Ottavio Thaon di Revel
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Ottavio Thaon di Revel | |
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Ministro delle finanze del Regno di Sardegna | |
Durata mandato | 16 marzo 1848 – 5 luglio 1848 |
Capo di Stato | Carlo Alberto di Savoia |
Capo del governo | Cesare Balbo |
Predecessore | nessuno |
Successore | Vincenzo Ricci |
Legislature | I Legislatura del Regno di Sardegna |
Durata mandato | 15 agosto 1848 – 11 ottobre 1848 |
Capo del governo | Cesare Alfieri di Sostegno |
Predecessore | Vincenzo Ricci |
Durata mandato | 11 ottobre 1848 – 3 dicembre 1848 |
Capo del governo | Ettore Perrone di San Martino |
Successore | Vincenzo Ricci |
Deputato del Regno di Sardegna | |
Legislature | I, III, IV, V, VI |
Senatore del Regno d'Italia | |
Legislature | dalla VIII |
Ottavio Thaon di Revel (Torino, 26 giugno 1803 – Torino, 9 febbraio 1868) è stato un politico italiano, ministro del Regno di Sardegna e senatore del regno d'Italia.
BiografiaModifica
Figlio di Ignazio Isidoro Thaon di Revel e di Sant'Andrea e di Sabina Spitalieri di Cessole, fratello maggiore del generale e ministro Genova Giovanni Thaon di Revel, riceve il titolo paterno di conte di Pralungo, Signore di Castelnuovo.
Si distinse per gli alti incarichi politici ricoperti presso il parlamento del regno di Sardegna. Divenne sostituto del Procuratore generale dal 24 gennaio 1826, e dopo alcuni anni fu nominato Primo ufficiale nella Segreteria di Stato per gli affari di finanze dal 9 maggio 1835. In seguito venne nominato Primo segretario di Stato per gli affari di Finanze dal 24 agosto 1844 e il 4 marzo 1848, cofirmatario dello Statuto Albertino (la costituzione adottata in Italia fino all'entrata in vigore della costituzione della repubblica italiana, il 1º gennaio 1948).
Nel 1848 fu Deputato del Regno di Sardegna dalla I alla VI legislatura e grazie alla sua esperienza e abilità, nominato Ministro delle finanze per diversi governi; dal 16 marzo al 27 luglio 1848 (Governo Balbo) e dal 19 agosto al 15 dicembre 1848 (Governo Alfieri, poi Governo Perrone), riuscendo a chiudere il bilancio con un attivo di 90 milioni[1]. Fu riconfermato deputato nel 1849, nel 1853 e nel 1858 fino al 1860[2]. Di idee moderate e conservatrici, contrastava la politica riformistica di Cavour, specialmente in materia ecclesiastica e osteggiava ardentemente il trasferimento della capitale d'Italia a Firenze. Nonostante le controversie politiche, i due si frequentavano amichevolmente nella vita privata e la reciproca stima portò lo stesso Cavour a definire Ottavio "uno dei pochi finanzieri del Regno"[3]. Rappresentò per lungo tempo, con il suo giornale La Patria, il conservatorismo di destra delle classi dirigenti piemontesi[4]. Fu soprattutto il fidato consigliere e intimo amico del re Carlo Alberto, come attestano le numerose lettere che il Re gli indirizzava dai campi di battaglia del 1848-49 al "mon très cher de Revel", firmandosi con semplicità "votre très affectionné C. Albert"[5], che lo nominò Gran Cordone dei Santi Maurizio e Lazzaro, il 20 gennaio 1861.
Negli ultimi anni della sua vita venne eletto sindaco di San Raffaele e Cimena (1852-1859) e consigliere provinciale di Torino (1860-1867). Dopo l'Unità d'Italia fu nominato Senatore del Regno, il 20 gennaio 1861[6] e nel 1866, Regio commissario a Venezia. È stato presidente della Cassa di risparmio di Torino dal 1862 al 1868.
Sposato tre volte, la prima moglie morì di parto insieme alla bambina; dalla seconda ebbe cinque figli (Alessandro, Sabina, Ignazio (senatore), Adele, Teresa); dalla terza, che gli premorì, ebbe Adriano, Paolo (Grande Ammiraglio, senatore) e Vittorio (senatore, regio console e ministro plenipotenziario). Dei nove figli, ben cinque morirono in età infantile o giovanile. È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino. È ricordato su una lapide sulla facciata del palazzo che fu della famiglia a Torino, in via Lagrange 14[7].
OnorificenzeModifica
Onorificenze sabaudeModifica
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro | |
— 1847 |
Onorificenze straniereModifica
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di San Giuseppe (Granducato di Toscana) | |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dell'Aquila Rossa (Regno di Prussia) | |
Cavaliere di II classe dell'Ordine Imperiale di San Stanislao (Impero Russo) | |
Commendatore d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta | |
Cavaliere dell'Ordine Piano (Stato Pontificio) | |
NoteModifica
- ^ Pier Paolo Cervone, Thaon di Revel Il Grande Ammiraglio, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2019, p. 16.
- ^ Storia Camera.
- ^ Pier Paolo Cervone, Thaon di Revel Il Grande Ammiraglio, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2019, p. 16.
- ^ Franco Della Peruta, Il giornalismo italiano del Risorgimento: Dal 1847 all'Unità., su books.google.it, p. 200.
- ^ Giovanni Gentile, Lettere di Carlo Alberto a Ottavio Thaon di Revel, Milano, Fratelli Treves Editori, 1931., Fratelli Treves Editori, 1931.
- ^ I Senatori d'Italia.
- ^ Alessandro Crivello, Ternavasso e i Thaon di Revel, in Picchioverde, Quadrimestrale - Anno IV, 6 - ottobre 2019, p. 67.
BibliografiaModifica
- Antonio Bellezza-Prinsi, I Thaon di Revel nella storia di Ternavasso, del Piemonte e dell'Italia. Chieri, 1987.
- Archivio privato della famiglia Thaon di Revel.
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ottavio Thaon di Revel
Collegamenti esterniModifica
- Ottavio Thaon di Revel, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Ottavio Thaon di Revel, su sapere.it, De Agostini.
- Ottavio Thaon di Revel, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Ottavio Thaon di Revel, su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 90219172 · ISNI (EN) 0000 0003 5542 5383 · SBN IT\ICCU\IEIV\059052 · LCCN (EN) no90000360 · BAV (EN) 495/137015 · WorldCat Identities (EN) lccn-no90000360 |
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