Partito Popolare Socialista (Messico)

ex partito politico messicano

Il Partito Popolare Socialista (in spagnolo Partido Popular Socialista - PPS), è stato un partito politico messicano. Dopo il 1997 della continua ad esistere come organizzazione politica, ma non come partito registrato.

Partito Popolare Socialista
(ES) Partido Popular Socialista
LeaderVicente Lombardo Toledano
PresidenteJesús Antonio Carlos Hernández
StatoBandiera del Messico Messico
SedeCittà del Messico
Fondazione1948
Dissoluzione1997 (come partito politico)
IdeologiaNazionalismo rivoluzionario
Patriottismo socialista
Marxismo-leninismo
CollocazioneSinistra/Estrema sinistra
Affiliazione internazionaleIncontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai
Sito webwww.partidopopularsocialista.org.mx/

Storia modifica

 
Vecchio emblema del partito.

Nel 1961 il Partito Popolare decise trasformarsi in una organizzazione marxista-leninista e raggiunse l'appellativo socialista al suo nome, che diventò PPS.[1] Si convertì nell'unica opzione politica di sinistra legalmente riconosciuta fino al registro del Partito Comunista Messicano grazie alla Riforma Politica del 1977.

Il PPS presentò il proprio candidato alla presidenza in tre occasioni: nel 1952 fu il suo leader e fondatore Vicente Lombardo Toledano, nel 1988 fu Cuauhtémoc Cárdenas Solórzano e nel 1994 la figlia di Vicente Lombardo Toledano, Marcela Lombardo Otero; in tutte le restanti occasioni ha sostenuto lo stesso candidato del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) e, per queste ragioni, è da sempre considerato un partito parastatale, ossia controllato dal governo, e che alla sua volta è dedito a fornire l'apparenza di un gioco democratico e pluripartidista nel paese. Come esempio della dipendenza statale del partito si può citare il caso delle Elezioni di Nayarit nel 1975 quando, a fronte di un molto probabile trionfo del candidato del PPS al governo, Alejandro Gascón Mercato, il Presidente del partito Jorge Cruickshank García ha ammesso il cambio dei risultati elettorali a favore del candidato del PRI, per ottenere un seggio nel Senato del Messico per se stesso, facendolo diventare il primo Senatore non priista della storia moderna del paese. A riprova di un sentimento popolare condiviso, tutto ciò ha portato la gente a soprannominare il PPS con l'appellativo "Ni, ni, ni" (che significa "né") e a identificarlo con la frase: "El PPS no era NI partido, NI popular, NI mucho menos socialista" (cioè "Il PPS non era né partito, né popolare, né tantomeno socialista).[2][3]

La situazione ha cominciato a cambiare l'avanzamento del neoliberismo nel PRI e nel governo, che ha portato il PPS a collocarsi in una posizione chiaramente contraria al governo. Nel 1988 assieme al Partito Autentico della Rivoluzione Messicana e al Partito Messicano Socialista formano il Fronte Democratico Nazionale per sostenere la candidatura di Cuauhtémoc Cárdenas Solórzano; ciò nonostante al termine della votazione si è allontanato da Cárdenas e ha negato di volersi integrare al partito da lui formato, il PRD.

Negli anni '90 per il PPS comincia un periodo di crisi definitiva[4] che lo porta a perdere il nome dal registro nel 1994, recuperandolo in modo condizionato nel 1997 e tornando poi a perderlo definitivamente nello stesso anno. Un settore del partito accusa che il disastro del 1997 sia dovuto alla direzione nazionale, occupata da un gruppo colluso con il governo, il cui obiettivo era precisamente la dissoluzione del partito e lo rifondazione con il nome di Partito Popolare Socialista del Messico.

Attualmente l'istituzione opera come agli inizi, promuovendo le lotte della classe lavoratrice nonché l'orientamento politico per lo sviluppo democratico del Messico. Le differenti frazioni hanno effettuato riunioni per quanto riguarda la direzione e l'unificazione sotto il nome di Partito Popolare Socialista, riconoscendo la dirigenza a Jesús Antonio Carlo Hernández per portare a un processo di apertura e consolidamento.

