Il Governo Donev I è stato il 100º governo della Bulgaria per 6 mesi 1 giorno dal (2 Agosto 2022 al 3 Febbraio 2023),formatosi in seguito alla mancata soluzione alla crisi di governo, scaturita dopo la fuoriuscita del partito ITN (del conduttore televisivo Slavi Trifonov) dal Governo Petkov, e la conseguente mozione di sfiducia, approvata il 22 giugno 2022 con 124 voti a favore su 240, che lo ha fatto crollare definitivamente.

Governo Donev I
Foto del Primo Ministro, Galab Donev
StatoBandiera della Bulgaria Bulgaria
Capo del governoGalab Donev
(Indipendente)
CoalizioneIndipendenti, PP, BSP
con l’appoggio esterno di DB
Legislatura47ª
Giuramento2 agosto 2022
Dimissioni2 febbraio 2023[1]
Governo successivo3 febbraio 2023
Petkov Donev II (Int.)

Formazione modifica

Conseguentemente all’acutizzarsi dell’ennesima crisi di governo, dal 23 giugno il Presidente della Repubblica, Rumen Radev, cominciò le consultazioni per la formazione di un nuovo esecutivo. Nonostante egli avesse provato di risolvere la crisi ed evitare delle elezioni anticipate concedendo un nuovo mandato, rispettivamente, al primo, secondo e terzo partito in parlamento, secondo il dettame costituzionale, l’esito negativo di quest’ultimi ha costretto il Capo dello Stato a sciogliere l’Assemblea e indire nuove elezioni per il 2 ottobre, le quarte in due anni. Contestualmente a ciò, poiché il paese necessitava comunque di un esecutivo di transizione, egli ha nominato l'ex-Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali dei governi Janev I e II, Galab Donev, Primo ministro ad interim, il quale ha accettato l’incarico e formato il proprio governo, giurando il 2 agosto 2022.

Posizioni politiche modifica

Politica estera modifica

In politica estera, ha assunto posizioni nettamente contrastanti con quelle del Governo Petkov, cha aveva portato avanti politiche europeiste e filo atlantiste.[2] Ha cercato di riavvicinare la Bulgaria alla Federazione Russa, nonostante le sanzioni inflitte dai Paesi occidentali ai russi come conseguenza dell'annessione della Crimea e dell'invasione russa dell'Ucraina.[2]

In campo energetico ha rinunciato alle forniture di gas naturale liquefatto concordate dal Governo Petkov con gli Stati Uniti d'America ed ha ostacolato per mesi l'apertura dell'interconnettore Grecia-Bulgaria,[3] benché da luglio 2022 fosse pronto ad entrare in funzione ed importare gas naturale attraverso il Corridoio meridionale del gas, promosso dalle politiche energetiche dell'Unione europea.[2] Ha spinto per la riapertura di negoziati con Gazprom,[2] per tornare a ricevere forniture di gas russo, sospese dalla Russia come ritorsione per il rifiuto a pagare il prezzo in rubli.[3]

Ritorno al voto cartaceo modifica

Nel novembre 2022, anche su spinta delle forze di maggioranza, il Governo presenta un disegno di legge per tornare al voto cartaceo, dopo che dal 2019 il voto avveniva elettronicamente. Tale idea viene accolta molto positivamente da tutte le forze politiche presenti in parlamento, (eccetto PP e DB) e, per questo, la votazione in merito, avvenuta il 1º dicembre 2022, ha visto 165 favorevoli e 75 contrari. La legge prevede che il sistema elettronico rimanga in vigore fino a quando lo Stato non acquisterà nuove macchine di scansione cartacea.

Il rapporto con l'Euro modifica

Il 17 febbraio 2023, il Governo ha annunciato la decisione di posticipare l'entrata del paese nella zona euro dal 1º gennaio 2024 al 1º gennaio 2025. La decisione, diramata dal ministro delle finanze, è stata motivata dalla necessità di modifiche legislative, già procrastinate a causa della instabilità politica attanagliante il paese. La decisione fu altresì presa anche a causa dell'elevata inflazione, molto sentita nel paese come in tutto il resto dell'Europa.

Posizioni sulle scelte europee modifica

Nel febbraio 2023 il Parlamento europeo ha approvato con 340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astenuti, la proposta della Commissione europea di eliminare la produzione e vendita delle automobili a combustione interna dal 1º gennaio 2035.

