Paperino e le lenticchie di Babilonia

Paperino e le lenticchie di Babilonia è una storia Disney scritta e disegnata da Romano Scarpa.

Paperino e le lenticchie di Babilonia
fumetto
Lingua orig.italiano
PaeseItalia
AutoreRomano Scarpa
DisegniRomano Scarpa matite, Rodolfo Cimino chine
EditoreArnoldo Mondadori Editore
Collana 1ª ed.Topolino n. 250-251
1ª edizione11 settembre – 18 settembre 1960
Genereparodia

La storia è stata pubblicata in prima edizione su Topolino nn. 250-251 dell'11 e 18 settembre 1960, con le chine di Rodolfo Cimino.

Trama modifica

«C'è chi scialacqua i propri averi alle corse dei cani, o alla tombola, o al gioco della morra, ma... rovinarsi per un piatto di lenticchie rasenta proprio l'inverosimile!»

La storia inizia in un modo alquanto inusuale: Paperino e nipoti sono al ristorante e si stanno concedendo un buon pasto quando, dalla porta principale, entra un disperato Paperon de Paperoni, vestito di stracci e con in spalla un banjo: alle sue spalle, in una vignetta senza alcun baloon od onomatopea, un aereo vola nel silenzio.

A quel punto Paperone attacca una canzone disperata che, in un certo senso, riassume perfettamente tutto il suo dolore, derivante dall'incredibile perdita di tutte le sue sostanze, come il lettore ha già, probabilmente, intuito.

La canzone disperata: «Un povero cowboy, dloi, dloi / Derubato delle sue mandrie, driè, driè / Morì di fame e di dolor, dlor, dlor»

A questo punto parte il flashback, che poi è la storia vera e propria di come Paperone sia riuscito a buttare in aria tutte le sue sostanze: in uno scavo archeologico abusivo nei pressi di Babilonia, la Banda Bassotti, ritratta da Scarpa secondo i dettami barksiani (grassi e con la barba in disordine) scopre un deposito segreto dove è custodita una montagna di lenticchie, la scorta segreta di Assurbanipal, con tanto di ricetta per cucinarle scolpita nella pietra. Con un piatto di lenticchie, i Bassotti si dirigono al covo di un ricettatore locale, il quale nell'udire lo strabiliante ritrovamento, suggerisce loro un piano per far fruttare le lenticchie di Assurbanipal.

L'azione si sposta a Paperopoli, sempre in un ristorante dove Paperone e nipoti danno vita ad una gara mangereccia: chi mangerà meno lenticchie tra Paperone e i nipoti messi insieme pagherà il conto. Inutile dire che la vittoria andrà al vecchio magnate, il quale, però, ha ancora un piccolo buco nello stomaco. Paperone nota una piramide di scatolette di Lenticchie di Babilonia e attirato dalla novità, se le fa servire trovandole, primo al mondo, assolutamente gustose. A quel punto, nonostante siano prodotte dai Bassotti, Paperone decide di promuovere un prodotto così gustoso, iniziando ad accaparrarsi le azioni della società fondata dai noti manigoldi.

Dopo aver sconvolto la Borsa, Paperone si impossessa di tutte le azioni, meno una, rimasta in mano ai Bassotti, che non ritengono opportuno cederla a Paperone. Questo, però, non ferma la grande campagna pubblicitaria che il vecchio papero intraprende, invadendo la città delle più incredibili trovate, che vengono, però, puntualmente sabotate dagli stessi Bassotti, che non sembrano desiderare l'aumento di produzione conseguente all'ingresso di Paperone in società con loro.

Mentre Paperone e Paperino pensano a banali incidenti, i nipotini iniziano a sospettare in un qualche sabotaggio. Decidono, però, di indagare dopo l'ultimo incidente: Paperino scrive una gag televisiva in cui egli stesso, vestito con bombetta e giacca elegante a quadri, con un paio di baffi finti sul becco, entra in un ristorante e si fa servire un pranzo completo, che non risulterà di suo gradimento, fino a che non gli viene servito un piatto di Lenticchie di Babilonia. Quello che i paperi non sanno è che, sovrapposta alle immagini dello spot di Paperone, andavano in onda le immagini girate dai Bassotti che, in dissolvenza, filmavano uno dei loro fratelli che, nei panni dello spettro di Assurbanipal sconsiglia di acquistare tali lenticchie.

Qui Quo e Qua iniziano ad indagare e dopo una prima sconfitta contro il loro avversario, scoprono che i sabotatori altro non sono se non i Bassotti. Si precipitano allora ad avvisare Paperone, che però, spinto dalle lettere di ordinazione provenienti da tutto il mondo, acquista l'ultima azione dei Bassotti pagandola sei spaventilioni, due sesquiliardi e settantotto dollari, ovvero tutto quello che possiede.

