Partito Islamico del Turkestan

organizzazione terroristica uigura

Il Partito Islamico del Turkestan (in arabo الحزب الإسلامي التركستاني?, al-Ḥizb al-Islāmī al-Turkistānī; in uiguro تۈركىستان ئىسلام پارتىيىسى, Türkistan İslam Partiyisi; in cinese: 突厥斯坦伊斯兰党S, Tūjuésītǎn Yīsīlán DǎngP) o Movimento Islamico del Turkestan (in inglese Turkistan Islamic Movement, TIM), precedentemente noto come Movimento Islamico del Turkestan orientale (in cinese: 东突厥斯坦伊斯兰运动S, Dōng tūjué sītǎn yīsīlán yùndòngP; in inglese East Turkestan Islamic Movement, ETIM), è un'organizzazione terroristica fondata da jihādisti uiguri nella Cina occidentale, considerata in generale come un gruppo terroristico. I suoi obiettivi dichiarati sono di stabilire lo Stato indipendente del Turkestan orientale, noto con il nome di "Uiguristan"[12] in sostituzione della Regione autonoma dello Xinjiang.[13] Secondo un rapporto cinese pubblicato nel 2002, tra il 1990 e il 2001 l'ETIM aveva commesso oltre 200 atti di terrorismo, provocando almeno 162 morti e oltre 440 feriti.[14] Il Comitato per le sanzioni ad al-Qāʿida del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha inserito l'ETIM nella lista delle organizzazioni terroristiche nel 2002.[15]

Partito Islamico del Turkestan
Bandiera del PIT
Attiva1988-oggi
NazioneBandiera della Cina Cina (Xinjiang)

Bandiera del Pakistan Pakistan (Waziristan)[1] (fino al 2017)[2]
Bandiera dell'Afghanistan Afghanistan (Badakhshan)[3]
Bandiera della Siria Siria[4][5][6]

IdeologiaNazionalismo uiguro
Sunnismo
Fondamentalismo islamico
Panislamismo
Jihādismo
Salafismo
Indipendentismo
Anticomunismo
Alleanze Al-Qaeda[7]

 Fronte al-Nusra
 Movimento Islamico dell'Uzbekistan (fino al 2015)[8]
Movimento Islamico del Tagikistan

Componenti
FondatoriZeydin Yusup
Componenti principaliZeydin Yusup
Hasan Mahsum
Abdul Haq[9][10]
Abdul Shakoor al-Turkistani
Abdullah Mansour[11]
Attività
Azioni principaliConflitto dello Xinjiang

Guerra in Afghanistan (2001-2021)
Guerra nel Pakistan nord-occidentale
Guerra civile siriana

Voci su organizzazioni terroristiche in Wikipedia

Influenzato dal successo dei mujaheddin contro l'Unione Sovietica durante la guerra in Afghanistan, l'ETIM divenne noto nel 1990 durante la rivolta di Baren. Il conflitto prese la forma di una jihād che prevedeva un risultato simile alla precedente creazione della Prima Repubblica del Turkestan orientale (1933-1934).[16] I loro slogan contenevano retorica anticomunista e un panturchismo islamico storicamente congruente con lo Xinjiang meridionale piuttosto che puro jihādismo salafita radicale o estremismo religioso. La rivolta è durata diversi giorni ed è stata repressa dal Partito Comunista Cinese (PCC), che ha dispiegato forze significative per reprimere l'insurrezione. Il PCC li vedeva come un movimento jihādista simile ai mujaheddin in Afghanistan che avevano dato vita a movimenti più radicali come Hezbollah e il Movimento islamico del Turkistan orientale.

Il ramo siriano del PIT è attivo nella guerra civile siriana ed è in gran parte raggruppato a Idlib.[17]

L'organo ufficiale Voice of Islam (Ṣawt al-Islām, "Voce dell'Islam") rilascia i videomessaggi dell'ETIM. Il nome completo del loro media center è "Turkistan Islamic Party Voice of Islam Media Center" (in uiguro تۈركىستان ئىسلام پارتىيىسى ئىسلام ئاۋازى تەشۋىقات مەركىزى, Türkistan Islam Partiyisi Islam Awazi Teshwiqat Merkizi).[18][19][20]

Storia modifica

Origini modifica

Abdul Hameed, Abdul Azeez Makhdoom e Abdul Hakeem Makhdoom lanciarono il primo Partito islamico del Turkistan nel 1940.[21] Dopo essere stato liberato dalla prigione nel 1979, Abdul Hakeem istruì Hasan Mahsum e altri uiguri sul fondamentalismo islamico.[22]

Nel 1989 Ziyauddin Yusuf (Zeydin Yusup) fondò il gruppo che originariamente era chiamato Partito Islamico del Turkistan Orientale (in uiguro شەرقىي تۈركىستان ئىسلام پارتىيىسى, Sherqiy Türkistan Islam Partiyisi, in turco Doğu Türkistan İslam Partisi).[21][23][24][25] Il movimento fu riformato da Hasan Mahsum e Abudukadir Yapuquan nel 1997 nella sua attuale incarnazione.[26][27][28] Il gruppo è stato denominato "Movimento Islamico del Turkestan Orientale" (ETIM) dal governo cinese, ma il gruppo stesso non ha mai usato quel nome per definirsi.

