Giovanni Caboto

esploratore e navigatore italiano

Giovanni Caboto, in veneziano Zuan Chabotto[1], noto tra gli anglofoni anche come John Cabot (Gaeta, 1445-1450 circa – 1498 circa), è stato un navigatore ed esploratore italiano della repubblica di Venezia, al servizio di spagnoli e inglesi, noto per aver continuato l'opera di Cristoforo Colombo e inaugurato la serie di grandi viaggi verso il nord-ovest, in particolare con il viaggio commissionato dal re Enrico VII d'Inghilterra in cui, il 24 giugno 1497, colonizzò le coste del Nord America.

Giovanni Caboto raffigurato in un dipinto di Giustino Menescardi, 1762, Venezia, Palazzo Ducale, Sala dello Scudo.

Biografia Modifica

 
Busto di Giovanni Caboto, opera di Augusto Benvenuti, 1881. Il busto fa parte del Panteon Veneto, conservato presso Palazzo Loredan

Primi anni Modifica

Sulle origini di Caboto sono state formulate diverse ipotesi, alcune delle quali non suffragate da dati storici concreti, di certo il cognome appare nella zona di Nizza tra il XII e XIII secolo, con uno stemma che raffigura tre pesci e data la somiglianza del nome con un tipo di pesce (in provenzale Cabot sarebbe lo sculpino), è stato ipotizzato che si trattasse di una famiglia ligure di mercanti di pescato. Poco è noto sul personaggio storico ma viene accettato che Giovanni nacque intorno al 1445-1450 figlio di Giulio o di un Egidio ed era un mercante ed esperto navigatore.

Dati storici accertati e datati di Pietro d’Ayala (ovvero Pedro de Ayala) Protonotario e Legato del re Ferdinando di Spagna alla corte di Enrico VII d’Inghilterra, in un dispaccio ufficiale del 25 luglio 1498, riporta che Giovanni Caboto era Genovese e lo definisce "genovese come Colombo"[2] e "il quale genovese era già stato a Siviglia e a Lisbona chiedendo aiuti e favori al suo disegno"[3]. Le ricerche di Cornelio Desimoni (storico dell'Ottocento) raccolgono documenti e fonti riguardo alla sua origine genovese nel libro "Intorno a Giovanni Caboto Genovese scopritore del Labrador e altre regioni dell'Alta America settentrionale"[3]. D'Avezac[4] riferisce che per anni a Bristol armavano 3 spedizioni all'anno e il comando di quelle navi era stato affidato ad un genovese venuto da Venezia Magister navis, marinarius scientificus totius Anglie.

Il 28 marzo 1476 infatti il genovese[5] ricevette la cittadinanza veneziana per avervi risieduto per quindici anni "profittando d’una legge di colà che favoriva queste naturalizzazioni, chiese il titolo e i privilegi di cittadino veneziano e li ottenne il 28 marzo 1476 dal Doge e Senato"[5].

Tra il 1477 e 1479 circa è riportato da D'Avezac e dal Conte Miniscalchi Erizzo e dall'inglese Eden[6] e da Pietro Martire d'Anghiera (storico spagnolo e coetaneo di Sebastiano) che ebbe agio di conversare con Sebastiano stesso[7], che si trasferì a Bristol accompagnato dal figlio Sebastiano di soli quattro anni, per mettersi a servizio della Marineria di facoltosi armatori e mercanti Inglesi, anche se non è chiara la motivazione per la quale abbia trasferito in pianta stabile tutta la famiglia in Inghilterra.

Negli anni seguenti mentre i suoi figli crescevano in Inghilterra, si spostò a Lisbona, Siviglia e Valencia probabilmente per procacciarsi investiture per la sua vocazione di esploratore, poiché proprio la Spagna e il Portogallo erano due paesi allora aperti più d'ogni altro ai viaggi di scoperta, dove ebbe anche occasione di incontrare tra gli altri Joao Fernandez navigatore delle Azzorre e di conoscere le imprese di Colombo se non addirittura anche incontrarlo, come alcuni ipotizzano[8].

