Provincia di Treviso

provincia italiana

La provincia di Treviso è una provincia italiana di 877 190 abitanti[1] del Veneto.

Provincia di Treviso
provincia
Provincia di Treviso – Stemma
Provincia di Treviso – Bandiera
Provincia di Treviso – Veduta
Provincia di Treviso – Veduta
Sede della provincia di Treviso.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Amministrazione
CapoluogoTreviso
PresidenteStefano Marcon (Lega Nord) dal 18-9-2016
Territorio
Coordinate
del capoluogo
45°40′20″N 12°14′32″E / 45.672222°N 12.242222°E45.672222; 12.242222 (Provincia di Treviso)
Superficie2 479,83 km²
Abitanti877 190[1] (30-11-2023)
Densità353,73 ab./km²
Comuni94 comuni
Province confinantiBelluno, Venezia, Padova, Vicenza, Pordenone
Altre informazioni
Cod. postale31100, 31010-31059
Prefisso041, 0421, 0422, 0423, 0434, 0438
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2IT-TV
Codice ISTAT026
TargaTV
Cartografia
Provincia di Treviso – Localizzazione
Provincia di Treviso – Localizzazione
Provincia di Treviso – Mappa
Provincia di Treviso – Mappa
Posizione della Provincia di Treviso all’interno del Veneto.
Sito istituzionale

Confina a nord con la provincia di Belluno, a est con il Friuli-Venezia Giulia (ex provincia di Pordenone), a sud con la città metropolitana di Venezia e la provincia di Padova, a ovest con la provincia di Vicenza. È la 3ª provincia più popolosa della regione Veneto, la 17ª provincia più popolata d'Italia e la 14ª più densamente popolata. Presidente della provincia, eletto con elezioni di secondo grado ai sensi della Legge 56/2014, è Stefano Marcon, sindaco di Castelfranco Veneto, dal 18 settembre 2016. Il Consiglio Provinciale è stato eletto, con elezioni di secondo grado, il 31 ottobre 2018 e resta in carica 2 anni.

La sede dell'Amministrazione Provinciale presso il Parco Sant'Artemio

Dal 2009, sede della Provincia è l'ex ospedale psichiatrico Sant'Artemio di Treviso; dopo quattro anni di lavoro, un restauro conservativo e un recupero storico, architettonico e ambientale condiviso dalla Sovrintendenza, che ha vinto prestigiosi premi europei e internazionali, il Sant’Artemio raggruppa gli uffici provinciali per facilitare l’accesso ai servizi, a pochi passi dal Parco dello Storga. La nuova sede punta sull’autosufficienza energetica, grazie a un impianto fotovoltaico di circa 200 Kw e una centrale a biomassa per il riscaldamento degli ambienti. La cittadella si estende su un volume complessivo di 128.489 m³, con 18.150 m² di parcheggio pubblico da oltre 530 posti.

Geografia fisica modifica

 
Localizzazione della Provincia nella regione Veneto

Gran parte della provincia è pianeggiante, ma la fascia settentrionale è caratterizzata dalla presenza di rilievi collinari. Lungo il confine con la provincia di Belluno si può parlare addirittura di montagna, con massicci che sovente superano i mille metri (compresi nelle Prealpi Bellunesi). Le cime più elevate sono il Monte Grappa (1775 m, condivisa con le province di Vicenza e Belluno) e il Col Visentin (1764 m, pure questa presso il confine con Belluno). Peculiare è il Montello (371 m), collina isolata che sorge sulla destra del Piave, allungandosi da Montebelluna a Nervesa della Battaglia.

La provincia di Treviso è una zona assai ricca di acque, specialmente l'area medio-bassa, dove sono frequenti le risorgive (localmente dette fontanassi). Tra i fiumi di risorgiva più importanti è da ricordare il Sile che nasce a Casacorba, nel comune di Vedelago, e che caratterizza il centro storico di Treviso. Ma il fiume principale è senza dubbio il Piave caratterizzato, per la maggior parte del suo corso, dal largo letto ghiaioso. Altri corsi d'acqua degni di nota sono il Livenza, il Monticano e il Meschio, provenienti dall'area pedemontana.