All'inizio del 1998, l'ETIM inviò in Cina 12 terroristi per svolgere attività terroristiche e istituire campi di addestramento.[26] Nel 1998 Mahsum trasferì il quartier generale dell'ETIM a Kabul, rifugiandosi sotto i talebani dell'Emirato islamico dell'Afghanistan. Il governo cinese sostiene che Mahsum abbia incontrato i leader di al-Qāʿida e dei talebani, tra cui Osama bin Laden nel 1999 in Afghanistan, per coordinare le azioni, sebbene Mahsum lo abbia negato.[29] In Afghanistan, il Movimento Islamico del Turkestan Orientale abbandonò l'aggettivo "Orientale" una volta esteso il suo dominio.[28]

Dall'inizio del 1998 alla fine del 1999, l'ETIM ordino al gruppo di Hotan di creare più basi nella provincia e di addestrare il personale, fabbricare granate ed esplosivi dispositivi e sviluppare più di 1.000 membri dell'organizzazione.[30]

Anni duemila modifica

Dopo gli Attentati dell'11 settembre 2001, l'ONU registra l'ETIM come organizzazione terroristica su richiesta dei governi di Cina, Afghanistan, Kirghizistan e Stati Uniti.[15] L'infrastruttura del gruppo fu paralizzata dopo l'invasione statunitense dell'Afghanistan e il bombardamento delle basi di al-Qāʿida nelle regioni montuose lungo il confine con il Pakistan. Il leader dell'ETIM Hasan Mahsum fu ucciso da un raid pakistano in un campo di Al-Qaida nel 2003.[31]

L'ETIM risorse dopo che la guerra in Iraq scoppiata nel 2003 infiammò il sentimento dei mujaheddin.[32] Il 15 dicembre 2003, la Cina designò l'ETIM e altri gruppi separatisti come organizzazioni terroristiche e chiese il supporto della comunità internazionale nella lotta la terrorismo.[33]

Nel 2006, l'ETIM diffuse un videomessaggio nel quale incitava a una nuova jihād e approfittò dei Giochi della XXIX Olimpiade a Pechino per ottenere pubblicità per i suoi attacchi.[28] Alcuni rapporti sostengono che l'ETIM sia alleato con i talebani pakistani, spingendo la Cina a sollecitare il Pakistan ad agire contro i militanti.[34]

La nuova organizzazione si auto-chiamò Partito Islamico del Turkestan e abbandonò l'uso del nome ETIM, sebbene la Cina lo chiami ancora così e si rifiuti di riconoscerlo come Partito.[35] Il Partito islamico del Turkistan era originariamente subordinato al Movimento islamico dell'Uzbekistan, ma poi si è separato e ha iniziato a farsi conoscere promuovendosi con la rivista Islamic Turkistan e i media Voice of Islam in cinese, arabo, russo e turco per raggiungere i jihādisti nel mondo.[36] Il controllo sui militanti uiguri e uzbeki è stato trasferito dai talebani afgani ai talebani pakistani dopo il 2001.[37]

Nel 2012, l''ETIM ha inviato la "Brigata Turkistan" (Katibat Turkistani), nota anche come Partito Islamico del Turkistan in Siria, a prendere parte alla guerra civile siriana all'interno di una rete di gruppi collegati ad al-Qāʿida insieme ad al-Nusra,[38][39][40] in particolare nell'offensiva Jisr al-Shughur del 2015 dove facevano parte della coalizione dell'Esercito della Conquista.[41][42][43]

Durante la battaglia di Kunduz del 2015 in Afghanistan, ci sono state notizie secondo cui militanti islamisti di etnia uigura si sono uniti ai talebani nel loro attacco, sebbene questi rapporti non menzionassero esplicitamente il PIT.[44][45][46][47]

Collegamenti ad al-Qāʿida modifica

Si ritiene che il TIP abbia collegamenti con al-Qāʿida e gruppi affiliati come il Movimento islamico dell'Uzbekistan[8] e i talebani pakistani.[48] Gli Stati Uniti sostengono che abbia ricevuto "formazione e assistenza finanziaria" da al-Qāʿida.[49]

Il professore associato dell'Università della Virginia Philip B. K. Potter scrive che, nonostante il fatto che "durante gli anni novanta, le autorità cinesi hanno fatto di tutto per collegare pubblicamente le organizzazioni attive nello Xinjiang - in particolare l'ETIM - ad al-Qāʿida [...] la migliore informazione indica che prima del 2001 il rapporto includeva formazione e finanziamenti, ma relativamente poca cooperazione operativa".[49][50] Nel 1998 il quartier generale del gruppo è stato spostato a Kabul, nell'Afghanistan controllato dai talebani, mentre la lotta antiterroristica cinese nello Xinjiang "ha costretto i separatisti uiguri più militanti in paesi vicini instabili, come il Pakistan", scrive Potter, "dove forgiano alleanze strategiche con, e persino guidando, fazioni jihādiste affiliate ad al-Qāʿida e ai talebani". Il Movimento Islamico del Turkestan Orientale ha abbandonato "Est" dal suo nome man mano che aumentava il suo dominio.[51]

Alcuni membri di al-Qāʿida hanno espresso sostegno al PIT, all'indipendenza dello Xinjiang e/o alla jihād contro la Cina, tra cui Mustafa Setmariam Nasar,[52] Abu Yahya al-Libi[53][54] e il leader di al-Qāʿida Ayman al-Zawahiri che in più occasioni ha rilasciato dichiarazioni nominando lo Xinjiang (definendolo "Turkestan orientale") come uno dei "campi di battaglia" della "jihād per liberare ogni angolo di terra dei musulmani che è stato usurpato e violato".[55][56][57][58][59] Inoltre, l'al-Fajr Media Center, allineato ad al-Qāʿida, distribuisce materiale propagandistico del PIT.[60]

