Borromeo

famiglia nobiliare italiana
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I Borromeo, originari di San Miniato in Toscana, sono un'importante famiglia della nobiltà milanese, che per secoli ebbe forte influenza sulla città di Milano e sulle zone del Lago Maggiore, il cosiddetto "Stato Borromeo". Tramite il matrimonio di Giberto Borromeo con Maddalena di Brandeburgo, vantano la discendenza di Federico II di Svevia e, tramite Ersilia Farnese, di papa Paolo III.

Borromeo
Humilitas Nomini
Stato Ducato di Milano
Aurea Repubblica Ambrosiana
Repubblica Transpadana
Repubblica Cisalpina
Repubblica italiana
Regno d'Italia
bandiera Regno Lombardo-Veneto
Regno d'Italia
Italia Italia
Titoli Principe di Angera
Marchese di Angera
Conte di Arona
Conte delle Degagne di San Maurizio
Conte di San Martino
Conte di Maccagno
Conte di Peschiera
Signore di Omegna
Signore di Cannobio, Vergante, Vegezzo, Agrate, Palestro, Camairago, Guardasone, Laveno
Consignore della Pieve di Seveso
Patrizio milanese
FondatoreVitaliano I Borromeo
Attuale capoVitaliano (XI) Borromeo
Data di fondazione26 maggio 1445[1]
Data di deposizione1797[2]
Etniaitaliana
Rami cadetti
Stemma principesco dei Borromeo

Tra i membri più noti della casata si possono ricordare il cardinale Carlo Borromeo, venerato come santo dalla Chiesa cattolica, e il cardinale Federico Borromeo, immortalato da Alessandro Manzoni nel romanzo I promessi sposi.

StoriaModifica

OriginiModifica

 
L'antico stemma dei 'Buon Romei' nel Palazzo vicariale di Certaldo

Le notizie relative alla famiglia risalgono alla fine del XIII secolo. Originari dei dintorni di Roma, si trasferirono a San Miniato al Tedesco (nell'attuale provincia di Pisa), dove presero il nome di 'Buon Romei', come erano chiamati tutti coloro che provenivano dalla Città, nonostante non fossero pellegrini. La fortuna economica arride subito alla famiglia e, grazie a un'accorta politica matrimoniale (Filippo Buonromei sposò infatti Talda, sorella di Beatrice di Tenda, moglie di Facino Cane e, in seguito, di Filippo Maria Visconti) si conquistarono l'appoggio della potente famiglia viscontea.

XIV secoloModifica

A causa delle lotte tra Firenze e i presidi ghibellini in Toscana, intorno agli anni '60-'70 del XIV secolo, i Borromeo si trasferirono a Milano e a Padova, per gestire l'attività economica prevalente, quella di banchieri. Una parte comunque si professò guelfa e si stabilì a Firenze, tenendovi e lungo case, palazzi e ville. A Padova si celebrano le nozze tra Margherita Borromeo e Giacomo Vitaliani, ricco esponente della famiglia Vitaliani che vantava, benché senza prove storicamente accettabili, la discendenza da santa Giustina di Padova, la santa martirizzata sotto Diocleziano nel 303. Alla morte di Giacomo, che aveva sperperato il patrimonio di famiglia, il figlio Vitaliano Vitaliani sarà adottato dallo zio materno, Giovanni Borromeo, privo di figli, con l'obbligo di assumerne il cognome. Vitaliano divenne così il capostipite della famosa famiglia milanese, con il nome di Vitaliano I.[3]

"Stato Borromeo"Modifica

L'insieme delle terre appartenute al re dei Longobardi Desiderio, indi all'imperatore Federico Barbarossa,[4][5] situate intorno al lago Maggiore, costituirono, tra il XIV e XV secolo, lo "Stato Borromeo",[6] vasto più di mille chilometri quadrati, con Arona ed Angera sedi del Conte e Marchese.

