Addio giovinezza! (film 1940)
Addio giovinezza! è l'adattamento cinematografico di un'operetta, diretto nel 1940 da Ferdinando Maria Poggioli.
TramaModifica
Nella Torino universitaria del 1910 sono narrate le avventure di un gruppo di studenti, tra amori, esami e tesi di laurea. Mario è uno di questi, e conosce Dorina, una sartina figlia della donna da cui affitta la camera in cui abita. L'amore dei due giovani dura due anni, finché un giorno Mario, mentre salva un anziano caduto nel Po viene notato da una signora, Elena, che lo corteggia; il ragazzo cede, ma viene scoperto da Dorina (nonostante i tentativi dei suoi amici Ernesto, Giovanni ma soprattutto Leone di coprirlo), e così la storia tra i due si interrompe. I ragazzi si reincontreranno il giorno della laurea di Mario.
ProduzioneModifica
Girato negli stabilimenti di Cinecittà e a Torino per gli esterni, il film esce nelle sale il 24 dicembre 1940[1].
Tratta dall'omonima commedia teatrale, goliardica e studentesca, di Sandro Camasio e Nino Oxilia del 1911, questa è la quarta e ultima versione cinematografica dopo quelle del 1913, del 1918 e del 1927.
CriticaModifica
Aldo Franci in "Illustrazione Italiana" del 2 febbraio 1941:«[...] Maria Denis è uscita da Addio giovinezza! attrice compiuta e armatissima, di sì limpida grazia, di sì mutevole bravura che non so chi le possa stare a paro oggi in Italia. [...] Tuttavia, con tanti meriti di regia e d'interpretazione (che poi fanno tutt'uno) il film, romantica vicenda di un'epoca felice e un tantino spensierata ma comunque memorabile, non ha trovato, ripeto, l'accoglienza che immaginavano i nostalgici e i sentimentali [...]»[2].
Dalle pagine del Corriere della Sera: «Il complesso della pellicola è felicemente riuscito, l'opera che onora la nostra cinematografia ha la gentilezza e il profumo del lavoro originario. [...] Interpretazione eccellentissima di Maria Denis [...]: il film sarà ricordato anche per la sincerità e l'immediatezza della sua recitazione»[3].
Giuseppe Isani in "Cinema" del 25 gennaio 1941:«Lasciate che per una volta che questa benedetta parola "bravo" tanto semplice e tanto sfruttata noi la rivolgiamo di cuore a F. M. Poggioli e a quanti con lui, indistintamente, hanno lavorato e contribuito alla realizzazione di questa nuova Addio giovinezza, che torna con un così indovinato sapore e nei suoi autentici panni dopo tanto illustre passato. [...]»[4].
Manifesti e locandineModifica
La realizzazione dei manifesti del film, per l'Italia, fu affidata al pittore cartellonista Anselmo Ballester.
NoteModifica
- ^ Data PPP (Prima Proiezione Pubblica) nelle tabelle riportate da Stefania Carpiceci (a cura di), Le case di produzione e gli incassi dei film degli anni 1940-1944, in Ernesto G. Laura (a cura di), Storia del Cinema Italiano, vol.6 - 1940/1944, Marsilio, Edizioni di Bianco & Nero, Venezia 2010, pag. 667.
- ^ R. Chiti, E. Lancia, pag. 17.
- ^ Anonimo, "Corriere della Sera", 17 gennaio 1941, ripreso in F. Savio, pag. 7.
- ^ Giuseppe Isani, Film di questi giorni, "Cinema", V, 110, 25 gennaio 1941, pag. 68.
BibliografiaModifica
- Roberto Chiti, Enrico Lancia (a cura di), Dizionario del Cinema Italiano - i film vol.I, Gremese, Roma 2005.
- Francesco Savio, Ma l'amore no, Sonzogno, Milano 1975.
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Addio giovinezza!
Collegamenti esterniModifica
- Addio giovinezza!, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- Addio giovinezza!, su ANICA, Archiviodelcinemaitaliano.it.
- (EN) Addio giovinezza!, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (EN) Addio giovinezza!, su AllMovie, All Media Network.
- Uno studio di Paolo Benevelli sul film (PDF), su trio-lescano.it.
- Un approfondimento su Maria Denis (la Dorina che salvò Luchino Visconti)di Patrizia Deabate (PDF), su trio-lescano.it.