Aleksandr Nevskij

eroe nazionale russo e santo della Chiesa ortodossa russa
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Aleksandr Jaroslavič Nevskij (in russo: Александр Ярославич Невский? ascolta[?·info]; Pereslavl'-Zalesskij, 30 maggio 1220Gorodec, 14 novembre 1263), figlio di Jaroslav Vsevolodovič, fu principe di Novgorod e di Vladimir dal 1252 fino alla sua morte; famoso per le sue epiche gesta militari, è considerato, insieme a Ivan Susanin, eroe nazionale russo.

Aleksandr Nevskij
Gran Principe di Vladimir-Suzdal'
Stemma
Stemma
In carica1252 –
14 novembre 1263
PredecessoreAndrea II
SuccessoreJaroslav III
Principe di Novgorod
In carica1228–1229
1236-1240
1241-1252
1258-1260
PredecessoreFëdor Jaroslavič
SuccessoreDmitrij di Pereslavl'
Principe di Kiev
In carica1246 –
14 novembre 1263
PredecessoreJaroslav III
SuccessoreJaroslav IV
Nome completoAleksandr Jaroslavič Nevskij
(Александр Ярославич Невский)
NascitaPereslavl'-Zalesskij, 30 maggio 1220
MorteGorodec, 14 novembre 1263
Luogo di sepolturaMonastero di Aleksandr Nevskij, San Pietroburgo
DinastiaRjurikidi
PadreJaroslav II di Vladimir
MadreRostislava Mstislavna
ConiugiAleksandra o Praskov'ja(?)
Vasilisa
FigliVasilij Aleksandrovič
Eudossia
Dmitrij I
Andrea III
Daniele di Russia
ReligioneOrtodossa

BiografiaModifica

 
Icona di Aleksandr Nevskij

Principe della Repubblica di Novgorod, Aleksandr venne incaricato di difendere le terre del nord-ovest russo dagli svedesi e dai tedeschi del Baltico. Il 15 luglio 1240 attaccò e sconfisse l'esercito svedese appena sbarcato alla confluenza dei fiumi Neva e Ižora: la vittoria russa nella battaglia della Neva stroncò sul nascere il tentativo svedese di invasione su vasta scala della Russia. Come risultato della battaglia il giovane Aleksandr ricevette il soprannome, appunto, di "Nevskij", cioè "relativo alla Neva".[1][2] Questa vittoria rafforzò la sua influenza politica ma, allo stesso tempo, peggiorò i suoi rapporti con i boiardi. Poco dopo Aleksandr dovette lasciare Novgorod in seguito ai contrasti sempre crescenti.

Con la minaccia di invasione dei cavalieri dell'Ordine teutonico però, le autorità di Novgorod furono costrette a richiamarlo; ritornato dal suo "esilio" nella primavera del 1241, raccolse in breve tempo un esercito e respinse gli invasori. Molti storici considerano gli assedi di Kopor'je e di Pskov come esempi illuminanti dell'arte dell'assedio. Nella battaglia decisiva, Aleksandr e i suoi soldati resistettero alla cavalleria teutonica, guidata dal Maestro dell'Ordine Hermann, fratello di Albrecht di Buxthoeven, il cristianizzatore della Livonia. Aleksandr Nevskij fronteggiò il nemico sul ghiaccio che copre il Lago dei Ciudi (o Lago Peipus) durante la battaglia del lago ghiacciato il 5 aprile 1242, una tappa importante nella storia del medioevo russo. I fanti russi accerchiarono e sconfissero un esercito di cavalieri teutonici montati a cavallo, affiancati dalla cavalleria danese e livone alleata.

 
Henryk Siemiradzki - Morte di Aleksandr Nevskij.

La grande vittoria di Aleksandr Nevskij contro i Cavalieri Teutonici probabilmente non provocò le ingenti perdite in campo nemico registrate nelle cronache russe del tempo. Del resto nel Medioevo battaglie di grande importanza storica vennero combattute da eserciti che sembrano esigui se guardati con occhi moderni. Ad ogni modo la vittoria russa ebbe una valenza culturale e politica che sconfinò ben oltre il valore strategico. Dopo l'invasione teutonica il principe continuò a rafforzare la Russia di nord-ovest inviando delegati in Norvegia per firmare il primo trattato di pace tra Norvegia e la Rus' nel 1251. Successivamente guidò un suo esercito in Finlandia e sbaragliò gli svedesi che stavano tentando un blocco del mar Baltico contro i russi, nel 1256.

Aleksandr Nevskij seppe anche dimostrare di essere un cauto e lungimirante politico. Respinse i tentativi della Curia papale di causare una guerra aperta tra la Russia e l'Orda d'Oro, dimostrando di aver pienamente compreso l'inutilità di una guerra contro i Tataro-mongoli, almeno in quel momento. Gli storici sono incerti nell'interpretare il comportamento del principe Aleksandr nei confronti dell'Orda. Secondo alcuni, egli agì con l'obiettivo di evitare una rovinosa invasione da parte dei Tataro-mongoli. Il principe di Novgorod, comunque, compì anche servizi per l'Orda: combatté, ad esempio, a fianco dei Tataro-mongoli, anche se mai contro altri vassalli russi.