Nella zona delle prealpi sono da ricordare anche alcuni specchi d'acqua, in particolare il lago Morto (in Val Lapisina, a nord di Vittorio Veneto), il lago di Lago e il lago di Santa Maria (entrambi nel comune di Revine Lago), a cui si aggiungono il lago del Restello e il lago di Negrisiola, sempre in Val Lapisina e di origine artificiale.

Comuni modifica

Appartengono alla provincia di Treviso i seguenti 94 comuni:

Comuni principali modifica

Di seguito sono riportati i primi dieci comuni della provincia per popolazione residente al 30 giugno 2023 (dati Istat):

Pos. Stemma Comune di Popolazione
(ab)
Superficie
(km²)
Densità
(ab/km²)
Altitudine
(m s.l.m.)
  Treviso 84 809 55,58 1 526,39 15
  Conegliano 34 345 36,38 944,42 74
  Castelfranco Veneto 32 936 51,61 637,92 42
  Montebelluna 31 083 49,01 634,16 109
  Mogliano Veneto 27 736 46,26 599,63 8
  Vittorio Veneto 26 976 82,80 325,95 138
  Paese 22 022 38,09 577,40 32
  Oderzo 20 087 42,35 473,41 13
  Villorba 17 447 30,53 572,13 26
10º   Preganziol 16 705 23,10 723,12 12

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti

  • Nel 2008 si sono contati 9.365 nati vivi (10,7‰) e 7.460 morti (8,5‰), con un saldo naturale di +1.905 unità (+2,2‰). Mediamente, si hanno 2,5 componenti per famiglia.
  • Il tasso di nuzialità vede 3,9 matrimoni ogni mille abitanti (2005); di questi, il 63% si sono svolti con rito religioso.

Etnie e minoranze straniere modifica

Al 31 dicembre 2021 la popolazione straniera residente in provincia contava 89 879 persone[2], pari all'10,2% della popolazione totale. Queste le nazionalità più numerose[2]:[3]

  1.   Romania 20 624
  2.   Cina 8 784
  3.   Marocco 8 268
  4.   Albania 7 256
  5.   Macedonia del Nord 4 871
  6.   Kosovo 4 358
  7.   Ucraina 3 533
  8.   Moldavia 3 092
  9.   India 2 820
  10.   Senegal 2 755
  11.   Niger 2 258
  12.   Bangladesh 1 999

Benché il fenomeno abbia subito una certa contrazione a causa della crisi economica, Treviso risulta ancora una delle province con la maggiore percentuale di stranieri sul totale dei residenti (la seconda in Veneto e la diciassettesima in Italia). Dal punto di vista territoriale si nota come i cittadini stranieri si distribuiscano prevalentemente nella Pedemontana del Grappa (Fonte 19,9%, Possagno 17,1%) e nell'Opitergino (Mansuè 19,7%, San Polo di Piave 18,6%, Cimadolmo 18,6%) con una sorta di "ponte" a collegarle fra loro (Vazzola 16,3%, Susegana 16,1%, Conegliano 15,7%, Pieve di Soligo 17,4%).

La Pedemontana è stata investita per prima dal fenomeno dell'immigrazione, attraendo in particolare persone provenienti da Marocco, Senegal e Albania. Il fenomeno era alimentato dalla richiesta di manodopera da parte delle aziende locali, ma a causa dell'attuale situazione economica la loro crescita si è sostanzialmente interrotta.

Un fenomeno simile si è verificato per l'Opitergino; qui tuttavia gli stranieri sono giunti in tempi più recenti, infatti prevalgono i cittadini della Romania, favoriti dall'ingresso nell'Unione europea nel 2007. Anche in questo caso l'aumento demografico sta subendo una notevole frenata.

