Tales of the City

miniserie del 1993 diretta da Alastair Reid
(Reindirizzamento da More Tales of the City)

Tales of the City è un progetto televisivo composto da 4 miniserie, rispettivamente Tales of the City (1993)[1], More Tales of the City (1998)[2], Further Tales of the City (2001)[3] e Tales of the City (2019)[4], tratta dalla serie letteraria I racconti di San Francisco (Tales of the City), scritta da Armistead Maupin.

Tales of the City
Logo della prima serie
Titolo originaleTales of the City
PaeseStati Uniti d'America
Anno1993
Formatominiserie TV
Generesentimentale, commedia, drammatico
Puntate6
Durata1 ora (a episodio)
Lingua originaleinglese
Crediti
RegiaAlastair Reid
Sceneggiatura
  • Richard Kramer
  • Armistead Maupin
FotografiaWalt Lloyd
MontaggioDavid Gamble
MusicheJohn E. Keane
Casa di produzionePBS
Prima visione
Prima TV originale
Dal28 settembre 1993
Al28 giugno 1993
Rete televisivaPBS
Channel 4
Distribuzione in italiano
Data28 giugno 2019
DistributoreNetflix
More Tales of the City
Titolo originaleMore Tales of the City
PaeseStati Uniti d'America
Anno1998
Formatominiserie TV
Generesentimentale, commedia, drammatico
Puntate6
Durata50 minuti (a episodio)
Lingua originaleinglese
Crediti
RegiaPierre Gang
Sceneggiatura
  • Nicholas Wright
  • Armistead Maupin
FotografiaSerge Ladouceur
MontaggioPhilippe Ralet
MusicheRichard Grégoire
Prima visione
Prima TV originale
Dal7 giugno 1998
Al21 giugno 1993
Rete televisivaShowtime
Distribuzione in italiano
Data28 giugno 2019
DistributoreNetflix
Further Tales of the City
Titolo originaleFurther Tales of the City
PaeseStati Uniti d'America
Anno2001
Formatominiserie TV
Generesentimentale, commedia, drammatico
Puntate3
Durata60 minuti (a episodio)
Lingua originaleinglese
Crediti
RegiaPierre Gang
Sceneggiatura
  • James Lecesne
  • Armistead Maupin
FotografiaSerge Ladouceur
MontaggioDebra Karen
MusicheRichard Grégoire
Prima visione
Prima TV originale
Dal6 maggio 2001
Al20 maggio 2001
Rete televisivaShowtime
Prima TV in italiano
Data28 giugno 2019
Rete televisivaNetflix
Tales of the City
Titolo originaleTales of the City
PaeseStati Uniti d'America
Anno2019
Formatominiserie TV
Generesentimentale, commedia, drammatico
Puntate10
Durata1 ora (a episodio)
Lingua originaleinglese
Crediti
FotografiaFederico Cesca
MontaggioAndy Keir, Allyson C. Johnson
MusicheJay Wadley
Casa di produzioneNetflix
Prima visione
Data7 giugno 2019
DistributoreNetflix

Seguendo la trama del primo libro di Maupin la prima miniserie incomincia nell'estate del 1976, subito dopo la decisione di Mary Ann di rimanere stabilmente a San Francisco dopo una vacanza.

La prima miniserie è andata in onda su Channel 4, nel Regno Unito, dal 28 settembre 1993 ed è stata trasmessa da PBS, negli Stati Uniti, dal gennaio 1994. A causa delle polemiche sui temi trattati quali l'omosessualità, la nudità e l'uso di droghe illecite la PBS viene dato alle sua stazioni associate la possibilità di mostrare una versione censurata dell'opera. Nonostante il successo della prima miniserie la PBS decise d'interrompere la serie dopo la minaccia da parte dei conservatori di tagliare i finanziamenti federali alla rete televisiva.[5][6]

Successivamente Kevin Tierney, produttore canadese di film per la TV per il canale Showtime, convinse la rete a rilanciare la produzione della serie. More Tales of the City e Further Tales of the City sono state prodotte a Montreal dalla società Productions La Fete per essere trasmesse rispettivamente nel 1998 e nel 2001.[7]

