Petasites pyrenaicus

Il farfaraccio vaniglione (nome scientifico Petasites pyrenaicus (Loefl.) G.Lopez, 1896) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae).[1][2]

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Farfaraccio vaniglione
Petasites pyrenaicus
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Senecioneae
Sottotribù Tussilagininae
Genere Petasites
Specie P. pyrenaicus
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Senecioneae
Genere Petasites
Specie P. pyrenaicus
Nomenclatura binomiale
Petasites pyrenaicus
(Loefl.) G.Lopez, 1986

Etimologia modifica

Il nome generico (Petasites) deriva da petàsos, un cappello a grandi falde usato dai viaggiatori del passato, e si riferisce alle grandi foglie di queste piante.[3][4]. L'epiteto specifico (pyrenaicus = Pirenei) deriva da una delle areee di distribuzione della specie.

Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Pehr Loefling (1729-1756) e Ginés Alejandro López González (1950-) nella pubblicazione " Anales del Jardin Botánico de Madrid" ( Anales Jard. Bot. Madrid 42(2): 323 ) del 1986.[5]

Descrizione modifica

 
Il portamento
 
Le foglie
 
Infiorescenza
 
I fiori

Habitus. L'altezza di queste piante varia da 2 a 4 dm. La forma biologica è geofita rizomatosa (G rhiz); ossia sono piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati rizomi, un fusto sotterraneo dal quale, ogni anno, si dipartono radici e fusti aerei (riproduzione vegetativa); altrimenti queste piante si possono riprodurre anche a mezzo seme. La pianta odora di vaniglia.[6][7][8][9][10][11]

Radici. Le radici in genere sono secondarie da rizoma ingrossato.

Fusto. I fusti aerei sono grossi e tubolosi (cavi) generalmente di colore bruno-arrossato. Il portamento è eretto e non sono ramificati. Nella parte iniziale dello sviluppo (fino alla fioritura) il fusto è ricoperto solamente da squame (le foglie sono contemporanee alla fioritura).

Foglie. Le foglie sono di due tipi: basali e caulinari e sono picciolate. Quelle basali sono grandi e a contorno cuoriforme o reniforme (6 – 20 cm) con bordi regolarmente dentati. Non sono discolori. Le foglie cauline sono progressivamente ridotte fino a formare delle guaine rigonfie (brattee cauline).

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da 5 - 20 capolini sub-sessili. La forma è un racemo ovale che poi alla fioritura si allunga. La struttura dei capolini (l'infiorescenza vera e propria) è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo (peloso-ghiandoloso) sorregge un involucro campanulato (o sub-cilindrico) composto da diverse brattee lineari e non tutte uguali, disposte in modo embricato in una o due serie che fanno da protezione al ricettacolo nudo (senza pagliette), piano o leggermente convesso, ma alveolato, sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: i fiori femminili, quelli esterni ligulati, e i fiori ermafroditi, quelli centrali tubulosi. Dimensione dei capolini: 7 – 20 mm.

Queste piante sono fondamentalmente dioiche in quanto le infiorescenze (rispetto alla composizione dei capolini) possono essere di due tipi[3]:

  • Androdiname - piante maschili: alla periferia i fiori femminili sono pochi in un'unica serie; mentre nella zona centrale del disco i fiori ermafroditi sono pochissimi in quanto quasi sempre lo stilo è sterile e quindi in maggioranza i fiori risultano maschili; in queste piante inoltre il racemo si presenta più ovale e i fiori appassiscono subito dopo la fioritura.
  • Ginodiname – piante femminili: alla periferia non sono presenti i fiori femminili, mentre nella zona centrale del disco la maggioranza è composta da fiori femminili e pochissimi fiori ermafroditi o maschili; in questo caso l'infiorescenza assomiglia di più ad una pannocchia allargata ed è più persistente (questo per dare il tempo agli ovari di trasformarsi in frutti).

Fiori. I fiori (i tubulosi femminili periferici: 5 - 10) sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi).

*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[12]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: tutti i fiori (maschili - femminili) hanno delle corolle tubulari a 5 denti; solo quelli femminili in posizione radiale hanno la corolla sempre a tubo ma troncata obliquamente (o lievemente ligulata). Il colore dei fiori è bianco-rosea.
  • Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi. La parte basale del collare dei filamenti può essere dilatata. Le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo. Le antere sono senza coda ("ecaudate") e alla base sono ottuse. La struttura delle antere è di tipo tetrasporangiato, raramente sono bisporangiate. Il tessuto endoteciale è radiale o polarizzato. Il polline è tricolporato (tipo "helianthoid").[13]
  • Gineceo: lo stilo è unico, articolato con uno stimma filiforme o ovale e sporgente dal tubo corollino. Le superfici stigmatiche sono continue. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.
  • Antesi: da gennaio ad aprile.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. La forma degli acheni è sub-cilindrica; la superficie è percorsa da 5 - 10 coste longitudinali e può essere glabra o talvolta pubescente. Non sempre il carpoforo è distinguibile. All'apice è presente un pappo bianco candido formato da diversi peli lunghi (da 60 a 100), molli e denticolati.