Il membro del PIT Abdul Haq al Turkistani è entrato a far parte del consiglio esecutivo della leadership di al-Qāʿida nel 2005,[61] e il membro del PIT Abdul Shakoor Turkistani è stato nominato comandante militare delle sue forze nelle Aree tribali di amministrazione federale del Pakistan.[62] Abdul Haq era apparentemente in una posizione così alta nella leadership di al-Qāʿida che ha servito come mediatore tra le fazioni talebane rivali e ha svolto un ruolo fondamentale nella pianificazione militare.[50]

Il movimento per l'indipendenza degli uiguri del Turkestan orientale fu appoggiato nel nono numero di "Islamic Spring" da Ayman Al-Zawahiri, il capo di al-Qāʿida. Zawahiri ha confermato che la guerra in Afghanistan dopo l'11 settembre avrebbe visto la partecipazione di combattenti Uiguri e che i jihādisti come Zarwaqi, Bin Ladin e l'uiguro Hasan Mahsum avevano ricevuto rifugio insieme in Afghanistan sotto il dominio dei talebani.[63]

A metà degli anni 2010, il rapporto del PIT con al-Qāʿida era ancora contestato, ma divennero più strettamente allineati e il capo del PIT Abdul Haq ha confermato la lealtà ad al-Qāʿida nel maggio 2016.[64]

Ideologia modifica

La fondazione statunitense NEFA, formata da analisti terroristici, ha tradotto e diffuso un articolo sulla jihād dell'ETIM, la cui appartenenza, secondo quanto affermato, era composta principalmente da "musulmani uiguri della Cina occidentale". L'obiettivo principale dell'ETIM è l'indipendenza del Turkestan orientale dalla Cina,[13] enfatizzando il contrasto tra "musulmani" e "cinesi" in un video di sei minuti pubblicato nel 2008 dove il "comandante Seyfullah" avverte i musulmani di non portare i propri figli alle Olimpiadi estive del 2008, e dice anche "non rimanere sul stesso autobus, sullo stesso treno, sullo stesso aereo, negli stessi edifici o in qualsiasi posto si trovino i cinesi".[65][66][67]

Membri modifica

Nell'ottobre 2008, il Ministero di pubblica sicurezza della Repubblica popolare cinese ha pubblicato un elenco di otto terroristi collegati a ETIM, inclusi alcuni dirigenti, con accuse dettagliate.[68]

Nome Alias Accusa Posizione
Memet Amin Memet (Mehmetiming Memeti) Abdul Haq Capo dell'ETIM, incitamento alle tensioni etniche nel 2006 e nel 2007, acquisto di esplosivi, organizzazione di attacchi terroristici contro le Olimpiadi estive del 2008. Ritenuto morto in un attacco aereo nel Waziristan settentrionale,[69] ricomparso nel 2014.[9]
Emeti Yakuf

(Emet Yakuf)

Abu Abdurehman, Sayfullah, Abdul Jabar Minaccia di utilizzo di armi biologiche e chimiche contro i militari e politici occidentali per le Olimpiadi del 2008, diffusione di manuali su esplosivi e veleni. Ucciso nell'attacco di un drone nel Waziristan settentrionale.[70]
Memetituersun Yiming
(Memet Tursun Imin)
Abdul Ali Raccolta fondi per l'ETIM, test di bombe da far esplodere prima delle Olimpiadi. Dal 2008, in Asia occidental.e
Memetituersun Abuduhalike
(Memet Tursun Abduxaliq)
Metursun Abduxaliq, Ansarul, Najmuddin Attacchi contro organizzazioni governative, riciclaggio di denaro per le operazioni ETIM, acquisto di veicoli e affitto di case per attacchi. Sconosciuta
Xiamisidingaihemaiti Abudumijiti
(Xemsidinahmet Abdumijit)
Sayyid Reclutamento per l'ETIM in Medio Oriente, esplosione in un supermercato cinese. Sconosciuta
Aikemilai Wumaierjiang
(Akrem Omerjan)
Assistente di Xiamisidingaihemaiti Abudumijiti nell'attacco al supermercato. Sconosciuta
Yakuf Memeti
(Yakuf Memet)
Abdujalil Ahmet, Abdullah, Punjab Ingresso illegale in Cina per raccogliere informazioni sui quartieri cinesi, autore di un attacco suicida fallito contro una raffineria di petrolio. Ucciso nell'attacco di un drone nel Waziristan settentrionale.[71][72]
Tuersun Toheti
(Tursun Tohti)
Mubather, Nurullah Organizzazione di una squadra del terrore per le Olimpiadi del 2008, acquisto di materie prime per loro e richiesta di formule chimiche per gli esplosivi. Ucciso nell'attacco di un drone nel Waziristan settentrionale.[72][73]

Detenuti a Guantánamo modifica

Gli Stati Uniti hanno catturato 22 militanti uiguri dalle zone di combattimento in Afghanistan nel 2006 sulla base delle informazioni che vedevano loro collegati ad al-Qāʿida.[74] Sono stati imprigionati senza processo da cinque a sette anni, dove hanno testimoniato di essere stati addestrati dal leader dell'ETIM Abdul Haq, in un campo di addestramento dell'ETIM. Dopo essere stati giudicati come "non più combattenti nemici",[75] cioè non essendo mai stati combattenti nemici, una giuria ha ordinato il loro rilascio negli Stati Uniti. Nonostante l'allarme dei politici che il rilascio negli Stati Uniti di ex detenuti amareggiati di Guantanamo fosse pericoloso e illegale, non è stato possibile rilasciarli in Cina.[76]