IL PPS si è caratterizzato per essere un partito che ha apportato grandi iniziative nella Camera di Deputati e come difensore degli articoli 3, 27 e 130 della Costituzione Politica del Messico, nonché dello sviluppo indipendente del Messico come nazione, tramite l'educazione e l'uso della tecnologia come leva per la crescita del livello di vita della popolazione.

Dai suoi inizi ha avuto molti attacchi. Nonostante ciò, esiste una grande quantità di documenti e di opinioni da parte di politici che gli riconoscono vari apporti alla vita democratica in Messico.

Attualmente il PPS continua a partecipare alla vita politica del paese: nel 2006 ha partecipato a un lavoro insieme a Andrés Manuel López Obrador nelle elezioni con la coalizione (PRD-PT), collaborando con la sinistra politica messicana il cui candidato non ha vinto le elezioni, perdendo davanti al suo oppositore Felipe Calderón Hinojosa del Partito Azione Nazionale.

Presidenti del PPS modifica

Risultati elettorali alla Presidenza della Repubblica modifica

Anno Risultato Candidato Votazione % Posto Commento
1952 Perdente Vicente Lombardo Toledano 72,482 1.99 4
1958 Vincente Adolfo López Mateos 6,767,754 89.81 1 Il PPS sostiene il candidato del PRI
1964 Vincente Gustavo Díaz Ordaz 8,262,393 87.69 1 Il PPS sostiene il candidato del PRI
1970 Vincente Luis Echeverría Álvarez 11,904,368 84.79 1 Il PPS sostiene il candidato del PRI
1976 Vincente José López Portillo 16,424,021 91.9 1 Il PPS sostiene il candidato del PRI
1982 Vincente Miguel de la Madrid 16,748,006 70.99 1 Il PPS sostiene il candidato del PRI
1988 Perdente Cuauhtémoc Cárdenas Solórzano 5,956,988 31.12 2 Frode elettorale orchestrata dal PRI: il candidato Cuauhtémoc Cárdenas era il vero vincitore delle elezioni.[5][6][7]
1994 Perdente Marcela Lombardo Otero 166,594 0.47 8

Note modifica

  1. ^ (ES) Octavio Rodríguez Araujo, La reforma política y los partidos en México, Siglo XXI, 1989, ISBN 978-968-23-1567-1. URL consultato il 19 maggio 2020.
  2. ^ (ES) Partido Popular Socialista (Otro México), su Historia Alternativa. URL consultato il 19 maggio 2020.
  3. ^ (ES) PPS (México Republicano y Prospero), su Historia Alternativa. URL consultato il 19 maggio 2020.
  4. ^ (EN) Daniel Cosío Villegas, Bernardo García Martínez e José Luis Lorenzo, Historia general de México.: Versión 2000, El Colegio de Mexico AC, 2017, ISBN 978-607-628-180-2. URL consultato il 19 maggio 2020.
  5. ^ (ES) "La caída del sistema", el fraude electoral que divide México 30 años después, su efe.com. URL consultato il 19 maggio 2020.
  6. ^ (ES) El día en que "se cayó el sistema" y ganó Salinas, su El Universal, 1º agosto 2018. URL consultato il 19 maggio 2020.
  7. ^ (ES) Juan Molinar e Jeffrey Weldon, Elecciones de 1988 en méxico: crisis del autoritarismo, in Revista Mexicana de Opinión Pública, vol. 2014, n. 17, 1º luglio 2014, pp. 164–191, DOI:10.1016/S1870-7300(14)70904-4. URL consultato il 19 maggio 2020.

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN7706147727714064710009 · ISNI (EN0000 0001 2264 7567 · LCCN (ENn82006800 · GND (DE5176171-3 · J9U (ENHE987007461724205171 · WorldCat Identities (ENlccn-n82006800