Era ripartito in dieci podesterie: Mergozzo, Omegna, Vogogna, Val Vigezzo, Cannobio, Intra, Laveno, Lesa, Angera e Arona. Il podestà di Arona era il delegato comitale anche per le funzioni giurisdizionali, dato che le proprietà borromaiche non dipendevano dalla giustizia ordinaria di Novara e di Milano. Il territorio, che era stato affidato in comodato dal Barbarossa e poi da Federico II a feudatari locali,[7][8] era scarsamente popolato, ma permetteva da parte del signore il controllo della navigazione lacustre e l'introito daziario che veniva incamerato ad Arona.

Collocato al limite nord-occidentale del ducato di Milano e confinante con la Svizzera, conquistò un determinante ruolo strategico per il gran numero di siti fortificati, la disponibilità di un esercito locale, il sostegno dell'aristocrazia del posto. Il vasto feudo ebbe una lunga vita e solo l'occupazione napoleonica nel 1797 riuscì a smantellarlo. I Borromeo, però, conservarono il patrimonio immobiliare.[9]

AscesaModifica

 
Pisanello, Recto di una medaglia di Filippo Maria Visconti, 1441, Palazzo Doria-Tursi - Musei di Strada Nuova.

Vitaliano continuò i commerci dello zio aprendo due nuove filiali della banca a Burgos e a Barcellona e nel 1416 acquistò la cittadinanza milanese venendo creato nel 1418 tesoriere del ducato di Milano.

Vitaliano I Borromeo inoltre nel 1432, fortificò il suo palazzo fuori città (l'attuale castello di Peschiera Borromeo) e tra il 1439 e il 1440, gli furono concessi dal Duca di Milano, Filippo Maria Visconti vari feudi, tra cui quello di Arona sul Lago Maggiore, sul quale, nel 1445, gli venne concesso il titolo di Conte.

 
Bonifacio Bembo, Francesco Sforza, tempera su tavola, 1460 circa, Pinacoteca di Brera, Milano.

Si guadagnò poi anche il favore di Francesco Sforza, che gli donò altri feudi tra cui quello di Angera nel 1449.

XV secoloModifica

Da Vitaliano I discesero altri grandi personaggi della famiglia.

Giovanni I "Il Giusto" (1439-1495), fu vincitore a Crevoladossola di Svizzeri e Vallesani nella battaglia presso il ponte di Crevola il 28 aprile 1487.

XVI secoloModifica

 
Ambrogio Figino, Ritratto di Giulio Cesare Borromeo, olio su tela, 1560 circa, Pinacoteca Ambrosiana, Milano.

Si ricordano poi i tre figli di Giovanni I: Lancillotto Borromeo (m. 1513), senatore di Luigi XII di Francia, e Ludovico I (m. 1527), che nel castello della Vitaliana, da lui realizzato, resistette all'assalto degli Sforza, e Giberto I, anche lui altro dignitario del Re francese.

Dei figli di Ludovico, Camillo I Borromeo (m. 1549), fu governatore di Como e poi di Pavia.

Dei figli di Camillo I Borromeo, Giovanni Battista I Borromeo fu Signore di Cannobio e sposò Giulia Sanseverino.

Figli di Federico I furono: Giberto II Borromeo (m. 1558), governatore del Lago Maggiore, e Giulio Cesare I (1517-1572).

 
Ambito toscano, San Carlo Borromeo consacrato cardinale, 1626

Di Giberto II furono figli san Carlo Borromeo e Federico II Borromeo (m. 1562) che fu principe di Oria e duca consorte (titolare) di Camerino come marito di Virginia della Rovere (figlia del Duca di Urbino e "pretendente" del ducato di Camerino).

XVII secoloModifica

 
Don Abbondio e il cardinale Federico Borromeo. Illustrazione di Gonin all'edizione del 1840 dei Promessi sposi

Dei figli di Giulio Cesare I, vi furono Renato I Borromeo (m. 1608), e il cardinale Federigo Borromeo (Federigo III), uomo di chiesa di manzoniana memoria che resse le sorti di Milano e ne improntò la vita politica e culturale, ribadendo l'opera del cugino Carlo.

