Nuraminis

comune italiano

Nuraminis (Nuràminis in sardo) è un comune italiano di 2 317 abitanti della provincia del Sud Sardegna.

Nuraminis
comune
(IT) Nuraminis
(SC) Nuràminis
Nuraminis – Stemma
Nuraminis – Bandiera
Nuraminis – Veduta
Nuraminis – Veduta
Chiesa di San Pietro
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
ProvinciaSud Sardegna
Amministrazione
SindacoStefano Anni (lista civica) dal 26-10-2020
Territorio
Coordinate39°26′32.25″N 9°00′47.71″E / 39.442291°N 9.013252°E39.442291; 9.013252 (Nuraminis)
Altitudine91 m s.l.m.
Superficie45,18 km²
Abitanti2 317[1] (30-11-2023)
Densità51,28 ab./km²
FrazioniVillagreca
Comuni confinantiMonastir, Samatzai, Serramanna, Serrenti, Ussana, Villasor
Altre informazioni
Cod. postale09024
Prefisso070
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT111047
Cod. catastaleF983
TargaSU
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) nuraminesi
(SC) nuraminesus
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Nuraminis
Nuraminis
Nuraminis – Mappa
Nuraminis – Mappa
Posizione del comune di Nuraminis
nella provincia del Sud Sardegna
Sito istituzionale

Origini del nome modifica

In un documento del 1341, il toponimo de Noramine calaritane diocesis risulterebbe composto con l'elemento protosardo di origine preromana nur quindi nurra, ovvero "voragine", "screpolamento del terreno", "burrone a forma di pozzo", "cumulo".

Storia modifica

La presenza dell'uomo nel territorio risale al periodo prenuragico e nuragico per la presenza di alcune testimonianze archeologiche. L'area fu abitata anche in epoca romana, per il ritrovamento di resti di colonne e di monete dell'epoca.

Nel medioevo appartenne al giudicato di Cagliari, nella curatoria omonima, di cui fu capoluogo. Alla caduta del giudicato (1258), dopo una breve parentesi di dominazione pisana, passa sotto il dominio aragonese. Quando nel 1519 Ludovico Bellit fu creato barone di Monastir, Nuraminis fu annesso alla baronia. Successivamente (1355) fu concessa in feudo dal re di Aragona Pietro IV il Cerimonioso a Francesco di Valguarnera; nel 1436 con l'estinzione dell'ultimo discendente, passò attraverso il dominio di varie famiglie di feudatari: i de Besora, i Bertran, i Capdevilla, i Gualbes, i Brondo ed i Bon Crespi, ai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.

Nel corso del XVIII secolo Nuraminis riprese però a crescere e degni di nota furono la costituzione del monte granatico e del Consiglio comunitativo.

Nella seconda metà del XIX secolo, grazie anche alla sua salubre posizione, iniziò un periodo di prosperità, nel quale si trasferirono alcuni nuclei familiari, come nel caso della nobile famiglia Vaquer di Villasor che iniziò a risiedervi a seguito del matrimonio del nobile cavaliere don Francesco Vaquer con donna Maria Efisia sorella dell'arcivescovo Serci Serra. I nobili Vaquer, di origine aragonese, integrarono in Nuraminis la loro già cospicua proprietà terriera di Villasor con l'acquisto di un importante fondo a frutteto (Sa Tanca Vaquer) dopo aver dato al Campidano e alla Sardegna personaggi illustri, distintisi massimamente durante il Risorgimento, contribuendo così all'Unità d'Italia.

Simboli modifica

Lo stemma e il gonfalone del comune di Nuraminis sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 17 aprile 1990.[3]

«Stemma troncato: nel primo, d'oro, al corvo di nero, tenente col becco la foglia di verde, posta all'ingiù, col picciolo sporgente dal becco, all'insù; nel secondo, di verde, alla croce scorciata e patente, d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.»

Lo stemma, conformemente a quanto deliberato dal consiglio comunale del 10 dicembre 1987, si ispira ad un frammento marmoreo di epoca bizantina inserito, come materiale di recupero, nella facciata della chiesa parrocchiale di Nuraminis.[4] Su tale frammento della seconda metà del X secolo sono visibili due uccelli, individuabili come corvi, uno di fronte all'altro, quello di sinistra con una foglia nel becco, con al centro una croce greca patente.[5][6]

Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di verde.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture religiose modifica

Tra gli edifici di particolare valore storico-architettonico: la chiesa parrocchiale di San Pietro, di origine gotico-aragonese, rimodernata nel Settecento.

Siti archeologici modifica

Degni di nota sono anche i siti nuragici presenti sul territorio comunale, tra cui occorre menzionare la stazione nuragica di Santa Maria, sita a valle del rilievo calcareo de “Sa Kòrona” difesa da quattro nuraghi che la attorniano.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[7]

Lingue e dialetti modifica

La variante di sardo parlata a Nuraminis è il campidanese occidentale.

Infrastrutture e trasporti modifica

Strade modifica

Nuraminis è raggiunta dalla principale strada sarda, la Strada Statale 131 Carlo Felice, che si sviluppa ad ovest dell'abitato. Altri collegamenti coi comuni limitrofi sono possibili tramite le strade provinciali 33 e 54 bis.

Ferrovie modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Serramanna-Nuraminis.

Nuraminis è servita dalla stazione di Serramanna-Nuraminis, situata nel vicino comune di Serramanna lungo la Dorsale Sarda, e servita dai treni di Trenitalia.

Amministrazione modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
31 maggio 2015 26 ottobre 2020 Mariassunta Pisano Lista civica "Il cambiamento possibile" Sindaco
26 ottobre 2020 in carica Stefano Anni Lista civica "Insieme Nuraminis e Villagreca" Sindaco

Note modifica

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2023.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Nuraminis, decreto 1990-04-17 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 27 luglio 2022.
  4. ^ Comune di Nuraminis, Stemma e gonfalone del Comune di Nuraminis (Cagliari) - Relazione storico giustificativa.
  5. ^ Frammenti di arredo liturgico, su virtualarchaeology.sardegnacultura.it, Fig. 4 - Frammenti marmorei d’età bizantina (seconda metà del X secolo), Nuraminis, chiesa di S. Pietro.
  6. ^ Arte Bizantina a Nuraminis e Villagreca, su Associazione Khorakhané, 11 luglio 2013.
  7. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Bibliografia modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN236145179 · GND (DE7520395-9
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