Più di recente, i flussi migratori tendono a indirizzarsi verso le aree dove la presenza di stranieri è ancora relativamente bassa; gli immigrati, evidentemente, cercano di inserirsi in contesti in cui potrebbero avere maggiori possibilità lavorative. È il caso della parte meridionale della provincia (Mogliano Veneto, Preganziol) dove si stanno affacciando nazionalità "nuove" come romeni, ucraini e moldavi[4].

Istituzioni, enti e associazioni modifica

Sanità modifica

La sanità locale nella provincia di Treviso è gestita dall'ULSS (Unità Locale Socio Sanitaria) 2 Marca Trevigiana (ex ULSS 7 Pieve di Soligo, ULSS 8 Asolo e ULSS 9 Treviso).

I maggiori presidi ospedalieri sono:

Qualità della vita modifica

Anno Qualità della Vita
(Sole 24 Ore)

Territorio Provinciale

Qualità della Vita
(Italia Oggi)

Territorio Provinciale

Rapporto Ecosistema Urbano
(Legambiente)[5]
2002 25° (+19)[6] n.d. n.d.
2003 19° (+6)[7] 31° n.d.[8]
2004 15° (+4)[9] (+30)[10] 80º[11]
2005 26° (-11)[12] 16° (-15)[13] 26° (+54)[14]
2006 26° (=)[15] 29° (-13)[16] 53° (-27)[17]
2007 29° (-3)[18] 21° (+8)[19] 47° (+6)[20]
2008 33° (-4)[21] 36° (-15)[22] 68° (-21)[23]
2009 26° (+7)[24] 36° (=) 71° (-3)[25]
2010 38° (-12)[26] 19° (+17) 69° (+2)[27]
2011 17° (+21)[28] 10° (+9) 30º (Città medie - popolazione compresa tra 80.000 e 200.000 abitanti)[29]
2012 22° (-5)[30] (+1) 27º (+3)[31]
2013 26° (-4)[32] 10° (-1)[33] 33° (-6)[34]
2014 23° (+3)[35] (+ 6)[36] 45° (Classifica nazionale finale Ecosistema Urbano)[37]
2015 49° (-26)[38] (- 1) 42° (+3)[39]
2016 37° (+12)[40] 20° (-15)[41] 23° (+19)[42]
2017 19° (+18)[43] (+14)[44] (+14)[45]
2018 (+10)[46] (-3)[47] (+1)[48]
2019 (+1)[49] (+2)[50] (+1)[51]
2020 29° (-21)[52] (=)[53] 11° (-4)[54]
2021 10° (+19)[55] 14° (-7)[56] (+2)[57]

Storia modifica

 
La statua della Teresona, personificazione della Provincia di Treviso, a fianco del Palazzo dei Trecento

La città di Treviso ebbe un proprio distretto sin dall'epoca romana, quando venne dichiarata municipium. Esso era però molto più ristretto dell'attuale, limitandosi alla zona delimitata a sud dal Sile, a est dal Piave, a ovest dal Muson e a nord dal Montello. L'attuale provincia, infatti, si estende anche sugli antichi territori di altre città romane, ovvero Asolo (pedemontana di destra Piave), Altino (zona a sud del Sile) e Oderzo (sinistra Piave).

Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente al potere politico si sovrappose quelle ecclesiastico. Verso il 1000 l'attuale Trevigiano risultava partito in due diocesi, quella di Treviso nella destra Piave e quella di Ceneda nella sinistra. Le due aree, comunque, costituivano una certa unità poiché ricadevano entrambe nella sfera di influenza della città che, nei secoli, si evolse a sede di contea, comune e infine signoria.

Sul finire del Trecento la città entra nell'orbita della Repubblica di Venezia. Il Trevigiano venne smembrato in più reggimenti, a cui si aggiungevano alcune località con amministrazione feudale. Nonostante ciò, esso manteneva la sua integrità, poiché tutti i distretti, dipendevano in ultima dal podestà di Treviso.

