Utente:RealPain/Storia della Società Sportiva Lazio (1970-1979)

Nel campionato 1969/70 la Lazio può contare sui gol di Giorgio Chinaglia e sul libero Pino Wilson, arrivati in estate un po' in sordina dall'Internapoli. Raggiunge una salvezza tranquilla. Nel 1970/71, dopo un girone di ritorno disastroso, la Lazio retrocede nuovamente in Serie B. L'ambiente ha bisogno di una svolta, è così che il presidente Umberto Lenzini pensa a Tommaso Maestrelli uno degli allenatori in ascesa in quel periodo. Una scelta azzeccatissima visto che la Lazio torna subito in Serie A. In estate tra non poche polemiche viene ceduto Giuseppe Massa all'Inter, a Roma arrivano Mario Frustalupi, Renzo Garlaschelli, Luciano Re Cecconi, Felice Pulici e Martini.

Chinaglia, bomber della Lazio scudettata

La rabbiosa fame di riscatto del bistrattato tifoso laziale in questi anni trovò soddisfazione non già in una squadra solo tecnicamente forte, elemento di per sé bastevole nei suoi desideri, ma in una squadra che oltretutto era stata composta dal caso con elementi dal carattere quantomeno dirompente, fuori dagli schemi classici della figura del calciatore e decisamente inclini ad atteggiamenti esaltanti.

Quella Lazio era una banda di “scapestrati”(Oddi),”scalmanati deficienti”(D’Amico), e “sciagurati”(Pulici). I giocatori , sempre in competizione, erano divisi in due fazioni che nelle partitelle si affrontavano con animosità. Dandosele in campo, sfogavano le loro antipatie e in qualche occasione venivano alle mani.[1]

Tutto ciò contribui a condensare intorno alla Lazio un alone di squadra violenta e, in un periodo quando la passione per il paracadutismo di alcuni giocatori, considerata predilezione per il militarismo, era sufficiente per allontanare molti settori dell'opinione pubblica, le dichiarazioni, con intenti più provocatori che altro, da parte di alcuni giocatori di voler votare un partito, l'MSI, che molti all'epoca volevano fosse messo al bando, furono sufficienti per guadagnarsi l'etichetta di fascisti, anche da parte di altri giocatori come Paolo Sollier, giocatore del Perugia e membro di Avanguardia operaia, organizzazione di estrema sinistra.[2]

Si viene a formare un gruppo di giocatori tra di loro eterogenei ma dotati di estro e personalità, guidati e tenuti insieme da Tommaso Maestrelli, allenatore - psicologo e tuttofare, che dà alla squadra che un gioco brillante molto simile al calcio totale reso famoso dagli olandesi di quella generazione ai mondiali di Germania del 1974.

Sebbene la politica non fosse tabù nella Lazio, la maggior parte dei giocatori non aveva un vero e proprio interesse. Gli unici a discutere seriamente di politica erano Maestrelli, un ammiratore di Berlinguer, e Frustalupi che la pensava all’opposto ma aveva una preparazione superiore rispetto ai compagni. I temi trattati dal resto della “banda” durante i ritiri erano altri e più lievi: il calcio, le donne, le macchine.[3]

La squadra in sé, nonostante le azioni e le parole dei suoi giocatori di punta, rimase sempre e comunque neutrale, e del resto le su citate dichiarazioni di allineamento politico non trovarono poi effettivo riscontro in successive scelte politiche dei calciatori e di altra parte della tifoseria, affatto allineate ed omogenee[4], e rimase del tutto marginale rispetto alle vicende calcistiche.[5]Anche se, in seguito, Luigi Martini sarà deputato di Alleanza Nazionale, Franco Nanni formerà una lista in appoggio alla candidatura a Sindaco di Gianni Alemanno e Felice Pulici si candiderà con Francesco Storace.Anche Pino Wilson e qualcun altro si sbilancerano a favore delle liste di destra.A conferma che quella squadra basava la sua forza anche su una particolare grinta che permetteva ai suoi componenti di vincere nonostante l'ostilità dichiarata di un mondo che sembrava andare a sinistra. E pensare che avevano ragione loro: gli anticomunisti della Lazio e Sollier aveva torto... La dichiarazione pubblica di voto nel '72 da parte di Giorgio Chinaglia, "mi piaceva Giorgio Almirante", dira' più tardi, "perché non era un vero politico, era fuori i classici giochi", era molto probabilmente una semplice provocazione, uno dei suoi favoriti passatempi, ma gli causò l'avversione di molti, forse tutti coloro che non erano laziali.