Tra i figli di Renato I ed Ersilia Farnese vi furono Giulio Cesare II Borromeo (m. 1638), valido uomo di guerra, e Carlo III Borromeo (1586-1652), che fu il primo ideatore dei lavori di trasformazione dell'Isola Bella sul Lago Maggiore.

Tra i figli di Giulio Cesare II, da ricordare il cardinale Federico IV Borromeo (1617-1673).

Gli eredi di Carlo III furono il cardinale Giberto Borromeo (Giberto III Borromeo, 1615-1672), Renato II Borromeo (m. 1685), marito di Giulia Arese (da cui il duplice cognome Borromeo-Arese), e Vitaliano VI Borromeo (m. 1690), quest'ultimo artefice delle maggiori trasformazioni dell'Isola Bella.

XVIII secoloModifica

Tra i figli di Renato II e Giulia Arese vi furono Carlo IV Borromeo (o Borromeo-Arese) (m. 1734), che divenne Viceré di Napoli, e sposò due parenti di Pontefici; poi Giberto IV Borromeo (1671-1740), cardinale e vescovo-conte di Novara.

Tra i figli di Carlo IV vi furono Giovanni Benedetto Borromeo (m. 1744), marito di Clelia Grillo, Federico VI (m. 1779).

Tra i figli di Giovanni Benedetto si ricordano Renato III (m. 1788), Francesco IV (m. 1775) ed il cardinale Vitaliano Borromeo (1720-1793).

XIX secoloModifica

Tra i figli di Renato III vi furono Giberto V (m. 1837), ultimo feudatario con la moglie Contessa Cusani, dopo l'occupazione francese.

Tra i figli di Giberto V, vi furono il cardinale Renato V, Vitaliano VIII (m. 1874), letterato e uomo di cultura, e noto anche per le sue attività patriottiche. A quest'ultimo Borromeo si devono altre innovazioni nel palazzo dell'Isola Bella.

Tra i figli di Vitaliano VIII vi furono il cardinale Edoardo Borromeo, Giberto VI Borromeo (m. 1844), Guido Borromeo (1818-1890), senatore del Regno d'Italia, Emilio Borromeo.

Giberto VII Borromeo (1859-1941), la cui consorte era Rosanna Leonardi, ricevette la nomina di I Principe di Angera dal re Vittorio Emanuele III di Savoia con Regio decreto motu proprio del 21-12-1916 e Regie Patenti (1-03-1917).

Epoca recenteModifica

 
Beatrice Borromeo e Pierre Casiraghi nel 2017.

Nei tempi odierni la famiglia era rappresentata da Giberto Borromeo Arese, deceduto il 16 febbraio 2015. A succedergli è il primogenito Vitaliano Borromeo Arese.[10][11].

Nel 2004 Lavinia Borromeo ha sposato John Elkann, figlio di Alain Elkann e Margherita Agnelli; Beatrice Borromeo, giornalista politica italiana, è la moglie di Pierre Casiraghi, figlio della principessa Carolina di Monaco; Matilde Borromeo è coniugata con Antonius zu Fürstenberg.

Conti di Arona (1445-1613)[12]Modifica

Nome Dal Al Consorte e note
Vitaliano I Borromeo 26 maggio 1445 1449 Ambrosina Fagnani;
primo conte di Arona
Filippo I 1449 1464 Franceschina Visconti;
fu anche conte di Peschiera
Vitaliano II 1464 1493 Bianca di Saluzzo
Giovanni I 1493 1494 Maria Cleofe Pio di Carpi;
fu pure conte di Angera
Giberto I 1494 1508 Maddalena, figlia di Fritz di Brandeburgo
Federico I 1508 1529 Veronica Visconti
Giberto II 1529 1558 Margherita Medici-Marignano,
Taddea dal Verme, Aurelia Vistarini
Federico II 1558 1562 Virginia Montefeltro della Rovere
Giulio Cesare I 1562 1572 Margherita Trivulzio
Renato I 1572 1608 Ersilia Farnese
Giovanni II 1608 1613 non sposato

