Giovanni Teotini (Sulmona, 1914Masegoso, 19 marzo 1937) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra di Spagna.

Giovanni Teotini
NascitaSulmona, 1914
MorteMasegoso, 19 marzo 1937
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
CorpoCorpo Truppe Volontarie
RepartoVIII Gruppo da 100/17
Anni di servizio1934-1937
GradoTenente in servizio permanente effettivo
GuerreGuerra di Spagna
Comandante di7ª Batteria
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Biografia

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Nacque a Sulmona, provincia dell'Aquila, nel 1914, figlio di Luigi e Carolina Capasso.[2] Rimasto orfano di padre, un colonnello di fanteria caduto nella prima guerra mondiale, iniziò gli studi a Bari, proseguendoli a Roma presso l'Istituto Massimiliano Massimo e poi nel Collegio Militare dove conseguì il diploma di maturità classica.[1] Nell’ottobre 1932 fu ammesso a frequentare la Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino, da dove uscì con il grado di sottotenente in servizio permanente effettivo dell'arma di artiglieria il 1º ottobre 1934.[1] Uscito fra i primi classificati dal corso di applicazione d'arma nel 1936 e promosso tenente, fu destinato a prestare servizio presso l'8º Reggimento artiglieria di Corpo d'armata a Roma.[1] Pochi mesi dopo, il 6 febbraio 1937, si imbarcò a Napoli sul piroscafo Lombardia sbarcando a Cadice il giorno 11 dello stesso mese.[1] Giunto in Spagna, fu incaricato della formazione di una batteria di obici da 100/17, formata in parte da personale spagnolo, la 7ª dell'VIII Gruppo "Cesare Augusto", ed assuntone il comando entrò in combattimento pochi giorni dopo.[1] Cadde in azione a Masegoso il 19 marzo 1937, e con Regio Decreto del 18 aprile 1940 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1]

Onorificenze

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«Comandante di batteria calmo e ardimentoso, non esitava a portarsi con pochi uomini sopra una posizione controllata dal nemico, per determinare da essa dati di tiro alla sua batteria occorrenti. Sulla via del ritorno, attaccato da un nucleo avversario, affrontava decisamente l’impari lotta, sinché, esaurite le munizioni, dopo aver scagliato, in segno di supremo disprezzo, l’elmetto contro gli avversari, eroicamente cadeva. Masegoso, 19 marzo 1937 .[3]»
— Regio Decreto del 18 aprile 1940.[4]

Annotazioni

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Bibliografia

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  • Sandro Attanasio, Gli italiani e la guerra di Spagna, Milano, Ugo Mursia Editore, 1974.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 226.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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