Giovanni Piovesana

Giovanni Piovesana (Conegliano, 14 settembre 1891Mezhgoran, 8 febbraio 1941) è stato un militare italiano, appartenente al Corpo degli Alpini del Regio Esercito, particolarmente distintosi sia nel corso della Grande Guerra che nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

Giovanni Piovesana
NascitaConegliano, 14 settembre 1896
MorteMezcoranis, 8 febbraio 1941
Cause della morteFerite riportate in combattimento
Luogo di sepolturaCimitero di Conegliano
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
SpecialitàAlpini
Reparto7º Reggimento alpini
Anni di servizio1915-1941
GradoMaggiore di complemento
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Albania
Campagna italiana di Grecia
BattaglieBattaglia delle Tofane
Decorazionivedi qui
dati tratti da L'Alpino [1]
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Biografia modifica

Nacque a Conegliano, provincia di Treviso, il 14 settembre 1916, figlio di Giuseppe e Luigia Vidot.[2] Effettuati gli studi presso l'Istituto Tecnico Riccati di Treviso conseguì il diploma di ragioniere alla vigilia dello scoppio della guerra con l'Impero austro-ungarico. Arruolato nel Regio Esercito venne nominato aspirante ufficiale in servizio alla 77ª Compagnia del Battaglione Alpini Feltre.[2] Si distinse in combattimento l'11 luglio 1916 durante l'attacco alle posizioni nemiche seguito allo scoppio della mina del Castelletto, venendo decorato con una Medaglia d'Argento al Valor Militare.[2] Ricevette un encomio solenne[N 1] per una ardita azione di pattugliamento ed attacco alle posizioni avversarie eseguita il 12 luglio a Conca Laghi.[2] Ricevette la sua seconda Medaglia d'Argento al Valor Militare per essersi distinto al comando del suo plotone, conosciuto come “I Mascabroni”, il 25 settembre 1918 a Conca Laghi, in Val Posina.[2] Tale azione venne menzionata nel comunicato ufficiale del Comando (27 settembre), e l'elogio del Comando della 32ª Divisione per il servizio svolto il 3 ottobre sulla linea di osservazione nemica di Contrada Ronchete-Laghi.[3] Decorato di un'altra Croce al Merito di Guerra venne successivamente inviato in Albania dove ottenne un elogio a Kalmeti per le ricognizioni svolte in modo accurato alla fine di settembre del 1919, e altro elogio del Comandante della Divisione per le azioni esplorative di Orosshi-Luria e di Oroshi Rseni svolte nel febbraio 1920.[2] Conclusa ufficialmente la guerra venne posto in congedo ed assunto alla Banca Cattolica di San Liberale, divenne titolare dell'agenzia di Pieve di Soligo, ed infine direttore dell'ufficio di Conegliano dell'Ente Italiano Approvvigionamenti.[2] Fu tra i soci fondatori della Sezione di Conegliano dell'Associazione Nazionale Alpini, di cui fu anche Consigliere e poi Presidente dal 1931 al 1937 e dal 1939 al 1940.[3] Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia fu richiamato in servizio attivo nel 7º Reggimento Alpini con cui partì per l'Albania come Aiutante Maggiore per combattere sul Fronte Greco Albanese come comandante della Compagnia Comando del Battaglione Alpini Val Cismon. Il 26 gennaio 1941, a quota 1179 del Mali Trebescines rimase gravemente ferito in combattimento.[2] Già maturata la sua promozione a Maggiore, proposto per la Medaglia d'Oro al Valor Militare, si spense l'8 febbraio presso l'ospedale da campo n. 427 di Mezhgoranit nei pressi di Klisura, dopo due tentati interventi chirurgici per l'estrazione di un proiettile.[3] Fu decorato con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.[2] Al Maggiore Piovesana venne dedicato un viale di Conegliano, città dove nell'aprile 1961 vennero traslate le sue spoglie mortali giunte dal cimitero di Sinanaj, sulla Vojussa.[3]

Onorificenze modifica

«Occupava con il plotone una cengia sopra una posizione sotto la quale doveva brillare una potente mina. Con mirabile esempio ,di arditezza, di energia e disprezzo del pericolo teneva la posizione e, con bella perizia alpina, sapeva fermare entro una grotta 60 austriaci venuti a riprendere la posizione perduta. Castelletto, 11 luglio 1916
— Decreto Ministeriale del 13 marzo 1917.
«Comandante di un plotone di assalto, con arditi servizi di pattuglie personalmente riconosceva la linea nemica. Si apriva poi con mirabile ardimento i varchi attraverso due linee di reticolato, ed attendeva l'avversario, appostato col suo plotone; al sopraggiungere di un drappello di nemici, li metteva in fuga infliggendo loro perdite e facendone prigioniero uno dopo viva lotta. Già distintosi in precedenti azioni per calma e coraggio. Conca Laghi (Posina), 25 settembre 1918
— Decreto Ministeriale del 13 marzo 1917.
«Comandante della Compagnia Comando di un battaglione impegnato in un aspro combattimento, d’iniziativa raggiungeva gli elementi avanzati del battaglione per coadiuvare il proprio comandante nel deciso sforzo di contenere l’avversario e sventare la minaccia di accerchiamento. Con ammirevole calma ed intrepido coraggio si portava, in piedi allo scoperto, anche nei punti più battuti, per animare la resistenza. Ferito gravemente, chiedeva di non essere abbandonato dalla posizione dove la sua presenza poteva essere ancora utile. Mali Trebescines, q. 1179 (fronte greco), 26 gennaio 1941

Note modifica

Annotazioni modifica

  1. ^ Egli avrebbe potuto evitare quella rischiosa azione da quanto risulta dal seguente ordine del giorno n. 24 del 1º settembre 1918 diramato dal colonnello G. Faracovi comandante del IV Gruppo Alpino: Ho appreso con viva, profonda, commossa soddisfazione un generoso atto del Tenente Piovesana sig. Giovanni del Battaglione Feltre. Egli si trovava il giorno 28 agosto scorso ricoverato nell’infermeria del 305º Reparto someggiato di sanità per una distorsione al piede che gli impediva di camminare. Avendo avuto sentore che il mattino del 30 agosto avrebbe avuto luogo la nota azione, con virili, patriottiche parole pregò ed ottenne dal Capo Ufficio Sanità del Gruppo di essere dimesso dalla infermeria per partecipare alle operazioni che avrebbe eseguite la sua compagnia. In tal modo il Tenente Piovesana, dando ancora una volta prova di spirito di abnegazione e alte virtù militari, ha partecipato all'azione del 30 agosto, rientrando subito dopo all'infermeria. Mi è grato rivolgere al predetto Ufficiale la mia parola di vivo, caldissimo elogio, additando a tutti gli Ufficiali del Gruppo il di lui magnifico atto, perchè ne traggano esempio ed incitamento.

Fonti modifica

Bibliografia modifica

  • Piero Pieri, La nostra guerra tra le Tofane, Venezia, Neri Pozza, 1968.
  • Hans Schneeberger (a cura di), La montagna che esplode: Kaiserjäger e alpini sul Castelletto della Tofana, Udine, Gaspari, 2003.
Periodici
  • Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Giovanni Piovesana (PDF), in L'Alpino, n. 5, Roma, Associazione Nazionale Alpini, marzo 1941, p. 2.

Collegamenti esterni modifica