Dopo quasi due decenni dall'ultima miniserie Netflix decise di acquistare i diritti della serie per produrre un ulteriore seguito chiamato con lo stesso nome della prima miniserie, Tales of the City, distribuendolo sulla sua piattaforma il 7 giugno 2019.[4]

Trama modifica

Tales of the City (1993) modifica

Nel 1976 Mary Ann Singleton è una giovane segretaria di Cleveland che va in vacanza a San Francisco e, dopo il periodo in questione, decide di andare a vivere lì stabilmente. Lei, attraverso il suo sguardo innocente, deve vivere in una città al culmine della sua chiassosa cultura gay.[1]

More Tales of the City (1998) modifica

Mona Ramsey è in un viaggio campestre che la porta in un bordello il quale nasconde un segreto sul suo passato.

Michael "Mouse" Tolliver e Mary Ann Singleton fanno una crociera insieme dove incontrano vecchi e nuovi amanti.

A San Francisco Brian Hawkins si lascia coinvolgere da una donna misteriosa che scorge dalla sua finestra, mentre DeDe Halcyon viene a conoscenza di una nuova amica che la aiuta a scoprire i suoi veri sentimenti interiori.[2]

Further Tales of the City (2001) modifica

Mary Ann sta tentando di far carriera nella sua nuova professione di personaggio televisivo mentre Michael Tolliver è depresso dopo la sua rottura con Jon Fielding.

Dopo il suo divorzio Prue Giroux trova conforto in uno sconosciuto misterioso che incontrato al parco.

Brian Hawkins sta lottando con il suo lavoro e la sua nuova relazione monogama con Mary Ann e DeDe Halcyon ritorna con una rivelazione pericolosa che potrebbe essere lo scoop che Mary Ann stava aspettando.[3]

Tales of the City (2019) modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Tales of the City (miniserie televisiva 2019) § Trama.

Dopo molti anni Mary Ann torna a San Francisco e si ricongiunge con la figlia Shawna e l'ex marito Brian.

Interpreti e personaggi modifica

Alcuni degli interpreti principali e secondari del cast sono rimasti costanti come Olympia Dukakis nel ruolo di Anna Madrigal, Laura Linney nel ruolo di Mary Ann Singleton e Barbara Garrick nel ruolo di DeDe Halcyon Day ma, a causa di svariate necessità produttive e della durata dell'intero progetto, la gran parte dei personaggi presenti in essa sono stati interpretati da attori differenti a seconda della serie.

Personaggi Tales of the City 1993 More Tales of the City 1998 Further Tales of the City 2001 Tales of the City 2019
Anna Madrigal Olympia Dukakis
Mary Ann Singleton Laura Linney
DeDe Halcyon Day Barbara Garrick
Dr. Jon Fielden/Fielding[8] Billy Campbell
Connie Bradshaw Parker Posey
Michael "Mouse" Tolliver Marcus D'Amico Paul Hopkins Murray Bartlett
Brian Hawkins Paul Gross Whip Hubley Paul Gross
Frannie Halcyon Nina Foch Diana Leblanc
D'orothea Wilson Cynda Williams Françoise Robertson
Mona Ramsey Chloe Webb Nina Siemaszko
Beauchamp Day Thomas Gibson
Prue Giroux Mary Kay Place Mary Kay Place
Edgar Halcyon Donald Moffat
Norman Neal Williams Stanley DeSantis
Charles Hillary Lord Paul Bartel
William Devereaux Hill Lance Loud
Richard Evan Hampton Bob Mackie
Archibald Anson Gidde Ian McKellen
Binky Gruen Meagen Fay
Candi Moretti Stephanie Faracy
Booter Manigault McLean Stevenson
Lionel Wong Phillip Moon
Chuck Lou Liberatore
Coppola Woman Janeane Garofolo
Motherly Waitress Mother Love
padre Guido Sarducci Don Novello
Mimi Fariña se stessa
Ruby Miller Edie Adams
Mona "Mother Mucca" Ramsey Jackie Burroughs
Betty Ramsey Swoosie Kurtz
Emma (Frannie's Maid) Jackie Richardson
Burke Andrew Colin Ferguson
Jack Lederer Edward Asner
Helena Parrish Domini Blythe
Mildred Sheila McCarthy
Birdsong Gregory Calpakis
Transplant Man Peter Colvey
Bluegrass Paul Phatisis
Cop Vince Sheffield
Nurse Thelma Gwen Tolbart
Luke Henry Czerny
Cage Tyler John Robinson
Bambi Kanetaka Sandra Oh
Father Paddy Starr Bruce McCulloch
Royal Reichenbach John McMartin
Willie Omiak Lea DeLaria
Ned Lockwood Ted Whittall
Shawna Hawkins Elliot Page
Ben Marshall Charlie Barnett
Jake Rodriguez Josiah Victoria Garcia
Margot Park May Hong