Biologia modifica

Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat modifica

 
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[14] – Distribuzione alpina[15])

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Centro-Mediterraneo, ma anche Euri-Mediterraneo.

Distribuzione: in Italia questa specie si trova in modo discontinuo e raro su tutto il territorio. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia. Sugli altri rilievi collegati alle Alpi è presente nei Pirenei.[15] Nel resto dell'Europa e dell'areale del Mediterraneo si trova in Grecia, Tunisia e Algeria.[2]

Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono le forre umide. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.

Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare fino a 800 m s.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare (oltre a quello planiziale).

Fitosociologia modifica

Areale alpino modifica

Dal punto di vista fitosociologico alpino Petasites pyrenaicus appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]

Formazione: comunità perenni nitrofile.
Classe: Artemisietea vulgaris
Ordine: Galio-Alliarietalia

Areale italiano modifica

Per l'areale completo italiano Petasites pyrenaicus appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]

Macrotipologia: vegetazione erbacea sinantropica, ruderale e megaforbieti.
Classe: Galio Aparines-Urticetea dioicae Passarge ex Kopecký, 1969
Ordine: Galio aparines-Alliarietalia petiolatae Oberdorfer ex Görs & Müller, 1969
Alleanza: Parietario judaicae-Arion italici Biondi et al., 2014

Descrizione. L'alleanza Parietario judaicae-Arion italici è relativa alle comunità erbacee perenni (soprattutto geofite ed emicriptofite), che si sviluppano su suoli profondi, ricchi di sostanza organica ed umidi (fortemente nitrificati in condizioni di forte antropizzazione), in climi mediterranei. L’alleanza è presente su buona parte della penisola italiana e probabilmente sulle isole maggiori.[17]

Specie presenti nell'associazione: Galium aparine, Rubus ulmifolius, Theligonum cynocrambe, Mercurialis annua, Rubia peregrina, Urtica dioica, Urtica membranacea, Petasites pyrenaicus, Arum italicum, Symphytum tuberosum, Allium neapolitanum, Parietaria judaica.

Tassonomia modifica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[18], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[19] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[20]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10]

Filogenesi modifica

Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Tussilagininae della tribù Senecioneae (una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). La sottotribù descritta in tempi moderni da Bremer (1994), dopo le analisi di tipo filogenetico sul DNA del plastidio (Pelser et al., 2007) è risultata parafiletica con le sottotribù Othonninae e Brachyglottidinae annidiate al suo interno. Attualmente con questa nuova circoscrizione la sottotribù Tussilagininae s.s. risulta suddivisa in quattro subcladi.[10]

Il genere di questa voce appartiene a un subclade abbastanza ben supportato comprendente i generi Endocellion, Homogyne, Petasites e Tussilago. Questi generi prediligono climi temperato/boreali in areali prevalentemente settentrionali e con una distribuzione eurasiatica con un unico rappresentante nel Nord America, vale a dire il polimorfo Petasites frigidus.[10]

La specie Petasites pyrenaicus è individuata dai seguenti caratteri:[11]

  • le foglie non sono discolori e sono regolarmente dentate sui margini;
  • dimensione delle foglie: 6 - 20 cm:
  • numero capolini: da 5 a 20;
  • fiori femminili periferici: da 5 a 10 (hanno una breve ligula rosea).

Il numero cromosomico della specie è 2n = 58, 59, 60 e 61.[11]

Sinonimi modifica

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Tussilago pyrenaica Loefl.
  • Cacalia alliariifolia Poir.
  • Nardosmia denticulata Cass.
  • Nardosmia fragrans (Vill.) Rchb.
  • Nardosmia racemosa Pasq.
  • Petasites fragrans (Vill.) C.Presl
  • Tussilago fragrans Vill.
  • Tussilago racemosa Tausch
  • Tussilago suaveolens Desf.

Note modifica

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 17 febbraio 2023.
  3. ^ a b Motta 1960
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 14 settembre 2009.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 24 febbraio 2023.
  6. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  7. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  8. ^ Judd 2007, pag.517.
  9. ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, p. 230.
  10. ^ a b c d Funk & Susanna 2009, p. 503.
  11. ^ a b c Pignatti 2018, vol.3 pag. XXX.
  12. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  13. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - p. 760.
  14. ^ Checklist of the Italian Vascular Flora, p. 141.
  15. ^ a b c Flora Alpina, Vol. 2 - p. 524.
  16. ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org. URL consultato il 24 febbraio 2023.
  17. ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 40.1.6 ALL. PARIETARIO JUDAICAE-ARION ITALICI BIONDI, CASAVECCHIA & GASPARRI IN BIONDI, ALLEGREZZA, CASAVECCHIA, GALDENZI, GASPARRI, PESARESI, VAGGE & BLASI 2014. URL consultato il 24 febbraio 2023.
  18. ^ Judd 2007, pag. 520.
  19. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  20. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.

Bibliografia modifica

  • Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
  • V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 2018, ISBN 978-88-506-5244-0.
  • Alfonso Susanna et al., The classification of the Compositae: A tribute to Vicki Ann Funk (1947–2019, in Taxon, vol. 69, n. 4, 2020, pp. 807-814.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore., 1960.
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 534-550.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 163-164, ISBN 88-7621-458-5.

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