Gonnostramatza
Gonnostramatza è un comune italiano di 795 abitanti della provincia di Oristano in Sardegna.
Gonnostramatza comune | |
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(IT, SC) Gonnostramàtza | |
Panorama | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sardegna |
Provincia | Oristano |
Amministrazione | |
Sindaco | Maria Agnese Abis (lista civica) dal 26-10-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 39°40′54.1″N 8°49′58.21″E |
Altitudine | 104 m s.l.m. |
Superficie | 17,64 km² |
Abitanti | 795[1] (29-2-2024) |
Densità | 45,07 ab./km² |
Comuni confinanti | Collinas (SU), Gonnoscodina, Masullas, Mogoro, Siddi (SU) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 09093 |
Prefisso | 0783 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 095024 |
Cod. catastale | E088 |
Targa | OR |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Nome abitanti | (IT) gonnostramatzesi (SC) tramatzesus |
Patrono | san Michele Arcangelo |
Giorno festivo | 29 settembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Gonnostramatza all'interno della provincia di Oristano | |
Sito istituzionale | |
Geografia fisica
modificaSituato nella Marmilla, ha un clima temperato mediterraneo.
Origini del nome
modificaIl nome Gonnos (collina) Tramatza (tamerice), viene dalla ampia presenza della pianta nei dintorni del paese.
Storia
modificaL'area fu abitata in epoca nuragica e romana, per la presenza nel territorio di alcune testimonianze archeologiche. Durante il medioevo appartenne al giudicato di Arborea e fece parte della curatoria di Parte Montis, della quale fu anche capoluogo. Alla caduta del giudicato (1420) entrò a far parte del Marchesato di Oristano, e alla definitiva sconfitta degli arborensi (1478) passò sotto il dominio aragonese e fu incorporato nell'Incontrada di Parte Montis, divenendo un feudo dei Carroz conti di Quirra. Nel 1603 fu incorporato nel marchesato di Quirra, feudo prima dei Centelles e poi degli Osorio de la Cueva, ai quali fu riscattato nel 1839, con la soppressione del sistema feudale.
Nel Settecento fu sede di una Cassa di Credito Agricolo, istituita dai Savoia.
Simboli
modificaNello stemma del comune sono raffigurati un fiume, un ramoscello di mandorlo in fiore ed un ramoscello di tamerice, simboli della coltura tipica e dell'arbusto fluviale un tempo molto diffuso nel territorio da cui deriva il nome di Gonnostramatza, da gonnos ("luogo") e tramatzu ("tamerice"). Il fiume è il rio Mogoro, attraversato fino al 1928 da un ponte romano a cinque arcate, abbattuto nel 1928 per la costruzione degli argini.
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di azzurro.
Monumenti e luoghi d'interesse
modificaLe campagne circostanti contengono resti e reperti dell'età nuragica, con nuraghi, necropoli ed abitazioni millenarie.
Architetture religiose
modifica- La chiesa patronale di San Michele Arcangelo
- La chiesetta di Sant'Antonio Abate;
- La chiesa di San Paolo, in località Serzela.
Società
modificaEvoluzione demografica
modificaAbitanti censiti[3]
Lingue e dialetti
modificaLa variante del sardo parlata a Gonnostramatza è il campidanese occidentale.
Cultura
modificaIstruzione
modificaMusei
modifica- Museo multimediale "Turcus e Morus", sito nella piazza principale del paese.
Eventi
modificaTra i vari eventi del piccolo comune vanno ricordati:
- Festa di sant'Antonio Abate e benedizione del falò (17 gennaio);
- Riti della settimana santa (domenica di Pasqua);
- Esposizione "Arti e mestieri", benedizione mezzi di trasporto e sagra de "Su Gattou" (1º maggio);
- Festa di san Paolo Apostolo con la caratteristica processione dalla chiesa patronale alla chiesa campestre di Serzela (29 giugno);
- Festa del patrono san Michele Arcangelo e santa Teresina (29-30 settembre).
Economia
modificaLe occupazioni principali sono la pastorizia e l'agricoltura, ma si stanno sviluppando a poco a poco anche nuove fonti di reddito, come il turismo e l'artigianato.
Amministrazione
modificaPeriodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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23 aprile 1995 | 16 aprile 2000 | Paolo Porcedda | liste civiche di centro-sinistra | Sindaco | [4] |
16 aprile 2000 | 8 maggio 2005 | Maria Antonella Ardu | lista civica | Sindaco | [5] |
8 maggio 2005 | 30 maggio 2010 | Maria Antonella Ardu | lista civica | Sindaco | [6] |
30 maggio 2010 | 31 maggio 2015 | Alessio Mandis | lista civica "Un'altra storia per Gonnostramatza" | Sindaco | [7] |
31 maggio 2015 | 26 ottobre 2020 | Alessio Mandis | lista civica "Il Paese che c'è" | Sindaco | [8] |
26 ottobre 2020 | in carica | Maria Agnese Abis | lista civica "Insieme per Gonnostramatza" | Sindaco | [9] |
Note
modifica- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 29 febbraio 2024.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Comunali 23/04/1995, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 24 novembre 2017.
- ^ Comunali 16/04/2000, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 24 novembre 2017.
- ^ Comunali 08/05/2005, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 24 novembre 2017.
- ^ Comunali 30/05/2010, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 24 novembre 2017.
- ^ Comunali 31/05/2015, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 24 novembre 2017.
- ^ Comunali 25/10/2020 [collegamento interrotto], su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 novembre 2020.
Bibliografia
modifica- Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 88-7138-430-X. URL consultato il 17 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2013).
- Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. URL consultato il 17 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2012).
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gonnostramatza
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Gonnostramatza
Collegamenti esterni
modifica- La scheda del comune nel portale Comunas della Regione Sardegna, su comunas.it.