Produzione modifica

 
Il Golden Gate Bridge di San Francisco.

Il canale premium via cavo HBO acquistò i diritti sui primi due libri di Tales of the City nel 1982 nella speranza di trasformarli in una sitcom settimanale. La pre-produzione incominciò nell'autunno di quell'anno con un copione pilota scritto da Richard Kramer. Kramer descrisse la sceneggiatura come "Mary Tyler Moore per gli anni '80". Però a fronte della crescente epidemia di AIDS e di un clima sociale mutevole nell'era conservatrice di Reagan la HBO riferì che l'atteggiamento celebrativo del libro nei confronti dell'omosessualità, del sesso occasionale e dell'uso di marijuana non sarebbe stato ritenuto accettabile dal pubblico. Il canale considerò di attenuare le storie e di rendere la serie più moderata ma alla fine decise di abbandonare il progetto e di vendere i diritti commerciali alla PBS.[9]

Distribuzione modifica

Tales of the City (2019) è stata distribuita, per la prima volta, in Italia da Netflix il 7 giugno 2019 mentre Tales of the City (1993), More Tales of the City (1998) e Further Tales of the City (2001) sono state distribuite, in Italia, sempre da Netflix il 28 giugno 2019.[10]. La serie del 1993 era stata in precedenza trasmessa dalla rete satellitare GAY.tv in lingua originale con sottotitoli in italiano.

Accoglienza modifica

Nel 2005 Entertainment Weekly considerò Tales of the City una delle dieci migliori miniserie disponibili in DVD. L'articolo definì Linney una "stella emergente" e la serie "una capsula del tempo che tratta i suoi personaggi con umorismo, rispetto e una franchezza sessuale molto rara per la PBS di quegli anni e politicamente impossibile per quella di oggi".[11]

Riconoscimenti modifica

Tales of the City (1993) modifica

Primetime Emmy Awards – 1994[1]

  • Candidatura nella categoria Eccezionale risultato individuale nella scrittura in miniserie o in uno speciale (Richard Kramer)
  • Candidatura nella categoria Miniserie eccezionale

BAFTA Awards – 1994

  • Candidatura nella categoria Miglior attrice (Olympia Dukakis)
  • Candidatura nella categoria Miglior costumi (Molly Maginnis)

Television Critics Association Awards 1994

  • Vittoria nella Eccezionale risultato

GLAAD Media Awards – 1995

  • Vittoria nella categoria Mini-serie eccezionale

Peabody Awards – 1995

  • Vincitore del premio Peabody Award

Online Film & Television Association – 2005

  • Vittoria nella categoria Programmi televisivi

More Tales of the City (1998) modifica

Primetime Emmy Awards – 1998[2]

  • Candidatura nella categoria Miglior direzione artistica eccezionale per una miniserie o un film: Normand Sarazin (scenografia), Lise Ethier (scenografia), Anne Grenier (scenografia)
  • Candidatura nella categoria Costumi eccezionali per una miniserie o un film (Denis Sperdouklis)
  • Candidatura nella categoria Miglior attrice protagonista in una miniserie o un film (Olympia Dukakis)
  • Candidatura nella categoria Miniserie eccezionale: Alan Poul (produttore esecutivo), Suzanne Girard (produttore esecutivo), Tim Bevan (produttore esecutivo) e Kevin Tierney
  • Candidatura nella categoria Scrittura eccezionale per una miniserie o un film (Nicholas Wright)

