Giovanni Francesco Bonomi
Giovanni Francesco Bonomi (o Bonhomini, Bonomigni, o - più semplicemente - Bonomi) (Cremona, 6 dicembre 1536 – Liegi, 26 febbraio 1587) è stato un vescovo cattolico italiano, vescovo di Vercelli e nunzio apostolico dapprima in Svizzera, poi in Austria e infine a Colonia.
Giovanni Francesco Bonomi vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti |
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Nato | 6 dicembre 1536 a Cremona |
Nominato vescovo | 17 ottobre 1572 da papa Gregorio XIII |
Consacrato vescovo | 1 febbraio 1573 dall'arcivescovo Carlo Borromeo |
Deceduto | 26 febbraio 1587 a Liegi |
Biografia
modificaGiovanni Francesco Bonomi nacque in una famiglia patrizia[1] di Milano ma che risiedeva a Cremona.[2] Studiò giurisprudenza presso le università di Bologna e Pavia,[2][3][1] diventando dottore in utroque iure[2].
A Roma - dove ricevette il sacramento dell'ordine[3] - fu dapprima uditore (1560[2][1]), poi referendario (1565[2][1]) e infine prefetto del tribunale precursore di quella che dal 1608 è la Segnatura Apostolica[1].
Nel 1566 divenne abate commendatario dell'abbazia di Nonantola.[2][1]
Il 17 ottobre 1572 fu nominato vescovo di Vercelli da papa Gregorio XIII; contestualmente, l'abbazia di Nonantola venne affidata al cardinal Guido Ferrero, che fino ad allora guidava l'arcidiocesi vercellese.[2] La consacrazione vescovile si tenne in data 1 febbraio 1573, per mano dell'amico[3] Carlo Borromeo.
Leitmotiv dell'episcopato del Bonomi fu l'impegno nella promozione dell'applicazione delle disposizioni del Concilio di Trento, sia all'interno sia - soprattutto - all'esterno della diocesi vercellese.[2]
Da vescovo, mons. Bonomi introdusse il rito romano nell'Arcidiocesi di Vercelli - non senza polemiche da parte del Capitolo della cattedrale - soppiantando quasi del tutto quel rito eusebiano che era già stato messo sotto attacco dal card. Ferrero.[2] Nella stessa diocesi, indisse undici sinodi, potenziò il seminario, e favorì l'insediamento di comunità di barnabiti e gesuiti.[2] Inoltre, portò a termine una campagna di ristrutturazione del duomo che era stata avviata dal proprio predecessore.[2]
Durante la Controriforma, Bonomi mantenne contatti con il cattolico Melchiorre Lussi, landamano del comune svizzero di Stans che lo stesso Bonomi aveva conosciuto a Roma[2]. Assieme al Borromeo, mons. Bonomi visitò le porzioni di Canton Ticino (1567) e Svizzera tedesca (1570) che ricadevano sotto la giurisdizione dell'Arcidiocesi di Milano[1][2].
Su desidero del Borromeo, nel 1578 Bonomi venne inviato da Gregorio XIII come visitatore apostolico nella Diocesi di Como, dove visitò peraltro la Valtellina (allora politicamente appartenente ai Grigioni) e nuovamente il Canton Ticino.[1][2] Per entrare in Valtellina - che il governo grigionese aveva reso inaccessibile al vescovo di Como Giovanni Antonio Volpe in quanto quest'ultimo era nunzio apostolico in Svizzera - il Bonomi utilizzò la scusa di doversi recare alle terme di Bormio[4].
Appoggiato dal Borromeo e da quasi tutti i cantoni della Svizzera centrale,[1] dal 1579 al 1581 fu nunzio apostolico con diritti particolari nelle diocesi svizzere di Costanza, Basilea, Coira, Losanna e Sion,[1] dove visitò numerose parrocchie e monasteri.[2] Tra le varie iniziative, attuò la fondazione del Collegio dei gesuiti[2] di San Michele[1] a Friborgo[2], dove proprio grazie all'impegno del Bonomi giunse Pietro Canisio[1].
Nel 1580, con l'appoggio di Guglielmo V di Baviera, fece dimettere da vescovo di Coira Beatus di Porta,[1] reo di aver abbandonato la propria diocesi e accusato di malgoverno.[2] Nell'anno seguente, dopo esser ritornato temporaneamente a Vercelli con tappa a Milano, prese parte all'elezione del nuovo vescovo di Coira,[2] Peter von Rascher[1]. L'ingerenza nella questione curiense, sommata a prese di posizione piuttosto decise nei confronti dei privilegi di alcuni conventi, comportarono malumori tali da far decidere a Gregorio XIII uno spostamento del Bonomi.[2]
Dal 1581 al 1584 Bonomi fu così nunzio apostolico in Austria, presso la corte imperiale di Vienna.[1][2]
Dal 1584 al 1587 fu formalmente il primo nunzio apostolico permanente a Colonia,[1][2] anche se di fatto continuò a spostarsi tra la Renania e i Paesi Bassi spagnoli per imporre l'applicazione delle decisioni del Concilio di Trento, tenendo in prima persona sinodi a Liegi e Mons.
Dopo la morte, avvenuta a Liegi nel 1587, le spoglie di Bonomi vennero trasferite a Vercelli, dove vennero tumulate nella Cattedrale di Sant'Eusebio.[2]
Note
modificaBibliografia
modifica- Gerhard Rill, BONOMI, Giovanni Francesco, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 12, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1971.
- Stephan Ehses, Alois Meister (Hrsg.): Die Kölner Nuntiatur (1583–1648). Band I: Bonomi in Köln. Santonio in der Schweiz. Die Straßburger Wirren. (Nuntiaturberichte aus Deutschland). Ferdinand Schöningh, Paderborn 1969.
- Michael F. Feldkamp: Studien und Texte zur Geschichte der Kölner Nuntiatur. 4 Bände, Città del Vaticano, 1993, 1995 e 2008, ISBN 88-85042-22-8, ISBN 88-85042-21-X, ISBN 88-85042-27-9, ISBN 978-88-85042-51-3.
- Michael F. Feldkamp: Bonomi, Giovanni Francesco. In: Lexikon für Theologie und Kirche. Freiburg 1994, ISBN 3-451-22002-4, Bd. 2, Sp. 588.
- Urban Fink: Giovanni Francesco Bonomi. In: Dizionario storico della Svizzera, 2002.
- Rodolfo Olgiati, Una storia tra le pietre - Loveno: la sua chiesa, la sua gente, i suoi parroci, Como, Edizioni New Press, 2009, ISBN 978-88-95383-16-3.
Collegamenti esterni
modifica- Bonòmini, Giovanni Francésco, su sapere.it, De Agostini.
- (IT, DE, FR) Giovanni Francesco Bonomi, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.
- (EN) Giovanni Francesco Bonomi, in Cyclopædia of Biblical, Theological, and Ecclesiastical Literature, Harper.
- Opere di Giovanni Francesco Bonomi, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Giovanni Francesco Bonomi, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) David M. Cheney, Giovanni Francesco Bonomi, in Catholic Hierarchy.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 20474237 · ISNI (EN) 0000 0001 1022 2916 · SBN CFIV035467 · BAV 495/919 · CERL cnp01303270 · LCCN (EN) n86042648 · GND (DE) 118661450 |
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