Gennaro Pasquariello

cantautore e attore teatrale italiano (1869-1958)
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«Dire che Gennaro Pasquariello è il maestro della canzonetta è troppo poco. Più che il maestro, lo si può chiamare l'ispiratore, l'animatore di questo genere d'arte, nel quale, non soltanto non teme rivali, ma non potrà avere continuatori. Lo imiteranno, e forse anche bene; però dovranno tutti prodigargli quell'ossequio che è merito dei sommi. Chi non può rassegnarsi ad accettare questo mio giudizio, non è un artista»

Gennaro Pasquariello, noto anche solo come Pasquariello (Napoli, 8 settembre 1869Napoli, 26 gennaio 1958[2][3]), è stato un cantautore e attore teatrale italiano.

Gennaro Pasquariello
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
GenereCanzone napoletana
Musica leggera
Periodo di attività musicale1885 – 1950
EtichettaPhonotype, La voce del padrone

Insieme a Salvatore Papaccio e a Vittorio Parisi, era noto per essere una delle tre "P" della canzone napoletana.

Biografia modifica

Gennaro Pasquariello nacque a Napoli l'8 settembre 1869 e, sebbene lavorasse fin da piccolo come aiuto sarto nella bottega del padre, coltivò sempre l'amore per il teatro e il canto. Frequentato solo per alcuni mesi l'Istituto di Belle Arti, a soli tredici anni cominciò a esibirsi come cantante. Firmò il suo primo contratto a diciotto anni e nonostante un fisico poco adatto al ruolo conquistò il pubblico con uno stile canoro sobrio e pulito che all'occorrenza diventava trascinante.

Dopo una lunga gavetta nei caffè di Napoli e nei teatri più scalcagnati, nel 1898 formò una sua compagnia con la quale girovagò in vari paesi, finché, nel 1902, ottenne il suo primo lavoro da attore a Milano, e fu la sua fortuna.

I migliori autori napoletani scrissero per lui, dai fratelli Giambattista ed Ernesto De Curtis a Ernesto Murolo fino a Libero Bovio, che insieme a Ferdinando Albano compose Zappatore, portata al successo nel 1928 da Pasquariello molto prima di Mario Merola.

Lanciò anche la notissima 'O surdato 'nnammurato di Enrico Cannio e Aniello Califano, pubblicata nel 1915.

Tra i suoi successi anche la popolarissima Balocchi e profumi di E. A. Mario, pseudonimo di Giovanni Ermete Gaeta - lanciata dal cantante al Teatro Eden di Napoli nel 1928 - Rundinella (Galdieri-Spagnolo), Quann'ammore vo' filà (Murolo-Tagliaferri), Mandulinata a mare (Califano-Buongiovanni) , Marechiare, musicata nel 1885 da Francesco Paolo Tosti su versi di Salvatore Di Giacomo e 'A casciaforte (Mangione-Valente).[4]

In quel periodo le canzoni si lanciavano con le "copielle", fogli volanti sui quali venivano stampati i testi, e le "periodiche" rappresentavano i palcoscenici. L'inaugurazione del Salone Margherita (1890) coincide pressappoco con l'inizio della carriera di Gennaro Pasquariello, Elvira Donnarumma e altri.

Nel 1930 ebbe la nomina a Commendatore della Corona d'Italia. In seguito sposò Vincenzina Romeo, che gli diede quattro figli.

Ma Gennaro Pasquariello non fu solo un interprete, scrisse lui stesso canzoni o ne suggerì gli spunti agli autori a lui vicini, alternando macchiette comiche e travestimenti a melodie struggenti, e diventò con il suo spettacolo uno degli artisti più pagati d'Europa. Nel 1950, quando annunciò la sua ultima apparizione durante la Festa di Piedigrotta, era ancora famosissimo e benestante, ma l'inflazione del dopoguerra ridusse a niente le grandi somme accumulate nel corso della carriera. Ritiratosi a vita privata in una casa in via dei Mille, a Napoli, gli venne in aiuto una sottoscrizione aperta dalla Presidenza del Consiglio e un sussidio mensile della Società Italiana Autori Editori, con il quale sopravvisse fino al 26 gennaio 1958 quando morì, colpito da ictus cerebrale, circondato dai figli.

Discografia parziale modifica

 
Pasquariello canta Suspiranno per il Secondo Programma Rai, con Roberto Murolo come suggeritore, 1952

78 giri modifica

  • 1924: 'O libro 'e l'ammore/'O belvedere (Phonotype, 4174)
  • 1924: Vide Napule/Appassiunata (Phonotype, 4175)
  • 1924: Le donne son così/Quanno 'o bene è overo bene (Phonotype, 4176)
  • 1924: Staie pe' te perdere/Canti del villaggio (Phonotype, 4193)

Onorificenze modifica

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Ettore De Mura, Enciclopedia della canzone napoletana, Napoli, Il Torchio, 1969.
  • Pietro Gargano e Gianni Cesarini, La Canzone Napoletana, Milano, Rizzoli editore, 1984.
  • Autori Vari (a cura di Gino Castaldo), Dizionario della canzone italiana, Armando Curcio Editore, 1990.
  • Salvatore Tolino, Mostra storica permanente della Poesia, del Teatro e della Canzone Napoletana, Istituto Grafico Editoriale Italiano, 1999.
  • Gennaro jr. Pasquariello, "Mio nonno Gennaro. La vicenda artistica di Gennaro Pasquariello nella storia della canzone napoletana", Editore: Gallina, 1999.
  • Salvatore Palomba e Stefano Fedele, Le Canzoni di Napoli, Napoli, L'Ancora del Mediterraneo, 2009.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica


Controllo di autoritàVIAF (EN30416450 · ISNI (EN0000 0003 7430 9185 · SBN MUSV050065 · LCCN (ENn97025312 · GND (DE122311264 · WorldCat Identities (ENlccn-n97025312