Confluito nei titoli dei Marchesi d'Angera

Marchesi di Angera (1623-1797)[12]Modifica

Ritratto Nome Dal Al Consorte e note
  Federico il cardinale 1623 1631 Fu creato Marchese di Angera,
ex Filippo IV di Spagna
  Giulio Cesare II 1631 1638 Giovanna Cesi
  Carlo 1638 1652 Isabella d'Adda
  Renato II 1652 1685 Giulia Arese
  Vitaliano IV 1685 1690 fratello del precedente
  Carlo Borromeo Arese 1690 1734 Giovanna Odescalchi, Camilla Barberini; figlio di Renato II, assunse per primo il cognome di Borromeo Arese
  Giovanni Benedetto 1734 1744 Clelia Grillo
  Renato III 1744 1778 Marianna Odescalchi
  Giberto (V) 1778 1797 Maria Elisabetta Cusani;
da non confondere con altri omonimi della famiglia, titolati non feudatari; fu l'ultimo Conte e Marchese sovrano, morì nel 1837

Principi e marchesi titolari di Angera (1797-oggi)Modifica

Ritratto Nome Dal Al Consorte e note
  Giberto (V) 1797 1837 Maria Elisabetta Cusani
  Vitaliano (VIII) 1837 1874 Maria d'Adda
  Giberto (VI) 1874 1885 Livia Litta Arese Visconti, in seconde nozze si risposò con Laura Durazzo Grimaldi
  Guido 1885 1891 -
fratello del precedente
  Emanuele 1891 1906 -
fratello del precedente
  Emilio 1906 1909 Elisabetta Borromeo Arese
fratello del precedente
  Giberto (VII) 1909 1941 Rosanna Leonardi. Venne creato Principe di Angera da Vittorio Emanuele III con R.D. motu proprio del 21 dicembre 1916 e RR. PP. del 1º marzo 1917.
  Vitaliano (IX) 1941 1982 Ida Taverna
  Giberto (VIII) 1982 2015 Bona Enrica Orlando. Figlio del precedente, assunse per primo il cognome di Borromeo Arese Taverna
  Vitaliano (X) 2015 oggi Marina Munafò.

Nato nel 1960, il fratello minore nel 1963

CardinaliModifica

Ritratto Nome Nascita Creato cardinale Morte Note
  Carlo Borromeo 2 ottobre 1538 31 gennaio 1560 da Pio IV 3 novembre 1584 Il 1º novembre 1610 Carlo è stato canonizzato ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
  Federico Borromeo
il Vecchio
18 agosto 1564 18 dicembre 1587 da Sisto V 21 settembre 1631
  Giberto III Borromeo 28 settembre 1615 19 febbraio 1652 da Innocenzo X 6 gennaio 1672
  Federico Borromeo
il Giovane
29 maggio 1617 22 dicembre 1670 da Clemente X 18 febbraio 1673
  Giberto Borromeo 12 settembre 1671 15 marzo 1717 da Clemente XI 22 gennaio 1740
  Vitaliano Borromeo 3 marzo 1720 26 settembre 1766 da Clemente XIII 7 giugno 1793
  Edoardo Borromeo 3 agosto 1822 13 marzo 1868 da Pio IX 30 novembre 1881