Riguardo alle sue origini altri parlano invece di Castiglione Chiavarese o di Savona, visto che in queste città esistevano delle famiglie con il cognome del futuro scopritore del Canada. Un'ulteriore ipotesi, riportata solo in un annuario del 1786, parla di Chioggia. Altri suggeriscono infine che sia nato a Gaeta nel 1445 circa, dove un altro Giovanni Caboto viene citato in un documento del 1443[9]. Una famiglia Caboto era presente con continuità a Gaeta già a partire dal XIII secolo (come accertato dal Codex diplomaticus cajetanus); si distinse fin dalle origini per il suo notevole grado di prosperità assumendo incarichi di primo piano in campo politico, economico e sociale. Con il suo particolare status giuridico-istituzionale di repubblica marinara, la città tirrenica della Terra di lavoro offrì ai Caboto l'opportunità di svolgere per oltre due secoli funzioni e compiti prestigiosi: essi furono ambasciatori e consoli, navigatori e mercanti. Sempre secondo questa ipotesi, Giovanni e la sua famiglia lasciarono Gaeta dopo la sconfitta degli angioini a opera degli aragonesi, temendo le ritorsioni dei vincitori, per rifugiarsi nel 1461 a Venezia.

Giovanni Caboto sposò Mattea, da cui ebbe tre figli: Luigi (Ludovico in altre fonti), Sebastiano e Santo. I figli lo seguirono in numerosi viaggi in Oriente, acquisendo ottime abilità nell'arte della navigazione.

 
La casa di Giovanni Caboto a Venezia.

Durante il periodo vissuto a Venezia, Caboto svolse l'attività di mercante ed ebbe modo di viaggiare nel Mediterraneo orientale, sulle fiorenti rotte commerciali della Serenissima, venendo in contatto con i traffici di spezie provenienti dall'Estremo Oriente. L'abate Raimondo da Soncino, ambasciatore a Londra del Duca di Milano Ludovico il Moro, riferisce in una lettera del 1497 al suo signore di un viaggio di Caboto a La Mecca[10]. La Repubblica di Venezia non era interessata all'esplorazione di rotte commerciali oceaniche, preferendo dedicarsi ai traffici nel Mar Mediterraneo e lungo le rotte nord-europee (Fiandre, Baltico), cosa che spinse Caboto a trasferirsi a Valencia, dove diresse i lavori di ampliamento del porto voluti dal re Ferdinando II d'Aragona, che furono però bloccati nel 1493 a causa di una grave crisi finanziaria.

In quello stesso anno Cristoforo Colombo era ritornato dal suo primo viaggio transatlantico per conto della Spagna dicendo di aver trovato l'Asia (in realtà le isole del Mar Caraibico) navigando verso ovest, suscitando così l'interesse per le rotte atlantiche anche di altre potenze come Portogallo e Inghilterra. Giovanni Caboto, da sempre desideroso di trovare una via più breve per l'Asia per aprire una nuova via per il commercio delle spezie, intuì che l'Estremo Oriente poteva essere raggiunto più velocemente di quanto avesse fatto Colombo, seguendo una rotta più settentrionale.

Nel 1496 Caboto era in Inghilterra e riuscì a convincere il re Enrico VII a sostenere il suo progetto di raggiungere l'Asia ed il ricco Cipango navigando verso ponente. Il re si affrettò a concedere l'autorizzazione a Giovanni Caboto concedendogli delle lettere patenti del 5 marzo 1496.

Premessa ai viaggi nell'Atlantico del Nord Modifica

Il porto di Bristol, da cui Giovanni Caboto partì per la sua spedizione, era il secondo porto più importante d'Inghilterra e già dal 1480 da qui erano partite delle spedizioni nell'Atlantico del Nord in cerca di terre sconosciute, soprattutto alla ricerca della mitica isola di Hy-Brazil, presente in molte leggende celtiche[11]. Dalla lettera di Pedro de Ayala si venne a sapere che la terra trovata da Giovanni Caboto, dopo la sua spedizione del 1497, era stata scoperta in passato da dei marinai di Bristol, lasciando intendere che la terra raggiunta da Caboto era proprio l'isola di Brazil e che le spedizioni avvenute diciassette anni prima erano andate a buon fine[2].

Una delle fonti principali della famosa spedizione di Giovanni Caboto è un documento noto come "lettera di John Day", ritrovata da Vigneras nel 1956, scritta dal mercante inglese John Day, pseudonimo di Hugh Say, nell'inverno 1497-1498 e indirizzata ad un "Almirante Mayor", con molta probabilità Cristoforo Colombo. La lettera parla soprattutto del famoso viaggio del 1497, in cui Caboto toccò le coste dell'America del Nord, ma fa brevemente riferimento anche ad un viaggio precedente a quello 1497. Nella lettera Day racconta che Caboto fu costretto a tornare indietro dopo che la ciurma aveva protestato intimorita dalla scarsità di cibo e dal cattivo tempo[12]. Dal momento che Caboto ricevette la patente regia il 5 marzo 1496 è probabile che questo viaggio sia avvenuto nell'estate di quell'anno.

Primo viaggio (1497) Modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Primo viaggio di Giovanni Caboto.
 
Replica della Matthew, la nave utilizzata da Caboto nel suo viaggio del 1497.

La famosa spedizione di Caboto ebbe luogo nel 1497. Nel porto di Bristol fu organizzata una spedizione di cinque navi, armate a spese di Caboto, ma con il finanziamento principalmente a carico del ricco mercante gallese Richard Ameryk e dai banchieri fiorentini Bardi, come risulta dalle ricerche dello storico fiorentino Bruscoli.[13] Tuttavia, per ragioni ancora da chiarire, il 20 maggio 1497 salpò solo una di esse, la Matthew (chiamata in onore di sua moglie Mattea), naviglio di cinquanta tonnellate con un equipaggio di diciotto uomini: con molta probabilità, s'imbarcò anche il figlio Sebastiano.

La spedizione di Caboto toccò terra il 24 giugno 1497, il giorno di San Giovanni. L'esatto luogo dell'approdo è oggetto di dibattito. Alcuni storici propongono la località di Capo Bonavista, sull'isola di Terranova, mentre altri suggeriscono l'isola di Capo Bretone, in Nuova Scozia. Nell'illusione di avere toccato l'estremità Nord Orientale dell'Asia Caboto prese possesso della terra su cui era sbarcato in nome di Enrico VII e chiamandola "Prima tierra vista". Secondo le fonti sulla nuova terra scoperta Caboto piantò le bandiere inglese e pontificia (lettera di John Day), mentre secondo altre (lettera di Lorenzo Pasqualigo) quella inglese e quella della Repubblica di Venezia[14].

 
Possibile ricostruzione del viaggio di Giovanni Caboto.

Sempre nella lettera di John Day si dice che Caboto sia sbarcato solo una volta durante la spedizione solo per fare rifornimento d'acqua e senza mai allontanarsi dalla costa "più d'un tiro di una balestra". Questa scelta fu dovuta al fatto che, dato l'esiguo numero di uomini dell'equipaggio, non si voleva rischiare di imbattersi in alcun pericolo che potesse mettere a repentaglio la spedizione. Non vi sono testimonianze di contatti con i nativi, sebbene in più fonti si faccia riferimento al ritrovamento di tracce di presenza umana: nella lettera di John Day è menzionato il ritrovamento di un focolare e di un palo di legno lavorato, nonché l'avvistamento di due sagome correre, sebbene non sia chiaro se fossero uomini o animali.

Nella sua lettera John Day riferisce che sul viaggio di ritorno Caboto era approdato in Bretagna dopo che i membri della ciurma lo avevano confuso dicendogli che stava navigando troppo a nord. Il 6 agosto, dopo un'assenza di circa tre mesi, la Matthew fece ritorno a Bristol e la notizia delle nuove scoperte venne accolta in Inghilterra con grande giubilo anche tra la popolazione. Enrico VII concesse allo scopritore un premio di dieci sterline.

Tra le due spedizioni Modifica

L'abate Raimondo da Soncino scriveva il 23 agosto che, similmente a Cristoforo Colombo, Caboto "è chiamato il Grande Ammiraglio, e gli è reso grande onore e va vestito di seta, e questi inglesi gli corrono dietro come matti". Tale adulazione fu di breve durata, poiché nei mesi successivi l'attenzione del re fu occupata dalla seconda rivolta della Cornovaglia del 1497, guidata da Perkin Warbeck. Una volta risolta la situazione, Enrico VII poté tornare ad occuparsi di Caboto. Il 13 dicembre 1497, l'esploratore ricevette una pensione (o stipendio) di 20 sterline all'anno. La pensione fu retrodatata al marzo 1497, per chiarire che Caboto era al servizio del re al momento della sua spedizione. Nonostante la concessione reale, i doganieri di Bristol inizialmente si rifiutarono di pagare a Caboto la sua pensione, costringendo l'esploratore a ottenere un mandato aggiuntivo dal re.

Secondo viaggio (1498) Modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Secondo viaggio di Giovanni Caboto.

L'anno successivo Enrico VII, con lettere patenti del 3 febbraio 1498, autorizzò Giovanni Caboto ad approntare una spedizione di cinque navi e almeno duecento uomini di equipaggio, allo scopo di colonizzare le terre scoperte e proseguire la ricerca di altre terre, nella speranza di poter raggiungere il favoloso Cipangu (l'odierno Giappone). Nella Gran Cronaca di Londra si riporta che Caboto salpò da Bristol a maggio del 1498 con una flotta carica di vari tipi di merci, segno che lo scopo di questa seconda spedizione era prevalentemente commerciale[15].

Non è peraltro certo cosa accadde di questa spedizione, né se Giovanni Caboto ne ritornò vivo.

Ipotesi sulla sua eventuale scomparsa Modifica

 
Capo Bonavista, Terranova

Esistono diverse ipotesi sulla sorte di Giovanni Caboto e della sua spedizione del 1498. L'ambasciatore spagnolo Pedro de Ayala scrive in una lettera ai sovrani di Spagna che la flotta di Caboto era munita di viveri per un anno e che una delle cinque navi fu costretta a fermarsi in Irlanda a causa di una tempesta mentre le altre navi proseguirono[2]. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che la flotta sia naufragata nella tempesta e la nave sbarcata in Irlanda sia l'unica sopravvissuta.

Un'altra teoria sostiene che dopo avere raggiunto le coste del Labrador i ghiacci galleggianti avrebbero costretto le navi a piegare verso Sud, addirittura fino a Capo Hatteras. Da qui in poi avrebbero fatto ritorno in Inghilterra nell'autunno dello stesso anno e Giovanni Caboto sarebbe morto durante il viaggio o più probabilmente poco dopo il ritorno.

Altra ipotesi vuole che, perseguendo l'ipotetico varco a Nord verso il Giappone, Caboto avrebbe raggiunto la Groenlandia, dove l'equipaggio si sarebbe ammutinato per il freddo insopportabile, costringendolo a piegare verso Sud, con esiti incerti.

Infine, secondo alcuni storici, Caboto avrebbe raggiunto le coste dell'America del Nord e avrebbe cominciato a procedere in direzione sud-ovest come previsto dal suo programma. Ciò sarebbe avallato dal fatto che tre anni dopo, nel 1501, l'esploratore Gaspar Corte-Real ricevette dagli indigeni dell'America del Nord, con cui era entrato in contatto, alcuni oggetti, probabilmente appartenuti agli uomini della spedizione di Caboto.

