figlia della coppia nacque a Londra nel febbraio 1877. Nei successivi due anni nacquero un’altra figlia e un figlio, che morì diciottenne nel 1897.
Stabilitosi allo Swiss Cottage a Camden e aperto il proprio studio a St. John’s Wood, strinse amicizia con diversi membri della casa reale britannica, in particolare con il principe di Galles Edoardo VII e la sua consorte, Alessandra di Danimarca; l’attività pittorica nel Regno Unito fu altrettanto intensa di quella del periodo sudamericano, e le sue opere trovarono ampia valorizzazione tanto da essere tuttora conservate a Buckingham Palace e al museo nazionale marittimo di Greenwich[1].
Grazie alle amicizie che vantava (incluse quelle in Casa Savoia, benché assente dall’Italia da circa 25 anni), ottenne numerosi incarichi (tra i più celebri quello di pittore dell’America’s Cup 1899 per volere di Thomas Lipton[5]) e onorificenze in riconoscimento dei suoi contributi artistici: dalla sua patria d’origine ricevette il diploma di cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia nel 1892[1], mentre nel Regno Unito fu insignito dalla sua fondatrice dell’Ordine reale vittoriano[6], del quale successivamente suo figlio Edoardo, nel 1902, lo promosse a commendatore[7]. Inoltre, ancora Vittoria lo aveva nominato nel 1894 Marine Painter to Her Majesty («Pittore di Marina di sua Maestà»)[1][6], titolo mai conferito né prima né in seguito[1] e che fu confermato all’artista dai due sovrani successivi, Edoardo VII e Giorgio V.
Fin dal 1879 fu costretto a convivere con i postumi di una paralisi (verosimilmente dovuta a ictus) che lo rese parzialmente invalido anche se le pesanti limitazioni motorie non gli impedirono di dipingere; morì, probabilmente per la stessa causa, il 21 maggio 1912[8][9] a 74 anni mentre stava recandosi alla stazione Victoria per salutare Alessandra — all’epoca regina madre dopo la morte di Edoardo e l’ascesa al trono di Giorgio V — in partenza per un viaggio a Copenaghen. Fu sepolto al cimitero cattolico di St Mary a Londra[10], dove riposano anche le spoglie del suo terzo figlio e di sua moglie. Eduardo de Martino visse all’estero per 44 dei suoi 74 anni di vita, ciononostante mantenne sempre la propria cittadinanza italiana[1].
Gran parte dei suoi lavori non esposti furono custoditi dalla seconda figlia Maria Elisabetta (1878-1960)[5], alla morte della quale entrarono in diverse collezioni, pubbliche o private. Alla sua tecnica si ispirarono alcuni artisti di paesaggio dell’epoca, tra cui Thomas Somerscales e John Fraser.
Nel XXI secolo l’opera di Eduardo de Martino è tornata a richiamare l’interesse di critica e pubblico: Marinai d’Italia, la rivista ufficiale dell’A.N.M.I., lo cita come «il pittore di marina italiano più importante e noto a livello internazionale» a cavallo dei due secoli in cui visse[11]. Nel 2013 nella sua località natale, Meta, fu organizzata una breve mostra, Eduardo de Martino. Da ufficiale di Marina a pittore di corte, con esposizione delle tavole pubblicate sul testo omonimo curato da Luigina de Vito[12].
Tra marzo e aprile 2018, inoltre, la sua produzione brasiliana fu esposta al Museo storico nazionale di Rio de Janeiro nel quadro della mostra Paisagens da Guerra – A pintura de E. De Martino[2], che beneficiò anche della collaborazione dell’Istituto italiano di cultura in Brasile[2].
In Italia, originali delle sue opere raffiguranti navi della Regia Marina si trovano, tra gli altri, al Museo navale di Genova (corazzata Ruggiero di Lauria, 1884), all’Accademia navale di Livorno (corvetta Euridice, 1868) e al palazzo del Quirinale a Roma (corazzata Re Umberto 1898).
Onorificenze
modificaLetteratura d’approfondimento
modifica- Luigina de Vito Puglia, Eduardo de Martino. Da ufficiale di Marina a pittore di corte, a cura di Andrea Fienga, Monghidoro, con-fine, 2013, ISBN 88-96427-38-X.
Note
modifica- ^ a b c d e f g h i j k l Uomini della Marina, pp. 185-86.
- ^ a b c d e (PT) Museu Histórico Nacional apresenta batalhas históricas na pintura de Edoardo De Martino, su mhn.museus.gov.br, Rio de Janeiro, Museu Histórico Nacional. URL consultato il 27 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2018).
- ^ a b c d Freire.
- ^ a b Amaral 2001, p. 127.
«Em reconhecimento aos seus trabalhos, o imperador fê-lo Cavaleiro da Ordem da Rosa, como Vitor Meireles e Pedro Américo». - ^ a b (EN) Ponti Art Gallery to offer a remarkable group of seascapes by British court painter Eduardo de Martino, in Art Daily, Monterrey, 1º agosto 2018. URL consultato il 3 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2019).
- ^ a b c (EN) Chancery of the Royal Victorian Order, in The Edinburgh Gazette, n. 11000, Edinburgh, 28 giugno 1898, p. 637. URL consultato il 27 febbraio 2019.«The Queen has been graciously pleased to appoint Chevalier Eduardo de Martino, Marine Painter to Her Majesty, to be an Honorary Member of the Fourth Class of the Royal Victorian Order»
- ^ a b (EN) Chancery of the Royal Victorian Order, in The London Gazette, 27493 (supplemento), London, 9 novembre 1902, p. 7161. URL consultato il 27 febbraio 2019.«To be Honorary Commander: Chevalier Eduardo de Martino, M.V.O. (Marine Painter to His Majesty)»
- ^ (EN) Re Commendatore Eduardo de Martino, Hon. C.V.Q., Deceased, in The London Gazette, n. 28736, London, 11 luglio 1913, p. 4997. URL consultato il 3 marzo 2019.«Notice is hereby given, that […] Commendatore Eduardo de Martino, Hon. C.V.O. (who died on the 21st May, 1912 […])»
- ^ (EN) Eduardo de Martino Dead; Marine Artist Who Painted for the Late Queen Victoria, in The New York Times, 23 maggio 1912. URL consultato il 20 luglio 2019.
- ^ (EN) History of St Mary’s Cemetery — Burial Records: Persons of Note, su sites.google.com, St Mary's Catholic Cemetery. URL consultato il 28 febbraio 2019.
- ^ Allan O’Mill, Origine e sviluppo della pittura di Marina (PDF), in Marinai d’Italia, vol. 1, Roma, A.N.M.I., gennaio / febbraio 2012, p. 16-17. URL consultato il 27 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2019).
- ^ L’artista Eduardo de Martino ritorna a Meta…, su con-fine.com, con-fine, 5 agosto 2013. URL consultato il 28 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2019).
Bibliografia
modifica- (PT) Laudelino Freire, Um italiano na combatendo na Guerra do Paraguai, in Um Seculo de Pintura 1816-1916, Fac Similar, 1983 [1916] (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2016).
- (PT) André Amaral de Toral, Imagens em desordem: a iconografia da Guerra do Paraguai, São Paulo, Humanitas, 2001, ISBN 85-7506-019-8.
- Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina 1861-1946. Dizionario biografico, Roma, Ufficio storico della Marina Militare, 2015, ISBN 88-98485-95-6. URL consultato il 27 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2019).
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Eduardo de Martino
Collegamenti esterni
modifica- De Martino, Edoardo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Roberto V. Romano, Eduardo Federico de Martino, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 38, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1990.
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