Castelli, palazzi e villeModifica

Immagine Struttura Località Costruzione Appaltatore Note
  Castello Borromeo Camairago
  Castello Borromeo Cassano d'Adda
  Castello Borromeo Corneliano Bertario
  Castello Borromeo Origgio
  Castello Borromeo Peschiera Borromeo XV/XVI secolo Vitaliano I Borromeo Il castello è circondato da un ampio fossato.
  Palazzo Arese Borromeo Cesano Maderno 1626 - 1670 ca. Bartolomeo III Arese Il palazzo è sede dell'Università San Raffaele - Facoltà di Filosofia.
  Palazzo Borromeo Isola Bella 1632 - 1652 Carlo III Borromeo Oggi il palazzo è adibito a museo.
  Palazzo Borromeo Milano XIII secolo Famiglia Borromeo Residenza attuale della famiglia.
  Palazzo Borromeo d'Adda Milano XVIII secolo Febo d'Adda
  Palazzo Gabrielli-Borromeo Roma XVI secolo Girolamo Gabrielli dei conti di Gubbio Dal 1930 è sede dell'attuale Collegio San Roberto Bellarmino della Provincia Romana della Compagnia di Gesù.
  Rocca di Angera Angera XI - XVII secolo Famiglia Visconti e famiglia Borromeo La rocca appartiene ancora alla famiglia Borromeo ed è anche sede del Museo della Bambola, fondato nel 1988 dalla principessa Bona Borromeo Arese.
  Villa Borromeo a San Casciano San Casciano in Val di Pesa XIV secolo Famiglia Borromeo Dal 1957 la villa ospita un ristorante ed è attualmente proprietà di Adele e Livia Zannoni.
  Villa Borromeo d'Adda Arcore XVII - XVIII secolo Famiglia D'Adda Dal 1980, nella villa, sono ubicati gli Uffici Municipali del paese di Arcore, mentre il parco è gratuitamente aperto al pubblico. Dal 2010 le scuderie sono sede distaccata del corso accademico di restauro dell'Accademia di Brera.
  Villa d'Adda-Borromeo Cassano d'Adda XVIII secolo Famiglia D'Adda Dall'Ottocento a oggi la villa è proprietà privata della famiglia Borromeo.
  Villa San Carlo Borromeo Senago XIV secolo Famiglia Visconti Dal 1629 al 1983 la villa fu proprietà dei Borromeo, da allora fu acquistata dall'Università internazionale del Secondo Rinascimento. È inoltre sede di congressi, corsi, seminari, riunioni di enti pubblici e privati, italiani e stranieri, ed infine di un museo permanente e di un museo per grandi mostre.
  Villa Visconti Borromeo Arese Litta Lainate XVI secolo Pirro I Visconti Borromeo Dopo la morte di Giulio Visconti Borromeo Arese nella seconda metà del XVIII secolo, la villa passò prima alla famiglia Litta, poi nel 1872 al barone Ignazio Weill Weiss, ancora, nel 1916 al suo contabile Erminio Riboni e nel 1932 alla famiglia Toselli, infine nel 1970 venne acquistata dal Comune di Lainate che l'ha adibita a museo.

Altri monumenti relativi alla famigliaModifica

Albero genealogicoModifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Tavole genealogiche della famiglia Borromeo.

Sintesi genealogica nelle linee maschili della famiglia Borromeo.

Tavola sintetica dei VitalianiModifica

 Giovanni[13]
*? †?
 
  
 Valerio
*? †?
Sigifredo
*? †post 1084
 
  
 Antonio[14]
*? †?
 Palamede[15]
*? †?
  
   
 Valerio[16]
*? †?
Nicolò[17]
*? †1123/24?
Vitaliano[15]
*? †post 1175
 
  
 Gaboardo
*? †?
Gherardo[15]
*? †post 1142
 
    
 Vitaliano[18]
*? †post 1190
Pietro[15]
*? †post 1161
Matteo
*? †post 1180
altri
7 figli

 
  
 Vitaliano[19]
*? †?
Giacobino
*? †?
 
 
 Matteo[20]
*? †?
 