Screen Actors Guild Awards – 1999

  • Candidatura nella categoria Miglior Performance di un'attrice femminile in un film TV o in una miniserie (Olympia Dukakis)

Gemini Awards – 1999

  • Candidatura nella categoria Miglior serie drammatica (Kevin Tierney, Suzanne Girard, Alan Poul, Tim Bevan)
  • Candidatura nella categoria Miglior Performance di un'attrice in un ruolo di supporto in una serie drammatica (Jackie Burroughs)

Satellite Awards – 1999

  • Candidatura nella categoria Miglior miniserie o film realizzati per la televisione
  • Candidatura nella categoria Miglior attrice in una miniserie o un film per la televisione (Olympia Dukakis)
  • Candidatura nella categoria Miglior attrice protagonista in miniserie o film per la televisione (Jackie Burroughs)

GLAAD Media Awards – 1999

  • Vittoria nella categoria Eccezionale film TV o serie TV

Further Tales of the City (2001) modifica

Primetime Emmy Awards – 2001[3]

  • Candidatura nella categoria Miniserie eccezionale: Suzanne Girard (produttore esecutivo), Alan Poul (produttore esecutivo), Tim Bevan (produttore esecutivo), Luc Châtelain (produttore esecutivo), Armistead Maupin (produttore esecutivo)

Casting Society of America, USA – 2001

  • Candidatura nella categoria Miglior casting per miniserie TV (Richard Hicks)

Gemini Awards – 2002

  • Vittoria nella categoria Miglior Performance di un'attrice in un ruolo di supporto in primo piano in un programma drammatico o in una miniserie (Jackie Burroughs)
  • Candidatura al premio Gemini nella categoria miglior film TV o miniserie drammatica (Suzanne Girard, Luc Châtelain, Alan Poul, Tim Bevan)
  • Candidatura nella categoria Miglior Performance di un'attrice in un ruolo principale in un programma drammatico o in una miniserie (Barbara Garrick)

GLAAD Media Awards – 2002

  • Candidatura nella categoria Film televisivo eccezionale

Online Film & Television Association – 2001

  • Candidatura nella categoria Migliore miniserie
  • Candidatura nella categoria Miglior film o miniserie
  • Candidatura nella categoria Miglior nuova canzone a tema in un film o miniserie
  • Candidatura nella categoria Miglior sequenza di nuovi titoli in un film o miniserie

Satellite Awards – 2002

  • Candidatura nella categoria Miglior miniserie
  • Candidatura nella categoria Miglior Performance di un attore in un ruolo di supporto in una serie, miniserie o un film per la televisione (Billy Campbell)

Note modifica

  1. ^ a b c Tales of the City. URL consultato il 12 giugno 2019.
  2. ^ a b c More Tales of the City. URL consultato il 12 giugno 2019.
  3. ^ a b c Further Tales of the City. URL consultato il 12 giugno 2019.
  4. ^ a b Tales of the City. URL consultato il 12 giugno 2019.
  5. ^ "PBS nixes financing gay-themed series sequel". Toronto Star, April 11, 1994.
  6. ^ (EN) Trish Bendix, ‘Tales of the City’: What to Know Before Watching the Netflix Reboot, in The New York Times, 5 giugno 2019. URL consultato il 12 giugno 2019.
  7. ^ Tales of the City 2 su Netflix ci sarà? News sul futuro della mini-serie, su TvSerial, 10 giugno 2019. URL consultato il 12 giugno 2019.
  8. ^ In the first miniseries, the character is named Jon Fielden. In the second and third miniseries his surname has reverted to Fielding, the name used in the novels.
  9. ^ Steven Capsuto, Alternate Channels: The Uncensored Story of Gay and Lesbian Images on Radio and Television, Ballantine Books, 2000, pp. 188–89, ISBN 0-345-41243-5.
  10. ^ Prossimamente su Netflix, su Serial Things. URL consultato il 29 giugno 2019.
  11. ^ Mini Splendored Things | News | EW.com, su web.archive.org, 13 novembre 2010. URL consultato il 12 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2010).

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica