Tito Statilio Tauro (console 44)

Tito Statilio Tauro (in latino: Titus Statilius Taurus; 12 circa – Roma, 53) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano.

Tito Statilio Tauro
Console dell'Impero romano
Nome originaleTitus Statilius Taurus
Nascita12 circa
Morte53
Roma
FigliStatilia Messalina?
GensStatilia
PadreTito Statilio Tauro
MadreValeria Messalina
Consolatogennaio-giugno 44 (ordinario)
ProconsolatoAfrica, 52/53

Biografia modifica

Origini familiari modifica

Membro della gens Statilia, famiglia probabilmente originaria della città lucana di Volcei[1][2][3][4][5][6] ed entrata forse in senato sotto Cesare[7], Tauro era nipote[8][9] o meno probabilmente pronipote[5][10] del primo senatore della famiglia[11], il grande generale Tito Statilio Tauro, console suffetto nel 37 a.C. e, per la seconda volta, ordinario nel 26 a.C.[12]: definito adiutor di Augusto alla pari di Agrippa[11], il generale fondò le fortune economiche, politiche e sociali della famiglia[9], venendo con ogni probabilità adlectus inter patricios da Ottaviano nel 30 a.C. tramite la lex Saenia ed elevando così la gens al rango di patrizi[5][9][13][14][15]. Il generale sembra aver avuto almeno due mogli[8][9]: dalla prima aveva avuto[8][9] l'omonimo Tito Statilio Tauro[16], triumvir monetalis nell'8 a.C.[17] ma evidentemente morto giovane senza aver ricoperto cariche pubbliche[5]; dalla seconda, una Cornelia del ramo dei Cornelii Sisennae[8][9], ebbe probabilmente il console ordinario dell'11, Tito Statilio Tauro[18], e il console ordinario del 16 Sisenna Statilio Tauro[19], oltre a due figlie, di cui una andò in moglie al console ordinario dell'1 a.C. Lucio Calpurnio Pisone l'Augure[8][9][20]. Tale ricostruzione, proposta su basi cronologiche e prosopografiche da Ronald Syme[8] e accettata da altri studiosi[9][21][22], è però stata contrapposta alla vulgata precedente, che vedeva nel triumvir monetalis il padre o, meglio, lo zio dei consoli dell'11 e del 16[5][10].

Se una figlia di Sisenna andò poi in sposa al console suffetto del 44 o 45 Tito Axio[23], il console dell'11 sposò invece una Valeria Messalina[24], figlia di Marco Valerio Messalla Corvino[25], altro grande amicus di Augusto e console ordinario del 31 a.C.[5][9][26]: dal loro matrimonio nacquero Tauro[27], il console ordinario del 45 Tauro Statilio Corvino[28] e Statilia Messalina[29], moglie del figlio del console suffetto del 31 Sesto Tedio Valerio Catullo e madre del console ordinario del 73 e amicus di Domiziano Lucio Valerio Catullo Messalino[26]. Il matrimonio del console dell'11 con Valeria Messalina aprì agli Statilii le porte della più alta aristocrazia romana, già socchiuse dal legame con i Calpurnii Pisones e i Cornelii Sisennae: gli Statilii si trovarono così legati a famiglie illustri del calibro dei Claudii Marcelli, dei Claudii Pulchri, dei Quinctilii Vari (legati agli Appuleii, ai Cornelii Dolabellae e ai Nonii Asprenates - a loro volta connessi ai Volusii Saturnini, imparentati con i Lollii, i Memmii Reguli e i Valerii Asiatici), dei Iunii Silani (legati, tra l'altro, alla famiglia imperiale: Marco Giunio Silano Torquato sposò Emilia Lepida, pronipote di Augusto[30]), dei Sulpicii Quirinii, degli Aemilii Lepidi (legati ai Cornelii Sullae e ai Pompeii) e degli Scribonii (a loro volta connessi ai Pompeii e ai Licinii Crassi)[5][26][31]. Non da ultimo, va notato come la stessa imperatrice moglie di Claudio, Valeria Messalina, fosse parente degli Statilii grazie al loro legame con i Valerii Messallae[31].