Il Trevigiano era allora ben più vasto dell'attuale: oltre ai reggimenti di Treviso, Asolo, Castelfranco, Portobuffolé, Oderzo, Motta, Serravalle, Ceneda e Conegliano e ai feudi di Collalto, Susegana, Valmareno, Cordignano e San Polo, comprendeva anche le podesterie di Mestre e Noale, nonché le contee di Mel, Cesana e San Donà[58].

La Repubblica di Venezia cadeva il 12 maggio 1797 per mano della Francia rivoluzionaria. I nuovi governanti misero subito mano all'organizzazione territoriale: alle podesterie furono sostituite le municipalità ma questo sistema durò poco: il 30 ottobre dello stesso anno Napoleone Bonaparte stipulava il trattato di Campoformio e cedeva il Veneto all'Arciducato d'Austria.

In questo periodo vennero sostanzialmente ripristinati gli antichi organi veneziani: le municipalità (ex podesterie) presero il nome di provveditorie, dipendenti dall'Aulico Governo Centrale di Treviso (detto più tardi Nobile Congregazione Delegata e, infine, Capitanato Provinciale).

Dopo la battaglia di Austerlitz (2 dicembre 1805) e la successiva pace di Presburgo (26 dicembre 1805), l'Austria è costretta a cedere il Veneto all'Impero Francese. Il territorio risultò così organizzato in dipartimenti, distretti cantoni e comuni: Treviso fu così messa a capo del dipartimento del Tagliamento, che si estendeva anche sul Pordenonese. I cantoni di Noale, Asolo e Castelfranco vennero in seguito ceduti al Bacchiglione, mentre quello di Mestre passava all'Adriatico.

L'Austria, ora costituitasi in Impero, rioccupa Treviso il 2 novembre 1813 e l'8 novembre successivo confermava provvisoriamente la struttura amministrativa precedente. Il 19 aprile 1814 viene istituito il Regno Lombardo-Veneto e il 7 aprile 1815 viene decisa una nuova organizzazione territoriale (in vigore dall'8 febbraio 1816): il dipartimento divenne la nuova provincia di Treviso, suddivisa in dieci distretti (Treviso, Oderzo, Motta, Conegliano, Serravalle, Ceneda, Valdobbiadene, Montebelluna, Asolo, Castelfranco; gli ultimi due furono ceduti alla provincia di Vicenza già nel 1818), a loro volta articolati in comuni. Al vertice del governo stava la delegazione provinciale, appoggiata dalla congregazione provinciale, con funzioni consultive. Questa situazione fu interrotta dalla parentesi del 1848, quando fu istituita la Repubblica di San Marco: in quel breve periodo fu istituito un governo centrale provvisorio e, per ogni distretto, un comitato. Nel 1853 vi fu una nuova riorganizzazione del sistema, con l'abolizione dei distretti di Motta e Ceneda.

Questa organizzazione territoriale si è sostanzialmente mantenuta nel XX secolo (ricordando che i distretti, poi mandamenti, sono aboliti).

Simboli modifica

«Stemma: d'azzurro alla fascia in divisa d'argento, caricata della legenda di nero maiuscolo Tarvisium: di sopra, al castello merlato alla guelfa di tre torri, la centrale merlata di cinque pezzi e aperta, affiancata da due torri minori merlate di tre, aperte e accompagnate da due bandiere d'azzurro una in banda e l'altra in sbarra, moventi dalla base, il tutto d'argento; di sotto la città murata, con finestra armata, accompagnata a destra e a sinistra da due torrioni intercalati da due torricelle di vedetta coperte di rosso e cimate da croce, il tutto d'argento. Scudo circondato da anello caricato della scritta Monti Musoni Ponto Dominorque Naoni e timbrato da corona marchionale.»

Lo stemma è stato concesso con regio decreto del 17 marzo 1938[59] anche se era in uso già da fine Ottocento e deriva dal sigillo del capoluogo, con il nome di Treviso in evidenza e la scritta che lo circonda indica genericamente i confini della Marca Trevisana: il monte Musone a nord-ovest e Pordenone sul Nancello (Naone) a est.

 
Gonfalone provinciale

Il gonfalone è stato adottato con delibera n. 370 del Rettorato Provinciale del 10 gennaio 1939.

 
Il logo della Provincia di Treviso

La bandiera è drappo rettangolare partito di bianco e di azzurro con lo stemma al centro. Un'altra bandiera introdotta nel 2015 è arancio-bianco-arancio a strisce verticali caricata del logo della provincia.

 
Altra bandiera in uso dal 2015

Natura modifica

Riserve naturali modifica

Viste le ricchezze naturali e paesaggistiche che vanta, nella provincia di Treviso sono presenti molte aree protette di diversa tipologia. Nel complesso, si estendono su circa 49.000 ettari di territorio per quanto riguarda le sole zone S.I.C. e Z.P.S., ma la superficie raggiunge i 91.000 ha contando tutte le aree protette (quasi il 40% dell'intero territorio)[60].

In questo senso, l'istituzione più significativa è il Parco regionale del Sile (4.159 ha) che, comprendendo tutto il corso del fiume sino alla Laguna Veneta, toccando anche le provincie di Padova e di Venezia.

Altre piccole aree protette si trovano sull'altopiano del Cansiglio: sono la Riserva naturale integrale Piaie Longhe-Millifret (129,7 ha condivisi con la provincia di Belluno) e la Riserva statale Campo di Mezzo-Pian di Parrocchia (667 ha). Interessante notare che sono 22.000 gli ettari di foreste protetti, cioè quasi la metà delle risorse boschive della provincia.

Economia modifica

Artigianato modifica

Nell'artigianato la provincia di Treviso è rinomata per le seguenti produzioni e lavorazioni:

Turismo modifica

Cultura modifica

Sezione in allestimento. Nel frattempo visitare le pagine qui sotto:

Castelli modifica

La provincia di Treviso, almeno in confronto al passato, è assai povera di castelli medievali in quanto, con la conquista da parte della Repubblica di Venezia, quest'ultima decise di distruggere la maggior parte dei fortilizi: essi potevano servire da basi per insorti, ma erano anche l'ultima testimonianza, da cancellare, del vecchio potere feudale; inoltre, i castelli, ormai inutili, potevano divenire "cave" da cui attingere materiale di recupero.

I pochi castelli e ruderi rimasti sono sopravvissuti perché ancora proprietà di famiglie feudatarie dipendenti da Venezia, oppure perché l'opera di "smantellamento" a cui si è appena accennato non fu terminata.

Per quanto riguarda la pianura, restano solo i ruderi di una torre del castello di Rai, in comune di San Polo di Piave (X secolo) e un'altra a Casale sul Sile (quest'ultima, perfettamente conservata, è ora parte di una villa privata). Da ricordare, però, le cittadine fortificate di Castelfranco Veneto e Portobuffolé, nate come fortilizi e infine evolutisi in veri e propri centri abitati. Discorso a parte per quanto riguarda la stessa Treviso, città murata.

Più frequente la presenza nell'area collinare, amministrata per conto dei Veneziani da alcuni feudatari, come i Collalto e i Brandolini.
I primi possedevano due castelli in comune di Susegana: quello detto di San Salvatore, è quello meglio conservato; del secondo, nella frazione Collalto, restano la torre principale e tratti delle mura. Ai Collalto apparteneva anche il complesso delle torri di Credazzo, in comune di Farra di Soligo, più volte saccheggiato e quindi caduto in rovina.

Dei Brandolini era invece il Castello di Cison a Cison di Valmarino il quale, cessate le sue funzioni militari, fu adattato a dimora patrizia secondo lo stile delle ville venete.

Anche Conegliano è sovrastata da una bastia, in parte rimaneggiata se non demolita. Conserva le fattezze originali una delle due torri rimaste, sede di un museo.

A Vittorio Veneto si possono ammirare due fortilizi: a Ceneda si trova il castello di San Martino, da secoli sede vescovile; a Serravalle è ubicato invece una costruzione di origini romane, poi ampliata nel Medioevo e in parte demolita nel Settecento; restano tratti delle mura e altre strutture esterne. Nella vicina Cordignano vi è il Castelat, un castello caminese devastato dai Turchi.