Attacchi terroristici modifica

  • Marzo-aprile 1990 – Nella cittadina di Baren, nello XInjiang, scoppiò una rivolta violenta sobillata dal Partito Islamico del Turkistan contro le autorità cinesi.[26][30] Nello scontro a fuoco perse la vita Ziyauddin Yusuf.
  • 25 febbraio 1997 – Furono compiuti tre attentati su autobus a Urumqi che provocarono nove morti. Gli attacchi furono rivendicati dal Partito di Liberazione Uigura con sede in Kazakistan.[77][78] sebbene ciò fu successivamente contestato.[79] Non sono stati segnalati collegamenti al PIT.
  • 1999 – L'ETIM compì una serie di stragi terroristiche tra cui l'attentato 12.14 nella contea di Moyu nella prefettura di Hotan e la rapina-omicidio "2.4" a Ürümqi nello stesso anno, provocando 6 morti.[26] Il 18 giugno avvenne una sparatoria nella contea di Xinhe nello Xinjiang che provocò la morte di agenti di polizia.[26][30]
  • 2007 – Alcuni militanti dell'ETIM in auto spararono contro cittadini cinesi nel Belucistan pakistano, e le autorità pakistane ritennero essere una rappresaglia per l'esecuzione di un funzionario dell'ETIM all'inizio di luglio.[80]
  • 2007-2008 – L'ETIM rivendicò una serie di attacchi prima delle Olimpiadi estive del 2008, tra cui una serie di attentati su autobus a Kunming, un tentativo di dirottamento aereo a Urumqi,[75] e un attacco alle truppe paramilitari di Kashgar che provocò la morte di 17 ufficiali.
  • 29 giugno 2010 – Un tribunale di Dubai ha condannato due membri di una cellula dell'ETIM per aver ordito un bombardamento di un centro commerciale di proprietà del governo che vendeva merci cinesi. Questo fu il primo complotto dell'ETIM al di fuori della Cina o dell'Asia centrale. Il pianificatore fu reclutato durante l'Hajj e venne trasportato in aereo nel Waziristan per l'addestramento.[81]
  • Luglio 2010 – Funzionari in Norvegia hanno interrotto un complotto di attentati terroristici; uno degli autori era di etnia uigura, portando a speculazioni sul coinvolgimento dell'ETIM.[82] Il corrispondente del New York Times Edward Wong affermò che l'ETIM "dà loro una ragion d'essere in un momento in cui il governo cinese ha [...] disinnescato ogni possibilità di una rivolta diffusa .[..] nello Xinjiang".[82]
  • 2011 – Il PIT compì diversi attacchi rivendicati nello Xinjiang.[83]
  • 28 ottobre 2013 – Un attacco suicida nei pressi di piazza Tienanmen provocò 5 morti e 38 feriti. La polizia cinese lo ha descritto come il primo attacco terroristico nella storia recente di Pechino, affermando che era attentamente pianificato, organizzato e premeditato.[26][84] Tutte e cinque le persone coinvolte nel caso furono arrestate, e il Partito Islamico del Turkistan rivendicò successivamente l'attacco.[26][85][86]
  • Dicembre 2013 – Nel villaggio di Sayibage, contea di Shufu, la polizia contrastò un gruppo di terroristi armati di coltelli ed esplosivi uccidendone 14.[87]
  • 24 gennaio 2014 – Nella contea di Xinhe, prefettura di Aksu, si verificarono due esplosioni in luoghi diversi (un salone di bellezza e un mercato di alimentari). La polizia uccise sei terroristi, mentre altri sei morirono nell'esplosione di un'autobomba.[88]
  • Marzo 2014 – Un gruppo armato di coltello attaccò i passeggeri alla stazione ferroviaria di Kunming, provocando 31 morti e oltre 140 feriti.[89] Nessun gruppo rivendicò l'attentato, ma le autorità cinesi e i media statali stabilirono che era collegato all'ETIM.[90][91]
  • Luglio-dicembre 2014 – Nello Xinjiang si verificarono una serie di rivolte, attentati, incendi dolosi e attacchi di coltello che causarono la morte di oltre 183 persone (tra cui civili, aggressori e forze di sicurezza) e dozzine di feriti. Le autorità cinesi attribuirono alcuni di questi a "bande" e altri a "terroristi". Non ci furono segnalazioni di rivendicazioni di responsabilità da parte dell'ETIM.[92][93][94]
  • 18 settembre 2015 – Ad Aksu, un gruppo di terroristi armati di coltelli attaccò i lavoratori a riposo in una miniera di carbone uccidendo 50 persone. L'attacco fu rivendicato dall'ETIM.
  • 30 agosto 2016 – L'ambasciata cinese in Kirghizistan fu bersaglio di un attentato suicida che ferì il personale kirghiso. L'attacco fu successivamente attribuito dal servizio di sicurezza statale del Kirghizistan all'ETIM.[95][96]

Designazione terroristica modifica

Dagli attacchi dell'11 settembre, il gruppo è stato designato come organizzazione terroristica da Cina, Unione Europea,[97][98] Kirghizistan,[99] Kazakistan,[100] Malaysia,[101] Pakistan,[102] Russia,[103][104] Turchia,[105][106] Emirati Arabi Uniti,[107][108] Regno Unito,[109][110] e Nazioni Unite.[15]

