Isola Madre
L'Isola Madre (in dialetto locale Isola Mader) è la più grande dell'arcipelago delle Borromee sul Lago Maggiore. Larga 220 metri e lunga 330, l'isoletta è occupata da alcune costruzioni e soprattutto da giardini. Anticamente era chiamata Isola di San Vittore e successivamente Isola Maggiore.
Isola Madre Isola di San Vittore Isola Maggiore | |
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Geografia fisica | |
Localizzazione | Lago Maggiore |
Coordinate | 45°54′40″N 8°32′16″E / 45.911111°N 8.537778°E |
Arcipelago | Isole Borromee |
Dimensioni | 0,33 × 0,22 km |
Geografia politica | |
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Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Demografia | |
Abitanti | 4[1](2001) |
Cartografia | |
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StoriaModifica
«L'Isola Madre. È il luogo più voluttuoso che abbia mai visto al mondo.» |
(Gustave Flaubert, 1845) |
Le fonti storiche indicano che nella metà del IX secolo sull'isola era presente la chiesa con abside a pianta quadra (edificio probabilmente costituente il riferimento alla matrice di una macropieve verbanese dedicata a S: Vittore), un cimitero (il cui ricordo si perpetua nella cosiddetta ‘scala dei morti’); non si esclude che vi potesse sorgere anche un piccolo apprestamento militare, in analogia e assonanza con il castrum di Sant'Angelo sito sull'Isolino di San Giovanni. Per certo si sa che vi erano coltivazioni di ulivi, la cui produzione veniva forse impiegata per usi sacri.
A partire dal 1501 Lancillotto Borromeo, uno dei cinque figli di Giovanni III e Cleofe Pio di Carpi, introduce nell'isola le prime coltivazioni di agrumi fatti arrivare dalla Liguria con un giardiniere ("hortolano") che li avrebbe accuditi; ordina la costruzione di un primo nucleo della dimora gentilizia, che viene successivamente ampliata in forma rinascimentale negli anni ottanta del Cinquecento da Renato I Borromeo. Sono gli anni in cui si avvicendano nella cura dei giardini gli esponenti di una dinastia di "hortolani", i Della Torre, che risiederanno all'Isola Madre sino al primo Ottocento.[2] A partire circa dal 1823-1825, per decisione dei conti Giberto V e Vitaliano IX Borromeo Arese, ad opera di Renato I, Giacomo e Francesco Rovelli, famiglia di giardinieri originaria di Monza, pur preservando il bosco nella parte verso Nord-Ovest dell'isola, i settori tenuti a frutteto vengono convertiti in giardino romantico all'inglese, che ancora viene considerato tra i migliori esempi di quest'arte in Italia.[3]
MonumentiModifica
- Palazzo Borromeo (edificato nel XVI secolo sui resti della primitiva chiesa, cimitero - e fors'anche castello - di S. Vittore) e relativo giardino all'inglese
- Cappella gentilizia del 1858 (al contrario di quella dell'Isola Bella, non contiene cenotafi o monumenti funebri)
- Il grande e scenografico giardino all'inglese di 8 ettari, progettato su un precedente agrumeto, produttivo sino alla fine del Settecento. Famosa è la "scala dei morti", che negli ultimi decenni è stata arricchita con un'importante collezione di Wisteria (glicine).[4]
NoteModifica
- ^ http://dawinci.istat.it/ MD/dawinciMD.jspa1=m0GG0c0I0&a2=mG0Y8048f8&n=1UH90007SN5&v=1UH082081E5000000
- ^ Le Isole Borromee, pp. 100-125
- ^ Le Isole Borromee, p. 94
- ^ Grassi-Manni, p. 286
BibliografiaModifica
- AA. VV., Le Isole Borromee e la Rocca di Angera, Silvana ed., Milano 2000.
- Vittorio Grassi-Carlo Manni, Il Vergante, Alberti, Intra 1990.
Voci correlateModifica
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