Ad Asolo sono conservate due bastie: la prima, il palazzo del Pretorio è di origini medievali, ma fu radicalmente modificata per divenire residenza della nota Caterina Corner; la seconda è la rocca, imponente costruzione di cui restano quasi intatte le mura.

Infine, in località Sopracastello di San Zenone degli Ezzelini, resta la torre di un antico castello degli Ezzelini.

Sport modifica

Palazzetti modifica

Amministrazione modifica

La sede dell'ente Provincia è situata dal 2007 in via Cal di Breda, 116 a Treviso presso il complesso edilizio del Sant'Artemio, già sede dell'ospedale psichiatrico provinciale.

Presidenti della Provincia dal 1951 modifica

Sindaco Partito Periodo Elezione
Mario Ferracin Democrazia Cristiana 1951-1956 1951
Bruno Marton Democrazia Cristiana 1956-1965 1956
1960
Pietro Ferracin Democrazia Cristiana 1965-1971 1964
1970
Carlo Bernini Democrazia Cristiana 1971-1980 1970
1975
Luigi Carraro (Vicepresidente) Democrazia Cristiana 1980 1975
Giuseppe Marton Democrazia Cristiana 1980-1985 1980
Lino Innocenti Democrazia Cristiana 1985-1990 1985
Giacomo Dalla Longa Democrazia Cristiana 1990-1993 1990
Domenico Citron Democrazia Cristiana 1993-1995 1990
Presidenti eletti direttamente dai cittadini (dal 1995)
Giovanni Mazzonetto Grande coalizione (LN-PPI) 1995-1998 1995
Francesco Cabrini (Vicepresidente) Grande coalizione (LN-PPI) 1998 1995
Luca Zaia Lega Nord 1998-2005 1998
2002
Leonardo Muraro (Vicepresidente) Lega Nord 2005-2006 2002
Leonardo Muraro Lega Nord 2006-2016 2006
2011
Presidenti eletti dai sindaci e consiglieri della provincia (dal 2016)
Stefano Marcon Lega Nord 2016-in carica

Infrastrutture e trasporti modifica

Strade ed autostrade modifica

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Autostrade e superstrade modifica

Strade statali modifica

Strade provinciali modifica

Linee bus extraurbani modifica

Il servizio dei trasporti pubblici su gomma è fornito dalla M.O.M. (Mobilità di Marca), società frutto della fusione del 2011 di La Marca, ACTT, CTM e ATM. Il servizio copre l'intera provincia e le maggiori città con tratte urbane[63].