        
Bartolomeo[21]
*? †?
Giovanni
*? †1239
Giulio[22]
*? †post 1239
Giovanni[15]
*? †post 1256
 Giacobino
*? †post 1275
Vitaliano
*? †post 1253
 Pietro
*? †post 1258
Gaboardo
*? †post 1270
    
     
 Gherardo[23]
*12391280
Palamede
*? †?
Vitaliano[24]
*? †post 1275
 Gherardo
*? †post 1278
Gherardo
*? †post 1280
   
     
 Pietro[15]
*? †post 1312
Giacobino[25]
*? †?
Nicolò
*? †post 1297
Francesco
*? †?
Giovanni[26]
*? †?
  
   
 Geronimo[15]
*? †post 1360
 Ruggero
*? †?
Francesco[27]
*? †post 1398
 
 
 Giacomo[28]
*? †1409
sp. Margherita Borromeo di San Miniato[29]
*? †?
 
 
 Vitaliano I
 
 
  
Borromeo
di Milano

Tavola sintetica della famiglia BorromeoModifica

Ramo di MilanoModifica

  
Vitaliani
 
 
 Vitaliano I
*13901449
 
  
  
Giacomo[30]
*14141453
Filippo
*14191469
 
  
 Vitaliano
*14511493
Giovanni
*? †1495
 
      
 Giberto
*14631527
 Ludovico
*14681527
 Filippo
*? †1508
Lancillotto
*14731513
Galeazzo
*14761511
Francesco[31]
*1462 †?
   
        
 Federico
*14921529
 Camillo
*? †1599
Vitaliano
*? †?
Carlo
*? †1537
Luigi
*ante 15021518
Guido
*1502 †?
Giulio Cesare
*? †1523
Giovanni
*? †1536
    
       
 Giberto II
*15111558
Francesco[32]
*? †1582
Giulio Cesare
*15171572
Gian Battista
*? †1577
Luigi
*? †?
 Luigi
*? †?
Filippo Dionogi
*1519 †post 1562
    
      
 Federico[33]
*15351562
 
Carlo
*15381584
Renato I
*15551608
 
Federico
*15641631
 Vitaliano
*? †?
Prospero
*? †ante 1591
 
   
Giovanni
*? †1613
Carlo III
*15861652
 Giulio Cesare
*15901638
  
         
 
Giberto III
*16151672
Renato II
*16361704
sp. Giulia Arese
*? †?
Vitaliano VI
*16201690
Giovanni
*? †1660
4 Monaci
teatini
[34]
Paolo Emilio
*16331690
Giustino
*1638 †ante1640
Antonio Renato
*16321686
 
Federico
*16171673
 
  
 Carlo IV
 
Giberto[35]
*16711740
 
 
  
Borromeo
Arese

Simbologia e araldicaModifica

ArmorialeModifica

Stemma Data e Blasonatura
  Stemma antico della Famiglia Borromeo

Fasciato di sei pezzi di rosso e di verde, alla banda attraversante d'argento.

  Famiglia Borromeo

Inquartato, fiancheggiato in arco di cerchio, col capo e la campagna: nel I di rosso alla corona antica d'oro, posta in sbarra; nel II d'argento a due trecce d'oro, poste in sbarra, annodate di rosso in decusse; nel III d'azzurro a tre anelli intrecciati d'oro gemmati di rosso male ordinati; nel IV di rosso al freno d'argento posto in banda.
Il fiancheggiato di rosso: sul fianco destro seminato di fiammelle d'oro al liocorno d'argento, accollato di una corona antica d'oro annodata con una sciarpa d'argento svolazzante, spaventato da un medaglione ovale d'argento, raggiante d'oro, orizzontale a destra, caricato da un biscione d'azzurro ingollante un putto di carnagione; il fianco sinistro caricato di un dromedario giacente in un canestro sostenente sulla gobba una corona antica il tutto d'oro, sormontata da sette penne di struzzo alternate d'azzurro e d'argento.
Il tutto sinistrato e spaccato: superiormente d'oro all'aquila di nero coronata d'oro, inferiormente d'argento al volo abbassato di nero.
Il capo e la campagna d'argento, caricato il primo del motto
humylitas in carattere gotico minuscolo di nero, sormontato da una corona fioronata d'oro; e la seconda da un cedro d'oro, gambuto e fogliato di verde, posto in fascia.
Sul tutto partito: nel I bandato d'azzurro innestato d'argento e di verde; nel II fasciato di rosso e di verde, alla cotissa in banda d'argento attraversante.[36]