Carriera modifica

Gli inizi della carriera di Tauro sono avvolti nel mistero[32]. Il suo primo incarico noto, infatti, è il suo consolato ordinario per il 44 al fianco di Gaio Sallustio Crispo Passieno, console per la seconda volta[32][33][34][35][36][37]: Tauro rimase in carica da gennaio fino a giugno, anche dopo che, a marzo, Sallustio fu sostituito da Publio Calvisio Sabino Pomponio Secondo[32][38]; i due furono sostituiti o dalla coppia formata da Tito Axio e Tito Mussidio Polliano o da altri due consoli ignoti (forse Gaio Calpurnio Pisone o Pompeo Pedone o Publio Ostorio Scapula)[39].

Tauro fu poi sorteggiato come proconsole d'Africa, probabilmente per l'anno 52/53[5][32][40]. Al suo ritorno nel 53, però, il suo stesso legato proconsolare, Marco Tarquizio Prisco, su istigazione di Agrippina, apparentemente bramosa degli splendidi horti Tauriani di proprietà di Tauro[41][42][43], accusò Tauro di repetundae e soprattutto di magicae superstitiones[44][45]: è stato ipotizzato che Prisco, impoverito, volesse, con l'accusa, ottenere vantaggi economici oltre che politici[46][47][48][49]. Tauro, insofferente dell'accusa e dell'oltraggio subito, decise di togliersi la vita prima del termine del processo[44], certo per impedire la confisca dei propri beni[5][49]: il senato probabilmente decise di non proseguire con il processo[49], e Prisco si trovò espulso dal consesso, evidentemente portando ad uno smacco, per quanto piccolo, per Agrippina[44][47][48][49] (una volta rientrato in senato, Prisco fu poi condannato nel 61 per repetundae, con grande soddisfazione dei senatori che ancora ricordavano l'oltraggio subito da Tauro[50]).

È stato ipotizzato che, considerando anche la caduta in disgrazia del fratello di Tauro apparentemente perché coinvolto in una congiura contro Claudio nel 46[51][52], i due fratelli non fossero visti di buon occhio dai circoli claudiani, nonostante le loro straordinarie connessioni familiari[5][47][48]: ciò andrebbe però a contravvenire agli onori mostrati proprio ai due fratelli, come i due consolati ordinari consecutivi del 44 e 45[53][54]. In ogni caso, i due furono gli ultimi consoli della famiglia[9].

Tuttavia, una figlia di Tauro o del fratello Corvino raggiunse comunque i massimi onori[55]: ella fu infatti Statilia Messalina, moglie in quarte nozze del console ordinario del 65 Gaio Giulio Vestino Attico e in quinte nozze del princeps Nerone, alla cui morte sopravvisse arrivando fino all'epoca di Domiziano[56].