Rete ferroviaria modifica

Aeroporti modifica

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ a b Statistiche demografiche ISTAT., su demo.istat.it. URL consultato il 4 luglio 2022.
  3. ^ Cittadini stranieri 2022 tuttitalia.it
  4. ^ A 5 anni dall'inizio della crisi: stabilità o rinnovata mobilità? (PDF), su cislbellunotreviso.it, Anolf Treviso, 2012. URL consultato il 4 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
  5. ^ Al fine di «sottolineare l'attualità editoriale della ricerca» dal 2003 Legambiente ha preferito nominare il dossier con l'anno in cui viene pubblicato anziché con l'anno dei dati raccolti. Per praticità, qui sono stati riportati i dati relativi all'anno di ricerca e non all'anno di pubblicazione, pertanto i dati 2002 sono quelli riportati nel rapporto 2003, i dati 2003 sono quelli del rapporto 2004 e via dicendo.
  6. ^ Qualità della vita 2002 - Treviso, su lab24.ilsole24ore.com.
  7. ^ Qualità della vita 2003 - Treviso, su lab24.ilsole24ore.com.
  8. ^ Ecosistema Urbano 2003 di LEGAMBIENTE - Nono Rapporto sulla Qualità Ambientale dei Comuni Capoluogo (PDF), su comune.bologna.it.
  9. ^ Qualità della vita 2004 - Treviso, su lab24.ilsole24ore.com.
  10. ^ Ornello Vitali, Rapporto 2004 sulla Qualità della vita in Italia, in Italia Oggi, 10 dicembre 2004.
  11. ^ Ecosistema Urbano 2004 - Comune di Bologna (PDF), su comune.bologna.it.
  12. ^ Dossier Qualità della vita Sole 24 Ore - 2005, su ilsole24ore.com. URL consultato il 15 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  13. ^ Rapporto 2005 sulla Qualità della vita in Italia, in Italia Oggi, dicembre 2005.
  14. ^ Ecosistema Urbano 2005 di Legambiente - Undicesimo rapporto sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia (PDF), su legambiente.it.
  15. ^ Dossier Qualità della vita Sole 24 Ore -- 2006, su ilsole24ore.com. URL consultato il 15 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  16. ^ Cristina Bartelli, Italia a due velocità, in Italia Oggi, 31 dicembre 2006.
  17. ^ Ecosistema Urbano 2006 di Legambiente Rapporto sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia (PDF), su legambiente.it.
  18. ^ Qualità della vita: vince Trento. Dossier Qualità della vita Sole 24 Ore -- 2007, su st.ilsole24ore.com.
  19. ^ Gabriele Frontoni, Bolzano Miss 2007, in Italia Oggi, 10 dicembre 2007.
  20. ^ Legambiente Ecosistema urbano 2007 (PDF), su legambiente.it.
  21. ^ Dossier Qualità della vita Sole 24 Ore -- 2008, su ilsole24ore.com. URL consultato il 15 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2011).
  22. ^ Cristina Bartelli, Siena regina 2008, in Italia Oggi, 8 dicembre 2008.
  23. ^ Legambiente - Ecosistema urbano 2008 (PDF), su legambiente.it.
  24. ^ La graduatoria. Dossier Qualità della vita Sole 24 Ore -- 2009, su st.ilsole24ore.com.
  25. ^ Legambiente - Ecosistema urbano 2009 (PDF), su comune.bologna.it.
  26. ^ Qualità della vita, Treviso scivola, in la tribuna di Treviso, 7 dicembre 2010.
  27. ^ LEGAMBIENTE ECOSISTEMA URBANO – XVII edizione (PDF), su legambiente.it.
  28. ^ Sole 24 Ore: Treviso prima in Italia per tenore di vita, in La Tribuna di Treviso, 5 dicembre 2011.
  29. ^ Ecosistema Urbano XVIII edizione, su legambiente.it. URL consultato il 15 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  30. ^ Qualità della vita, la Marca retrocede, in La Tribuna di Treviso, 27 novembre 2012.
  31. ^ Ecosistema Urbano XIX edizione, su legambiente.it. URL consultato il 15 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2015).
  32. ^ Classifica della qualità della vita: Treviso scivola al posto numero 26, in La Tribuna di Treviso, 2 dicembre 2013.
  33. ^ Silvana Saturno, Trento e Bolzano senza rivali, in Italia Oggi, 30 dicembre 2013.
  34. ^ Ecosistema Urbano XX edizione, su legambiente.it. URL consultato il 15 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  35. ^ La Marca guadagna posizioni ma ha pochi cinema e librerie, in La Tribuna di Treviso, 2 dicembre 2014.
  36. ^ Luigi Dell'Olio, Trento, Bolzano, Mantova al top, in Italia Oggi, 29 dicembre 2014.
  37. ^ ECOSISTEMA URBANO XXI Rapporto sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia (PDF), su legambiente.it.
  38. ^ Qualità della vita, la classifica che traballa, in La Tribuna di Treviso, 22 dicembre 2015.
  39. ^ ECOSISTEMA URBANO XXII Rapporto sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia (PDF), su legambiente.it.
  40. ^ Qualità della vita Treviso e la Marca salgono di 12 posti, in La Tribuna di Treviso, 14 dicembre 2016.
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