Nonostante la notizia portatagli dai nipoti, Paperone ancora pensa di poter fare degli ottimi affari; quando, però, scopre che la produzione di lenticchie non può essere aumentata, cade nel più terribile sconforto e medita di imbrogliare i consumatori e spacciare per lenticchie babilonesi quelle di Paperopoli.

Salvato dai nipoti dai suoi disonesti propositi e supponendo che dietro le lenticchie ci fosse qualcosa di poco legale da parte dei Bassotti, Paperone e nipoti decidono di dividersi in due gruppi per seguire le tappe produttive e d'importazione ed esportazione delle lenticchie. Mentre Paperone si dirige in Babilliria, sede della società produttrice, Paperino e nipoti si dirigono nella Costa Scura, in Africa, i primi importatori delle scatolette. Paperino e nipoti scoprono, però, che le lenticchie fanno un lungo giro di import-export passando per il Suzzan, lo Zabajàn e altri staterelli fino a finire in Babilliria, ricomprate dagli stessi che le hanno immesse sul mercato: i Bassotti.

Così i paperi si ritrovano contemporaneamente in Babilliria (Paperone ha nel frattempo scoperto che, oltre che a lui solo, le lenticchie sono gradite anche dal motore, in avaria, del suo aereo) e proprio qui scoprono l'incredibile e legale traffico imbastito dai Bassotti per poter guadagnare con un prodotto limitato nella quantità. Dopo aver scoperto le lenticchie, infatti, i Bassotti si divisero in due gruppi: uno in Babilliria vendeva le lenticchie grezze a Paperopoli, dove l'altro gruppo le inscatolava per rivenderle alla Costa Scura. Grazie ad un complesso gioco di scambi le lenticchie che costavano uno alla fine rendevano dieci e con un semplice procedimento per riportare le lenticchie al loro stato originario e dal quale esse non perdevano alcuna delle loro caratteristiche, venivano rivendute a Paperopoli per ricominciare il giro. Ovviamente, per evitare che il prodotto risultasse gradevole a chicchessia con un conseguente e pericoloso aumento di produzione, veniva aggiunto al prodotto dell'olio di lino, che però non ha impedito a Paperone di apprezzare le lenticchie.

Il gioco dei Bassotti, però, è troppo lento per Paperone che così decide di seminarle: i manigoldi, però, lo sconsigliano. Anche loro ci hanno provato, senza alcun risultato, e secondo i botanici di tutto il mondo sono assolutamente sterili. Paperone, però, è convinto del fatto suo, ma i Bassotti sono così sicuri che egli non riuscirà nell'impresa da firmare un accordo in cui si impegnano a restituire tutte le sue sostanze a Paperone se anche una sola lenticchia sarà in grado di germogliare.

Paperone e nipoti, nella loro vita, hanno visitato tutti i paesi del mondo, i posti più sperduti, i fondali oceanici più profondi, ma sempre alla ricerca di un qualche tesoro perduto. Questa volta, però, i paperi vanno

tra le più prolifiche zolle d'occidente... Nei più remoti terreni d'oriente... Nelle risaie... Nelle zone tropicali... Perfino nel fondo dei laghi...

per piantare le lenticchie di Babilonia e sperare che un qualche terreno sia quello buono per vedere i primi germogli, ma nonostante le molte possibilità che si sono concessi, nessuno dei paperi sembra credere veramente alla riuscita dell'impresa, proprio a causa dell'accordo firmato dai Bassotti. In tutto questo spostarsi in su e in giù per il mondo, però, Paperone dimentica un'ultima manciata di lenticchie tra le sue tasche e, quando la scopre, decide di lanciarla nel vento dall'attico a lui concesso dai Bassotti nel suo ex-palazzo:

E il vento ne deposita una su un vaso di fiori sul davanzale...

Chiusasi la lunga digressione, al lettore tornano a presentarsi le condizioni di dignitosa miseria di Paperone, che dopo aver ottenuto qualche centesimo suonando nel ristorante vorrebbe concedersi un salsicciotto. I suoi numerosi creditori, però, glielo impediscono e lo costringono alla fuga nel suo antico palazzo, dove i Bassotti gli hanno concesso di continuare a vivere in una modesta stanza all'ultimo piano.

Paperone non si è accorto che una singola lenticchia di Babilonia gli è sfuggita e si è depositata in un vaso di fiori della sua stanza, a cento metri di altezza: proprio la distanza dal suolo ha ricreato la condizione dei famosi "giardini pensili di Babilonia", in cui evidentemente le lenticchie venivano coltivate nell'antichità, e mentre Paperone si addormenta il seme capitato casualmente nel vaso germoglia...

Se una sola lenticchia di Babilonia dovesse germogliare, tutti i beni di Paperon de Paperoni torneranno in suo immediato possesso
Firmato
Banda Bassotti

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