La storica esperta dei viaggi cabotiani Alwyn Ruddock suggerì che Caboto e la sua spedizione erano tornati con successo in Inghilterra nella primavera del 1500. Affermò che durante la spedizione Caboto aveva esplorato per due anni la costa orientale dell'America del Nord, a sud nell'area della baia di Chesapeake e forse fino ai territori spagnoli nei Caraibi. Le sue prove includevano la famosa mappa del mondo del cartografo spagnolo Juan de la Cosa, in cui accanto alla costa nordamericana è riportata la scritta "Mare descubierto por los ingleses" (mare scoperto dagli inglesi), scoperta da Ruddock attribuita proprio a Giovanni Caboto.

 
Leone di San Marco donato dalla Regione Veneta alla città di Halifax, Nuova Scozia, in memoria di Giovanni Caboto

Nonostante il misterioso epilogo della spedizione del 1498 e il blocco di ulteriori esplorazioni inglesi durante il regno di Enrico VII, la spedizione di Giovanni Caboto pose le basi della futura colonizzazione inglese dell'America del Nord. Inoltre le esplorazioni di Caboto assicurarono ai geografi europei le prime indicazioni scientifiche circa la vastità del continente americano e stimolarono la ricerca di un passaggio a nord-ovest verso l'Estremo Oriente.

Reputazione Modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Sebastiano Caboto.

Dal tardo XVI secolo fino alla metà del XIX secolo, la figura di Giovanni Caboto è stata oscurata da quella del figlio Sebastiano, a cui per molto tempo è stato attribuito il merito di avere guidato le famose spedizioni partite da Bristol verso la fine degli anni 1490 che portarono alla scoperta europea (o meglio riscoperta, dopo le spedizioni dei Vichinghi), dell'America del Nord. Questo errore sembra essere stato attribuito ai resoconti di Sebastiano nella sua vecchiaia. Le conseguenze furono che l'influente scrittore geografico Richard Hakluyt rappresentò suo padre Giovanni Caboto come prestanome per le spedizioni e suggerì che era stato Sebastiano a guidarle effettivamente.

Quando i nuovi ritrovamenti d'archivio nel XIX secolo dimostrarono che non era così, a Giovanni Caboto furono riconosciuti i meriti della spedizione mentre la figura di Sebastiano fu rivalutata in negativo. Sebastiano venne denigrato e più volte descritto, in particolare da Henry Harrisse, come un impostore ed un ciarlatano che si era volontariamente attribuito i meriti del padre[16].

Riconoscimenti Modifica

  • La città di Gaeta, avocandosi i natali dell'esploratore, gli ha dedicato il principale lungomare e l'Istituto Tecnico Nautico, e ha commemorato la sua scoperta intitolandogli un monumento in occasione dei 500 anni della scoperta del Canada (1498).
  • Nel mondo anglosassone a Giovanni Caboto sono state dedicate diverse scuole ed università come ad esempio la John Cabot University, università privata statunitense con sede a Roma fondata nel 1972, e la John Cabot Academy a Bristol, in Inghilterra.
  • Recentemente anche la città di Londra, nel Canary Wharf, gli ha dedicato una piazza: Cabot Square.
  • Gli è stato dedicato un asteroide, 7317 Cabot[17].

Note Modifica

  1. ^ Edoardo Giuffrida, "New documents on Giovanni Caboto" in R. Mamoli Zorzi (ed.), Attraversare gli Oceani: Da Giovanni Caboto al Canada Multiculturale (Venice, 1999), 61. Juliana de Luna, Names from Sixteenth Century Venice (2008).
  2. ^ a b c Lettera di Pedro de Ayala, 25 luglio 1498
  3. ^ a b https://storiapatriagenova.it/Docs/Biblioteca_Digitale/SB/619ed2f0c43179836ebfd1c242eb3493/Estratti/ffcec75eb6686cecf549b9786a037961.pdf
  4. ^ D’Avezac, Année vèritable de la naissance de Cbr. Colomb, 1873, p. 44; ed anche nel Bulletin de la Socièté de Gèograph. 1872, 2.° semestre — Fernando Colombo, Historie di suo padre,cap. IV.
  5. ^ a b Romanin, IV, 453 — Bullo, p. 59 — R. Brov'N , Venelian Calendar, 1864, I, 136.
  6. ^ Navigations Terre-neuvièmes, p. 14 e p. 126.
  7. ^ Ab Angleria,DecasIII,lib.VI,p.267.
  8. ^ Cornelio Desimoni "Intorno a Giovanni Caboto Genovese" , 1881
  9. ^ Ugo Tucci, Caboto, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 15, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1972. URL consultato il 1º aprile 2013.
  10. ^ Lettera di Raimondo di Soncino, Archivio di Stato di Milano, su archiviodistatomilano.beniculturali.it. URL consultato il 4 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2022).
  11. ^ James A. Williamson, The Cabot Voyages and Bristol Discovery Under Henry VII (Hakluyt Society, Second Series, No. 120, CUP, 1962)
  12. ^ Williamson, The John Day Letter, in The Cabot Voyages pp. 212-214. URL
  13. ^ Il sole 24 ore, 19 ottobre 2012
  14. ^ Frederic C. Lane, Storia di Venezia, Einaudi, 1978, Torino, p. 325
  15. ^ Williamson, The Cabot Voyages, pp. 220–223
  16. ^ Alwyn A. Ruddock, The Reputation of Sebastian Cabot, in Historical Research, vol. 47, n. 115, 1974, pp. 95–99, DOI:10.1111/j.1468-2281.1974.tb02183.x.
  17. ^ (EN) M.P.C. 30101 del 20 giugno 1997

Bibliografia Modifica

  • (EN) Aldo E. Salerno, "Giovanni Caboto", in The Italian American Experience: An Encyclopedia, ed. S.J. LaGumina, et al. (New York: Garland, 2000), pp. 87–88.
  • Antonio Violante, Giovanni Caboto. El gran armirante verso il sogno del Catai, Le Monnier, 2022
  • Luisa D'Arienzo, Giovanni Caboto e i Caboto in terra iberica. Note sull'origine della famiglia in base a nuovi documenti in "Giovanni Caboto le vie dell'Atlantico settentrionale", Brigati, Genova, 1999
  • Gino Barbieri, I viaggi di Giovanni e Sebastiano Caboto- Verona: AZ editrice, 1989
  • Francesco Tarducci, La patria di Giovanni caboto - Torino: Fratelli Bocca Edit., 1892
  • Francesco Tarducci, Indice delle Memorie intorno a Giovanni e Sebastiano Caboto - Venezia: Stab. tipogr. Fratelli Visentini, 1894
  • Francesco Tarducci, Di Giovanni e Sebastiano Caboto memorie - Venezia: Stabilimento tip. Fratelli Visentini, 1892
  • Cornelio Desimoni, Intorno a Giovanni Caboto, genovese, scopritore del Labrador e di altre regioni dell'alta America settentrionale, Tip. del R. Istituto de'sordo-muti, 1881

Voci correlate Modifica

  • Guccini cita Caboto in una memorabile canzone dell'album madame bovary.

Altri progetti Modifica

Collegamenti esterni Modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN1256051 · ISNI (EN0000 0000 5829 8605 · BAV 495/47934 · CERL cnp00584166 · LCCN (ENn50032548 · GND (DE118666436 · BNE (ESXX1495616 (data) · BNF (FRcb125225477 (data) · J9U (ENHE987007270814905171 · WorldCat Identities (ENlccn-n50032548