Note modifica

  1. ^ Nagl, RE III, A.2, col. 2196 n° 33 e seguenti.
  2. ^ R. Syme, The Roman Revolution, Oxford 1939, p. 237.
  3. ^ T.P. Wiseman, New Men in the Roman Senate, Oxford 1971, p. 263 n° 413.
  4. ^ J. Scheid, Les Frères Arvales, Paris 1975, p. 151.
  5. ^ a b c d e f g h i j U. Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1982, pp. 154-160.
  6. ^ Dubbi sulle origini lucane della famiglia sono espressi da G. Camodeca in Epigrafia e ordine senatorio, II, Roma 1982, p. 155, e da A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, p. 563.
  7. ^ A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, p. 563.
  8. ^ a b c d e f R. Syme, The Augustan aristocracy, Oxford 1986, pp. 326-327.
  9. ^ a b c d e f g h i j A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 563-564.
  10. ^ a b PIR2 S 822, 851-860 e 864-866 (Wachtel), con stemma in VII.2, p. 322.
  11. ^ a b Velleio Patercolo, Historiae, II, 127, 1.
  12. ^ PIR2 S 853 (Wachtel).
  13. ^ R. Syme, The Roman Revolution, Oxford 1939, p. 382 nota 9.
  14. ^ S.J. De Laet, Die Samenstelling van den Romeinschen Senaat gedurende de eerste eeuw van het principaat (28 vóór Chr. - 68 na Chr.), Antwerpen 1941, p. 254.
  15. ^ H.H. Pistor, Prinzeps und Patriziat in der Zeit von Augustus bis Commodus, Freiburg i. B. 1965, p. 25.
  16. ^ PIR2 S 854 (Wachtel).
  17. ^ RIC2 Augustus 423-425.
  18. ^ PIR2 S 855 (Wachtel).
  19. ^ PIR2 S 851 (Wachtel).
  20. ^ PIR2 S 858-859 (Wachtel).
  21. ^ M. Kajava, Cornelia and Taurus at Thespiae, in Zeitschrift fùr Papyrologie und Epigraphik, 79 (1989), pp. 138-149.
  22. ^ G. Camodeca, L'età romana, in Storia del Mezzogiorno, I.2, Napoli 1991, p. 78.
  23. ^ PIR2 S 860 (Wachtel).
  24. ^ PIR2 V 240 (Wachtel).
  25. ^ PIR2 V 143 (Wachtel-Heil).
  26. ^ a b c PIR2 VII.2, stemma degli Statilii, p. 322.
  27. ^ PIR2 S 856 (Wachtel).
  28. ^ PIR2 S 822 (Wachtel).
  29. ^ PIR2 S 864 (Wachtel).
  30. ^ PIR2 I 839 (Petersen).
  31. ^ a b PIR2 VIII.2, stemma dei Valerii Messallae, retro p. 86.
  32. ^ a b c d A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 565-567.
  33. ^ Herzog, RE XVII.2, coll. 1431-1432 n° 126-127.
  34. ^ AE 1995, 300.
  35. ^ CIL VI, 10399.
  36. ^ CIL XIII, 4565.
  37. ^ Cassio Dione, Storia Romana, LX, 23, 1.
  38. ^ CIL X, 6638c.
  39. ^ A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 414-419.
  40. ^ B.E. Thomasson, Fasti Africani. Senatorische und ritterliche Amtsträger in den römischen Provinzen Nordafrikas von Augustus bis Diokletian, Stockholm 1996, p. 37.
  41. ^ Un'ipotesi sui motivi della brama di Agrippina per gli horti Tauriani è offerta da V. Scramuzza, The emperor Claudius, Cambridge 1940, p. 98 (e ripresa da A.A. Barrett, Agrippina. Sister of Caligula, Wife of Claudius, Mother of Nero, London 1996, pp. 153-154), ma confutata da U. Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1982, pp. 159-160.
  42. ^ U. Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1982, pp. 157-158, come anche A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, p. 565 nota 583; J. Ginsburg, Constructing Agrippina, Oxford 2006, p. 30; e P. Buongiorno, Claudio. Il principe inatteso, Palermo 2017, p. 212, considerano poco veritiera la causa affermata da Tacito alla luce dell'uso del sintagma hortis inhians già utilizzato per Messalina nel 47 contro Decimo Valerio Asiatico. Più cauto A.A. Barrett, Agrippina. Sister of Caligula, Wife of Claudius, Mother of Nero, London 1996, pp. 153-154.
  43. ^ Sugli horti, v. E. Papi in Lexicon Topographicum Urbis Romae, III, Roma 1996, p. 85.
  44. ^ a b c Tacito, Annales, XI, 59.
  45. ^ L'accusa di magicae superstitiones, in un periodo in cui Claudio aveva operato un giro di vite su di esse (cfr. U. Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1982, pp. 158-159, e A.A. Barrett, Agrippina. Sister of Caligula, Wife of Claudius, Mother of Nero, London 1996, pp. 153-154), era anche un capo d'accusa che "permetteva alle partes Agrippinae di ottenere che il processo si celebrasse in senato, evitando l’alea connessa alla celebrazione di processi a palazzo e a un maggiore margine di autonomia decisionale di Claudio." (P. Buongiorno, Claudio. Il principe inatteso, Palermo 2017, p. 212)
  46. ^ B. Levick, Claudius, London 1990, p. 211 nota 24.
  47. ^ a b c A.A. Barrett, Agrippina. Sister of Caligula, Wife of Claudius, Mother of Nero, London 1996, pp. 153-154.
  48. ^ a b c S.H. Rutledge, Imperial Inquisitions, London-New York 2001, pp. 109-110.
  49. ^ a b c d P. Buongiorno, Claudio. Il principe inatteso, Palermo 2017, p. 212.
  50. ^ Tacito, Annales, XIV, 46.
  51. ^ Svetonio, Claudio, XIII, 3.
  52. ^ Cassio Dione, Storia Romana, LX, 27, 4-28, 1.
  53. ^ J. Scheid, Les Frères Arvales, Paris 1975, p. 154.
  54. ^ A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, p. 563 nota 578.
  55. ^ A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 565-567, è convinta che fosse figlia di Tauro, mentre più incerto rimane PIR2 S 856 (Wachtel) e VII.2, stemma degli Statilii, p. 322.
  56. ^ PIR2 S 866 (Wachtel).

Bibliografia modifica

  • U. Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1982, pp. 154-160.
  • A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 565-567.
  • PIR2 S 856 (Wachtel).