L'organizzazione è stata anche precedentemente classificata come organizzazione terroristica dagli Stati Uniti a partire dal 2002.[111][112] Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha bloccato le proprietà e proibito le transazioni con l'organizzazione secondo l'Ordine Esecutivo 13224[111] e il Dipartimento di Stato ha negato ai membri dell'ETIM la possibilità di entrare nel territorio statunitense.[112] Gli Stati Uniti hanno revocato tale classificazione nell'ottobre 2020 poiché "non ci sono prove credibili dell'esistenza attuale dell'ETIM".[113] La Cina ha accusato gli USA di usare due pesi e due misure nei confronti della lotta al terrorismo.[114][115][116]

Note modifica

  1. ^ (EN) Jacob Zenn, An Overview of Chinese Fighters and Anti-Chinese Militant Groups in Syria and Iraq, su The Jamestown Foundation. URL consultato il 3 maggio 2020.
  2. ^ (EN) Owen Bennett-Jones, North Waziristan: What happened after militants lost the battle?, su BBC. URL consultato il 3 maggio 2020.
  3. ^ Mustafa Sarwar, Taliban Increasing Presence In Remote Afghan Region Bordering China, su Gandhara. URL consultato il 3 maggio 2020.
  4. ^ (EN) TIP Division in Syria Releases Video Promoting Cause, Inciting for Jihad, su SITE Institute, 6 giugno 2014. URL consultato il 26 giugno 2014.
  5. ^ (TR) Türkistan İslam Cemaati'nden Yeni Video "Zafer Sadece Allahtan'dır 2", su Doguturkistanbulteni.com, 6 febbraio 2016. URL consultato il 13 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2016).
  6. ^ (EN) Micro Syria Guide For The Perplexed American: Know Your Terrorists, su Syriawatch, 22 febbraio 2016. URL consultato il 13 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2018).
  7. ^ (EN) Turkistan Islamic Party leader criticizes the Islamic State's 'illegitimate' caliphate, su FDD's Long War Journal. URL consultato il 29 agosto 2017.
  8. ^ a b (EN) Beijing, Kunming, Urumqi and Guangzhou: The Changing Landscape of Anti-Chinese Jihadists, su Jamestown Foundation, 23 maggio 2014. URL consultato il 24 ottobre 2014.
  9. ^ a b (EN) Turkestan Islamic Party emir thought killed in 2010 reemerged to lead group in 2014, su The Long War Journal, 11 giugno 2015. URL consultato il 13 maggio 2016.
  10. ^ (EN) TIP Leader Congratulates Attack in Hotan in Video, su SITE Intel Group, 10 giugno 2015. URL consultato il 13 maggio 2016.
  11. ^ (EN) William MacLean, Islamist group calls Tiananmen attack 'jihadi operation': SITE, in Reuters, 23 novembre 2013. URL consultato il 2 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2015).
  12. ^ Il genocidio degli uiguri nelle parole di chi l'ha vissuto, su editorialedomani.it. URL consultato l'8 marzo 2024.
  13. ^ a b (EN) Why Are We Fighting China? (PDF), su nefafoundation.org. URL consultato il 7 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2012).
    «We are fighting China... China is an enemy who has invaded Muslim countries and occupies Muslim East Turkestan. There is no greater obligation, aside from belief in Allah, than expelling the enemies of Muslims from our countries.... We are fighting China to make them testify that 'there is no God but Allah, Mohammed is the Messenger of Allah' and make them convert to Islam....»
  14. ^ (EN) "East Turkistan" Terrorist Forces Cannot Get Away With Impunity, in China.org.cn, 21 gennaio 2002. URL consultato il 15 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2015).
  15. ^ a b c (EN) Eastern Turkistan Islamic Movement, su United Nations Security Council, 7 aprile 2011.
    «The Eastern Turkistan Islamic Movement (ETIM) is an organization which has used violence to further its aim of setting up an independent so-called "East Turkistan" within China.»
  16. ^ (EN) Rémi Castets, The Uyghurs in Xinjiang – The Malaise Grows, in China Perspectives, 1º ottobre 2003, DOI:10.4000/chinaperspectives.648. URL consultato il 27 maggio 2020.
  17. ^ (EN) Colin P. Clarke e Paul Rexton Kan, Uighur Foreign Fighters: An Underexamined Jihadist Challenge, su jstor.org, International Centre for Counter-Terrorism. URL consultato l'8 novembre 2020. Ospitato su Jstor.
  18. ^ (TR) Sherqiy Türkistan Radio Téléviziyisi-East Turkistan Radio & Television – Uyghurche, su East-turkistan.tv. URL consultato il 13 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2016).
  19. ^ (TR) Xewerler – Sherqiy Türkistan Jumhuriyiti Sürgündiki Hökümiti, su East Turkistan Government in Exile. URL consultato il 13 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2016).
  20. ^ (TR) Sherqiy Türkistan Radio Téléviziyisi-East Turkistan Radio & Television – Uyghurche, su East-turkistan.tv. URL consultato il 13 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2016).
  21. ^ a b Acharya, Gunaratna e Pengxin 2010, p. 53.
  22. ^ Acharya, Gunaratna e Pengxin 2010, p. 54.