Ma lo stesso Chinaglia, il leader carismatico di questa sporca "undicina", nei due episodi più violenti che coinvolse la squadra in quegli anni, fece l'esatto contrario di cio' che tutti si sarebbero aspettati.

Dopo un pareggio a Roma per 2-2 nella Coppa delle Fiere, entrambi i gol di Chinaglia, i giocatori della Lazio e dell'Arsenal si ritrovarono allo stesso ristorante, anche se a tavoli diversi. A causa di un regalo da parte dei giocatori della Lazio, poco gradito dai giocatori dell'Arsenal, i quali lo considerarono un po' troppo effemminato, più tardi John Roberts dichiarera'" ripensandoci quelle borsette di pelle non erano male... a quei tempi gli uomini in Gran Bretagna non le avrebbero portate con se' ma ora si", scoppio' una grande rissa tra le due tavolate, che si trascino' fuori del ristorante, e che coivolse tutti i partecipanti tranne uno. Giorgio Chinaglia che rimase fuori della mischia.

Tre anni dopo fu la volta dell'Ipswich, quando in una partita infuocata giocata a Roma i giocatori si videro costretti a chiudersi dentro gli spogliatoi per difendersi dall'aggressione dei giocatori della Lazio, cosi come la polizia dovette intervenire per sedare gli animi infuocati dei tifosi bianco-celesti.

L'allenatore dell'Ipswich, Bobby Robson, dichiarera' in seguito che: "...il solo giocatore italiano che agi' in maniera sensata e venne in aiuto dei miei fu Chinaglia." Ancora una volta Long John svolse il ruolo inaspettato di pacificatore. [6]

Nel 1972/73, appena rientrata in Serie A, si ritrova a lottare praticamente fino all'ultima giornata per lo scudetto. Prima dell'ultima partita del torneo comanda il Milan con 44 punti, seguono Lazio e Juventus appaiate ad un solo punto. La fine del primo tempo vede i rossoneri e i bianconeri perdere rispettivamente a Verona e a Roma contro i giallorossi mentre la Lazio pareggia a reti bianche a Napoli. Nel secondo tempo i torinesi ribaltano il risulato, il gol del Napoli consegna un contestatissimo titolo alla Juventus, la Lazio termina terza. Il campionato riparte tra lo scetticismo dell'opinione pubblica che non crede che la Lazio possa ripetersi. La tifoseria è ancora amareggiata per il finale dell'anno prima ma è consapevole della forza della squadra che esprime un gioco spettacolare. L'unica aggiunta ad un meccanismo già collaudato è la giovane ala Vincenzo D'Amico proveniente dalle giovanili. La stagione è una vera e propria cavalcata, interrotta solo da qualche incertezza in alcune partite. La vittoria per 3 a 1 nello scontro diretto contro la Juventus e la prova di forza nel derby di ritorno, in cui la Lazio è capace di ribaltare il risultato contro una Roma che vuole arrestare a tutti i costi la marcia dei biancocelesti, portano saldamente la squadra in testa alla classifica.

La Lazio con lo Scudetto sul petto

La Lazio perde un'ultima partita con il Torino ma riesce comunque a laurearsi Campione d'Italia,[7] con una giornata d'anticipo, nell'incontro casalingo contro il Foggia in un Olimpico stracolmo.[8]

Nel derby di ritorno del 1974, Chinaglia festeggiò il gol vittoria correndo sotto la curva Sud, la mattina davanti al portone di casa fu accolto da circa duecento ultrà romanisti, da quel giorno andò a vivere a casa di Maestrelli. Continuò a subire minacce anche all’indirizzo dei propri familiari e quelli dell’allenatore.[9]

Si arrivò ad un tale punto che per Chinaglia diventò impossibile anche solo camminare per le strade quando anche il suo negozio fu attaccato da tifosi della Roma. Ma Giorgio Chinaglia non se ne sarebbe certo mai andato per questo. A convincerlo furono problemi familiari ed anche i soldi dei Cosmos, squadra americana che gli propose l'ambizioso progetto di lanciare il calcio negli USA. E Giogio il combattente accettò. Cosmos .[10]

Nonostante lo Scudetto e i relativi incassi la società non gode di grande floridezza economica, in estate è pressoché immobile sul mercato. Il campionato 1974/75 non è trionfale come quello precedente, inoltre si viene a sapere che Maestrelli è afflitto da una grave malattia e ciò non può che influire negativamente sull'andamento. La stagione si conclude al quarto posto con Lovati in panchina, ma la mente di tutti i laziali è rivolta sicuramente altrove. Viene ceduto Frustalupi, punto di riferimento del centrocampo, la panchina affidata a Corsini, Giorgio Chinaglia emigra in America al Cosmos. La Lazio rimane invischiata nella lotta per non retrocedere, è necessario il ritorno di Maestrelli perché venga evitata la Serie B. Nel campionato 1976/77 Lenzini chiama Luis Vinicio sulla panchina e strappa Cordova alla Roma, è una Lazio che fa forza sul proprio vivaio, oltre a Giordano e D'Amico si mettono in luce anche Manfredonia e Agostinelli. A fine stagione la squadra arriva quinta, ma due lutti sconvolgono l'ambiente, quelli di Maestrelli e Re Cecconi, il secondo ucciso da un colpo di pistola mentre faceva uno scherzo simulando una rapina.

Gli anni '70 erano gli "anni di piombo" ed il possesso di armi da fuoco era un fenomeno abbastanza comune, e alcuni dei giocatori della Lazio coltivarono questa passione. Si racconta che dalle finestre dell’ hotel Americana, piuttosto isolato, partivano gare di tiro al lampione con tanto di scommesse. I giocatori avevano trasformato i ritiri in un luna park fin quando le mogli degli stessi non si ribellarono.[11]

Un' abitudine questa che in un'occasione "costrinse" un pilota aereo a rifiutarne l'imbargo a meno che le armi non fossero lasciate a terra. Di norma era compito del capitano raccogliere tutte le armi e metterle in una borsa.

Ma quasi a conferma del carattere estremamente controverso della squadra, Re Cecconi era uno dei pochi, se non l'unico, che non condivideva questa passione per le pistole con il resto della squadra. [12].

Re Cecconi, centrocampista di quella Lazio, giocatore che pur dichiarando di non saper nulla di politica fu comunque etichettato fascista per la sua passione per il paracadutismo, muore nel 1977 per uno stupido scherzo che finisce in tragedia. Gli sara'fatale un colpo di arma da fuoco da parte di un gioielliere. Quest'ultimo verra' poi scagionato dall'accusa di uso eccessivo della forza. Come detto prima erano gli anni di piombo. [13]

Quella formazione che solo pochi anni prima aveva conquistato uno storico traguardo si viene a sgretolare, Pulici viene ceduto al Monza e sostituito da Claudio Garella voluto da Luís Vinício. L'allenatore con i suoi metodi rigidi non ha più il controllo della squadra, viene sostituito da Bob Lovati che ancora una volta si erge a salvatore della patria e riesce a raggiungere la salvezza. Viene confermato anche nella stagione seguente, la Lazio si classifica ottava, Bruno Giordano diventa capocannoniere con 19 gol.

  1. ^ "Uno più undici" di F.Recanatesi-L'Airone Editrice pag.146
  2. ^ "CALCIO: A History of Italian Football" di J.Foot, pag. 370-371
  3. ^ "Uno più undici" di F.Recanatesi-L'Airone Editrice pag.156-157
  4. ^ Guy Chiappaventi - Pistole e Palloni - Limina
  5. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore r1
  6. ^ "CALCIO: A History of Italian Football" di J.Foot, pag. 320-373
  7. ^ Tuttavia, la Lazio non poté partecipare alla Coppa dei Campioni 1974/75 a causa di una squalifica di un anno subita dall’UEFA a seguito di incidenti avvenuti in un incontro di coppa della stagione 1973/74 contro l’Ipswich Town.
  8. ^ Erano presenti 78.859 spettatori, record tuttora imbattuto per una partita disputata allo Stadio Olimpico
  9. ^ "Uno più undici" di F.Recanatesi-L'Airone Editrice pag.155
  10. ^ "CALCIO: A History of Italian Football" di J.Foot, pag. 368-369
  11. ^ "Uno più undici" di F.Recanatesi-L'Airone Editrice pag.157-158
  12. ^ "CALCIO: A History of Italian Football" di J.Foot, pag. 365
  13. ^ "CALCIO: A History of Italian Football" di J.Foot, pag. 374-375