È possibile che la sua scelta di accettare il vassallaggio russo all'Orda sia stato determinato dal desiderio di salvaguardare, per quanto possibile, la propria condizione e di sfruttare l'amicizia con i Tataro-mongoli nel caso qualcuno tentasse di attaccarlo, anche sul piano politico. Aleksandr Nevskij tentò di rafforzare la propria posizione di principe a spese dei boiardi e allo stesso tempo represse qualsiasi moto anti-feudale nello Stato.

Morì di ritorno da Saraj (capitale dell'Orda d'Oro), nella città di Gorodec. Un figlio di Aleksandr, Daniele, divenne principe di Mosca, dando origine alla dinastia di sovrani che porteranno il Granducato di Mosca a diventare un'importante nazione dell'Europa rinascimentale.

Memoria e cultoModifica

 
Icona di sant'Aleksandr Nevskij, Cattedrale di Sofia.
Sant'Aleksandr Nevskij
 
Icona di Sant'Aleksandr Nevskij
 
NascitaPereslavl'-Zalesskij, 30 maggio 1220
MorteGorodec, 14 novembre 1263
Venerato daChiesa ortodossa russa
Canonizzazione1547
Santuario principaleSan Pietroburgo
Ricorrenza23 novembre e 30 agosto
Attributivestito da principe russo
Patrono diSan Pietroburgo

Verso la fine del XIII secolo venne compilata una cronaca detta La vita di Aleksandr Nevskij, nella quale egli è rappresentato come l'ideale principe-soldato difensore della Russia.

Aleksandr Nevskij fu canonizzato dal sinodo della Chiesa ortodossa russa nel 1547. Pietro il Grande fece trasportare i suoi resti a San Pietroburgo. Nel 1725 fu introdotto l'Ordine Imperiale di Sant'Aleksandr Nevskij come una delle più alte decorazioni militari; l'Ordine cavalleresco venne annullato però, come tutte le altre decorazioni, dalla Rivoluzione d'ottobre e fu ripristinato soltanto nel 1942.

Tra gli edifici religiosi a lui intitolati si annoverano un monastero a San Pietroburgo, la cattedrale di Sofia e quella di Tallinn.

Matrimoni e figliModifica

 
Cattedrale dedicata ad Aleksander Nevsky, Sofia (Bulgaria)

Secondo la Prima Cronaca di Novgorod, Aleksandr si sposò una prima volta, nel 1239, con la figlia del principe di Polock, Brjačislav. Il nome della sposa non è citato nella Cronaca; secondo altre fonti, si sarebbe chiamata Aleksandra o Praskov'ja.

Dal matrimonio nacquero almeno cinque figli:

Dalla seconda moglie, Vasilissa, sposata poco prima di morire, non risulta che abbia avuto figli.

FilmografiaModifica

Sulla figura di Aleksandr Nevskij e sulla sua vittoria sui Cavalieri Teutonici è famoso il film omonimo del 1938 del regista russo Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, con musica di Sergej Prokof'ev. La pellicola è stata restaurata nel 1986.

AscendenzaModifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Jurij Vladimirovič
Dolgorukij
Vladimir II Vsevolodovič
Monomaco
 
 
Eufemia  
Vsevolod III Jur'evič  
Elena di Costantinopoli  
 
 
Jaroslav II Vsevolodovič  
Švarno Zhiroslavyč  
 
 
Maria Švarnovna  
 
 
 
Aleksandr Jaroslavič
Nevskij
 
Mstislav il Coraggioso Rostislav  
 
 
Mstislav l'Audace  
Teodosia  
 
 
Teodosia Mstislavna  
Köten Sutoj  
 
 
Maria  
 
 
 
 

NoteModifica

BibliografiaModifica

  • Tale of the Life and Courage of the Pious and Great Prince Alexander in Medieval Russia's Epics, Chronicles, and Tales, a cura di Serge Zenkovsky, New York 1974, pp. 224–235
  • Catherine Durand-Cheynet, Alexsandre Nevski ou le soleil de la Russie, Parigi 1983 (ed. it.: Alessandro Nevskij o il sole della Russia, trad. di Cesare Scarton, (Profili; 6) Salerno ed., Roma 1987)
  • Paul M. Waszink, Life, courage, ice: a semiological essay on the old Russian biography of Aleksandr Nevskij, München 1990
  • Mari Isoaho, The Image of Aleksandr Nevskiy in Medieval Russia: Warrior and Saint (The Northern World; 21), Leiden 2006. ISBN 90-04-15101-X.

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Collegamenti esterniModifica

Controllo di autoritàVIAF (EN64816072 · ISNI (EN0000 0000 8144 9547 · BAV 495/47728 · CERL cnp00405829 · LCCN (ENn83151250 · GND (DE119392577 · BNF (FRcb126522596 (data) · J9U (ENHE987007298909005171 · WorldCat Identities (ENlccn-n83151250