  23. ^ J. Todd Reed e Diana Diana Raschke, The ETIM: China's Islamic Militants and the Global Terrorist Threat, ABC-CLIO, 2010, pp. 48–, ISBN 978-0-313-36540-9.
  24. ^ China Perspectives, C.E.F.C., 2003, p. 40.
  25. ^ “Doğu Türkistan” terör güçleri suçlarinin sorumluluğundan kaçamazlar, China Intercontinental Press, 2002, pp. 5-, ISBN 978-7-5085-0029-4.
  26. ^ a b c d e f g (ZH) 东突厥斯坦伊斯兰运动, su 百度百科. URL consultato il 21 marzo 2021.
  27. ^ Rohan Gunaratna e Oreg Aviv, The Global Jihad Movement, Rowman & Littlefield Publishers, 1º luglio 2015, pp. 244–, ISBN 978-1-4422-4542-6.
  28. ^ a b c (EN) China: The Evolution of ETIM, su Stratfor, 13 maggio 2008. URL consultato il 7 agosto 2010.
  29. ^ Acharya, Gunaratna e Pengxin 2010, p. 55.
  30. ^ a b c (ZH) 四大“东突”恐怖组织档案:人物 活动 资金, su China.com. URL consultato il 21 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2020).
  31. ^ (EN) Chinese militant "shot dead", in BBC News, 23 dicembre 2003. URL consultato il 27 gennaio 2007.
  32. ^ Guang Pan, East Turkestan Terrorism and the Terrorist Arc: china's Post-9/11 Anti-Terror Strategy, in China and Eurasia Forum Quarterly, vol. 4, n. 2, maggio 2006, ISSN 1653-4212 (WC · ACNP).
  33. ^ (EN) China seeks int'l support in counter-terrorism, su Embassy of the People's Republic of China in the United States of America, 15 dicembre 2003. URL consultato il 21 marzo 2021.
  34. ^ (EN) Hu Jintao urges Zardari to crush ETIM extremists, su The Nation. URL consultato il 3 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2013).
  35. ^ (EN) Vaughan Winterbottom, No end in sight to Xinjiang unrest, in China Outlook, 14 agosto 2013. URL consultato il 18 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2015).
  36. ^ (EN) Jacob Zenn, On the Eve of 2014: Islamism in Central Asia, in Current Trends in Islamist Ideology, Hudson Institute, 24 giugno 2013. URL consultato il 18 settembre 2015.
  37. ^ (EN) Jacob Zenn, Increasing Numbers of Central Asian Jihadists in Syria, in The Central Asia-Caucasus Analyst, 2 ottobre 2013. URL consultato il 18 settembre 2015.
  38. ^ (EN) Qiu Yongzheng e Liu Chang, Xinjiang jihad hits Syria, su Global Times, 29 ottobre 2012. URL consultato il 22 marzo 2021.
  39. ^ (EN) Amy Chew, How Syria’s civil war shaped separatist group TIP in China’s crosshairs, su South China Morning Post, 29 novembre 2020. URL consultato il 22 marzo 2021.
  40. ^ (EN) Ahmad Ramadan, Chinese Muslims involved in Syria war, su The Arab Weekly, 4 dicembre 2015. URL consultato il 22 marzo 2021.
  41. ^ (EN) Caleb Weiss, Turkistan Islamic Party in Syria involved in new Idlib offensive, in Threat Matrix - Long War Journal, 23 aprile 2015. URL consultato il 9 maggio 2015.
  42. ^ (EN) Caleb Weiss, Turkistan Islamic Party had significant role in recent Idlib offensive, su Long War Journal, 30 aprile 2015. URL consultato il 28 luglio 2015.
  43. ^ (EN) Thomas Joscelyn, US counterterrorism efforts in Syria: A winning strategy?, in Long War Journal, 29 settembre 2015. URL consultato il 29 settembre 2015.
  44. ^ (EN) Who is fighting in northern Afghanistan?, su Deutsche Welle, 7 ottobre 2015. URL consultato il 13 maggio 2016.
  45. ^ (EN) Dawood Azami, Taliban triumph in capture of Kunduz, su BBC News. URL consultato il 13 maggio 2016.
  46. ^ (EN) Joseph Goldstein, A Taliban Prize, Won in a Few Hours After Years of Strategy, in The New York Times, 30 novembre 2015. URL consultato il 2 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2015).
  47. ^ (EN) Afghan US Force Back Taliban in Kunduz, in The Australian, 2 ottobre 2015. URL consultato l'8 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2016).
  48. ^ Acharya, Gunaratna e Pengxin 2010, p. 2.
  49. ^ a b (EN) Foreign terrorist organizations (PDF), su U.S. State Department, p. 237. URL consultato il 21 ottobre 2015.
  50. ^ a b Philip B. K. Potter, Terrorism in China: Growing Threats with Global Implications (PDF), in Strategic Studies Quarterly, vol. 7, n. 4, inverno 2013, pp. 71–74. URL consultato il 9 giugno 2018.
  51. ^ (EN) China: The Evolution of ETIM [collegamento interrotto], su Stratfor, 13 maggio 2008. URL consultato il 10 giugno 2018.
  52. ^ Mustafa Setmariam Nasar (aliases Abu Musab al-Suri e Umar Abd al-Hakim), Muslims in Central Asia and The Coming Battle of Islam (TXT), 1999.
  53. ^ (EN) Turkistan Islamic Party Video Attempts to Explain Uyghur Militancy to Chinese, su Raffaello Pantucci, 24 giugno 2011. URL consultato il 13 maggio 2016.
  54. ^ (EN) Jacob Zenn, An Overview of Chinese Fighters and Anti-Chinese Militant Groups in Syria and Iraq, su The Jamestown Foundation, 29 aprile 2016. URL consultato il 13 maggio 2016.
  55. ^ (EN) Zawahiri endorses war in Kashmir but says don't hit Hindus in 'Muslim lands', in The Indian Express, 17 settembre 2013. URL consultato il 13 agosto 2015.
