Lodovico Frapolli

politico, ingegnere e patriota italiano (1815-1878)

Lodovico Frapolli (Milano, 23 marzo 1815[1]Torino, 25 aprile 1878[1]) è stato un politico, generale e patriota italiano.

Lodovico Frapolli

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaIX, X, XI
Gruppo
parlamentare
Estrema sinistra storica
CircoscrizioneGavirate, Luino, Angera
Sito istituzionale

Deputato del Regno di Sardegna
LegislaturaVII
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoEstrema sinistra storica
Titolo di studioLaurea in ingegneria
ProfessioneMilitare di carriera

Biografia modifica

Membro di una famiglia svizzera patrizia di Scareglia[2] trasferitasi a Milano[3], frequentò dapprima l'Accademia militare di Olmütz in Moravia, poi studiò a Parigi a l'Ecole des mines e si laureò in ingegneria mineraria[1]. Dopo la laurea si recò spesso in Francia, Germania e Svezia per questioni di ricerca e di studio.

Nel 1842 si recò a Londra per conoscere Giuseppe Mazzini, col quale si legò di profonda e lunga amicizia.

Partecipò attivamente ai moti risorgimentali e nel 1848-1849 fu ambasciatore a Parigi del Governo provvisorio della Lombardia, poi della Toscana e infine della Repubblica romana[1]. Nel 1849 fu espulso dalla Francia; decise quindi di trasferirsi in Canton Ticino, ottenendo la cittadinanza svizzera grazie alle proprie origini familiari (in Svizzera vige lo jus sanguinis)[1]. Rimase in Svizzera fino al 1853, entrando in contatto con la Tipografia Elvetica[1] ed interessandosi, con Carlo Cattaneo, alla creazione del Liceo cantonale di Lugano. Sposò l'inglese Mary Burdon, conosciuta a Lugano e amica dell'irlandese Anna Woodcock, moglie di Carlo Cattaneo.

Nel 1859 diventò Ministro della Guerra nel Governo Provvisorio di Modena, con Luigi Carlo Farini.

Tra il 1860 e il 1871 prese parte alle imprese garibaldine[4], raggiungendo gli alti vertici militari, col grado di generale[5] .

Fu deputato nella VII legislatura del Regno di Sardegna e dalla IX alla XI legislatura del Regno d'Italia[4], nelle file dell'opposizione di sinistra[5].

Il 10 dicembre 1862 venne affiliato in Massoneria a Torino, nella loggia "Dante Alighieri"[6], della quale divenne Maestro venerabile[7] e in un mese raggiunse il 33º e ultimo grado del Rito scozzese antico e accettato [4][8]. Fu ai massimi vertici del Grande Oriente d'Italia, del quale fu eletto Gran Maestro aggiunto nel giugno 1867, poi Gran Maestro alla morte di Filippo Cordova[4]. Fu "garante di amicizia" del Grande Oriente d'Ungheria presso il Grande Oriente d'Italia.

Benché soggiornasse vari mesi all'anno a Torino, dal 1867 aveva mantenuto la residenza a Parigi, dove si recò immediatamente nel 1870 per sostenere la Repubblica nata dopo la battaglia di Sedan, dimissionando dalla carica di Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia. Léon Gambetta, ministro dell'interno del governo provvisorio di difesa nazionale, lo nominò generale e l'incaricò di formare un corpo autonomo di volontari per la difesa della Repubblica.

Ritornato in Italia non riuscì a farsi rieleggere alla scadenza del suo mandato parlamentare nel 1874.

Ricoverato in manicomio a Torino nel 1875, morì suicida con un colpo di pistola nel 1878[4][5].

Note modifica

  1. ^ a b c d e f Biografia sul Dizionario storico della Svizzera, su hls-dhs-dss.ch. URL consultato il 3 aprile 2011.
  2. ^ Sito ufficiale del Patriziato di Scareglia
  3. ^ "In tempi lontani la famiglia, che risiedeva almeno dalla fine del '700 nella capitale lombarda, aveva avuto proprietà a Gavirate, dove vivevano dei Frapolli discendenti da altri rami. Il padre vi aveva ereditato un rustico, ma i suoi interessi erano concentrati principalmente a Coquio, in quel di Angera.", Luigi Polo Friz, "Giuseppe Ferrari e Lodovico Frapolli: un rapporto di amore e odio tra due interpreti del Risorgimento italiano", in: Giuseppe Ferrari e il nuovo stato italiano, Atti del convegno, a cura di Silvia Rota-Ghibaudi e Robertino Ghiringhelli, Cisalpino ed., Milano, 1992, p. 399.
  4. ^ a b c d e I vertici della Massoneria Italiana, su akhenaton.org. URL consultato il 3 aprile 2011.
  5. ^ a b c Progetto archivi storici della Provincia di Sondrio, su provincia.so.it, Provincia di Sondrio. URL consultato il 3 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2010).
  6. ^ Luigi Polo Friz, Lodovico Frapolli, la Loggia massonica Dante Alighieri e l'emigrazione ungherese (PDF), su epa.uz.ua, Rivista di studi ungheresi. URL consultato il 3 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2015).
  7. ^ M. Volpe, La Massoneria italiana negli anni dell'unità (PDF), su massoneriascozzese.it, www.massoneriascozzese.it. URL consultato il 6 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  8. ^ Il brevetto di conferimento, rilasciato dal Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio di Torino, principe di Crouy-Chanel, in data 29 dicembre 1862, è riprodotto in Luigi Sessa, I Sovrani Grandi Commendatori e breve storia del Supremo Consiglio d'Italia del Rito Scozzese antico e accettato. Palazzo Giustiniani dal 1805 ad oggi., Foggia, Bastogi Ed., 2004, p. 35, figura 12.

Bibliografia modifica

  • Luigi Polo Friz, " Lodovico Frapolli-Luigi Kossuth. La crisi austro-svizzera del 1853", in: Bollettino storico della Svizzera italiana, 1990, p. 175 e ss.
  • Luigi Polo Friz, "Giuseppe Ferrari e Lodovico Frapolli: un rapporto di amore e odio tra due interpreti del Risorgimento italiano", in: Giuseppe Ferrari e il nuovo stato italiano, Atti del convegno, a cura di Silvia Rota-Ghibaudi e Robertino Ghiringhelli, Cisalpino ed., Milano, 1992, pp. 385–402.
  • Luigi Polo Friz, La massoneria italiana nel decennio post unitario: Lodovico Frapolli, FrancoAngeli, 1998, ISBN 88-464-0917-5.
  • Luigi Polo Friz, Una voce. Ludovico Frapolli. I fondamenti della prima massoneria italiana, Arktos, 1998, ISBN 88-7049-079-3.
  • Luigi Polo Friz, Ludovico Frapolli, Scienziato, Rivoluzionario, Diplomatico, Svizzero, Massone, Uomo del Risorgimento, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, 2014.
  • Mario Menghini, Lodovico Frapolli e le sue missioni diplomatiche a Parigi (1848-1849), Le Monnier, 1930.

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