Simbologia dello stemmaModifica

Lo stemma dei Borromeo è alquanto complesso, per la riunione in esso di molti simboli.

Il più noto è il motto Humilitas, che sovrasta lo stemma e che stava a sottolineare la pietà e la religiosità della famiglia di Carlo Borromeo e di Federico Borromeo, clan molto legato alla Controriforma e spesso imparentato con vari pontefici. Questa scritta, in caratteri gotici rigidamente verticali, sottintende l'umiltà dinanzi a Dio e alle virtù;

Il dromedario prostrato è un altro simbolo ricorrente, sul cui dorso si erge un cimiero piumato. Questo fu uno dei primi emblemi di famiglia, introdotto da Vitaliano I Borromeo in ricordo ed in omaggio dello zio materno Giovanni Borromeo: rappresenta infatti la pazienza e la devozione;

L'unicorno (o liocorno), invece, era legato alla forza politica della famiglia: esso era il segno del grande valore di Vitaliano I, quale gli era stato riconosciuto da Filippo Maria Visconti, duca di Milano: infatti esso spesso si rivolge verso il Biscione visconteo;

Il morso rappresenta una forza data dalla fermezza, in grado di bloccare la violenza brutale: esso venne introdotto in memoria della forza militare mostrata da Giovanni I Borromeo che, nel 1487, fermò Svizzeri e i Vallesani al ponte di Crevola presso Domodossola (battaglia di Crevola).

Il cedro, in basso allo stemma, rappresenta la bellezza e la particolarità della flora che cresce rigogliosa nei possedimenti dei Borromeo. Inoltre, in araldica, esso è simbolo di pietà e misericordia, ed era ritenuto simbolo di immortalità per la stirpe di chi lo portava nel proprio blasone;

Infine, il simbolo formato dai tre cerchi, interconnessi in maniera tale che, spezzando uno dei tre, anche gli altri due si separano; questi anelli borromei (ornati da un diamantino) sono presenti nel Palazzo Borromeo d’Adda di Milano, e all’Isola Bella nella dimora dei Borromeo. Il simbolo rappresenta l'unione delle tre potenti famiglie lombarde (Visconti, Sforza, Borromeo) e tra l'altro anche la Trinità cristiana. Per i fisici nucleari indica - nel contesto dei nuclei esotici - quei sistemi legati, come l'elio-6 o il litio-11, formati da tre sottosistemi i quali, presi a due a due, non formerebbero un legame stabile. Questo tipo di nuclei vengono detti Borromeani[37].

NoteModifica

  1. ^ Nel 1439 il duca di Milano Filippo Maria Visconti assegnò a Vitaliano I Borromeo la città di Arona. Nel 1445 il Duca lo nominò Conte di Arona.
  2. ^ Tutti i feudi appartenenti alla famiglia Borromeo furono occupati dalle truppe francesi di Napoleone Bonaparte.
  3. ^ Galli-Monferrini, pp. 18-19.
  4. ^ Canetta, p. 36
  5. ^ Grassi-Manni, p. 58
  6. ^ Annoni, pp. 27-101
  7. ^ Le Isole Borromee, p. 152
  8. ^ Pisoni, p. 35
  9. ^ Canetta, pp. 35-37
  10. ^ L’addio al principe Giberto con le camelie delle sue isole, su LaStampa.it, 19 febbraio 2015.
  11. ^ Muore Giberto Borromeo Arese, proprietario della Rocca di Angera, su VareseNews. URL consultato il 21 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2015).
  12. ^ a b Canetta, p. 10 (scheda indipendente inserita)
  13. ^ Detto "il Prodigo", ricco nobiluomo della famiglia dei Vitaliani, visse a Padova
  14. ^ Signore di Gambara
  15. ^ a b c d e f g Signore di Bosco, Bojone e Sant'Angelo
  16. ^ Vendette il feudo di Gambara alla Repubblica di Venezia e divenne Patrizio Veneto. Probabilmente fu l'antenato del ramo veneziano dei Vitaliani, estinto nel XIII secolo
  17. ^ Oppure Gaboardo
  18. ^ Parentela incerta
  19. ^ Signore di Bosco, Bojone e Sant'Angelo. Console di Genova (1218)
  20. ^ Signore di Bosco, Bojone e Sant'Angelo. Provveditore di Padova (1236)
  21. ^ Fuggito a Napoli dopo il 1239. Da lui ha inizio il ramo di Napoli. Estinto.
  22. ^ Fuggito in Polonia
  23. ^ Signore di Bosco, Bojone e Sant'Angelo. Consigliere Maggiore di Padova
  24. ^ Giudice Collegiato di Padova
  25. ^ Il suo ramo visse a Padova. Estinto nel 1819
  26. ^ Giudice e podestà di Bassano (1302)
  27. ^ Presumibile che la sua discendenza diede vita al ramo dei Vitaliani di Bologna. Estinto nel XV secolo
  28. ^ Oppure Giacobino. Creato cavaliere dal signore di Ferrara (1352), ambasciatore di Padova presso Venezia (1360).
  29. ^ Figlia di Filippo Borromeo di San Miniato (*? †1429).
  30. ^ Vescovo di Pavia (18 luglio 1446 - 4 agosto 1453
  31. ^ Un altro fratello morto infante, Giovanni Giacomo, nato nel 1461
  32. ^ Un figlio: Giovanni (*? †1602)
  33. ^ Un altro fratello: Vitaliano (*15371542)
  34. ^ Andrea (†1693), Carlo Maria (†1650), Federico († post 1674/78), Massimo (*16301705)
  35. ^ Altri due fratelli, morti in fasce: Renato (†1673), Giulio Federico (†1675)
  36. ^ Vedi: Centro Studi Araldici, Stemmario Italiano: Borromeo, su stemmario.it.
  37. ^ Pisoni, pp. 20-23

BibliografiaModifica

  • Pietro Canetta, La famiglia Borromeo, Milano, Tamburini, 1937.
  • Ada Annoni, Lo Stato Borromeo, L'Alto Milanese all'epoca di Carlo e Federico Borromeo, Varese, La Tecnografica, 1988, pp. 27–101.
  • Vittorio Grassi e Carlo Manni, Il Vergante, Verbania, Alberti, 1990.
  • Pier Giacomo Pisoni, Liber tabuli Vitaliani Bonromei (1426-1430), Verbania, Alberti, 1995.
  • Anna Elena Galli e Sergio Monferrini, I Borromeo d'Angera, Milano, Scalpendi, 2012.
  • Geo Portaluppi, La Milano dei Borromei, Pavia, Edizioni Selecta, 2002, pp. 8-12.
  • Giuseppe Benaglio, La verità smascherata. Dignità e venture di 398 famiglie nobili lombarde, [...], Germignaga, Magazzeno Storico Verbanese, 2009, pp. 61-62, ISBN 978-88-904502-0-4.
  • M. Natale (a cura di), Le Isole Borromee e la Rocca di Angera, Milano, Silvana Editoriale, 2011, ISBN 9788882152352.
  • Giorgio Chittolini, Giovanni Borromeo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 13, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1971. URL consultato il 30 settembre 2021.
  • Storia dei Vitaliani, su genealogiavitaliani.jimdofree.com. URL consultato il 30 settembre 2021.

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