  56. ^ (EN) Aymenn Jawad Al-Tamimi, Ayman al-Zawahiri's Pledge of Allegiance to New Taliban Leader Mullah Muhammad Mansour, su Middle East Forum, 13 agosto 2015. URL consultato il 13 agosto 2015.
  57. ^ (EN) Al-Qaeda urges fight against West and Russia, in Al Arabiya, 2 novembre 2015. URL consultato il 2 novembre 2015.
  58. ^ (EN) Ali Abdelaty e Eric Knecht, Al Qaeda chief urges militant unity against Russia in Syria, in Reuters, 1º novembre 2015. URL consultato il 3 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2015).
  59. ^ (EN) Gerry Shih, Rising Uighur militancy changes security landscape for China, in Associated Press, 10 settembre 2016. URL consultato il 9 giugno 2018.
  60. ^ (EN) TIP Enters Jihadist Mainstream, su SITE Intelligence Group, 1º maggio 2009. URL consultato il 13 maggio 2016.
  61. ^ (EN) Bill Roggio, US airstrike killed 15 Turkistan Islamic Party fighters in Afghanistan, su The Long War Journal, 23 gennaio 2010. URL consultato il 12 maggio 2015.
  62. ^ (EN) Bill Roggio, Turkistan Islamic Party leader thought killed in US drone strike, su The Long War Journal, 25 agosto 2012. URL consultato il 12 maggio 2015.
  63. ^ (EN) Hua S., Zawahiri Addresses Uyghur Muslims in Ninth Episode of “Islamic Spring”, su Site Intelligence Group, luglio 2016.
  64. ^ (EN) Michael Clarke, China’s Terrorist Problem Goes Global, su The Diplomat, 7 settembre 2016. URL consultato il 14 novembre 2016.
  65. ^ (EN) Chinese group ‘threatens Olympics’, su Al Jazeera, 7 agosto 2008. URL consultato il 21 marzo 2021.
  66. ^ (EN) Chinese Islamists threaten Olympics: US group, in France 24, 8 agosto 2008.
  67. ^ (EN) Simon Elegant, A Video Threat to the Olympics?, in Time, 27 luglio 2008. URL consultato il 21 marzo 2021.
  68. ^ (EN) 'Eastern Turkistan' terrorists identified, in China Daily, 21 ottobre 2008. URL consultato il 31 luglio 2010.
  69. ^ (EN) Xinjiang fighter 'killed by drone', in Al Jazeera, 2 marzo 2010. URL consultato il 26 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2010).
    «The leader of a Chinese separatist movement, believed to have links with al-Qaeda, has been killed in a US missile strike, Pakistani and Taliban officials have said.»
  70. ^ (EN) Declan Walsh e Eric Schmitt, Militant Leader Believed Dead in Pakistan Drone Strike, in The New York Times, 24 agosto 2012. URL consultato il 24 agosto 2012.
    «Among the 18 people reported to have been killed was Emeti Yakuf, a senior leader of the East Turkestan Islamic Movement, a group from western China whose members are Chinese Uighur Muslim militants.»
  71. ^ (EN) Zahid Gishkori, Pakistan mounts secret raids in hunt for Chinese militants, su The News, 3 aprile 2018. URL consultato il 22 marzo 2021.
  72. ^ a b (EN) Umar Daraz Wazir, Badruddin Haqqani: 2IC of Haqani Network allegedly killed in NATO attack, su FATA Research Group, 26 agosto 2013. URL consultato il 3 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2015).
  73. ^ (EN) Tuersun Toheti, su airwars.org. URL consultato il 22 marzo 2021.
  74. ^ (EN) Holly Fletcher e Jayshree Bajoria, The East Turkestan Islamic Movement (ETIM), su Council on Foreign Policy, 31 luglio 2008. URL consultato il 31 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2010).
  75. ^ a b (EN) Eastern Turkestan Islamic Movement, su Global Security. URL consultato il 18 dicembre 2011.
  76. ^ (EN) Ariane de Vogue, Jason Ryan e Dennis Powell, Guantanamo Uyghur Detainees: Coming to America?, in ABC News, 24 aprile 2009. URL consultato il 31 luglio 2010.
  77. ^ Michael Dillon, Xinjiang: China's Muslim Far Northwest, Routledge, 23 ottobre 2003, pp. 99–, ISBN 978-1-134-36096-3.
  78. ^ Mahesh Ranjan Debata, China's Minorities: Ethnic-religious Separatism in Xinjiang, Pentagon Press, 1º gennaio 2007, pp. 170–, ISBN 978-81-8274-325-0.
  79. ^ James A. Millward, Eurasian Crossroads: A History of Xinjiang, Columbia University Press, 2007, pp. 333–, ISBN 978-0-231-13924-3.
  80. ^ (EN) Massoud Ansari, The New Face of Jihad, su Newsline, 3 agosto 2007. URL consultato il 31 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2009).
  81. ^ jamestown.org, http://www.jamestown.org/uploads/media/TM_008_68.pdf. URL consultato il 31 luglio 2010.
  82. ^ a b (EN) Edward Wong, Chinese Separatists Tied to Norway Bomb Plot, in The New York Times, 9 luglio 2010. URL consultato il 1º agosto 2010.
  83. ^ (EN) Turkistan Islamic Party claims western China attacks, su Dawn, 8 settembre 2011. URL consultato il 3 giugno 2016.
  84. ^ (ZH) 您现在的位置:首页>世界恐怖组织档案, su 央广网, 3 maggio 2011. URL consultato il 21 marzo 2021.
  85. ^ (EN) Liu Dong, ETIM blamed for car attack, su Global Times, 2 novembre 2013. URL consultato il 22 marzo 2021.
