Utente:OdioLaGrammatica/Sandbox

Cenni storici modifica

 
1949: Jeep e poliziotti del reparto Celere
 
Un’ autoblinda staghound, in dotazione al II Reparto mobile
 
Una Fiat Campagnola, veicolo che sostituì le americane jeep; oltre all'ovvio impiego extraurbano, fu ordinanza della Celere e di molti altri reparti

I reparti mobili sono gli eredi dei reparti celere, istituiti dal ministro Giuseppe Romita nel 1946 a ridosso del referendum per la scelta fra monarchia e repubblica, in pratica utilizzando i battaglioni, dei quali era cessato l'impiego bellico. Con la riforma e la smilitarizzazione avvenuta ad opera della legge 1º aprile 1981 n. 121, la loro regolamentazione venne disciplinata dal decreto del ministro dell'interno dell'11 febbraio 1986 ("Regolamento dei Reparti Mobili della Polizia di Stato"),[1] tuttora in vigore, con il quale è stato riorganizzato l'intero reparto.

1948-1960: Reparti Mobili e Reparti Celere modifica

Tra il 1948 e il 1960, erano presenti 20 Reparti Mobili e tre Reparti Celere.

All'interno di questi reparti, erano presenti dei battaglioni di soccorso pubblico in caso di calamità naturali. Una simile organizzazione fu studiata anche dalle polizie di stati stranieri.

I Reparti Celere avevano la stessa organizzazione dei Reparti Mobili, ma erano considerati meglio addestrati ed equipaggiati. Nel 1947 c'erano tre Reparti Celere:

Dagli anni 50, la Celere iniziò a cercare di evitare lo scontro fisico con i manifestanti, ed era dotata di mezzi specializzati per il controllo delle sommosse, come gli idranti.

Nell'estate del 1953, i Reparti Mobili vennero schierati al confine con la Jugoslavia,al culmine della crisi politica su Trieste; l'anno successivo, un distaccamento del 2° Reparto Celere (situato a Padova) fu il primo reparto militare italiano ad entrare a Trieste. Dalla fine degli anni 50, i Reparti Mobili iniziarono ad entrare nei Reparti Celere.

1960-1981: riorganizzazione e smilitarizzazione modifica

Negli anni 60, venne modernizzato l'equipaggiamento del Reparto Celere, con furgoni, gli autoblindi FIAT 6640, più adeguati per il trasporto degli agenti e per distruggere eventuali barricate messe in strada. Questi anni erano caratterizzati da moltissime sommosse e scontri, e per combattere il banditismo sardo, i "modernized their equipment, receiving Italian vans, FIAT 6640 armoured cars, more suited to the troops transport and to the breakthrough of road barricades.[2]p. 49 Late 1960s were marked by extensive riots and clashes.0 In order to fight the Sardinian banditry, the "Blue Berets" were drawn from the 2nd Celere unit (based in Padua) and deployed in the Sardinian interior between January 1967 and October 1970.[2]pp. 70–71

Verso la fine degli anni 60, i Reparti Celere vennero riorganizzati, fino al 1976, in 4 reparti, tre dei con l'aggiunta di quello di Napoli.[3][2]pp. 70–71

Negli anni 70, the Police proceeded to adapt men, resources and resources. A gray-green suit and a beret were introduced as operational uniform for Celere units; helmets were equipped with an impact-resistant plastic visor; the Beretta M1934 pistols were replaced with the M51; the Beretta M12 submachine gun was introduced.[2]p. 81

In terms of vehicles, in the "Celere" departments the new OM and FIAT "shielded" vans were introduced, with bulletproof glass, ventilation systems that prevent the inhalation of tear gas and equipped with movable metal gratings against the throwing of stones.