Ciò, tuttavia, ha scatenato aspre critiche da parte dei governi dei paesi europei in cui l’industria automobilistica era (ed è) molto florida, tra cui Italia, Germania, Polonia e la stessa Bulgaria, tutti concordi nell’idea che tale legislazione (definita "Eurofollia") avrebbe causato un serio rischio per l’industria del settore. La posizione bulgara sul tema, quindi, fu quella di astenersi nelle votazioni presso il Consiglio Europeo.

Composizione modifica

     Indipendenti

     Partito Socialista Bulgaro (BSP)

     Continuiamo il Cambiamento (PP)

     Attacco[4]

     Indipendenti

[5]

Carica Titolare Partito politico
Primo ministro   Gălăb Donev Indipendente[6]
Primo Vice Primo Ministro
(per il Lavoro e le Politiche Sociali)
  Lazar Lazarov Indipendente[4]
Secondo Vice Primo ministro
(per le Politiche economiche)

Ministro dei Trasporti e Comunicazioni

  Hristo Aleksiev[7] Indipendente[6]
Terzo Vice Primo Ministro
(per l'Ordine e la Sicurezza interni)

Ministro dell’Interno

  Ivan Demerdžiev Indipendente
Quarto Vice Primo Ministro
(per la gestione dei Fondi Europei)
  Atanas Pekanov Indipendente
Ministro delle Finanze   Rosica Atanasova Velkova-Želeva Indipendente[4]
Ministro della Difesa   Dimităr Stojanov Attacco[4]
Ministro degli Esteri   Nikolay Milkov Indipendente[6]
Ministro della Giustizia   Krum Zarkov BSP
Ministro della Salute   Asen Medžidiev Indipendente
Ministro dell'Istruzione e della Scienza   Sašo Penov Indipendente[6]
Ministro dell'Agricoltura e dell'Alimentazione   Javor Gečev BSP
Ministro dell'Ambiente e delle Acque   Rosica Karamfilova-Blagova Indipendente
Ministro dell'Energia   Rosen Hristov Indipendente
Ministro dell'Economia e dell'Industria   Nikola Stojanov Indipendente
Ministro dello Sviluppo regionale e dei Lavori pubblici   Ivan Šiškov Indipendente
Ministro della Cultura   Velislav Minekov Indipendente
Ministro della Gioventù e dello Sport   Vesela Lečeva BSP
Ministro dell'Innovazione e della Crescita   Aleksandăr Pulev Indipendente
Ministro del Turismo   Ilin Dimitrov PP
Ministro del Governo Digitale   Georgi Todorov Indipendente

Fonte: (BG) Президентът насрочи парламентарни избори за 2 октомври 2022 г. и назначи служебно правителство, su president.bg, Presidenza della Repubblica di Bulgaria, 2 agosto 2022. URL consultato il 2 agosto 2022.

Situazione parlamentare modifica

47ª legislatura modifica

Camera Collocazione Partiti Seggi
Assemblea Nazionale Governo/App. est. PP (67), BSP (26), Indipendenti (7)[8], DB[9] (16)
116 / 240
Opposizione GERB - SDS (59), DPS/HÖH (34), ITN (18), V (13)
124 / 240

NOTA: Il Governo è potuto entrare in carica anche senza l’avallo parlamentare poiché, secondo la Costituzione bulgara, in tempi di crisi (come nel caso di una sfiducia) il Presidente della Repubblica è autorizzato a nominare un governo temporaneo.

Note modifica

  1. ^ A causa dello scioglimento dell’Assemblea nazionale.
  2. ^ a b c d Alle elezioni in Bulgaria potrebbe non vincere nessuno, su Il Post, 2 ottobre 2022. URL consultato il 2 ottobre 2022.
  3. ^ a b Redazione Agenzia Nova, Bulgaria: il governo ad interim non esclude un nuovo contratto a lungo termine con Gazprom, su Agenzia Nova, 7 agosto 2022. URL consultato il 2 ottobre 2022.
  4. ^ a b c d Partito extraparlamentare
  5. ^ Di Area Gerb
  6. ^ a b c d Figura molto vicina al presidente e alla sua area politica
  7. ^ Da marzo 2022 ricopre la carica di segretario economico del presidente.
  8. ^ Scissionisti dal Partito ITN; fino al 19 ottobre 2022
  9. ^ Appoggio esterno