Utente:Luciano Coda/Sandbox
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Cappellano maggiore rego di napoli
modificaIl Cappellano maggiore del Regno di Napoli, poi Regno delle Due Sicilie era un ecclesiastico di rilievo che assumeva la funzione di cappellano del re e di corte. Divenne sempre più importante nel tempo; le competenze del cappellano maggiore influenzavano molto sia la sfera ecclesiastica, sia quella politica e culturale della capitale, Napoli e del regno.[1] La sua figura venne regolata nel tempo da leggi pontificie specifiche. Il cappellano maggiore era anche prefetto dell'Università di Napoli.[2]
Origini
modificaLa figura del cappellano maggiore ha origine antica, in quanto era già presente nell'Alto Medioevo: in particolare nell'area delle Due Sicilie era diffusa la pratica di nominare un chierico come proprio cappellano, come nel caso di Radelchi, principe di Benevento e Siconolfo, principe di Salerno. In epoca normanna e sveva era indicato con gli appellativi di Prefetto del Regio Oratorio[1], e Magister Sacratae (o Regalis) Cappellae con gli Angiò.[1] Con l'arrivo degli Aragonesi prese il nome di Maior Cappellanus.
La figura del cappellano maggiore era simile a quella del Capellán mayor del rey della Corona di Castiglia, di cui i Viceré di Napoli spagnoli ripresero le caratteristiche, conservate anche dai Borbone delle Due Sicilie.[3]
Funzioni
modificaIl cappellano maggiore provvedeva alle cerimonie religiose, quali matrimoni, riti funebri e feste, nella Cappella palatina ed alla cura spirituale del re e della famiglia reale.[3][4] Si avvaleva di un gruppo di presbiteri e chierici, di sua nomina, che costituivano la Curia del Cappellano maggiore.[1]
Le funzioni furono regolate da papa Leone X, con breve pontificio del 9 novembre 1519[1], che confermava la giurisdizione dell'allora cappellano Giovanni Mesnil, sulle cappelle e le chiese reali e sulla nomina dei loro chierici.[1] Con la bolla pontificia Convenit del 6 luglio 1741, papa Benedetto XIV[1] definiva ulteriormente i diritti e privilegi del Cappellano maggiore; egli poteva essere nominato liberamente dal Re, purché fosse di fede cattolica e scelto in accordo con la curia episcopale.[1]
Alcuni privilegi del Cappellano maggiore comprendevano la giurisdizione civile, militare ed ecclesiastica dei presbiteri in servizio presso la corte borbonica (esente dalla Santa Sede), nonché un prezioso potere consultivo che si attuava nell'esprimere pareri sulle questioni ecclesiastiche, come la nomina dei vescovi nel regno, sugli statuti delle congregazioni laicali che chiedevano il regio assenso[1] ed esercitava la revisione dei libri da destinare alle stampe.[4]
Dal 1497 il cappellano maggiore era anche prefetto dell'Università di Napoli.[1] Data l'approvazione della Santa Sede e la stretta vicinanza alla famiglia reale, il Cappellano maggiore costituiva la maggiore dignità ecclesiastica del regno, con un carico politico-religioso ingombrante, spesso in contrasto e rivalità con l'arcivescovo metropolita di Napoli e il nunzio apostolico della capitale.[3][5]
Regno di Napoli
modifica- Giovanni Mesnil (1269)
- Guglielmo de Godonio (1274)
- Pietro III de Ferrariis (1295)
- Pietro de Bolounenzio (1300)
XIV secolo
modifica- Gugliemo Ebranno (1305)
- Cristoforo Tolomei (1313)
- Giovanni de Exarcellis
- Pietro de Morech (1334 - 1345)
- Landolfo di Regina
- Giovanni Gallinario
- Andrea di Valle Regia
- Matteo di Acquaputida
- Ubertino di Corleone
XV secolo
modifica- Abate Gentile di Sant'Angelo a Fasanella (1422)
- Giovanni Incio di Majorica (1443)
- Domenico Xarach di Aragona (1445)
- Urso Leone (1449)
- Giovanni Geraldino
- Pietro Brandi
- Giuliano Mirto Frangipane
- Giovanni di Milano
- Giovanni Castriota
XVI secolo
modifica- Tommaso Carafa (1500)
- Giovanni Maria Poderico (1505 - 1535)
- Antonio Giacconia
- Giovanni Ruffo de Theodolis
- Carlo d'Aragona (1528)
- Tommaso Caracciolo, vescovo di Trivento
- Giovanni Fonseca
- Bernardo di Figuera di Granata
Nome e cognome | Titolo ecclesiastico | Periodo | |
---|---|---|---|
Antonio Lauro | Vescovo di Castellammare di Stabia | 16 aprile 1563 - 1577 | |
Gabriel Sanchez de Luna | abate di San Giovannni Maggiore, protonotario apostolico | 1580 - 1616 | |
Alavro di Toledo | 1616 - 1632 | ||
Giovanni Salamanca | 1632 - 1662 | ||
Juan de Cespedes | 1662 - 1676 | ||
Girolamo della Marra | 1676 - 4 marzo 1695 | ||
Diego Vicencio de Vidania | 1695 - 1732 | ||
Note
modifica- ^ a b c d e f g h i j Catone 2007, pp. 87-90.
- ^ Cocozza, 2015, p. 146.
- ^ a b c Cocozza 2020, p. 451.
- ^ a b Cappellano maggiore, Napoli, su patrimonio.archiviodistatonapoli.it, Archivio di Stato di Napoli. URL consultato il 27 novembre 2022.
- ^ Cocozza 2020, pp. 462-463
- ^ Luigi Guarini, Catalogo de' cappellani maggiori del Regno di Napoli e de' confessori delle persone reali, presso Angelo Coda, 1819. URL consultato il 27 novembre 2022.
Bibliografia
modifica- Emanuele Catone, Il volume 935 dell’archivio del Cappellano Maggiore presso l’Archivio di Stato di Napoli, in Scrinia. Rivista di archivistica, paleografia, diplomatica e scienze storiche, Anno IV, n°1, Sebezia Edizioni, marzo 2007, pp. 86-158.
- Valeria Cocozza, Il cappellano maggiore di Napoli dentro e fuori il palazzo: tempi, spazi e modi del cerimoniale (secoli XVI-XVII), in Capitali senza re nella Monarchia spagnola. Identità, relazioni, immagini (secc. XVI-XVIII), Palermo, Mediterranea - Quaderni, 2020, pp. 449-469, ISBN 978-88-85812-65-9.
- Valeria Cocozza, «Hombres de pecho y intelligencia en negocio de estado»: il cappellano maggiore di Napoli tra Cinque e Seicento, in Dimensioni e problemi della ricerca storica, n. 2/2015, 2015, DOI:10.7376/82642. URL consultato il 27 novembre 2022.