1981 - presente: Polizia di Stato modifica

A seguito della demilitarizzazione del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza e la nascita della Polizia di Stato avvenuta nel 1981, dal 1985 i Reparti Celere hanno ripreso la vecchia denominazione di Reparti Mobili. Nel 1990, a seguito del Campionato mondiale di calcio del 1990 tenuto in Italia i Reparti Mobili cambiarono l'uniforme operativa da ordine pubblico, con la vecchia uniforme grigio verde, a quella utilizzata sono ad oggi grigio blu; ulteriori modifiche furono fatte durante il summit del G8 a Genova il luglio del 2001.

Dal 2001, i 13 Reparti Mobili sono divenuti una specialità della Polizia di Stato; questo cambiamento ha obbligato i poliziotti di questi Reparti a frequentare dei corsi speciali e di aggiornamento sul controllo dell'ordine pubblico. [2]p. 105

L'equipaggiamento di protezione di ogni agente del Reparto Mobile è progressivamente aumentato, fino alle protezioni per la schiena, le braccia, le gambe e la maschera antigas, che protegge dall'inalazione del gas lacrimogeno. È stato introdotto anche un nuovo tipo di scudo, di forma circolare e più maneggevole di quello rettangolare. Dal 2018, le donne possono servire in questi Reparti. The same Mobile Units were equipped with specific vehicles for the sector: a new type of hydrant, new vans for the transport of the teams and for riot control services, mechanical vehicles for public rescue.[2]p. 105 Since 2018, women are allowed to serve in Mobile Units.[4][5] Con una nota del 18 luglio 2012,[6] il Ministero dell'Interno ha deciso di formulare una bozza di decreto ministeriale concernente l'organizzazione e le dotazioni di personale dei reparti mobili, nella quale fra l'altro, all'articolo 1, è prevista l'abrogazione del decreto del Ministero dell'Interno dell'11 febbraio 1986. La bozza prevede anche un aumento del personale in organico (da 4700 a 6000 unità) e una rimodulazione del numero di nuclei presenti nelle 15 sedi dei reparti attualmente in funzione a livello nazionale[7]. Dopo gli scontri di piazza, avvenuti nel novembre del 2012, l'operato dei reparti mobili è stato nuovamente messo sotto accusa per presunte violenze inflitte su manifestanti inermi, tanto da riportare alle cronache la questione riguardante l'identificazione degli agenti impegnati nell'ordine pubblico.[8]

I Reparti Mobili hanno prestato la loro opera anche in alcuni degli eventi più drammatici della storia recente italiana, come l'alluvione di Firenze, la frana che in Campania travolse i paesi di Sarno, Siano, Quindici e Bracigliano e, tornando ai nostri giorni, durante il terremoto che ha colpito la città di L'Aquila. In tutti questi casi sono stati impiegati per il soccorso e nell'importante opera di antisciacallaggio, per impedire ulteriori danni alle persone coinvolte nei tragici eventi.

  1. ^ Decreto 11 febbraio 1986 (PDF), su silpcgilroma.it. URL consultato il 13 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2014).
  2. ^ a b c d e f Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore PolStoriaCalore
  3. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore RepMobPdS1
  4. ^ (Italian) Poliziamoderna: ecco le prime donne nei reparti mobili, su poliziadistato.it, 5 May 2018. URL consultato il 14 February 2019. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto)
  5. ^ (Italian) Poliziotte nei Reparti Mobili a fare ordine pubblico, su huffingtonpost.it, 17 April 2018. URL consultato il 14 February 2019. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto)
  6. ^ Nota ministeriale riforma reparti mobili 2012 (PDF), su sap-nazionale.org. URL consultato il 13 agosto 2012.
  7. ^ Bozza decreto ministeriale riforma reparti mobili 2012 (PDF), su sap-nazionale.org. URL consultato il 13 agosto 2012.
  8. ^ Elvira Scigliano, Poliziotti in piazza: «Noi riconoscibili mentre si nasconde chi usa violenza», in il Mattino di Padova, 27 novembre 2012.