  86. ^ (EN) Jonathan Kaiman, Islamist group claims responsibility for attack on China's Tiananmen Square, su The Guardian. URL consultato il 9 agosto 2014.
  87. ^ (EN) Qiu Yongzheng e Hu Qingyun, Six held after Xinjiang attack, su Global Times, 17 dicembre 2013. URL consultato il 22 marzo 2021.
  88. ^ (EN) Qiu Yongzheng e Chang Meng, 12 terrorists killed in Xinjiang attack, su Global Times, 26 gennaio 2014. URL consultato il 22 marzo 2021.
  89. ^ (EN) China separatists blamed for Kunming knife rampage, su BBC News. URL consultato il 2 marzo 2014.
  90. ^ (ZH) 新華社:昆明案涉新疆分離勢力, su news.rti.org.tw, 2 marzo 2014. URL consultato il 26 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2014).
  91. ^ (EN) Train Station Attackers Were Trying to Leave China for Jihad: Official, su Voice of America (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  92. ^ (EN) Xinjiang violence: China says 'gang' killed 37 last week, in BBC News, 3 agosto 2014. URL consultato il 21 luglio 2018.
  93. ^ (EN) Dan Levin, At Least 50 Killed in Xinjiang Violence, Officials Say, in The New York Times, 26 settembre 2014. URL consultato il 23 febbraio 2017.
  94. ^ (EN) China says 15 killed in "terrorist attack" in Xinjiang, su Yahoo! News, 29 novembre 2014. URL consultato il 15 gennaio 2017.
  95. ^ (EN) Olga Dzyubenko, Kyrgyzstan says Uighur militant groups behind attack on China's embassy, in Reuters, 7 settembre 2016. URL consultato il 3 luglio 2017.
  96. ^ (EN) Zhao Yusha, China slams embassy bombing - Global Times, su Global Times, 8 settembre 2016. URL consultato il 22 marzo 2021.
  97. ^ Regolamento (CE) N. 881/2002 del Consiglio del 27 maggio 2002, su EUR-Lex, 27 maggio 2002. URL consultato il 21 marzo 2021.
  98. ^ (EN) Consolidated TEXT: 32002R0881 — EN — 10.10.2015, su EUR-Lex. URL consultato il 25 agosto 2016.
  99. ^ Tom Lansford, Political Handbook of the World 2015, SAGE Publications, 24 marzo 2015, pp. 818–, ISBN 978-1-4833-7158-0.
  100. ^ Marija J. Omeličeva, Counterterrorism Policies in Central Asia, Routledge, 13 settembre 2010, pp. 131–, ISBN 978-1-136-92372-2.
  101. ^ (EN) Anti Money Anti-money Laundering, Anti-terrorism Financing and Proceeds of Unlawful Activities Act 2001 (PDF), su Ministry of Home Affairs, p. 8.
  102. ^ (EN) Three groups active in Xinjiang banned, su Dawn.Com, 24 ottobre 2013. URL consultato il 29 agosto 2017.
  103. ^ (RU) Единый федеральный список организаций, в том числе иностранных и международных организаций, признанных в соответствии с законодательством Российской Федерации террористическими, su Федеральная Служба Безопасности. URL consultato il 22 marzo 2021.
  104. ^ (RU) Решение Верховного Суда РФ от 14 февраля 2003 г. N ГКПИ 03-116 |, su Национальный антитеррористический комитет. URL consultato il 22 marzo 2021.
  105. ^ (EN) Turkey lists "E. Turkestan Islamic Movement" as terrorists, su People's Daily, 10 agosto 2017. URL consultato il 29 agosto 2017.
  106. ^ (EN) Selçuk Colakoğlu, Turkey-China Relations: From “Strategic Cooperation” to “Strategic Partnership”?, su Middle East Institute. URL consultato il 31 dicembre 2019.
  107. ^ (EN) List of groups designated terrorist organisations by the UAE, su The National, 16 novembre 2014. URL consultato il 19 maggio 2015.
  108. ^ (EN) UAE Cabinet approves list of designated terrorist organisations, groups, su Emirates News Agency, 15 novembre 2014. URL consultato il 10 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2016).
  109. ^ (EN) Michael Martina, Ben Blanchard e Jake Spring, Britain adds Chinese militant group to terror list, in Reuters, 20 luglio 2016.
  110. ^ (EN) Proscribed Terrorist Organizations (PDF), su Home Office, pp. 21-22. URL consultato il 27 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2016).
  111. ^ a b (EN) Individuals and Entities Designated by the State Department Under E.O. 13224, su U.S. Department of State. URL consultato il 4 agosto 2016.
  112. ^ a b (EN) Terrorist Exclusion List, su U.S. Department of State. URL consultato il 29 luglio 2014.
  113. ^ (EN) Joshua Lipes, US Drops ETIM From Terror List, Weakening China's Pretext For Xinjiang Crackdown, in Radio Free Asia, 5 novembre 2020. URL consultato il 5 novembre 2020.
  114. ^ (EN) Laura Zhou, China could face greater terrorism threat as US ‘delists’ East Turkestan Islamic Movement, experts say, su South China Morning Post, 7 novembre 2020. URL consultato il 7 novembre 2020.
  115. ^ (EN) Liu Zhen, China accuses US of double standards as it drops ETIM from terrorism list, su South China Morning Post, 6 novembre 2020. URL consultato l'8 novembre 2020.
  116. ^ (EN) Ayaz Gul, US Removes Anti-China Militant Group From Terror List, su Voice of America, 6 novembre 2020. URL consultato l'8 novembre 2020.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica